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    Cremonese-Venezia da A. Samp-Lecco: Pirlo vs Bonazzoli

    TORINO – La 16ª giornata di Serie B si apre oggi con sette partite. Il match clou fra le 6 gare delle 14, dove spicca Cremonese-Venezia. I padroni di casa hanno svoltato dall’avvento di Stroppa e vincendo oggi si porterebbero a -4 dai lagunari che oggi sarebbero promossi in A assieme all’altra capolista, il Parma. Il Venezia di Vanoli è la squadra più in palla, viene da 5 vittorie di fila e ha l’occasione di staccare in classifica almeno per una notte il Parma, impegnato domani in casa col Palermo. Come rendimento nell’ultimo mese però, subito dopo il Venezia viene proprio la Cremonese che prima di fare 0-0 a Pisa nell’ultima uscita, aveva messo insieme 4 vittorie consecutive. Di sicuro, tanti oggi tiferanno per i grigiorossi lombardi perché se vincono si riapre la corsa per uno dei due posti che danno la promozione diretta. Fra le altre gare delle 14, occhio a Sampdoria-Lecco, scontro salvezza e sfida in panchina fra Pirlo e Bonazzoli, entrambi classe 1979, cresciuti insieme nelle giovanili del Brescia. Allenatori che hanno idee diverse: Pirlo vorrebbe praticare un calcio ambizioso e arioso, cosa non semplice da fare in B, lo si è visto nell’ultima uscita dei blucerchiati, il ko per 3-1 a Brescia che ha ridimensionato la Samp, veniva da tre vittorie di fila e 4 successi nelle precedenti 5 partite. Insomma, al Rigamonti la Samp ha fallito l’esame di maturità e oggi riceve un Lecco che, battendo il Bari, ha raggiunto a quota 16 la Samp. Ecco, Bonazzoli invece, rispetto a Pirlo propone un calcio più efficace che sta stupendo tutti: prima del suo arrivo, il Lecco era dato per spacciato, pronto all’immediato ritorno in C. Invece con Bonazzoli sono già arrivati gli scalpi di Pisa e Palermo in trasferta, Parma e Bari in casa, i blucelesti ora hanno un passo da playoff e dimostrano di poter raggiungere la salvezza, traguardo a cui deve tornare a pensare la Samp, dopo aver passato un mese a sognare di raddrizzare una stagione nata fra mille difficoltà. Oggi a Marassi, i tifosi blucerchiati ritroveranno Bonazzoli, protagonista da giocatore della Samp, si celebrerà anche l’addio al calcio di Quagliarella che sarà omaggiato dal Ferraris, Bonazzoli, scherzando ma non troppo, lo ha “convocato” per il Lecco. Sempre fra le gare delle 14, Marino si gioca la panchina del Bari che ospita il Sudtirol. Negli altoatesini, dopo l’esonero di Pierpaolo Bisoli va in panchina Federico Valente, appena promosso dalla Primavera altoatesina: la società vuole scegliere con calma il sostituto di Bisoli ma nello stesso tempo vuole soppesare Valente, dandogli almeno una chance per mettersi in mostra. Negli altoatesini, non convocato il difensore Masiello: come nella passata stagione, gli si evita il confronto col Bari, con cui fu coinvolto in un caso di calcioscommesse, è particolarmente osteggiato dalla tifoseria pugliese. Da brividi salvezza Ascoli-Spezia, da due giornate guidate, rispettivamente, da Castori (un pari e un ko) e D’Angelo (2 sconfitte). Nessuna delle due squadre può fallirla: l’Ascoli oggi è scivolato in zona playout, lo Spezia sarebbe retrocesso ma se oggi vince acciuffa in classifica i marchigiani. Traballa la panchina di Caserta nel Cosenza, impegnato a Cittadella coi granata che sembrano essere tornati quelli dei bei tempi che furono: vengono da 4 vittorie di fila e sono settimi, farebbero insomma quei playoff che mancano da due anni, dopo averli raggiunti per 5 stagioni di fila (con due finali disputate). Situazione simile anche per Ternana-Feralpisalò che oggi sarebbero entrambe retrocesse. I gardesani, ultimi in classifica, cercano ancora la prima vittoria con Zaffaroni che in caso di altro rovescio potrebbe essere esonerato (si pensa al ritorno di Vecchi). La Ternana invece, pare aver svoltato dall’arrivo di Breda: sabato scorso è arrivata la prima vittoria (1-3 a Cosenza), con lui le Fere sono ancora imbattute e hanno messo insieme 5 punti nelle ultime 3 gare, non pochi quando si sta sul fondo. Interessante anche la sfida delle 16.15, Catanzaro-Pisa. I calabresi di Vivarini si sono rilanciati con due vittorie di fila (nel derby col Cosenza e a Palermo) e oggi scenderanno in campo sapendo il risultato di Cremonese-Venezia (il Catanzaro è a -6 dai lagunari). Il Pisa di Aquilani invece, continua a fallire il decollo e ora deve guardarsi alle spalle (zona playout a -2). Il turno si chiude domani con le altre tre sfide (fischio d’inizio alle 16.15): oltre alla già citata Parma-Palermo, si giocano Como-Modena e Reggiana-Brescia. LEGGI TUTTO

