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    Coronavirus, Zampa: “Se la Serie A continua così, giocano le giovanili”

    Sandra Zampa, esponente del Partito Democratico e sottosegretario al Ministero della Salute, ad Agorà Rai Tre, sull’emergenza Coronavirus nel calcio italiano ha detto: “Se fosse stata accettata la proposta molto rigorosa che era stata fatta inizialmente oggi le squadre di calcio non avrebbero dei giocatori contagiati, quindi avrebbero una situazione migliore. La proposta iniziale che era stata fatta, un po’ simile a quella NBA, prevedeva che vivessero in una bolla oggettivamente settica, ovvero che partendo tutti in condizioni di salute perfette evitassero i contatti esterni, se invece si va continuamente a cercare i contatti esterni non puo’ che finire che deve giocare la giovanile. Facciano loro una riflessione”. 
    Grazie ragazzi, avete dato un calcio al Covid
    Cristiano Ronaldo e il rientro in Italia: ecco le regole LEGGI TUTTO

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    Milan-Inter si accende: grinta Vidal, fosforo Bennacer

    MILANO – Non è semplice individuare quali possano essere i possibili protagonisti del derby che andrà in scena sabato prossimo a San siro, con inizio alle ore 18. Se da un lato c’è la pseudo certezza che sarà più equilibrato, rispetto al passato, perché il Milan sembra aver ridotto il gap che la distanziava dall’Inter, dall’altro i rispettivi organici sono talmente ricchi di fuoriclasse che un’analisi sotto questo punto di vista è tutt’altro che agevole. Però, in ogni caso, non si va mai troppo lontano dal vero quando si analizza un match sotto il profilo dei rispettivi registi. Dei giocatori, cioè, attorno ai quali gira tutta la squadra.  E allora, Vidal versus Bennacer: che la sfida abbia inizio.

    La grinta di Vidal
    E’ arrivato il 20 settembre, quindi giocherà il derby con meno di un mese di ambientamento alle spalle, Ma Vidal, un po’ perché gioca in una squadra agli ordini di Conte, un po’ perché è ancora sufficientemente fresca la sua esperienza alla Juventus, di tutto potrà soffrire, tranne che di isolamento o di mancato inserimento. Quanto alle caratteristiche tattiche, è noto a tutti che Vidal sia giocatore di grande temperamento e di buona capacità realizzativa. Ma all’Inter, almeno stando a quanto visto in queste prime partite, la scelta di come utilizzarlo è ancora lontana. Subito protagonista, insomma, e nel derby non sarà da meno.

    Il fosforo di Bennacer
    Anche se finiranno spesso per battagliare contro, occupando porzioni di campo analoghe, Ismael Bennacer è lontano anni luce da Vidal, anche da un punto di vista estetico. Più regista, attento nel recuperare palloni ma, come il cileno, facile vittima del cartellino giallo, Bennacer ha avuto una crescita esponenziale, lo scorso anno. E al massimo dovrà guardarsi dal fuoco amico: l’acquisto di Tonali da parte del Milan offre una fantastica alternativa al giocatore algerino. 
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    Lepore: “Juve in B? Dovevamo indagare anche sull'Inter, ma…”

    NAPOLI – “Volevamo cambiare il calcio, ci bloccarono. Avevamo trovato il modo aver trovato di rifondare il calcio”. Giandomenico Lepore, ex capo della Procura della Repubblica di Napoli, è intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo: “Vanto un merito, consapevole o inconsapevole, volente o nolente, quello di aver mandato la Juventus in Serie B. Volevamo rifondare il calcio corrotto. Quell’indagine doveva colpire tutte le squadre, compresa il Napoli che poteva essere coinvolto, la seconda squadra che doveva essere esaminata l’Inter, ma L’Espresso pubblicò le intercettazioni ed i telefoni iniziarono a tacere, fu un modo di fermare, volevano evitare che si indagasse su tutto il calcio. Se avessimo fatto 10 anni di intercettazione e non 2, forse la Juve si sarebbe vista revocata altrettanti scudetti. Questione Juventus-Napoli? Il protocollo Figc mi sembra esagerato e sbagliato, ma questo stesso protocollo ha una clausola dove parla di interventi di autorità statali e locali. Allora, se la Asl di Napoli è intervenuta, di fatto, dovrebbe essere automatico il rinvio per la prevalenza del provvedimento della salute pubblica sul protocollo. La Juventus, se c’era come presidente Gianni Agnelli, non avrebbe perso l’occasione di accordarsi per il rinvio della gara. Salvaguardava anche gli interessi della Juventus stessa: ha ragione il presidente De Luca, perché salvaguardava la stessa Juventus. 3-0 a tavolino? Se il Napoli fa ricorso, ovviamente vince. C’è ancora tanto da fare per pulire il calcio italiano”. LEGGI TUTTO

