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    Paratici: “I club dicono di aver raggiunto il loro obiettivo. Nessuno vuole lo scudetto…”

    “Durante questa stagione sono mancati gli inserimenti dei centrocampisti? La squadra ha cambiato diversi sistemi di gioco”. Fabio Paratici minimizza i pochi gol arrivati dagli interni, parla dei singoli e lancia una frecciata alle rivali. “Douglas Costa è un giocatore straordinario, credo che anche a livello europeo e mondiale sia uno dei più forti, decisivi e determinanti del calcio – ha detto a Sky Sport prima della sfida contro l’Udinese – Ha avuto qualche problema fisico, Sarri lo ha gestito bene”. 
    Tutto su Udinese-Juve
    Paratici: “Se nessuno vuole lo scudetto…”
    “Migliorare questa squadra? Cerchiamo di farlo ogni anno, cercheremo di farlo anche quest’anno. Quelli di questi anni sono risultati straordinari, vincere, rivincere e vincere ancora non è assolutamente semplice. Forse lo capiremo tra vent’anni quando guarderemo l’albo d’oro. Siamo la Juve, abbiamo questa responsabilità, questa pressione che è piacevole. Quando si fanno i consuntivi vedo che tutti i club hanno raggiunto i loro obiettivi, però nessuno dice che il loro obiettivo era lo scudetto. Noi invece ci riusciamo tutti gli anni. Se nessuno vuole vincere, ce lo prendiamo noi”.  LEGGI TUTTO

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    Udinese-Juve, i convocati di Sarri: out Higuain, tanti U23

    TORINO – La Juve alle 19.30 si gioca il primo match ball alla Dacia Arena contro l’Udinese per laurearsi campione d’Italia con tre turni d’anticipo. Il tecnico dei bianconeri Maurizio Sarri ha diramato la lista dei convocati per la sfida contro i friulani. Non ci sono Bonucci, squalificato, e Higuain (per lui problemi di lombalgia). Ancora out capitan Chiellini. Tanti U23 aggregati alla squadra.
    Diretta Udinese-Juve ore 19.30: probabili formazioni, come vederla in tv e in streaming

    Udinese-Juve: i convocati di Sarri
    PORTIERI: Szczesny, Pinsoglio, BuffonDIFENSORI: De Ligt, Alex Sandro, Danilo, Rugani, Demiral, CoccoloCENTROCAMPISTI: Pjanic, Ramsey, Matuidi, Rabiot, Bentancur, Muratore, ATTACCANTI: Ronaldo, Dybala, D.Costa, Cuadrado, Bernardeschi, Olivieri, Vaioni, Zanimacchia
    [[dugout:eyJrZXkiOiJtS0U5NDlNWiIsInAiOiJ0dXR0b3Nwb3J0IiwicGwiOiIifQ==]] LEGGI TUTTO

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    Il libro su Cristiano Ronaldo

    TORINO – Ha vinto. Rivinto. Cambiato Paese e campionato. Rivinto ancora. Cambiato un altro Paese e un altro campionato. E ha rivinto ancora una volta. Cristiano Ronaldo è l’Imperatore d’Europa non solo per le cinque Champions League conquistate e gli altrettanti Palloni d’Oro, ma perché ha sempre spostato il confine, mentale e geografico, rilanciando la sua sfida personale al calcio. E vincendola.
    [[dugout:eyJrZXkiOiJVQmJXRE5zOSIsInAiOiJ0dXR0b3Nwb3J0IiwicGwiOiIifQ==]]Ecco perché abbiamo voluto raccontarlo a tappe nel nostro libro “Ronaldo Imperatore d’Europa”.
    C’è l’alba del campione in Portogallo, il primo momento di gloria con lo United in Inghilterra, il trionfale periodo nel Real Madrid e la nuova elettrizzante sfida con la Juventus.
    E ogni capitolo è raccontato da chi c’era, da chi ha testimoniato da vicino la vita e la carriera di CR7: la prima firma del giornalismo sportivo portoghese, il più importante cronista di calcio internazionale inglese, il top del giornalismo spagnolo e le firme di Tuttosport per raccontare il periodo italiano. Questo fa del libro un percorso speciale, perché il punto di vista è stato sempre privilegiato.E fra foto spettacolari (e alcune mai viste), ci sono anche dei contenuti esclusivi: un’intervista alla mamma Dolores che racconta il suo Ronaldo, da bambino a campione; un’intervista a Jorge Mendes, il superagente che ne svela i passaggi cruciali della sua carriera e ne svela il futuro; un’intervista a Fabio Paratici, che ricostruisce la trattativa del secolo con il quale lo ha portato alla Juventus.
    E a chiudere tutto, il capitolo più curioso di tutti con settanta domande sul mondo di CR7 fatte dai bambini e che trovano risposta, spesso con le parole dello stesso Ronaldo. LEGGI TUTTO

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    Juve, Demiral atto II: sì al rodaggio Champions

    TORINO – Un conto alla rovescia tira l’altro. Merih Demiral non vede l’ora di vincere il suo primo scudetto con la Juventus, ma in questo momento ha anche un altro grande obiettivo in testa: il ritorno in campo dopo sei mesi di assenza per infortunio. Un desiderio non dipende (per forza) dall’altro. Se tutto andrà secondo programmi, entro domenica il 22enne difensore turco riuscirà a esaudirli entrambi. In tempo per dare anche la caccia alla Champions League.

