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    Samp: Pirlo sfida un… blucerchiato

    Brescia-Pisa (ore 14) Rondinelle all’8° posto, l’ultimo buono per disputare i playoff e galvanizzati dalla vittoria di Cosenza a Pasquetta (1-2, doppietta del sempre più interessante Galazzi). Ma è carico anche il Pisa, dopo il rocambolesco 4-3 al Palermo, i toscani sono a -2 dal Brescia e hanno vinto tre delle ultime quattro partite.

    Feralpisalò-Cosenza (ore 14) Drammatico scontro salvezza. I gardesani, nel campo di casa di Piacenza, seppur penultimi, con una vittoria si porterebbero a un punto dai calabresi. Ci credono i ragazzi di Zaffaroni che a Pasquetta si sono imposti a Cremona e hanno sempre vinto nelle ultime tre trasferte. Il Cosenza ha perso le ultime due gare, quelle con William Viali in panchina che ha rilevato Fabio Caserta con l’obiettivo di dare la caccia ai playoff. Ma ora, dietro l’angolo ci sono i playout.

    Spezia-Lecco (ore 14) Occasione d’oro per i liguri che con tre punti potrebbero agguantare per la prima volta la zona salvezza, D’Angelo aveva preso la squadra sul fondo. Il Lecco, nonostante il pari col Cittadella dell’ultimo turno, ormai aspetta solo che il ritorno in C dopo un anno si faccia aritmetico. Al posto di Alfredo Aglietti, sulla panchina bluceleste debutta Andrea Malgrati, ex giocatore del Lecco e lecchese, uomo di fiducia della società, aveva già lavorato in tandem con Bonazzoli ed è stato nello staff di diversi allenatore del Lecco.

    Sudtirol-Parma (ore 14) Gli altoatesini di Valente, dopo il 2-0 incassato a Como a Pasquetta, vedono sfilare via la zona playoff (dista 4 punti) ma l’obiettivo ufficiale del club è la salvezza, dovrebbero mancare pochi punti. Il Parma, dopo lo 0-2 incassato a Pasquetta dal Catanzaro, cerca di riprendere la corsa verso la A diretta, considerato che comunque, la distanza sul 3° posto, resta rassicurante (7 punti sul Como).

    Ternana-Modena (ore 14) Gara chiave per gli umbri, a -2 dalla salvezza, non possono fallirla contro un Modena in grande difficoltà che non vince da 9 partite ma che mantiene 4 punti di margine sulla zona playout. Negli emiliani patron Rivetti ha confermato il tecnico Paolo Bianco. Oggi rischia il posto solo in caso di pesante rovescio.

    Catanzaro-Como (ore 16.15) Il match clou della giornata. I calabresi, galvanizzati dalla vittoria di Parma, cercano di garantirsi almeno il 5° posto. Battere i lariani terzi però, vorrebbe dire portarsi a tre lunghezze da loro e a quel punto potrebbe aprirsi ancora tutto un altro campionato. Como però che ha vinto 4 delle ultime 5 partite e dimostra di avere le carte in regola per essere promosso, anche direttamente.

    Palermo-Sampdoria (ore 16.15) La sfida più prestigiosa. Nel, Palermo, esonerato in settimana Eugenio Corini, tocca a Michele Mignani: genovese, esordisce proprio contro i blucerchiati con cui da giocatore collezionò una presenza nella Samp d’oro dello scudetto 1991 con Vialli e Mancini, all’epoca giocava nella Primavera.  I liguri, in caso di successo si porterebbero a -3 dal Palermo al 6° posto. Piazzamento che garantirebbe la partita in casa al Ferraris nel turno preliminare dei playoff.

