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    Paratici e il rinnovo di Dybala: “Siamo a buon punto. Sarri? Un protagonista”

    TORINO – “Sul rinnovo di Dybala siamo a buon punto e stiamo avanzando con le tempistiche del caso. Ma giochiamo ogni tre giorni ed è difficile avere attività collaterali”. Queste le dichiarazioni di Fabio Paratici a proposito del futuro di Paulo Dybala il cui contratto scade nel 2022. Nel pre partita di Juventus-Sampdoria – gara che può sancire l’aritmetica del nono scudetto bianconero consecutivo – il ds bianconero si è soffermato su Maurizio Sarri ai microfoni di Sky Sport: “Se è il suo scudetto? Sì, è un protagonista. Maurizio ha fatto una scalata incredibile e si è meritato questa avventura sulla panchina della Juventus”.
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    Paratici, l’obiettivo Champions e lo scudetto
    Poi sulla Champions League: “Parliamo di un torneo molto particolare, è importante arrivare alle sfide decisive in buona condizione e senza infortunati”. Infine sulla festa scudetto: “Non sarà organizzata. Siamo concentrati sulle prossime partite”, ha concluso Paratici. LEGGI TUTTO

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    Sarri, la conferma della Juve è sicura. Salvo nuove figuracce

    TORINO – La figuraccia di Udine per ora non avrà ripercussioni sul futuro di Maurizio Sarri, che ha un contratto con la Juventus fino al 2022: certo, la dirigenza non ha gradito il ko contro una squadra che lotta per la salvezza nel giorno in cui i tre punti avrebbero permesso ai bianconeri di festeggiare il nono scudetto consecutivo, ma Andrea Agnelli ha rinnovato la fiducia all’allenatore bianconero, arrivato l’estate scorsa per portare il bel gioco, oltre i risultati. Nessun processo alla Continassa, il momento sarebbe sbagliato perché la stagione non è ancora finita. Il tempo dei bilanci arriverà, adesso c’è il titolo di Campioni d’Italia da conquistare, un trofeo che – a dispetto dei tifosi, quasi assuefatti dai tricolori tanto da snobbarli rispetto a una Champions che manca da 24 anni – è assai caro al presidente, proiettato verso l’obiettivo di vincerne dieci di fila.

    E poi ad agosto ci sarà la Champions, con l’affascinante formula delle Final Eight da agguantare per continuare il cammino europeo e confrontarsi con i top club nella cornice di Lisbona. Sarri è dunque confermato sulla panchina della Juventus, a meno di nuove e clamorose figuraccie stasera allo Stadium contro la Sampdoria, ma la dirigenza bianconera resta vigile: osserva con attenzione quello che succede intorno alla squadra e alla fine tirerà le somme.
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    Juve, Jorginho per Sarri: Locatelli il piano b

    TORINO -Il mercato estivo della Juventus è partito dalla A di Arthur. Il 23enne brasiliano, ingaggiato dal Barcellona nello scambio con Pjanic, è però soltanto la prima tessera della ristrutturazione del centrocampo progettata alla Continassa. Il dg juventino Fabio Paratici, al netto delle cessioni (da Khedira a Ramsey fino a Matuidi), ha in mente di consegnare a Maurizio Sarri una mediana più “sarriana”. Con più qualità nel palleggio, maggiore abitudine a muoversi senza palla e a difendere in avanti. Tutte caratteristiche che Jorginho, pretoriano del tecnico bianconero prima al Napoli e poi al Chelsea, ha dimostrato di avere e saper applicare in contesti differenti. L’inserimento dell’italo-brasiliano nel gioco di Sarri sarebbe naturale e immediato. Motivo che spinge la Juventus a non avere fretta visto che la posizione del regista della Nazionale è cambiata negli ultimi mesi a Stamford Bridge. Il tencino Frank Lampard, alla ripresa post lockdown, ha retrocesso Jorginho nelle gerarchie del suo Chelsea. Un dato? Cinque panchine su nove convocazioni. Tanto che per rivedere il pupillo di Sarri di nuovo titolare nel Chelsea, come è accaduto nelle ultime gare, c’è voluta una moria di centrocampisti. Prima Kanté e poi il giovane Gilmour, preferiti a Jorginho alla ripresa della Premier, si sono infortunati.
    Juve, le combinazioni per lo scudetto nel prossimo turno

