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    Juve, Douglas Costa con la nuova maglia: “Emozione inspiegabile”

    TORINO – Con il nono scudetto consecutivo in bacheca la Juventus è proiettata verso la prossima stagione di Serie A presentando ufficialmente le divise che i bianconeri indosseranno per l’annata 2020/2021. Oltre a Ronaldo, Dybala, Bernardeschi e Cuadrado anche Douglas Costa posa sul suo profilo instagram con un la nuova maglia, lanciando un messaggio d’amore verso i colori della “vecchia signora”: “Le emozioni più belle sono quelle che non sai spiegare”. Una frase importante che potrebbe significare la permanenza anche per la prossima stagione del brasiliano a Torino, nonostante le molte difficoltà, soprattutto fisiche, vissute quest’anno. LEGGI TUTTO

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    Cristiano Ronaldo festeggia lo scudetto Juve sul nuovo yacht da sei milioni di euro

    Una casa sul mare da ben 6 milioni di euro. L’Azimut Grande di Cristiano Ronaldo, lo yacht acquistato lo scorso giugno a Viareggio, lascia tutti a bocca aperta. Il fuoriclasse portoghese e Georgina hanno pubblicato vari scatti su Instagram che testimoniano il lusso del nuovo gioiellino. Realizzato in fibra di carbonio, pesa circa 93 tonnellate e dispone di cinque cabine e sei bagni. Presenti anche due aree relax, un ampio salone, una sala da pranzo, una cucina in stile contemporaneo e numerose finestre che offrono alla famiglia del campione della Juve una vista mozzafiato sul mare. Lo yacht ha due motori da 1.900 cavalli e una velocità che può arrivare a 28 nodi. Per CR7, il modo migliorare per festeggiare lo scudetto appena conquistato con la maglia bianconera. LEGGI TUTTO

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    Andrea Agnelli: “Il mio Tuttosport”

    Andrea Agnelli nella storia di Tuttosport ha un ruolo da grande protagonista. Anzi, negli ultimi dieci anni, forse è stato “il” protagonista, perché nessun giornale approfondisce maggiormente le vicende della Juventus e la sua Juventus, dal 2010 a oggi, ha compiuto imprese leggendarie. Imprese che si sono potute specchiare sui fogli del nostro giornale, che le ha raccontate giorno per giorno. Anche attraverso le sue parole, rare perché non ama le interviste e dosa gli interventi mediatici, ma significative. C’è una sua intervista a Tuttosport, concessa all’inizio della sua avventura da presidente, che è sempre significativo andare a rileggere per capire come dieci anni fa esisteva il progetto o, quanto meno, una visione dell’attuale Juventus, tornata ai vertici del calcio mondiale dalle ceneri del post Calciopoli. Era un’intervista nella quale si paventava perfino l’ipotesi di portare in bianconero un giocatore di livello globale (un Messi o un Ronaldo per intendersi) e quel passaggio, ovviamente titolato, aveva suscitato perplessità da parte di alcuni. Non era un forzatura, non era sbruffonata e nemmeno una profezia, era un pezzo del progetto, che si è poi realizzato.
    Buongiorno presidente Agnelli, se le dico Tuttosport, a cosa pensa?«Se penso a Tuttosport penso a un quotidiano che mi ha accompagnato per tutta la vita. E questo per la natura del giornale stesso, cioè quella di essere il giornale che segue più di tutti la Juventus, che era ed è la squadra del mio cuore. Quindi era il giornale che rubavo dalla mazzetta di mio padre, quando avevo sette o otto anni, perché trattava in maniera più ampia il tema che a quell’età mi interessava di più. Quindi quando penso a Tuttosport penso al furto della mazzetta di mio padre».
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    Juve, i convocati per Cagliari: c'è Higuain, tante novità

    TORINO – La Juve è impegnata a Cagliari contro la formazione di Zenga per il 37° turno del campionato di Serie A. La squadra bianconera ha già conquistato lo scudetto grazie alla vittoria casalinga con la Sampdoria e fa visita ai rossoblù nella penultima giornata del torneo. Ecco i convocati di Sarri per la trasferta alla Sardegna Arena.
    Juve, la lista dei convocati
    L’elenco completo dei convocati: Szczesny, Pinsoglio, Buffon. Alex Sandro, Bonucci, Rugani, Demiral, Coccolo, Wesley, Frabotta, Pjanic, Matuidi, Bentancur, Muratore, Peeters, Ronaldo, Cuadrado, Higuain, Bernardeschi, Olivieri, Vrioni, Zanimacchia. LEGGI TUTTO

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    Buffon, Ronaldo e tanti giovani: Sarri dosa la Juve

    TORINO – A Cagliari, ma con la testa al Lione. Quello che per tutta la stagione per la Juventus è stato un pericolo da scongiurare, affrontare le partite di campionato riservando inconsciamente una parte delle energie alla Champions League, ora diventa una strategia. Ed è inutile scandalizzarsi: la squadra bianconera ha raggiunto il suo obiettivo in Serie A e ora ha il diritto e il dovere di concentrarsi su quello europeo. Si potrebbe discutere, al limite, se il modo migliore per prepararsi al ritorno degli ottavi di finale non possa essere giocare al massimo anche le prossime due partite, ma non sul fatto che l’obiettivo bianconero debba essere solo presentarsi al top, o il più vicino possibile, all’Allianz Stadium venerdì 7 agosto.