    Reggiana-Cittadella (ore 16.15) Gli emiliani di Nesta, con la vittoria pazzesca di Venezia a Pasquetta (da 2-0 a 2-3), hanno dimostrato di poter concorrere per i playoff che distano due punti, peccato solo per l’infortunio all’interessante Girma. Il Cittadella viene da tre pari di fila ma nel girone di ritorno in tutto ha raccolto solo 6 punti. Un passo che potrebbe mettere qualche apprensione. Non fosse che fino a gennaio il Cittadela lottava per la A diretta e ora sui playout conserva comunque 5 punti di margine. LEGGI TUTTO

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    Perché Iachini può portare il Bari ai playoff

    TORINO – “Non abbiamo fatto ancora nulla”, ha detto Beppe Iachini dopo la vittoria di sabato scorso al San Nicola sul Lecco, nel suo esordio sulla panchina del Bari. E in effetti battere, per quanto nettamente (3-1), l’ultima in classifica che nel 2024 ha collezionato solo sconfitte (5 su 5) e che dopo il ko ha esonerato Bonazzoli e assunto Aglietti, è troppo poco per poter dire che il Bari ha svoltato – nella sua tribolatissima stagione – con l’arrivo del terzo allenatore stagionale dopo Mignani e Marino. Però, sembra essere nato un feeling particolare con la piazza. I tifosi pugliesi, già in fermento per i guai precedenti, hanno apprezzato molto come Iachini si è messo totalmente a disposizione della squadra, dandosi anima e corpo a Bari, che resta la città di sua madre e con la quale sembra essere nata la chimica giusta. Anche perché la classifica dice che oggi il Bari dista 3 punti da una zona playoff che è scalabile, gli ultimi due posti sono assolutamente contendibili, tanto più che chi oggi li occupa, ha i suoi problemi: il Cittadella settimo viene da 4 sconfitte di fila e nelle 5 gare del 2024 ha fatto solo 3 punti; il Modena ottavo ne ha fatti 5, pur avendo rifilato un 3-0 alla capolista Parma. Altro aspetto importante è aver messo subito la zona calda della classifica a distanza di sicurezza, archiviando la grande paura vissuta nelle ultime partite con Marino: ora il Bari sui playout ha 8 punti di margine, si può andare in campo con maggiore tranquillità. Del resto, se ti guida Iachini è normale puntare a qualcosa d’importante, resta un allenatore capace di portare in A già 4 piazze: il Chievo nel 2008 (fece gli stessi punti della Juve quando vinse la B due anni prima), il Brescia nel 2010 (da subentrato a Cavasin, vincendo i playoff battendo in finale il Torino), la Sampdoria nel 2012 (rilevando Atzori, con una rincorsa epica, acciuffando in extremis l’ultimo biglietto buono per i playoff, poi dominati), il Palermo nel 2014 (subentrando a Gattuso e salendo in A con 5 turni d’anticipo). Certo, si tratta di successi un po’ datati, poi a Iachini è andata meno bene e l’ultima esperienza, due stagioni fa a Parma, aveva avuto un sapore malinconico (subentrato a Maresca ma squadra rimasta piatta e lontana dai playoff, nonostante quell’anno fosse considerata la prima favorita per la A). Iachini poi, ha dovuto fare i conti con certi dogmi della critica sportiva degli ultimi anni, che chiedono agli allenatori di avere sempre una fregola giochista. E così l’italianista-risultatista Iachini veniva considerato, superficialmente e ingiustamente, superato. Ma iè una stupidaggine. E infatti la bella e convincente vittoria del Bari sul Lecco è arrivata anche grazie a una grande compattezza di squadra, al tenere le linee vicine, all’aiutarsi tutti in campo nelle due fasi, concetti che non tramonteranno mai nel calcio, al di là delle mode giocaiole. E mettiamoci anche la carica agonistica che trasmette Iachini, quella che aveva da giocatore, un bel mediano sottovalutato, meritava molto di più. Certo, l’incognita maggiore sul suo futuro coi galletti è la situazione ambientale che si vive a Bari dove di fatto la tifoseria è sulle barricate da quella Serie A mancata per un soffio lo scorso giugno in finale playoff col Cagliari. Sicuramente i De Laurentiis hanno fatto i loro errori. Ma quando il padre Aurelio dice che il Bari è la seconda squadra del Napoli, afferma una verità che è sotto gli occhi di tutti. Certe indignazioni, anche da parte della politica locale, fanno solo che sorridere: fra i più critici il sindaco Decaro, cioé colui che nel 2018, alla ripartenza del Bari dalla Serie D, affidò la rinascita del club proprio al padrone del Napoli. Però la proprietà, a inizio stagione, non aveva promesso la luna, l’obiettivo dichiarato era la conquista dei playoff. Che oggi, dopo tante  disavventure, sono ancora conquistabili. Dunque, prima di tirare le somme sulla stagione del Bari, non sarebbe male mettere Iachini e i suoi nelle condizioni di provarci a dare un senso a questa annata. Tanto più che sabato, fischio d’inizio alle 14, il Bari sarà di scena di nuovo al San Nicola, arriva la Feralpisalò penultima. C’è insomma la possibilità abbastanza concreta di agganciare dopo due uscite la zona playoff (ma bisognerà aspettare domenica, quando il Modena ottavo sarà di scena a Venezia). E se Iachini dovesse concedere il bis, poi chissà che finale di stagione si farebbe ancora in tempo a impostare. LEGGI TUTTO

