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    Juve, torna Bertelli: Pirlo ha scelto il preparatore

    Casting finito: sarà Paolo Bertelli il nuovo responsabile dei preparatori della Juventus al posto di Daniele Tognaccini, storico preparatore del Milan e mente di Milan Lab, arrivato un anno fa insieme con Maurizio Sarri. Bertelli risolverà il suo rapporto con la Sampdoria, che era in scadenza nel giugno 2021, per rispondere alla chiamata di Andrea Pirlo: il suo è un ritorno a Torino perché c’era già stato nei tre anni di Antonio Conte, quelli dei primi tre scudetti consecutivi, dove appunto aveva allenato il nuovo tecnico bianconero, anche se i due si erano conosciuti l’anno precedente, ai Mondiali. Allora Bertelli era preparatore della Roma, però Marcello Lippi lo aveva voluto con sé per l’avventura in Sudafrica dell’Italia.

    A Roma con la prima super Roma di Spalletti. Marotta lo indica a Conte
    Ex difensore centrale, 59 anni, originario di Firenze, per Bertelli parla il suo curriculum. Dal 1993 al 1999 è l’aiutante in palestra di Claudio Ranieri nella Fiorentina, dove ha lavorato anche con Roberto Mancini, poi ha collaborato per diversi anni con Luciano Spalletti, vincendo nel 2008 il Cronometro d’oro, premio assegnato ai migliori preparatori atletici, prima nel Venezia, poi con Udinese e Roma, dove ha allenato anche Francesco Totti. L’approdo alla Juventus nel 2011 non è casuale: è Beppe Marotta, che lo aveva conosciuto ai tempi del Venezia, a indicarlo a Conte.
    La Juve di Conte a cento all’ora. Sfatò la maledizione Vinovo
    E la collaborazione tra il tecnico e il suo preparatore risulta vincente. «Tanto pallone, ma pure esercitazioni senza e lavoro in palestra. Diciamo che tutto è orientato all’alta intensità, ad aggredire sempre quello che si fa. Dalla partita all’allenamento: Conte cerca di sviluppare l’aggressività agonistica, perché venga applicato al massimo il suo calcio» la filosofia del preparatore atletico adeguata all’idea di calcio di Conte, con il quale elaborava gli allenamenti. E quella Juventus di Conte aveva muscoli d’acciaio e correva ai cento all’ora, dimezzando gli infortuni e sfatando la leggenda dell’umidità dei campi di Vinovo che favorivano i guai muscolari. Merito dei metodi di preparazione di Bertelli.
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    Ulivieri: “Pirlo alla Juve? Polemiche sciocche, non è scelta azzardata”

    TORINO – “Ho sentito tante polemiche sciocche su Andrea alla Juventus. È libero mercato, la Juve sceglie chi vuole.”. Lo ha dichiarato Renzo Ulivieri, presidente dell’Asso Allenatori, ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli, in merito alla scelta della Juventus di affidare la propria panchina a Pirlo: ” Pirlo è in regola con le norme Federali e conta questo. Scelta azzardata? La Juve non ne fa. Pirlo non avrà panchine alle spalle, ma sul sapere calcistico è già di livello mondiale. Poi conteranno i risultati, come per tutti: puoi avere un grande come Baggio in panchina, ma se ne perdi quattro di fila resteranno le sconfitte”. LEGGI TUTTO

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    Maifredi: “Sarri come me? Io dovevo costruire, lui…”

    ROMA – “Ai miei tempi dovevo creare qualcosa di nuovo, quelli che si accingono a fare gli allenatori della Juve devono soltanto prendere la squadra e portarla avanti: esperienza non paragonabile. Progettarono, senza chiedermi, la cena di fine anno dopo la partita col Cagliari. I miei giocatori sparirono dalla partita e pareggiammo, andai da Montezemolo e dissi di cercare qualcun altro, avevano fatto qualcosa senza chiedere e mi diede fastidio”. Così Gigi Maifredi, ex tecnico della Juventus, a ‘Punto Nuovo Sport Show’, su Radio Punto Nuovo. “Durante un derby di ritorno, dissi ai ragazzi che non ci sarei stato l’anno dopo e gli chiesi come volevano andare in campo: giocammo una partita squallida, andando in campo col libero e perdemmo 2-1”, ha aggiunto.
    Si riparte da Ronaldo: ecco la Juve di Pirlo