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    Samp: a Brescia l’esame di maturità

    TORINO – La 15ª giornata di B si chiude oggi con tre gare, fischio d’inizio alle 16.15. Esame di maturità per la Sampdoria, impegnata in una trasferta-verità in casa del Brescia, da due partite sotto la guida di Maran. Pirlo torna a casa sua, l’ultima volta fu col Milan nel 2011, oggi però è squalificato e in panchina va il vice Baronio, un altro dei 7 bresciani presenti in tutto nella truppa sampdoriana. I blucerchiati vengono da tre vittorie di fila, quattro nelle ultime cinque partite, passo d’alta quota, che permette di mettere nel mirino la zona playoff, dimenticando gli incubi di classifica che si sono vissuti a inizio stagione. Il futuro della SamPirlo è assolutamente impronosticabile, può accadere di tutto: ha dimostrato, anche a se stessa, di essere una delle forze della B mentre se in questo mese arriveranno novità societarie, con ingressi importanti nel capitale del club, ci sarebbe la possibilità di fare un mercato di livello alla finestra di gennaio, da permettere il miglior piazzamento possibile ai playoff che anche nella precedente esperienza in B, nel 2012 con Iachini, furono acciuffati in extremis, prima di vincerli. Ma attenzione al Brescia che dà qualche segnale di risveglio, pur restando in una situazione difficile: Maran ha ereditato una squadra che con Gastaldello era in picchiata (5 ko di fila, compreso quello col traghettatore Belingheri) e sta provando a raddrizzarla, confortanti i punticini conquistati a Pisa nell’esordio e contro il Sudtirol. (a Bolzano in inferiorità numerica per un tempo), con la squadra tutto sommato in crescendo. Oggi prima panchina in trasferta per Cesc Fabregas, il suo Como è impegnato in casa del Sudtirol, dopo aver conquistato 4 punti nelle due precedenti uscite dei lariani sotto la sua guida: vittoria per 2-1 (maturata nel recupero e in superiorità numerica) sulla Feralpisalò ultima, 0-0 nel derby del Lario col Lecco, recupero della 3ª giornata, disputatosi martedì. Certo, ci vuole tempo per capire se la stella iberica diventerà un grande allenatore. Nel frattempo però, maggior sportività e obiettività nell’analisi post gara, non guasterebbe. Dopo il pari col Lecco, Fabregas ha parlato di vittoria mancata, quando le occasioni per vincere la gara erano state tutte degli avversari, parole da cui hanno preso le distanze anche tifosi del Como che continuano ad avere riserve (e non solo loro) sull’esonero di Longo, defenestrato dopo la vittoria di Ascoli e con la squadra potenzialmente terza in classifica. Oggi Fabregas si misurerà con il Sudtirol di Bisoli che tanto bene non se la passa: non vince da quattro gare nella quali ha conquistato un solo punto, quello di martedì in casa col Brescia, perdere colpi anche oggi vorrebbe dire per gli altoatesini veder tramontare la possibilità di replicare la scorsa formidabile annata, chiusa in semifinale playoff, per questa stagione resterebbe da preoccuparsi di mettere in sicurezza il campionato. Intrigante anche Lecco-Bari. I blucelesti, dopo l’ottimo derby disputato a Como, confermano di avere tutti i mezzi per lottare per la salvezza, certezza che non c’era prima dell’avvento di Bonazzoli. Per il Bari invece, c’è da capire se con Marino in panchina si è imboccato la strada giusta. Prima di cedere 0-3 dal Venezia capolista nell’ultimo turno, col tecnico di Marsala la squadra aveva messo assieme 8 punti in 4 gare e sentiva aria da playoff, ammesso e non concesso che questo Bari abbia i mezzi per conquistarli, vista anche la folta e qualificata concorrenza. LEGGI TUTTO