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    Bari: la scommessa Marino si può vincere

    TORINO – Bentornato, Pasquale Marino. Da quasi due anni era sparito dai radar, dopo l’esonero datato 10 dicembre 2021 al Crotone, a fine stagione poi retrocesso in C. Non è che ci fosse la fila per lui. Ma poi è spuntato il Bari. Il ds Polito era stato suo giocatore al Catania, lo conosce bene e lo stima ancora di più. Domenica scorsa, il dirigente dei pugliesi ha fatto un ragionamento dopo lo 0-0 di Cesena con lo Spezia. Nel finale, i liguri hanno colto un palo. Se fosse entrata, ha raccontato il ds, avremmo esonerato Mignani, l’allenatore della promozione in B del 2022, del terzo posto e della A sfumata per un minuto, lo scorso giugno. Ma siccome il campo aveva detto che il Bari continuava a non convincere, l’esonero è arrivato lo stesso. Abbastanza a sorpresa: Mignani aveva perso una sola partita, come le 4 big che guidano la B. Il problema è che poi ha raccolto un solo successo e ben 7 pari che collocano il Bari al 13° posto, a 3 punti dai playoff e a +4 sui playout. Nulla di compromesso, dunque. Ma in effetti, probabilmente il cambio serviva: la ferita della A sfumata ha pesato nel nucleo storico della squadra. I giocatori arrivati in estate si diceva non facessero per il calcio di Mignani. E forse anche questo è vero. Fatto sta che già la scorsa estate, allo stesso tecnico genovese non sarebbe spiaciuto andarsene perché fiutava un’aria non buona. Lo Spezia, prima di virare su Alvini, l’aveva valutato e a Mignani sarebbe piaciuto assai tornare a vivere nella propria regione: fra carriera da giocatore e da allenatore, gira l’Italia da più di trent’anni. Ma è tutto passato, ora tocca a Marino riconquistare una piazza esigente che però non sbaglia quando valuta la squadra non ai livelli di quella della scorsa stagione che comunque era andata ben oltre le aspettative. E allora, come venirne fuori? Affidandosi a un allenatore come Marino con un curriculum importante (fra le altre, Udinese, Parma, Genoa, Frosinone, Spezia, Palermo e Spal). Che un certo De Zerbi considera il suo maestro. Che non va valutato per l’ultima esperienza di Crotone, quando subentrò in una squadra già rassegnata, che si portava dietro le scorie della retrocessione e che non aveva la testa per lottare per la salvezza. Marino rimediò un punto in 7 gare ma non ha tutti i torti il ds Polito quando, con un paradosso, dice che quelle furono le migliori partite stagionali del Crotone. E dunque il club dei De Laurentiis cerca la svolta “giochista”, dopo un biennio di successi da “risultatista” con Mignani. Funzionerà? Intanto, chiamare Marino alla sosta vuol dire dargli due settimane di tempo per farlo entrare nella testa dei giocatori. Non ci sono solo da combattere le scorie della delusione di giugno. C’è anche da dare alla squadra una nuova mentalità, cioé iniziare a fare la partita, cosa che con Mignani poteva non succedere anche nei suoi tempi migliori. Dal mercato poi, potrebbero essere arrivati buoni elementi che con la fretta che c’è sempre, c’è chi ha già liquidato come non all’altezza. Le maggiori scommesse si concentrano sull’attacco. Nasti, pur in una situazione finora non semplice, si sta confermando come il più promettente attaccante italiano della sua leva (2003), è molto cresciuto nei suoi mesi baresi. Ha segnato finora 2 gol ma col giochista Marino potrebbe arrivare alla doppia cifra, così come Diaw che se sta bene, in B è una garanzia. Ma attenzione ai giocatori offensivi a supporto delle vere punte. Sibilli sta facendo grandi partite, non è più l’attaccante che il Pisa preferiva utilizzare nei secondi tempi, a Bari sta trovando quella centralità che meritava da tempo, basta vedere i gol che faceva coi toscani: pochi, ma sempre belli e decisivi. La vera scommessa per Marino è riuscire a rilanciare Aramu, giunto in prestito dal Genoa dopo una stagione in cui il suo contributo per il ritorno in A del Grifone è stato ridottissimo, di fatto Aramu fu l’unico giocatore che Giardino non riuscì a rilanciare dopo il suo avvento, non solo per problemi fisici. Il miglior Aramu, in B, lo si vide il 20 marzo 2021: quel giorno, col Venezia, segnò in trasferta una tripletta al Monza per una vittoria con la quale gli arancioneroverdi misero le basi per essere promossi al posto dei brianzoli, che in quella stagione dovevano essere la squadra da battere. Ecco, se Marino trova la scintilla giusta, se anche grazie alle sue idee calcistiche riesce a riportare Aramu su quei livelli, allora a Bari potremmo ancora vederne delle belle. LEGGI TUTTO

