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    Moggi: “Conte al Napoli? Da scartare. Con De Laurentiis…”

    Clima di fuoco in casa Napoli. Con il ko rimediato al Maradona contro la Fiorentina e la pausa nazionali che è arrivata, la società azzurra riflette sul futuro di Rudi Garcia. Parole, quelle rilasciate in mattinata da Aurelio De Laurentiis, che lasciano pochi dubbi sul malcontento per l’inizio di stagione dei campioni d’Italia in carica, e con il pensiero di cambiare guida tecnica che diventa concreto. A parlare della situazione dei partenopei, a Radio Crc, è stato Luciano Moggi, che ha discusso anche della possibilità (a suo avviso remota) di vedere Antonio Conte sulla panchina del Napoli.
    Moggi: “Cos’è cambiato dopo Spalletti”
    Cosa è cambiato a distanza di un anno tra gli azzurri? Questo il pensiero di Moggi: “Il buonsenso di Spalletti ha creato i presupposti per il vantaggio iniziale del Napoli. Il problema principale l’anno scorso era il campionato spaccato e Spalletti è stato bravo nella preparazione. Il Napoli è una bella squadra, ma con lui ha acquisito il vantaggio iniziale e con quello hanno vissuto di rendita e di autostima. Quest’anno ha perso allenatore e direttore sportivo e perderli dopo lo scudetto significa che nella società non c’era il feeling necessario, quello che dovrebbe esserci quando si vince. Quando si cambia allenatore questo deve avere il tempo di conoscere i giocatori, capire il modo di allenarli e questo porta ad un rendimento alterno rispetto all’anno precedente: ecco perché ho detto sin dall’inizio che il Napoli non avrebbe avuto la stessa fortuna”. Moggi ha parlato anche di come gestirebbe la situazione Garcia e degli eventuali sostituti… LEGGI TUTTO

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    Juventus, Di Livio e Calciopoli: “Moggi colpito per far tacere tutti”

    Angelo Di Livio, 269 partite, 3 scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe italiane, 1 Champions League, 1 Supercoppa europea e 1 Coppa Intercontinentale nella Juventus: che cosa significa farne parte? «La Juve è grande responsabilità e grande orgoglio: queste sono le due parole che voglio mettere dentro al grande calderone bianconero. Grande responsabilità perché vesti una maglia importante: se non dai tutto quello che devi dare ti mandano via. Grande orgoglio perché sei altamente competitivo e giochi sempre per vincere». Qual è il ricordo più significativo della sua carriera per spiegare che cos’è la Juventus? «E’ molto semplice, il concetto di Juventus te lo inculcava Boniperti: “se arriviamo secondi abbiamo perso” era il benvenuto che dava a tutti i nuovi arrivi in casa bianconera. E poi lo ripeteva a tutti pressoché ogni giorno… Immaginatevi la responsabilità che sentivi, però erano parole che ti caricavano tantissimo». Che cosa ha di differente la Juventus dalle altre società? «È difficile spiegare le differenze perché per me quando ero alla Juventus tutto era magico, tutto brillava d’oro: la maglia che indossavi, l’ambiente, l’organizzazione, il gruppo, straordinario, guidato prima da Trapattoni e poi da Lippi. Senza dimenticare i tifosi: in ogni luogo dove tu andassi trovavi sempre tifosi del posto che ti seguivano. L’insieme di tutte queste cose creava un mondo particolare e unico. A livello invece di qualità, ai miei tempi soltanto il Milan di Berlusconi si avvicinava alla nostra Juve: ci somigliava un po’ perché era vincente, ma era ancora un gradino al di sotto». Qual è il dirigente della Juventus che ne ha più incarnato lo spirito? «Per me rimane Moggi, è stato il dirigente che incarnava la cattiveria agonistica della Juve. E con lui tutta la triade, Giraudo e Bettega: sono stati formidabili per competenza, professionalità, unione, erano perfettamente amalgamati come dirigenti. Davano un segnale forte alla squadra. Mi spiace per Calcipoli: hanno voluto colpire Moggi per fare tacere tutti, il sistema era sbagliato, ma Moggi non era certo l’unico a farlo e tutti lo sapevano». Che cosa non deve fare mai un giocatore, un dirigente e un allenatore della Juventus? «Non deve mai comportarsi male, deve essere sempre un professionista, arrivare un’ora prima all’allenamento e rimanere in campo un’ora dopo la fine della seduta, curare i particolari, avere un rendimento costante. Poi il giudice sarà il campo. Alla Juve ti danno tantissimo, ma giustamente pretendono tantissimo». LEGGI TUTTO