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    L’accoppiata Bari-Marino promette bene

    TORINO – Zitto zitto, con l’avvento di Pasquale Marino in panchina, il Bari si sta riprendendo la scena della Serie B. L’allenatore di Marsala in tre uscite ha messo insieme 7 punti, grazie ai quali il Bari ha lasciato una posizione di classifica che non prometteva nulla di buono. Marino subentrò a Mignani coi pugliesi a -3 dalla zona playoff e a +4 su quella playout. Oggi i pugliesi sono all’8° posto, l’ultimo buono per disputare igli spareggi promozione ma per ora quel che più conta è che si sta mettendo in sicurezza il campionato, giacché adesso la zona playout dista 7 punti. Non male, visto il clima iniziale che ha dovuto fronteggiare Marino. Il punto di partenza è sempre quella Serie A mancata a giugno, di fronte ai quasi 60mila spettatori del San Nicola che vissero la dolorosa finale playoff col Cagliari, persa al 94’. Oggi a vedere il Bari dal vivo, si fatica a raggiungere un terzo di paganti ma qualcosa sta cambiando. Sabato scorso contro l’Ascoli è arrivato il primo successo interno, il secondo consecutivo, importante per sbloccarsi psicologicamente, il San Nicola non poteva essere un problema. Marino è stato chiamato anche per imprimere una svolta giochista rispetto a Mignani, il predecessore di tendenza risultatista. Ma il tecnico di Marsala, per ora, bada soprattutto al sodo: difesa a tre, mediana a 4 e poi, davanti, Sibilli a predicare calcio a sostegno delle punte Nasti e Diaw. E proprio Sibilli è stato il match winner contro l’Ascoli, dimostrando di essere il miglior acquisto estivo. Nel Pisa, Sibilli era, prevalentemente, l’uomo dei secondi tempi, dei gol bellissimi e decisivi. Ma coi toscani non aveva quella centralità che il Bari ha saputo dargli, ancora di più con Marino. Finora ha segnato tre reti, che hanno portato le vittorie su Cremonese e Ascoli e il pari col Modena. Ma mettiamoci anche due assist per i gol nell’1-1 col Cittadella e nella vittoria di Brescia (1-2). Si ha insomma la sensazione che Marino, giustamente, stia costruendo la squadra attorno a lui, in attesa di avere un’altra carta di livello, cioé quando recupererà il 36enne Jeremy Menez, infortunatosi alla 1ª giornata che ne avrà ancora per un paio di mesi. Intanto però, anche Marino si sta levando le sue soddisfazioni. Da tempo, il maestro di De Zerbi, veniva descritto come un allenatore sul viale del tramonto. Non andava in panchina da quasi due anni e l’ultima apparizione a Crotone era stata malinconica, anche se la squadra retrocedette in C al di là di quel che (non) fece durante la sua parentesi. In realtà l’allenatore di Marsala stava solo aspettando la piazza giusta per rilanciarsi. E andare a Bari dopo aver allenato in carriera squadre come Udinese, Parma, Genoa, Frosinone, Spezia, Palermo e Spal, voleva dire avere l’occasione per sintonizzarsi di nuovo coi fasti del passato. In questi due anni da disoccupato, Marino ha avuto diverse offerte dalla C, anche sostanziose. Ma appunto, aspettava l’occasione giusta, arrivata da quel ds Polito che fu suo giocatore e che probabilmente da tempo pensava a lui per il Bari. Se ne riparlerà fra qualche partita, quando si potrà tracciare un primo bilancio più attendibile. Ma nell’attesa, l’accoppiate Bari-Marino promette bene. E potrebbe promettere ancora di più sabato sera, dopo che a Piacenza sarà andata in secna Feralpisalò-Bari: per Marino, battere l’ultima in classifica vorrebbe dire andare alla sosta con un Bari proiettato verso una stagione positiva, cosa non proprio immaginabile prima del suo avvento. LEGGI TUTTO