    RECUPERO – Sicuro il fine, anche sul mezzo c’è in realtà poco da discutere. L’idea di affrontare Cagliari e Roma come se lo Scudetto fosse ancora in palio per tenere alti tono muscolare e nervoso potrebbe avere senso in una stagione normale e con tutti i giocatori disponibili. Non alla fine di un’annata durata più di un anno solare, in cui i giocatori hanno dovuto fermarsi per tre mesi, due dei quali chiusi in casa, e poi hanno disputato 12 partite in 45 giorni, giocandosi due trofei. Non per una squadra che ha dovuto fare i conti con molti infortuni, anche gravi, e che oggi ha almeno quattro giocatori indisponibili (Danilo potrebbe recuperare): dei quali uno ha finito la stagione (Khedira), uno potrebbe forse recuperare solo per l’eventuale finale di Champions (Douglas Costa) e uno spera di farcela per il Lione (Dybala), con il solo De Sciglio presto disponibile. «Era fondamentale chiudere il discorso stasera – ha detto Leonardo Bonucci domenica fresco di Scudetto – perché ora potremo riposarci, allenarci (cosa che non abbiamo fatto per 40 giorni), e mettere testa e gambe in una partita che vogliamo vincere per andare a Lisbona a giocarci i quarti di finale».
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    Juve, ricambio generazionale: Higuain e gli altri in partenza

    Un ricambio, lo dice la parola, consiste nella sostituzione di qualcosa o qualcuno con qualcos’altro o qualcun altro. Il ricambio generazionale della Juventus dunque non vedrà solo l’arrivo di giocatori giovani, ma anche la partenza di giocatori meno giovani. Anche perché lo impongono monte ingaggi e liste di Lega e Uefa.
    La lista di Paratici in entrata

    I nomi dei cedibili
    Il Pipita potrebbe non essere il solo giocatore offensivo a lasciare la Juventus: Federico Bernardeschi continua a essere corteggiato dal Napoli e potrebbe essere la carta per arrivare a Milik, Douglas Costa ha estimatori al Psg e sui due fronti di Manchester. Lo stima tantissimo anche Sarri, ma i suoi problemi a livello di infortuni sono un nodo con cui fare i conti. Non a caso, già preso Kulusevski, la Juventus continua a guardare anche a Chiesa. Con Bentancur e Rabiot in grande ascesa, Arthur già preso e un altro centrocampista nel mirino (Jorginho in pole, come leggete sopra), è probabile che Pjanic non sia l’ultimo a salutare il reparto bianconero. Sami Khedira, 33 anni, Blaise Matuidi, 33, e Aaron Ramsey, 29, sono tra i papabili.
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    Juve, Paratici già al lavoro per il decimo scudetto

    Paratici è già al lavoro per costruire la Juve che dovrà inseguire il decimo scudetto consecutivo. «Ci saranno da cambiare due, tre giocatori – ha detto Sarri – come ogni anno per avere un ricambio generazionale. Ma è compito del direttore e a giudicare dai risultati mi sembra lo sappia fare benissimo». Proprio sul ricambio generazionale sta lavorando Sarri. Vediamo come nel dettaglio.
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    Chiellini, il 3 che vale 9

    TORINO – Ne rimarrà solo uno. L’highlander si chiama Giorgio Chiellini, l’unico che ha vinto tutti e nove gli scudetti del ciclo, conquistando un record che lo mette davanti a tutti in Europa: nessuno come lui, nessuno in Italia e nessuno negli altri quattro campionati più importanti.
    Nove di fila li ha conquistati solo lui. E li ha conquistati da grande protagonista. Anche quest’anno, in cui le presenze sono state poche, ma la presenza tanta. In panchina e nello spogliatoio, sempre vicino alla squadra nonostante l’infortunio fra la prima e la seconda giornata l’abbia costretto a una lunghissima rincorsa, una vita parallela che non gli ha impedito di dare il suo contributo a un titolo che, da domenica sera, lo rende particolarmente orgoglioso.

    «Ogni scudetto ha la sua storia e questo è certamente il più sofferto. Gli infortuni, il Covid, il lockdown, la ripresa. Per questo la gioia è ancora più grande. Grande come questo traguardo storico: 9 campionati consecutivi. E una stagione ancora da concludere. Da domani penseremo a quello che ancora ci attende. Adesso è il tempo di festeggiare. Accanto alla squadra. Vicino alla famiglia. Con il pensiero sempre ai nostri tifosi. Avanti così!», sono state le sue parole a chiosa del successo che lo consegna alla storia anche dal punto di vista statistico. Dal punto di vista tecnico e morale c’era già da un pezzo, perché nella costruzione di questo inumano ciclo di vittorie c’è tantissimo di Chiellini. C’è la sua tenacia agonistica esplosa con il governo triennale di Antonio Conte; c’è la sua sagacia difensiva, sempre più raffinatamente spietata, messa a punto nel quinquennio del suo conterraneo Massimiliano Allegri; c’è l’inossidabile etica del capitano che ha aiutato la squadra in una stagione difficile, traghettandola fuori dal periodo Covid con un maturo accordo con la società sugli stipendi.
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