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    Moggi, la replica dopo l’inchiesta della Procura Figc: “Questo è stalking”

    La procura Figc ha aperto un’inchiesta sulla presenza a bordocampo di Luciano Moggi per la gara del campionato Primavera fra Napoli e Juventus dello scorso 14 gennaio. La Procura guidata da Giuseppe Chiné – che ha appreso i fatti dai media – ha aperto un fascicolo a riguardo visto che Moggi è radiato per i fatti di Calciopoli. Nella giornata di mercoledì è stato sentito anche Gianluca Pessotto, dirigente dei bianconeri con cui l’ex dg si è intrattenuto. Il commento dell’ex dirigente. «Abito a Napoli e ho letto che c’era questa partita. Sono andato a Cercola insieme a due amici e siccome non sono pratico del campo ho chiesto all’inserviente che mi ha fatto passare a bordocampo. Lì ho incontrato Pessotto, che ho salutato calorosamente perché è stato un mio giocatore. Chinè non può dire che io non posso parlare con qualcuno, perché questo è stalking. Non possono vietarmi pure di parlare».Guarda la galleryQuanta Juventus! Il raduno dei campioni a casa di Lippi LEGGI TUTTO

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    Moggi e Napoli-Juventus, Scudetto tra tifo Maradona, Agnelli e Ferlaino

    Si avvicina il fischio d’inizio del big match del Maradona tra Napoli e Juventus, sfida chiave per il futuro del campionato che metterà davanti le formazioni di Spalletti e Allegri. Alla vigilia della sfida, a Radio Crc, è intervenuto il doppio ex della sfida, Luciano Moggi che ha presentato così l’atteso incontro del prossimo turno di Serie A: “Spero di vedere una bella partita e che il Napoli possa fare un gran campionato e vincerlo. E’ una squadra che se lo merita. Ha iniziato bene e ha intimorito gli avversari. Contro l’Inter c’è stata una battuta di arresto, ma ha combattuto e si è ripreso immediatamente contro la Sampdoria”. Apre così l’ex dirigente bianocnero che aggiunge: “Il Napoli c’è e domani affronterà la Juve che più che fare gioco si preoccuperà di non prendere gol. La Juve è stata anche fortunata: contro la Cremonese ad esempio l’avversario ha colpito 2 pali e gli è stato annullato un gol”.Guarda la galleryJuventus e Napoli, da Ferrara a Higuain: la Top 11 dei doppi ex
    Moggi e Napoli-Juve, tra Scudetto e tifo
    “Quando c’era Maradona c’erano delle emozioni diverse in città, adesso invece anche i napoletani sono più cauti: sono diventati professionisti del mestiere e guardano partita dopo partita”, commenta così, Luciano Moggi il pubblico del Maradona in questo anno di grandi speranze per tornare a conquistare lo Scudetto: “Dopo i tanti tentativi fatti e qualcuno poteva anche riuscire, adesso non ha problemi e può arrivare fino in fondo. Se dovesse superare anche l’ostacolo Juventus, considerando che le milanesi lasciano a desiderare, credo che si metta un passo ancora avanti alle alte”. Sulla situazione della Juventus, invece, l’ex dirigente dichiara: “I giocatori vanno in campo per vincere con o senza Agnelli per cui non credo sia questo il problema. Questa situazione andrà avanti fino a fine campionato, ma può anzi essere da stimolo per la squadra perchè le dicerie sulla società possono caricare la squadra”. Poi chiude con i ricordi Moggi: “Ferlaino è stato il presidente migliore che ho avuto. Ho lavorato con tanti presidenti, ma con Ferlaino mi sono trovato benissimo, più di ogni altro. Lui non solo faceva il presidente, ma aiutava i dirigenti ed era abile anche nello scovare i giocatori”.  LEGGI TUTTO

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    Moggi in assemblea: “Qui per ringraziare Agnelli. La Juve non sa difendersi dai media”

    Per la prima volta prende la parola anche Luciano Moggi, in qualità di azionista, accolto tra gli applausi. “E’ un applauso che mi commuove – ha esordito l’ex dirigente bianconero -, in tanti si domanderanno perché voglio parlare, ci ho pensato su prima di intervenire. La mia decisione si basa su tre motivi: sono venuto qui per capire, sui giornali leggo cose catastrofiche sul bilancio, qui invece sento che non è proprio così. Sono venuto qui per ringraziare Andrea Agnelli: nove scudetti non si vincono con facilità, chi c’è dentro conosce le difficoltà, ringrazio Andrea per quello che ha fatto in una società che non si è mai o non ha mai saputo difendersi, o ha lasciato cadere quello che gli veniva gettato addosso e per questo è diventata un giocattolo nelle mani dei media.”Sullo stesso argomentoAgnelli sulle dimissioni: “La Juve viene prima di tutto e tutti”Juventus