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    Bari: la scommessa Marino si può vincere

    TORINO – Bentornato, Pasquale Marino. Da quasi due anni era sparito dai radar, dopo l’esonero datato 10 dicembre 2021 al Crotone, a fine stagione poi retrocesso in C. Non è che ci fosse la fila per lui. Ma poi è spuntato il Bari. Il ds Polito era stato suo giocatore al Catania, lo conosce bene e lo stima ancora di più. Domenica scorsa, il dirigente dei pugliesi ha fatto un ragionamento dopo lo 0-0 di Cesena con lo Spezia. Nel finale, i liguri hanno colto un palo. Se fosse entrata, ha raccontato il ds, avremmo esonerato Mignani, l’allenatore della promozione in B del 2022, del terzo posto e della A sfumata per un minuto, lo scorso giugno. Ma siccome il campo aveva detto che il Bari continuava a non convincere, l’esonero è arrivato lo stesso. Abbastanza a sorpresa: Mignani aveva perso una sola partita, come le 4 big che guidano la B. Il problema è che poi ha raccolto un solo successo e ben 7 pari che collocano il Bari al 13° posto, a 3 punti dai playoff e a +4 sui playout. Nulla di compromesso, dunque. Ma in effetti, probabilmente il cambio serviva: la ferita della A sfumata ha pesato nel nucleo storico della squadra. I giocatori arrivati in estate si diceva non facessero per il calcio di Mignani. E forse anche questo è vero. Fatto sta che già la scorsa estate, allo stesso tecnico genovese non sarebbe spiaciuto andarsene perché fiutava un’aria non buona. Lo Spezia, prima di virare su Alvini, l’aveva valutato e a Mignani sarebbe piaciuto assai tornare a vivere nella propria regione: fra carriera da giocatore e da allenatore, gira l’Italia da più di trent’anni. Ma è tutto passato, ora tocca a Marino riconquistare una piazza esigente che però non sbaglia quando valuta la squadra non ai livelli di quella della scorsa stagione che comunque era andata ben oltre le aspettative. E allora, come venirne fuori? Affidandosi a un allenatore come Marino con un curriculum importante (fra le altre, Udinese, Parma, Genoa, Frosinone, Spezia, Palermo e Spal). Che un certo De Zerbi considera il suo maestro. Che non va valutato per l’ultima esperienza di Crotone, quando subentrò in una squadra già rassegnata, che si portava dietro le scorie della retrocessione e che non aveva la testa per lottare per la salvezza. Marino rimediò un punto in 7 gare ma non ha tutti i torti il ds Polito quando, con un paradosso, dice che quelle furono le migliori partite stagionali del Crotone. E dunque il club dei De Laurentiis cerca la svolta “giochista”, dopo un biennio di successi da “risultatista” con Mignani. Funzionerà? Intanto, chiamare Marino alla sosta vuol dire dargli due settimane di tempo per farlo entrare nella testa dei giocatori. Non ci sono solo da combattere le scorie della delusione di giugno. C’è anche da dare alla squadra una nuova mentalità, cioé iniziare a fare la partita, cosa che con Mignani poteva non succedere anche nei suoi tempi migliori. Dal mercato poi, potrebbero essere arrivati buoni elementi che con la fretta che c’è sempre, c’è chi ha già liquidato come non all’altezza. Le maggiori scommesse si concentrano sull’attacco. Nasti, pur in una situazione finora non semplice, si sta confermando come il più promettente attaccante italiano della sua leva (2003), è molto cresciuto nei suoi mesi baresi. Ha segnato finora 2 gol ma col giochista Marino potrebbe arrivare alla doppia cifra, così come Diaw che se sta bene, in B è una garanzia. Ma attenzione ai giocatori offensivi a supporto delle vere punte. Sibilli sta facendo grandi partite, non è più l’attaccante che il Pisa preferiva utilizzare nei secondi tempi, a Bari sta trovando quella centralità che meritava da tempo, basta vedere i gol che faceva coi toscani: pochi, ma sempre belli e decisivi. La vera scommessa per Marino è riuscire a rilanciare Aramu, giunto in prestito dal Genoa dopo una stagione in cui il suo contributo per il ritorno in A del Grifone è stato ridottissimo, di fatto Aramu fu l’unico giocatore che Giardino non riuscì a rilanciare dopo il suo avvento, non solo per problemi fisici. Il miglior Aramu, in B, lo si vide il 20 marzo 2021: quel giorno, col Venezia, segnò in trasferta una tripletta al Monza per una vittoria con la quale gli arancioneroverdi misero le basi per essere promossi al posto dei brianzoli, che in quella stagione dovevano essere la squadra da battere. Ecco, se Marino trova la scintilla giusta, se anche grazie alle sue idee calcistiche riesce a riportare Aramu su quei livelli, allora a Bari potremmo ancora vederne delle belle. LEGGI TUTTO