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    Bari e Lecco, esonerati Mignani e Foschi: saltano altre due panchine in B

    Bari e Lecco cambiano in panchina
    Mignani paga lo scotto del palese contraccolpo psicologico subito dai pugliesi per il gol all’ultimo respiro subito nel ritorno della finale playoff contro il Cagliari, che ha mandato in frantumi un salto di categoria che stava per essere sancito dal triplice fischio finale. Foschi aveva vinto, invece, la sua di finale playoff: quella in Serie C con il Foggia ma l’avvio di campionato ha regalato un solo punto in sei partite.
    Lo score di Mignani in nove giornate è stato, invece, di una vittoria, sette pareggi e una sconfitta. Troppo poco per garantirgli ulteriore credito e riconoscenza, nonostante il tecnico avesse riportato il Bari in Serie B e, come detto, a un passo dalla A. LEGGI TUTTO

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    Samp-Catanzaro: Pirlo si gioca tutto

    TORINO – Dopo le cinque gare di ieri, l’8ª giornata di Serie B prosegue oggi con le restanti cinque partite. Fra le quattro gare delle 16.15, brividi a Marassi, dove la Samp di Pirlo ospita il Catanzaro di Vivarini, l’ex regista della Juve si gioca la panchina. In teoria al Maestro dovrebbe essere dato tempo fino alla gara del 7 ottobre ad Ascoli, quella prima della sosta per le nazionali. Ma è chiaro che se la Samp – precipitata al penultimo posto dopo i risultati di ieri – dovesse perdere la quarta gara su quattro al Ferraris, la posizione di Pirlo si farebbe critica: la classifica piange e annuncia una stagione difficile, se non arriva la svolta. E attenzione al Catanzaro: i calabresi non erano così competitivi da decenni, sono l’unica neo pronossa che possa coltivare sogni di gloria e hanno dimostrato di aver assorbito il terribile 0-5 che gli ha inflitto il Parma in casa quando erano entrambe appaiate in testa. Poi il Catanzaro ha sfiorato la vittoria a Bari (2-2) e impattato col Cittadella in casa (1-1), ma la squadra c’è tutta e ha le carte in regola per un campionato importante. Il clou però, si gioca alle 18.30, allo Zini la Cremonese ospita la capolista Parma. I padroni di casa cercano ancora il primo successo interno, da due turni sono sotto la guida di Giovanni Stroppa (subentrato a Davide Ballardini), nei quali hanno raccolto 4 punti (2-2 all’esordio con l’Ascoli, promettente 1-2 a Cosenza). Bomber Coda è a 5 reti, cioé ha già segnato la metà dei gol che aveva realizzato nella scorsa stagione al Genoa, frenata da qualche incomprensione. E infatti questo Coda somiglia di più a quello leccese quando in due stagioni segnò 42 gol e portò i salentini in A. Di sicuro oggi tanti tiferanno Cremonese: i grigiorossi se vincono si rilanciano anche in chiave A diretta ma sopratutto fermerebbero la fuga del Parma. Gli emiliani di Pecchia stanno realizzando la miglior partenza in B della loro storia. Sono imbattuti e hanno raccolto 5 vittorie e 2 pari. Insomma, il Parma – squadra tecnicamente