    LA RIPARTENZA – L’ex Sassuolo è uscito di scena il 12 gennaio all’Olimpico, all’apice della sua breve esperienza in bianconero. Quella sera, nei minuti precedenti al grave infortunio, Demiral aveva realizzato il suo primo gol con i campioni d’Italia. Ma nei giorni successivi, dopo l’intervento ai legamenti del ginocchio, pensava che la sua stagione si fosse conclusa con largo anticipo. Il Covid-19 ha fatto slittare tutto e così per il “Demiral atto II” non bisognerà attendere la prossima annata. Superato il periodo del lockdown e la riabilitazione, il numero 28 la scorsa settimana ha ritrovato la panchina e tra stasera (a Udine) e domenica (con la Sampdoria) tornerà protagonista per uno spezzone di gara. Un rodaggio graduale con vista Champions League. Alla Continassa hanno un progetto preciso: sfruttare il finale di campionato per riportare in condizione Demiral e ovviamente anche Giorgio Chiellini, fermatosi di nuovo dopo il rientro di Reggio Emilia.
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    Juve, Higuain è preoccupato: ecco il motivo

    Non teme Gonzalo Higuain che Cristiano Ronaldo possa sottrargli lo scettro di bomber della Serie A, primato conquistato quattro anni fa con 36 gol in campionato e Maurizio Sarri sulla panchina del Napoli. Semmai l’attaccante argentino è preoccupato/arrabbiato per l’ennesimo acciacco che lunedì sera gli ha impedito di essere protagonista nella sfida scudetto contro la Lazio, dopo che il tecnico bianconero lo aveva scelto di nuovo titolare nel tridente d’attacco.

    Il volto scuro e i gesti di stizza durante il riscaldamento, quando ha capito che il dolore alla schiena gli avrebbe impedito di scendere in campo, sono stati più eloquenti di mille parole.  Se contro la Lazio il Pipita è stato preservato per evitargli pericoli maggiori, come ha commentato lo stesso Sarri nel dopo partita, bisognerà valutare in questi dieci giorni che mancano alla fine del campionato come si evolverà la sua lombalgia, che già lo aveva tormentato e bloccato a febbraio. Ieri Higuain si è limitato alle terapie per cercare sollievo dal mal di schiena, ma difficilmente potrà essere a disposizione per la trasferta di Udine, tanto più che la Juventus giocherà già domani.
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    Juve, il calendario per lo scudetto: tutte le possibilità

    TORINO – Il primo giorno utile è domani, ma ci deve essere anche la complicità dell’Inter di Antonio Conte per consegnare alla Juventus il suo nono scudetto consecutivo con quattro giornate di anticipo. I nerazzurri non devono vincere stasera contro la Fiorentina a San Siro e gli uomini di Maurizio Sarri devono battere l’Udinese domani alla Dacia Arena: con un pareggio contro i viola, l’Inter andrebbe a 73 punti, con una vittoria la Juventus volerebbe a 83, portando così a 10 le lunghezze di vantaggio. E visto che resterebbero 9 punti a disposizione, i nerazzurri non potrebbero più agganciare i Campioni d’Italia, tanto più che i bianconeri hanno il vantaggio degli scontri diretti (vittoria sia a San Siro sia allo Stadium).
    Udinese-Juventus, le probabili formazioni

    In virtù del successo dell’Atalanta, ieri contro il Bologna, alla Juventus non basterebbe invece un pareggio in casa dell’Udinese per centrare lo scudetto: con 74 punti, i bergamaschi possono ambire ad arrivare a 83 e il punto conquistato alla Dacia Arena dai bianconeri di Sarri sarebbe insufficiente per fregiarsi già del nono titolo di fila. Poco male, comunque. La questione, infatti, non è se la Juventus vince lo scudetto, ma quando può festeggiare visto che a Cristiano Ronaldo e compagni servono appena quattro punti per riconfermarsi Campioni d’Italia. Se non sarà domani a Udine, crescono le possibilità che la matematica certezza si materializzi domenica, quando all’Allianz Stadium arriverà la Sampdoria. Sarebbe scudetto, a prescindere dai risultati delle dirette concorrenti, se la Juventus centra una vittoria e un pareggio tra la sfida di domani con l’Udinese e quella di domenica contro i blucerchiati. […]
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    Chiesa, la Juve tratta: ecco le contropartite di Paratici