    A prescindere dal presente, che comunque qualche interrogativo al giocatore lo ha fatto venire, stando a quanto filtra da fonti inglesi nel Chelsea del futuro saranno meno centrali le geometrie del numero cinque di Imbituba. A tutto questo si aggiunge il brivido Champions. Il Chelsea non è ancora qualificato aritmeticamente alla prossima Coppa. Domani la Premier propone un finale thrilling con due scontri diretti. Se la squadra di Lampard dovesse perdere contro il Wolverhampton di un altro obiettivo juventino – Raul Jimenez  – e il Leicester dovesse fare punti con il Manchester United, a Stamford Bridge saluterebbero la musichetta dell’Europa più prestigiosa dal momento che ribaltare l’ottavo col Bayern sembra un’impresa impossibile (3-0 all’andata). Senza Champions, probabilmente anche per Jorginho, non più centrale nei progetti Blues ma con uno stipendio da 5 milioni, sarebbe più facile riabbracciare il maestro Sarri alla Juventus. La sensazione è che sarà un affare da ultimi giorni. […]
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    Rabiot adesso è da Juve. Ramsey, sirene dalla Premier

    TORINO – Chissà se stupisce di più la riscoperta di Adrien Rabiot giocatore vero oppure la stagione declinante di Aaron Ramsey, considerate le premesse. Quelle che fino allo scoppio della pandemia di Coronavirus segnalavano il francese in seria difficoltà, comunque alla ricerca della migliore condizione psicofisica possibile in seguito ai litigi con il Paris Saint-Germain che l’aveva scaricato costringendolo quasi a ricominciare da capo un’estate fa. Quelle che incentivavano il decollo del gallese, reduce da una prestazione spaziale contro l’Inter prima dello stop e dopo aver diffuso sprazzi di qualità vera a Ferrara con la Spal. Il Covid ha fatto il suo e la situazione alla ripresa dei lavori ha ribaltato sensazioni e giudizi: a parte la parentesi non indimenticabile di Coppa Italia, per Rabiot la svolta è datata 7 luglio, quando nonostante il 4-2 per il Milan il ragazzo è estremamente piaciuto al di là della rete realizzata al termine di una sontuosa cavalcata personale nel burro rossonero. Esclusa la prova negativa (quasi generale, per altro) contro l’Atalanta, dal Sassuolo all’Udinese monsieur Adrien ha scalato le gerarchie.
    Juve, Paratici si muove: avanti su Jimenez e Milik

    Quanto a Ramsey, la prova della Dacia Arena è l’epitome di un’annata eccessivamente ricca di ombre: il brutto fallo commesso su Rodrigo De Paul dopo una trentina di secondi dal fischio d’inizio, con ammonizione in allegato (l’effetto condizionante del giallo non va spiegato), quindi il rischio del rigore sullo stesso argentino, infine una graduale sparizione dal campo. Pallone da un lato, l’ex Arsenal dall’altro e un’uscita dal match sempre più evidente. Per Ramsey i problemi di inserimento nello scacchiere sarriano sorprendono per un altro motivo: non sarà al massimo della condizione, ma sta bene e per uno che all’infermeria suo malgrado s’è abbonato spesso in carriera è comunque un segnale. Però i numeri di Udinese-Juventus schiacciano qualsiasi opinione incoraggiante a proposito del centrocampista, che ha giocato 49 palloni in un’ora abbondante – praticamente la metà di Danilo rimasto in campo per 16 minuti in più – con due soli recuperi a bilancio: undici in meno del dominatore Rabiot. Ora, i due vivranno anche un periodo di forma differente, con il francese nel pieno della consapevolezza delle proprie possibilità. Ma se Ramsey deve essere recuperato non va perso tempo. Pressione alta, inserimenti, corsa, tecnica: niente di tutto questo s’è ammirato giovedì sera, l’Udinese viaggiava su altre frequenze e il gallese è sembrato lontano dal miglior feeling con i compagni. Forse Maurizio Sarri gli darà un’altra possibilità contro la Sampdoria, però questo è un momento in cui servono certezze, anche in prospettiva Champions. […]
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    La Juve fa i conti con un flop: tutti i numeri di Douglas Costa

    Ci sono numeri e numeri: quelli di Douglas Costa sul campo hanno inciso sul destino della Juventus, ad esempio lo scorso autunno a Mosca, anche se sarebbe stato bello poterli ammirare con una maggiore frequenza. Il brasiliano ha un’anima da giocoliere, la rapidità di pensiero e di azione l’ha imparata dal futsal e quando è in vena fa divertire la gente. Altri numeri, invece, riguardano il rendimento complessivo di un giocatore costato non poco e che in tre stagioni, a parte la prima, ha deluso spesso.
    Douglas infortunato