di Serie A ma al terzo anno di B – se supera anche questo esame, forse più probante di quelli affrontati finora, può veramente dire di essere la squadra da battere. Le altre gare delle 16.15. Intrigante Bari-Como. I pugliesi nell’infrasettimanale hanno incassato a Parma la prima sconfitta in campionato ma la squadra (quella che pareggia di più, 5 volte su 7), è attardata in classifica. In più, in settimana nella piazza ha tenuto banco la polemica sulle “negatività” che affliggono il Bari e che ha coinvolto prima lo storico capitano Di Cesare, poi anche la dirigenza. Legittimi e fondati i dubbi espressi dalla tifoseria sull’operato della società negli ultimi mesi. E dunque chissà che clima maturerà oggi al San Nicola, dove sbarca un Como che è la squadra del momento, la più in palla, reduce da 4 vittorie di fila. Moreno Longo, dopo un esordio in campionato choc (ko a Venezia, 3-0) sta facendo un gran lavoro e alle spalle ha la società più ricca d’Italia, i fratelli indonesiani Hartono. Il test di oggi dirà se il Como può lottare pure per la A diretta, anche se giustamente Longo parla di obiettivo playoff, perché il valore della squadra sembrerebbe quello ma i risultati degli ultimi tempi autorizzano a sognare in grande. Discorso simile per il Palermo che ha gli stessi punti del Como. Oggi la corazzata di Corini ha un test-verità in casa col Sudtirol (che esattamente un anno fa sbancava il Barbera e metteva le basi per diventare la squadra rivelazione della scorsa stagione). In settimana, la bella vittoria dei rosanero a Venezia (1-3) lascia intuire che il Palermo abbia i mezzi per aumentare il passo e mantenersi in zona A diretta, specie dopo che si è sbloccato bomber Brunori (suoi i tre gol al Penzo). Ma non va dimenticato che nell’ultimo turno in casa, il Palermo ha perso dal Cosenza, per questo che la gara col Sudtirol sembra una verifica chiave sulle potenzialità della squadra di Corini. Gli altoatesini di Bisoli sono ancora imbattuti ma vengono da tre pari di fila in cui hanno sofferto non poco. Pesa l’assenza in attacco, per infortunio, dell’albanese Merkaj, acquistato in estate dall’Entella in C: nelle prime gare era stato sempre decisivo e aveva segnato già 2 gol al debutto nella categoria. Dopo il suo infortunio, l’attacco è tornato quasi  tutto sulle spalle del pur ottimo Odogwu, ma la squadra ne sta risentendo anche se comunque il Sudtirol pare in grado di bissare la scorsa fantastica stagione. Infine, in chiave salvezza, si gioca Cittadella-Lecco. Nei veneti, a quota 9 punti, reduci dall’ottimo 1-1 di Catanzaro, c’è la sensazione che stia funzionando la mezza rifondazione della squadra operata in estate. Nel Lecco invece, che per le note vicende giudiziarie ha iniziato dopo la stagione e ha disputato solo 4 gare (con un punto raccolto), traballa la panchina di Luciano Foschi, l’uomo che ha riportato i blucelesti in B dopo mezzo secolo. LEGGI TUTTO

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    La Samp a Como per svoltare