    FIRENZE – Ora che si è portata in salvo scrollandosi di dosso le pressioni e le tensioni dettate da una classifica che in queste settimane teneva tutti preoccupati, dirigenti, giocatori e tifosi, la Fiorentina potrà cominciare a progettare la prossima stagione. Stilando la lista dei possibili rinforzi e delle eventuali cessioni ma anche e soprattutto affrontando i casi più delicati e spinosi. A iniziare ovviamente da quello riguardante il futuro di Federico Chiesa. Da quando il campionato è ripreso il figlio non si è ancora mai pronunciato al riguardo. Ma in fondo non ha neppure tutta questa fretta e questa necessità: che piaccia alla Juventus non è un mistero come non lo è l’ammiccamento dell’Inter che peraltro lui stasera affronterà a San Siro.

    Eppoi ci sono diversi club inglesi che lo stanno seguendo a iniziare dallo United. Come non bastasse il figlio d’arte ha un contratto fino al 2022, una situazione che deve spingere semmai la Fiorentina e non Chiesa a uscire allo scoperto spiegando cosa intende fare: se vuol provare a tenere il giocatore, oltre a presentargli una proposta di rinnovo fino al 2024 con ingaggio sui 5 milioni più bonus contro l’1,5 attuali, dovrà prospettargli un piano di rafforzamento in linea con le sue comprensibili ambizioni e l’aspirazione a mettersi alla prova su palcoscenici importanti. Altrimenti le strade dovranno dividersi.
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    Dybala leader Juve: assist da uomo squadra

    E’ stato molto più di un assist, quello che Paulo Dybala ha servito a Cristiano Ronaldo al 9’ della ripresa di Juventus-Lazio. E’ stato il gesto di un leader, di un uomo squadra nel senso più pieno della parola, è stato la conferma di ciò che Paulo Dybala sta diventando e di ciò che potrà essere per la Juventus del futuro. Oltre a essere stato l’ennesima dimostrazione del grande rapporto umano che lega CR7 e la Joya e che va oltre la naturale sintonia tecnica, immortalato dall’argentino su Instagram con una foto della loro esultanza e il commento «Partner in crime», «Complici nel crimine».

    Joya uomo squadra Juve, futuro da capitano
    Del resto, pochi secondi prima dell’assist e del gol, erano stati davvero complici di un “crimine”: il furto del pallone ai danni di Luiz Felipe, intimorito dalla pressione di Ronaldo e scippato da Dybala, che poi si è involato palla al piede verso l’area della Lazio. Fino a trovarsi da solo davanti a Strakosha, in posizione centrale e con la palla sul sinistro. Un gol quasi fatto, in pratica: l’occasione perfetta per abbinare una giocata utile alla squadra, la rete del 2-0, alla gloria personale. Gloria personale facile da acciuffare, ma che la Joya ha messo da parte assieme al gol quasi fatto: meglio scegliere il gol fatto, quello che Cristiano Ronaldo ha segnato a porta vuota dopo aver ricevuto il passaggio del numero 10. Meglio la certezza di andare sul 2-0 e avvicinarsi a un passo dallo Scudetto, piuttosto che l’altissima probabilità di farlo segnando il 96° gol in bianconero. Ci sarà tempo per arrivare a 100 e oltre: prima i trofei e la squadra. Una squadra di cui Dybala è sempre più trascinatore tecnico e della quale, proprio con gesti come l’assist di lunedì sera, si candida a essere uno dei leader nel presente e nel futuro. «Penso sia stato una delle cose più gratificanti della partita per il gruppo», ha sottolineato Maurizio Sarri parlando di quel passaggio: perché è il gruppo che Dybala ha messo al primo posto con quel tocco d’esterno. Ed è così, con l’esempio, che un leader si fa riconoscere come tale. La Joya ha fatto un passo importante verso il ruolo di punto di riferimento non solo tecnico per il prossimo ciclo juventino, quello che inizierà tra questo mercato e il prossimo. I soli ad avere più presenze di lui nella rosa attuale sono Gigi Buffon, Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, il più giovane dei tre con i suoi 33 anni. Questione di tempo e la fascia di capitano finirà al braccio dell’argentino, ma il numero di partite da solo non basta a fare un capitano che sia tale nella sostanza oltre che nella forma. Dybala ha fatto un passo importante per esserlo nella Juventus che sarà di De Ligt e Demiral, di Bentancur e di Arthur, di Kulusevski e di chissà chi altro.
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