    Quanti guai muscolari
    Ci si è messa la sfortuna, è vero, perché i guai muscolari non l’hanno mai risparmiato: ha saltato 43 partite finora. Si diceva fosse lo spaccapartite ideale, difatti Maurizio Sarri l’ha utilizzato con parsimonia: media di 37 minuti e spiccioli a gara in campo, Douglas non ha mai giocato così poco. Solo che le cifre – riportate nella tabella qui pubblicata – cantano, e non un soave ritornello. Certo, se sul prato fosse più costante probabilmente non avrebbe «nulla da invidiare a Mbappé», come disse Mircea Lucescu che allo Shakhtar Donetsk se lo lavorò con certosina pazienza. Il dubbio è lecito: Douglas, costato 46 milioni tra prestito e riscatto del cartellino dal Bayern Monaco, ha reso come tutti si aspettavano? Ok, togliamo il dubbio, risposta negativa al punto che non sarebbe stata da escludere l’ipotesi di una cessione a fine stagione, magari al Manchester City o al Psg.
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    Juve, De Ligt da record: è il difensore bomber più giovane

    TORINO – E pensare che l’aveva capito, Matthijs De Ligt, che non c’era ancora nulla di scontato. Nulla (men che meno l’aritmetica conquista dello scudetto), nonostante il gol che aveva appena segnato all’Udinese. «Questo gol è molto importante per me – spiegava ai microfoni di Sky tra primo e secondo tempo -, anche per la squadra, però adesso noi giochiamo altri 45 minuti. Ora sono contento, ma è importante poterlo essere anche dopo la partita». Appunto, manco a dirlo… Dopo la partita tutto era De Ligt, tranne che contento. Così come contenta non era la Juventus. Intesa come squadra, come società e più ancora come piazza. Tra mugugni, perplessità, arrabbiature per una sconfitta che smorza gli entusiasmi di chi (praticamente tutti) era convinto che ieri a Udine i campioni d’Italia in carica si sarebbero confermati tali, facendo passerella e festa.

    ESULTANZA E SMORFIA – Dal trionfo al tracollo. Dall’esultanza alla smorfia di dolore. Trattasi del saliscendi di emozioni juventine, perfettamente impersonificate proprio in De Ligt. Aveva segnato un gol emblematico e indicativo, l’olandese. Un sigillo che certificava ancora una volta il suo status di predestinato. Già volava la fantasia ed erano partiti i voli pindarici: rete scudetto dell’acquisto dell’estate, che suggella così il suo crescendo clamoroso nel primo anno in bianconero.
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    Juve, le combinazioni per lo scudetto nel prossimo turno

    TORINO – La Juventus fallisce il primo match point Scudetto perdendo 2-1 sul campo dell’Udinese e rimanda la festa scudetto, che si sarebbe tenuta solo in caso di vittoria bianconera. La squadra guidata da Sarri deve rimandare i festeggiamenti per il nono titolo consecutivo di Campioni d’Italia. Alla Juve, però, basterà vincere contro la Sampdoria domenica sera all’Allianz Stadium per conquistare lo Scudetto numero 36. Inoltre, la squadra bianconera potrebbe diventare campione d’Italia, prima di giocare la partita casalinga con la Sampdoria, se l’Atalanta perderà con il Milan, l’Inter non batterà il Genoa e la Lazio non vincerà a Verona contro l’Hellas. LEGGI TUTTO

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    Juve, Sarri: “Dispiaciuto per il ko, volevamo vincere a tutti i costi”

    UDINE – “Abbiamo perso ordine, volevamo vincere a tutti costi, ma abbiamo portato la partita su un binario pericoloso. L’abbiamo persa all’ultimo perché volevamo vincere a tutti i costi”. Il tecnico della Juventus Maurizio Sarri ai microfoni di Sky legge così il ko della Juve a Udine. “Abbiamo perso aggressività. Ci dispiace molto – sottolinea Sarri – d’aver perso questa partita. Ora fare punti è difficilissimo, dobbiamo stare sul pezzo per il campionato e poi penseremo alla Champions”. L’allenatore bianconero ha aggiunto: “È difficile tenere equilibrio tutta la partita, la stanchezza mentale è tanta e ci porta a distrarci. Volevamo vincere a tutti i costi, ci siamo disuniti e abbiamo perso.”
    Juve, le parole di Sarri
    Poi, su Pjanic: “Ha un problema all’adduttore, e comunque non mi sembravano le sue partite queste ultime.” Sarri si è soffermato sulle assenze: “Chiellini ci è mancato tutta la stagione, nel lungo periodo un difensore di questa portata e personalità sarebbe stato utile. Ma comunque la stagione è andata così e dobbiamo andare oltre queste problematiche.” Infine, sui troppi gol subiti e su Higuain: “Abbiamo avuto tanti rigori contro anche, per una squadra che attacca sempre è strano. Abbiamo Higuain fuori, lui in condizione ci puó risolvere queste situazioni con squadre chiuse. Possiamo appellarci ai tanti infortuni, ma dobbiamo essere capaci a fare meglio anche senza alcuni giocatori.” LEGGI TUTTO