    TORINO – Stasera, fischio d’inizio alle 20.30, si chiude la 7ª giornata di Serie B con tre partite piuttosto interessanti. Il clou è Parma-Bari, possibile crocevia per la A. Gli emiliani giocano la seconda partita di fila in casa, nella prima, pur disputando una buona gara, hanno rischiato di perdere l’imbattibilità stagionale contro la Sampdoria, raggiunta solo all’83’ grazie al primo gol da professionista del difensore italo-australiano Alessandro Circati, classe 2003 ,dal 2021 al Parma, già nel giro della nazionale australiana. Quello coi blucerchiati è stato il secondo pareggio in campionato degli emiliani, per il resto ancora imbattuti e sempre vincenti, ora inseguiti dal Palermo che ha scavalcato il Venezia al 2° posto, battendolo ieri sera al Penzo 3-1. In precedenza gli emiliani furono bloccati sullo 0-0, sempre in casa, nel derby con la Reggiana. Resta il fatto che la squadra di Pecchia è considerata da tutti la prima favorita alla A, bisogna saper convivere con questa etichetta, come ha sottolineato lo stesso Pecchia. Sull’altro fronte il Bari di Mignani, la squadra che più pareggia in questa B. Sono 5 in tutto i pari dei galletti, di cui 4 nelle ultime 4 uscite, per un totale di 8 punti (è a -6 dal Parma) e con la squadra ancora imbattuta ma probabilmente ancora da assemblare al meglio, visto che i maggiori colpi il ds Polito li ha fatti nelle ultime ore del mercato. In avanti, nonostante qualche problema di infortuni e di sostituzione dei big dell’attacco della scorsa stagione, si sta mettendo in luce Sibilli, autentico trascinatore finora, il giocatore che a Pisa s’era solo intravisto a sprazzi, a Bari sta definitivamente sbocciando. Assai intrigante anche Como-Sampdoria. I lariani sono reduci dal promettente 3-0 ottenuto domenica a Cittadella, terza vittoria di fila per Longo che ha gettato la maschera: obiettivo playoff, ha dichiarato, che è poi quello che gli hanno già assegnato gli addetti ai lavori. Di certo c’è che la squadra, rispetto al disastroso esordio col Venezia (3-0), nel frattempo di strada ne ha fatta parecchia e ha un jolly da giocarsi, dovendo recuperare il derby interno col Lecco (dove da ieri sera, dopo il ko interno con la Feralpisalò, traballa la panchina di Foschi). Dovessero vincere oggi, zitti zitti i lariani potrebbero mettere nel mirino anche la A diretta che era poi l’obiettivo ventilato ad inizio stagione dalla famiglia Hartono, la più ricca proprietà d’Italia che dopo due annate d’assestamento in Serie B, avrebbe tanta voglia di completare il lavoro, avendo preso la società in C. Ma va detto che ci sono almeno 4 squadre sulla carta più attrezzate del Como. Longo però, sta facendo un ottimo lavoro, i nomi in B contano meno della compattezza di squadra e il Como delle ultime giornate è proprio quel che più sta mostrando, dunque vanno tenuti d’occhio, quantomeno. Al Sinigaglia però, sbarca la Sampdoria di Pirlo reduce dal partitone fatto al Tardini col Parma, un 1-1 che ha confermato l’imbattibilità esterna dei blucerchiati. Proprio qui sta il problema: fuori casa, la Samp ha quasi un passo da playoff, a Marassi invece, da ultimo posto, visto che ha sempre perso, come se il Tempio del Ferraris fosse un problema per i ragazzi di Pirlo. Intanto però, brilla la stella di Pedrola, l’ala giunta dal Barcellona, classe 2003, che al Tardini ha segnato il suo 3° gol in B. Tuttavia, complice anche il -2 di penalità in classifica che relega i blucerchiati in zona playout, il vero traguardo stagionale dev’essere la messa in sicurezza della stagione, non solo sul campo, vista la complessa situazione societaria. Si gioca anche Catanzaro-Citadella. I calabresi domenica hanno sfiorato la vittoria al San Nicola di Bari, un 2-2 con cui hanno archiviato il terribile 0-5 incassato nel turno precedente dal Parma, gara a cui erano arrivati con gli stessi punti degli emiliani. Insomma, la botta parrebbe metabolizzata, Vivarini e i suoi restano nei pressi della zona A diretta e al Ceravolo si continua a sognare. Discorso quasi opposto per il Citta, reduce dallo 0-3 incassato dal Como, risultato che ha cancellato l’euforia per lo storico successo ottenuto sulla Samp a Marassi nel turno precedente. Il tonfo col Como, coi granata veneti sotto di due reti dopo mezzora, è stato un episodio? La squadra può ambire a qualcosa di più della salvezza? Stasera nel catino bollente del Ceravolo, dove si canta a squarciagola anche se i propri eroi ne stanno prendendo cinque, una prima risposta. LEGGI TUTTO

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    Pisa-Bari: chi decolla?