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    Serie B, ore calde per le panchine di Nesta e Marino

    TORINO – Se la B non tornasse subito in campo, il loro destino sarebbe già segnato. Ma il turno infrasettimanale non concede i tempi per il cambio e dunque Alessandro Nesta al Frosinone e Pasquale Marino alla Spal restano aggrappati alle rispettive panchine. Già, ma per quanto? La sensazione è che entrambi siano all’ultima chiamata, poi, in caso di altro grave rovescio, la pazienza finirà. Entrambi si giocheranno il posto in sfide dure: domani alle 17 il Frosinone riceve il Monza secondo, alle 19 la Spal farà visita a una Salernitana che si è appena reinserita nella lotta per la A diretta. Una cosa è certa: Frosinone e Spal sono le delusioni più grandi della B. Soprattutto i ciociari, oggi undicesimi a -4 dalla zona playoff. Eppure approcciavano la stagione con buone prospettive. Certo, anche nel 2019/20, con Nesta non era filato tutto liscio e un posto ai playoff era stato conquistato solo in virtù della miglior classifica avulsa col Pisa. Però, negli spareggi promozione, la squadra aveva convinto, vincendo sempre in trasferta perdendo la A solo in virtù del miglior piazzamento in campionato dello Spezia.

    Per il dopo Nesta si fa il nome di Andreazzoli
    Insomma, anche se Nesta, ad agosto, aveva rimesso il suo mandato nelle mani del presidente Stirpe, la conferma ci stava, in tempi recenti le retrocesse dalla A mai sono riuscite a risalire l’anno successivo. Poi però, qualcosa s’è rotto. Il Frosinone, nel 2021, ha vinto solo il 14 febbraio, 3-2 a Chiavari in casa dell’Entella (che nell’occasione coglieva 3 pali), rompendo un digiuno che durava dal 15 dicembre (vittoria per 2-1 in casa della Reggiana). Nesta non è stato fortunato quando un focolaio di covid ha falcidiato la squadra, a dicembre, quando si giocava ogni 3 giorni. E alcuni elementi colpiti dal virus faticano a tornare sui loro livelli. Inoltre, il potenziale buon mercato svolto a gennaio, tarda a far vedere benefici effetti. Iemmello qualcosa ha mostrato, ma ad esempio Brignola e Millico, frenati da problemi fisici, sono oggetti misteriosi. Però, se si prendono 4 gol a Cremona, come sabato, da una squadra che lotta per salvarsi, è dura anche solo ipotizzarlo un altro piazzamento ai playoff di Nesta, da tempo scaricato dalla tifoseria. Per l’eventuale sostituzione, il nome in pole è quello di Andreazzoli. Tutti gli approfondimenti sull’edizione odierna di Tuttosport LEGGI TUTTO