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    Ronaldo e Georgina di nuovo a Sanremo, ma… sullo yacht

    Ronaldo e Georgina tornano a Sanremo
    Proseguono le vacanze di CR7 insieme a Georgina tra tuffi in acqua, relax e tanto sole. Il viaggio a bordo dello yacht extralusso è quello che ci voleva dopo una stagione infinita, terminata con lo scudetto e la dolorosa eliminazione dalla Champions League. Anche se da lontano, CR7 fa sentire la sua vicinanza ai tifosi con post e messaggi social. L’ultimo frame della sua vacanza arriva dal profilo della sua fidanzata: una cartolina dei due a Sanremo. 
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    Juve, adesso è lotta a tre per allenare l'Under 23

    Una settimana, con tanto di presenza a Monza per vedere la Primavera della Juventus impegnata in amichevole con il Monza,. Tanto è durata l’esperienza di Andrea Pirlo alla guida della Juve Under 23, prima della chiamata a sostituire l’esonerato Maurizio Sarri. Così l’ex regista della Juventus lascia libera la panchina della seconda squadra bianconera, che milita in serie C. E si fanno i nomi di tre ex bianconeri per la successione: Fabio Grosso, Marco Baroni e Nicola Legrottaglie. Grosso, oltre ad aver chiuso la sua carriera di giocatore alla Juventus, è stato tecnico della Primavera bianconera dal 2014 al 2017, vincendo il torneo di Viareggio nel 2016, prima di avventurarsi alla guida di Bari, Verona e Brescia in serie A, dove ha sostituito Eugenio Corini, rimanendo però in carica soltanto per tre partite, tutte perse.

    Anche Baroni, che da giocatore non ha mai indossato la maglia bianconera, ha una passato juventino come tecnico della Primavera, che ha allenato nel biennio 2011-13, conquistando il torneo di Viareggio nel 2012 e la Coppa Italia nel 2012-13. Poi tante panchine di serie B e l’approdo in A vincendo i playoff con il Benevento. L’ultima esperienza, alla Cremonese, dove viene esonerato a gennaio. Legrottaglie, invece, non ha allenato la Primavera bianconera, ma della Juventus è stato difensore per sei stagioni e mezza (2003-gennaio 2005 e poi 2006-2011). Come allenatore, inizia dalle giovanili del Bari, poi esperienza in Lega Pro fino a essere il vice di Rastelli al Cagliari e passare dalla Primavera alla prima squadra del Pescara, dove viene esonerato a luglio. A giorni la dirigenza juventina scioglierà i dubbi anche perché la stagione è alle porte.
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    Juve, lo staff di Pirlo è pronto: ecco chi sarà il suo vice

    TORINO – Un amico quasi d’infanzia, un tocco d’azzurro, qualche amarcord bianconero, professionisti con cui ha lavorato in passato: Andrea Pirlo è al lavoro non soltanto per valutare quale Juventus manderà in campo ma anche per organizzare il suo staff. Ruolo nuovo, ma idea chiare su chi circondarsi: il suo vice sarà Roberto Baronio, che già si sarebbe seduto accanto a lui sulla panchina dell’Under 23 bianconera. Sono nati a 18 chilometri di distanza, sono cresciuti tra Voluntas Brescia e le giovanili del Brescia, hanno giocato insieme una stagione (1995- 96) in prima squadra e poi si sono ritrovati, entrambi in prestito, nella Reggina, stagione 1999-2000: li separa soltanto la data di nascita, Roberto è di due anni più vecchio, in campo invece hanno lo stesso ruolo.