    TORINO – Dopo l’anticipo di ieri (Venezia-Spezia 1-0, lagunari temporaneamente soli in testa) la 5ª giornata di Serie B prosegue oggi con altre sei gare. La più attesa si gioca all’Arena Garibaldi, fischio d’inizio alle 14, dove il Pisa ospita il Bari. Grande curiosità per entrambe. I toscani sono in fase di rifondazione sotto la guida di Aquilani, debuttante su una panchina professionistica. Pisa che era partito alla grande con la vittoria a Marassi sulla Samp, poi ha ceduto a Parma e Modena ma resta una squadra tutta da scoprire, a iniziare dai colpi delle ultime ore di mercato, Vignato e Mlakar, chiamati a risolvere gli storici problemi offensivi dei nerazzurri. Discorso simile per il Bari. Certo, qui c’è sempre in panchina Mignani ma anche in questo caso la squadra è stata profondamente rinnovata e ci si attende molto dal colpo delle ultime ore di trattative, Aramu, in un attacco che ha perso pezzi da 90 come Cheddira, Antenucci e Folorunsho e deve fare i conti con gli infortuni di Menez e Diaw. Bari che, comunque, resta imbattuto (una vittoria e tre pareggi). Le altre gare delle 14. Il Modena, unica squadra a punteggio pieno ma non in testa perché deve recuperare la gara col Brescia, va in vetta da solo se vince con la Feralpisalò (ultima con zero punti e zero gol segnati) sul campo di Piacenza, sede delle gare dei gardesani. Da tenere d’occhio il Modena guidato da un altro debuttante, Paolo Bianco, che propone una squadra solida, equilibrata, potrebbe fare molta strada. Il Palermo, considerato dagli allibratori la seconda favorita per la A dopo il Parma, è di scena ad Ascoli. I siciliani di Corini appaiono più quadrati della passata stagione (un solo gol incassato), vengono da due vittorie di fila (in casa Reggiana e al Barbera sulla Feralpisalò), hanno giocato una partita in meno e soprattutto mostrano di avere le carte in regola per prendersi la B. Un po’ di problemi per l’Ascoli che ha perso tre partite su quattro (unica vittoria il 3-0 alla Feralpisalò) e sono reduci dal ko di Bolzano: stavano dominando il Sudtirol, poi sono stati ribaltati sul 3-1, non un bel segnale per la squadra di Viali. Occhio anche al derby lombardo Lecco-Brescia. I blucelesti debuttano in casa nel proprio stadio, il Rigamonti-Ceppi, appena finiti i lavori di adeguamento alla B, a distanza di tre mesi da quella magica notte, la finale playoff dei playoff di C vinta sul Foggia che li ha riportati in B dopo mezzo secolo. Patron Di Nunno in settimana ha acceso la sfida accusando il Brescia di non meritarsi la B in quanto retrocesso sul campo la scorsa primavera. Ruggini dovute al fatto che Cellino, durante l’estate, quando cercava in tutti i modi di essere riammesso alla B, puntava anche sulla situazione del Lecco, la cui iscrizione era sub iudice per la vicenda stadio. Poi Cellino ha virato sulla Reggina, riottenendo la B al loro posto. Brescia con il confermato Gastaldello in panchina, sceso in campo solo nel turno prima della sosta, dove ha ottenuto una confortante vittoria sul Cosenza (1-0, gol del cavallo di ritorno Bjarnason). Nello scorso turno ha esordito anche il Lecco, piegato 4-3 dal Catanzaro sul neutro di Padova. Sempre alle 14, occhio a Cosenza-Sudtirol. Bisoli, allenatore degli altoatesini torna al San Vito-Marulla dove nel 2022 ottenne una pazzesca salvezza ai playout. Stavolta troverà un Cosenza arrabbiato, reduce da due ko di fila (a Brescia e in casa col Modena) mentre il Sudtirol è ancora imbattuto (con una gara in meno giocata) e con tanta voglia di stupire come nella passata stagione. Di livello anche la gara delle 16.15, la Reggiana di Nesta ospita la Cremonese di Ballardini. Pur avendo solo due punti, prima della sosta, i granata emiliani hanno imbrigliato sullo 0-0 il Parma al Tardini, risultato che conferma la validità dell’organico, anche se ci vorrà un po’ di tempo per soppesarlo bene, gli ultimi colpi di mercato sono arrivati nelle ore finali di trattative e ci vorrà tempo per valutarli (anche perché alcuni non sono in condizioni fisiche ottimali). La Cremonese invece, prima della sosta era stata raggiunta sull’1-1 in casa dalla Samo: squadra ancora in fase di rodaggio, chiamata a cambiare marcia se vuole essere protagonista nella lotta per la A. LEGGI TUTTO