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    Covid, il dott. Nanni: “Se necessario pronti a cambiare il protocollo”

    ROMA – “Abbiamo ribadito che il protocollo vada seguito ed è importante. Sia in campo, sia negli spogliatoi. Sia in allenamento, sia in gara. Dobbiamo evitare problemi nel gruppo squadra, siamo pronti ad affrontare le varie situazioni”. Il prof. Gianni Nanni, medico sociale del Bologna e membro della Commissione medica della Figc è intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo. “Se sarà necessario, pronti a modificare il protocollo in minima parte. Cancellare nel protocollo la parte nella quale si lascia spazio all’autorità statale o locale come nel caso della Asl di Napoli? Dovremmo richiedere uniformità delle Asl, diventa impossibile andare avanti, siamo in balia delle autorità locali. Le autorità locali non possono intervenire con il minimo sospetto. Tanti positivi al Genoa? Si, ma non c’entra con la Asl di Napoli, quello di Napoli non è un focolaio. Quella della Asl è una decisione che non riesce a farci andare avanti”. LEGGI TUTTO

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    De Luca, fango su Agnelli, Juve e Figc: “Penoso, società senza onore, protocollo inutile”

    NAPOLI – Vincenzo De Luca non le manda certo a dire: il governatore della Campania nella sua classica diretta Facebook del venerdì ha speso parole di fuoco riguardo alla bagarre Juventus-Napoli e alla scelta della ASL partenopea di non lasciar partire gli azzurri per Torino:”In questi giorni c’è stata una vicenda riguardante il Napoli Calcio: negli azzurri emergono due giocatori positivi al covid, le ASL Napoli 1 e 2 vengono investite del caso e fanno esattamente ciò che prevede la legge, ossia il Ministero della Salute, cioè mettere in isolamento domiciliare i contatti stretti per effettuare i tamponi. Né più né meno. Qui interviene un problema. La FIGC fa un protocollo che deroga alle disposizioni di Regione e Ministero della Salute relative ai positivi. E quindi si alza un piccolo polverone. Il protocollo è un atto privato e non conta nulla dal punto di vista legale e sanitario”.

    “Mi fossi comportato come Agnelli, mi sarei sentito senza onore”
    De Luca continua la sua filippica: “I calciatori sono sottoposti alle stesse regole sanitarie di tutti i cittadini italiani. E quindi il Napoli non è partito perché messo in quarantena dalle ASL. La Juve, per bocca del presidente Andrea Agnelli, fa una dichiarazione penosa, imbarazzante. ‘Siccome c’è un protocollo, noi andremo allo stadio’. Il numero uno della Juve è un uomo appassionato, oltre che di palle e palloni, anche di filosofia. Gli ricordo allora le parole di Schopenauer: ‘la gloria bisogna conquistarla, l’onore basta non perderlo’. Se io mi fossi comportato così sentirei di aver perso il mio onore sportivo. Mi chiedo: quale spirito sportivo rimane in questi atteggiamenti? E’ ancora sport o qualcos’altro? Ci riempiamo la bocca di sport, di valori sportivi, di lealtà sportiva, di competizione onesta e rispetto per gli avversari. Ma come ci si può ridurre alla meschinità di pretendere di vincere una partita con i rivali messi in quarantena da una ASL e non per propria volontà?”.