    Anche se le carriere li hanno portati in città diverse (Pirlo tra Milano e Torino, poi New York, Roberto soprattutto Roma, versante Lazio), sono rimasti in costante contatto, uniti da profonda stima e amicizia, oltre che dalla maglia dell’Under 21. Baronio è l’uomo di fiducia di Pirlo: arriva alla Juventus dopo una stagione poco positiva con la Primavera del Napoli, terminata con l’esonero a gennaio quando la squadra (poi retrocessa) era all’ultimo posto. In precedenza ha guidato la Primavera del Brescia e l’Italia Under 18 e 19: lunga esperienza in squadre giovanili, ma anche per l’ex centrocampista della Lazio si tratta della prima chiamata sulla panchina di un top club.
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    Agnelli e l'azienda Juve: perché l'addio a Sarri

    Per il secondo anno consecutivo la Juventus ha esonerato l’allenatore che ha vinto lo scudetto. Non è una coincidenza e, anche se nati da circostanze e con motivazioni completamente differenti, i due esoneri hanno un senso comune: la Juventus, questa Juventus dei nove scudetti, è il club di Andrea Agnelli e dei suoi dirigenti. Il si- stema solare bianconero ruota intorno agli uffici più importanti della sede, a partire da quello del presidente. Tutto è passato in queste nove stagioni: tre allenatori; Del Piero e campioni come lo stesso Pirlo, Pogba, Marchisio, Vidal, Tevez, Dani Alves, Mandzukic; bandiere sono state alzate e ammainate, dando l’impressione che ciò che conta veramente siano sempre la società e la proprietà, che non a caso non cambia da 97 anni e che in questo frangente storico ha un suo membro a capo del club.

    Questo è cio che scava un solco profondo a segnare la differenza sostanziale fra un’azienda, quale è la Juventus oggi, e una squadra di calcio, quali sono molte concorrenti in Italia. Ed è anche la ragione per quale, talvolta, le decisioni della Juventus sconcertano perfino i propri tifosi: il fattore emotivo non incide praticamente mai nel processo decisionale e, quindi, si può anche licenziare un allenatore che ha appena vinto lo scudetto. E non perché si reputi il campionato un obiettivo insoddisfacente (anzi, alla Juventus sono molto delusi dall’impatto tiepido sull’umore del tifo avuto dall’ecceziona- le risultato del nono consecutivo), ma perché le analisi vanno sempre oltre i risultati e la prospettiva futura è sempre un fattore decisivo. Si cambia prima di essere costretti a farlo dal precipitare delle situazioni. 
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    Pirlo riparte da Ronaldo: ecco la Juve che ha in mente

    E fu così che CR7 divenne centro di gravità permanente della nuova Juventus di Andrea Pirlo. Che da lui vuole ripartire. Vuole ripartire non necessariamente previa incontri preventivi in barca – come quelli di sarriana memoria – che poi però hanno provocato maldimare. E soprattutto non previa stravolgimenti copernicani, ché quella (strampalata?) idea dell’ormai tecnico juventino di spostare il portoghese dalla sinistra al centro dell’attacco ha indubbiamente rappresentato il peggior modo possibile per iniziare la collaborazione. Pirlo vuole esaltare, Ronaldo, ma non spostarlo. Vuole concentrarsi sul miglior modo di innescarlo. Vuole usare, con lui, un lessico che oggettivamente appartiene a pochi, pochissimi: quello dei fuoriclasse.

    E con il resto della squadra vuole utilizzare un’altra merce che è piuttosto rara: il carisma e l’autorevolezza (che dall’essere stato un fuoriclasse gli derivano, pur essendo completamente privo di esperienza da allenatore). E’ inutile girarci troppo intorno, del resto: se la Juve ha scelto Pirlo, non è certo per le sue idee tattiche, il gioco corale, gli schemi ripetuti (visto che ancora non stanno manco sopra una tesi da depositare al centro Federale di Coverciano). La Juve ha scelto Pirlo in virtù di un talento che – si confida – sia innato e possa emergere soprattutto in ambito di gestione dei giocatori, oltre che soltanto del gioco. 
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