    Moggi e la Juve

    “L’epiteto più sentito è che la Juve vince perché ruba, non è vero, la Juve ha vinto sempre sul campo (applausi) e non ha mai rubato niente a nessuno. Magari ce l’hanno rubato a noi lo scudetto, a Perugia, nel diluvio del Curi, ce l’hanno rubato l’anno dopo con la Roma che vince lo scudetto perché vengono cambiate nel corso della stagione le regole sui passaporti con Nakata che decide la partita, qui a Torino, facendo un gol. Vedo sulla panchina come team manager colui che ha contraffatto il passaporto di Recoba. Conosco la famiglia Agnelli, so come ha lavorato Andrea, io sono uno che è abituato a vivere e non a esistere, combatto ancora per Calciopoli che ci ha indicati per colpevoli per cose che hanno fatto altri, per questo voglio regalare ad Andrea questo cofanetto con una chiave in cui c’è tutto calciopoli con le parole di Carraro che dice che la Fiorentina e la Lazio non possono retrocedere e che la Juventus non va aiutata”.

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    Moggi, il terremoto Juve e il nuovo presidente: “Ecco chi potrebbe essere”

    TORINO – Dopo la notizia del clamoroso terremoto all’interno della Juventus, con il consiglio di amministrazione che si è dimesso in blocco, cominciano già ad arrivare le prime reazioni. Tra queste, anche quella dell’ex dirigente Luciano Moggi, che ne ha parlato a caldo mentre era ospite su 7 Gold della trasmissione “Il Processo ai Mondiali”.
    La previsione di Moggi
    “Sono davvero sorpreso – ha detto Moggi – e non me l’aspettavo. Chi potrebbe essere il presidente? Non escludo che possa essere una donna. In tempi di dominio delle donne, non escludo che possa esserci questa rivoluzione anche alla Juventus”. Pur non avendo fatto nomi, il riferimento di Moggi sembra essere indirizzato verso Evelina Christillin. LEGGI TUTTO

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    Crisi Juventus, anche Moggi chiede i giovani: il post che scatena i tifosi

    TORINO – L’eliminazione della Juve dalla fase a gironi di Champions League fa rumore, per ovvie ragioni. La squadra di Allegri ha raccolto a malapena 3 punti nel girone H e ora, nell’ultima giornata contro il Paris Saint-Germain, si giocherà il passaggio in Europa League con il Maccabi Haifa, ieri sconfitto 7-2 proprio dai parigini. Su Twitter, Luciano Moggi ha caldeggiato il lancio di alcuni giovani in maniera permanente nella formazione titolare: “Oggi a Vinovo l’aria è ben ossigenata. Se i vecchi non lanciano le stampelle per mettersi a ballare, lasciamo che siano i giovani a condurre le danze. La maglia non veste solo petti ignudi, si deve appiccicà alla pelle!”, ha scritto l’ex dirigente bianconero. A tal proposito, non sono mancati i diretti riferimenti nel caso: Moggi, infatti, ha menzionato attraverso gli hashtag Kean, Miretti, l’argentino Soulé, Gatti e Iling-Junior.Guarda la galleryBenfica-Juventus, le pagelle: Bonucci, un incubo bianconeroIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Lapo Elkann risponde a Moggi: “Si sa che la gente dà buoni consigli, se non può più dare cattivo esempio”

    TORINO – Il 2006, calciopoli, la Juventus che cade e rinasce giocando in Serie B. Una nuova storia da riscrivere con gol, record, sconfitte e vittorie. Fino a tornare campione d’Italia, per nove anni consecutivi. E sempre Lapo Elkann è stato in prima fila, come tifoso, accanto a quei colori che ama, tanto che proprio quell’anno, che rimarrà impresso nella memoria di tutti gli appassionati bianconeri, si fece tatuare lo stemma del club sull’avambraccio. In un articolo su Libero, l’ex dg Luciano Moggi lo chiama in causa, attaccandolo. Lapo, che dopo il ko contro il Milan, ha richiamato la squadra con un tweet («La Storia e la Maglia MERITANO AMORE, RISPETTO, PASSIONE e PROFESSIONALITÀ. SVEGLIATEVIII TUTTI») risponde così, citando il cantautore genovese: «Caro Luciano, De André cantava: Si sa che la gente dà buoni consigli. Sentendosi come Gesù nel tempio. Si sa che la gente dà buoni consigli. Se non può più dare cattivo esempio». LEGGI TUTTO