    L’ironia: “Abbiamo evitato a Ronaldo il contagio…”
    De Luca ce ne ha per tutti, anche per Roberto Mancini: “Persino lui si è lasciato andare ad un’esternazione che poteva risparmiarsi. Con molta simpatia dico che ognuno deve fare il suo mestiere. Se ogni federazione chiedesse procedure in deroga, a questo punto sarebbe più logico sciogliere il Ministero della Salute e le ASL. Capisco che il mondo del calcio coinvolge tanti grandi interessi economici. Ma ci deve essere un punto limite, oltre il quale lo sport non è più sport. Allora non parlate più di valori sportivi, chi non ha lealtà e onore non può parlare di sport. Lo dovevo precisare visto che non sono arrivati neanche i ringraziamenti alle ASL e al Napoli perché abbiamo evitato di contagiare Cristiano Ronaldo. C’è già stata il precedente del Genoa, pensate se il Napoli avesse fatto uguale: andiamo lì, giochiamo e poi magari una settimana dopo CR7 positivo. Avremmo conquistato i titoli del New York Times”. LEGGI TUTTO

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    Juve-Napoli, inciucio parte seconda: il 3-0 si allontana

    Il giudice sportivo Gerardo Mastrandrea ha bisogno di più tempo per la sentenza su Juventus-Napoli, non disputata domenica sera per il mancato arrivo del Napoli. Il giudice sta studiando le carte della Procura federale e potrebbe averne altre (mercoledì gli ispettori della Figc erano a Castelvolturno per verificare l’applicazione del protocollo Covid). Una serie di circostanze abbastanza irrituale (di solito questo iter avviene in appello, mentre in primo grado il giudice si esprime, in tempi molto celeri, di solito sulla base dei referti arbitrali).

    Una serie di circostanze che fa pensare a una sentenza molto articolata e che, molto probabilmente, non conterrà il 3-0 a tavolino contro il Napoli (che altrimenti sarebbe stato comminato in modo piuttosto semplice, anche solo sulla base del referento di Doveri che certificava l’assenza della squadra di Gattuso allo Stadium). La sentenza, infatti, dovrà equilbrare le esigenze delle giustizia sportiva e quelle della politica. Il 3-0 a tavolino contro il Napoli, infatti, sarebbe uno schiaffo alla Asl 2 del capoluogo campano, che sabato scorso aveva impedito la trasferta del Napoli con un documento scritto.
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    Coronavirus, Gravina tuona: “Applicare rigorosamente il protocollo”

    TORINO – “L’applicazione rigorosa del protocollo in essere da parte di tutti rappresenta l’unico strumento attuabile in grado di garantirci il prosieguo delle competizioni sportive”. Lo dichiara, in una nota, il presidente della Figc Gabriele Gravina. “Negli ultimi giorni si sono susseguite una serie di dichiarazioni che alimentano confusione e inutili tensioni – afferma Gravina commentando le polemiche sulla richiesta di modifica del protocollo per il calcio professionistico validato dal Cts -, quello che chiediamo è l’applicazione rigorosa del protocollo in essere da parte di tutti, perché rappresenta l’unico strumento attuabile in grado di garantirci il prosieguo delle competizioni sportive, così come sono iniziate. La Figc ha condiviso un percorso chiaro con i ministri Speranza e Spadafora e solo grazie al rapporto di fiducia e collaborazione che si è instaurato potremo fronteggiare tutte le difficoltà connesse a questa terribile pandemia”. Poi aggiunge: “Siamo consci che, con una tale recrudescenza dei contagi, in questo momento la riapertura degli stadi deve essere necessariamente messa in secondo piano”. LEGGI TUTTO

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    Capello: “Scudetto? Dico Inter. Atalanta mina vagante”