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    Stasera Bari-Palermo: la B riparte alla grande

    TORINO – La Serie B inizia stasera, fischio d’inizio alle 20.30, con una gara d’apertura di lusso, Bari-Palermo (le altre partite fra sabato e domenica, in tutto otto su dieci, in attesa che si definiscano le posizioni di Lecco e Reggina). Il Bari disputò anche la partita d’apertura del 2022, quando iniziò a far capire a tutti di che pasta era fatto, sfiorando la vittoria a Parma (finì 2-2). A distanza di un anno, è tutta un’altra storia. La Serie A mancata a giugno per due minuti, la beffa per i 58mila del San Nicola firmata dal Cagliari di Ranieri & Pavoletti, va archiviata al più presto. Il Bari però, è in ritardo sia sul campo che sul mercato e sta recuperando in queste ore. Sul campo è reduce dal 3-0 incassato dal Parma in Coppa Italia, in cui la squadra di Mignani ha mostrato di essere ancora un cantiere. I ranghi si devono ancora completare: Diaw è stato ufficializzato a Ferragosto, Edjouma è appena sbarcato (e potrebbe essere un grande colpo, oggi già titolare in mezzo, forse), così come il portiere brasiliano Brenno. Insomma, il vero Bari, il cui obiettivo stabilito dai De Laurentiis sono i playoff, lo vedremo solo a mercato chiuso, delle big del campionato è la più indietro, questo aveva detto il tonfo col Parma. Ma i dubbi maggiori sono sulle partenze: Cheddira (cessione ormai definita), Antenucci e Folorunsho nel 2022/23 aveva segnato 41 gol. Ora, in avanti, sarà affare di Menez (non si discute, ma ha 36 anni e va gestito), Diaw (dopo l’annata di Modena tornato quasi ai suoi massimi livelli), Nasti (il miglior attaccante italiano del 2003), Sibilli (al Pisa pochi gol ma sempre belli e decisivi) e il francese Scheidler (deve crescere, s’è visto poco nella passata annata, pur essendo un investimento importante dei De Laurentiis). E al San Nicola sbarca il Palermo di Corini che fin dal primo giorno della nuova stagione, ha gettato la maschera. Un anno fa, la società giocava a sottovalutare la forza dei rosanero, stavolta si sbandiera ai quattro venti la voglia di andare in A. E i mezzi potrebbero esserci perché si sta facendo un mercato molto interessante. Sono giunti due tipi di giocatori. Quelli che sanno come si vince la B (Lucioni, Ceccaroni, Insigne e Mancuso), uniti ai migliori prospetti del calcio italiano (Vasic, Desplanches ma è sfumato Prati che ha scelto il Cagliari). Ne uscirà una squadra, capitanata dal totem Brunori in avanti, capace di fare un campionato di vertice? Se scocca l’amore, magari sì, è noto come il pubblico del Barbera possa fare la differenza. L’importante sarà non replicare l’andazzo della scorsa stagione, quando il Palermo batteva le big della B ma poi gettava via i playoff all’ultima giornata nell’assurdo 2-2 interno col Brescia. Corini, dopo i fasti da giocatore dei rosanero, da allenatore deve ancora conquistare la piazza. Per questa stagione, ritenendo di avere i giocatori giusti, riparte da quel 4-3-3 che nella passata annata non aveva funzionato molto (i risultati arrivavano soprattutto mettendosi col 3-5-2) ma qualche dubbio che sia il modulo migliore, c’è anche per quest’anno. Però, l’esordio stagionale in Coppa Italia è stato confortante, la partita giocata alla pari a Cagliari, coi sardi capaci di vincere solo alla fine dei supplementari, lascia ben sperare. Quel che conta, è aver visto un Palermo con una solidità maggiore, una delle cose che sono più mancate nella scorsa annata. Ed essere solidi, è il primo passo per fare tanta strada. LEGGI TUTTO