    “Quest’anno la favorita è l’Inter. Perché nella voglia di cambiare giocatori, ha tenuto anche dei calciatori che dovevano andare via e invece son rimasti. Ha una rosa super fornita, di grande livello. La Juve ha fatto ottimi acquisti ma bisognerà vedere come riuscire a metterli in campo. Stavolta gli avversari sono molto competitivi. Metto prima l’Inter. Poi il Napoli. E poi per la Champions il Milan insieme alla Roma. L’Atalanta? È molto interessante, se recupera Ilicic diventa una mina vagante, vedremo come si posizionerà alla metà del torneo. È una squadra da temere da parte di tutti, è una squadra pericolosa, da temere sotto tutti gli aspetti”. Queste le dichiarazioni dell’ex allenatore Fabio Capello intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format “I Lunatici”. Sul calcio senza pubblico l’ex allenatore del Milan, della Juventus e della Roma ha aggiunto: “Ci sono delle valutazioni da fare, ci sono giocatori che senza pubblico rendono di più, hanno più coraggio, si segnano più gol. Il pubblico se non hai personalità ti blocca, per alcuni calciatori giocare senza tifosi è produttivo. Io direi che senza pubblico manca quell’atmosfera trainante, io alla forza del pubblico do il venti percento. Ci sono squadre che quando giocano in casa vivono delle trasformazioni pazzesche”. Per quanto riguarda la nazionale italiana ha spiegato: “C’è stato un momento in cui sono stato vicino alla panchina azzurra, io ho rifiutato perché non mi sentivo di poter allenare la nazionale italiana. Ora la squadra di Mancini ha una grande fortuna, ha bei giocatori. Ha un grande portiere, che fa sempre la differenza, e abbondanza di forza e qualità a centrocampo. Con forza e qualità a centrocampo, hai qualcosa di veramente importante”.

    Capello: “Cassano, quanto talento sprecato”
    Il tecnico ha poi ripercorso sia la sua carriera da calciatore che da allenatore (“ho imparato tanto da Helenio Herrera e Liedholm per capacità e intelligenza di gestire varie situazioni, sono stato contento di tutte le esperienze che ho avuto, ho fatto una carriera interessante sotto tanti aspetti”), ricordando anche alcuni dei campioni allenati. “Ronaldo il fenomeno era il più forte di tutti. È stato il migliore. Ma è stato anche il giocatore che ho fatto cedere al Real Madrid perché non voleva perdere peso. Cassano? Giocatore straordinario, però purtroppo anche lui dopo un anno non aveva capito la sua forza. Un talento sprecato”. 
    Juventus e Barcellona pensano ad un altro scambio
    Capello, Totti e lo scudetto alla Roma
    “Pensare che fui vicinissimo alla Lazio nel 1997. Ci incontrammo a Madrid, allenavo il Real, poi mi richiamò Berlusconi, al quale dovevo tutto e a quel punto per riconoscenza accettai il Milan e fu il mio più grave errore nelle scelte tornare. Io ho una capacità nel costruire le squadre, lì mi ritrovai con la squadra fatta, e non era una squadra competitiva. Lo scudetto alla Roma? Non è una leggenda che uno scudetto a Roma vale più che a Milano o Torino. Se hai la squadra, è possibile vincere lo scudetto anche a Roma. È il dopo che è difficile. Si continua a festeggiare anche dopo lo scudetto per mesi. Non si ha più voglia, concentrazione, attenzione. Ci sono le radio, tutti lavorano per farti rilassare. L’ambiente romano? Per me non era un problema, io con le radio non andavo d’accordo, avevo detto subito che con le radio non avrei parlato, non ero disponibile a parlare ogni giorno di quello che succedeva nello spogliatoio. Tanto lo sapevano comunque, perché a Roma si sa tutto. I giocatori, i procuratori… Qualcuno che chiacchiera c’è sempre. È difficile mantenere un segreto. Ricordo quando chiamai Sensi, io non ho mai avuto procuratori, lui mi disse che mi voleva in panchina, ci incontrammo, firmai il contratto. C’era un problema con molti giocatori che Zeman avrebbe voluto mandare via. La squadra era forte, dopo un anno capimmo che serviva un giocatore di un certo livello, che facesse la differenza, e fu fatto un sacrificio per acquistare Batistuta. Arrivò con dei problemi al ginocchio ma si curò e fu fondamentale. Totti? Io ho sempre chiesto e dato rispetto ai giocatori. Devi essere capitano non solo per lo scambio del gagliardetto. Devi essere leader in tutti i momenti. Volevo che fosse così”. LEGGI TUTTO