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    Brescia-Roma 0-3: Zaniolo torna al gol dopo l'infortunio, Lopez nei guai

    BRESCIA – La Roma tenta l’allungo per il quinto posto e la qualificazione in Europa League, battendo 3-0 il Brescia in trasferta nel match del Rigamonti, valido per la 32ª giornata. I giallorossi controllano la partita, senza trovare il gol nel primo tempo, dilagando poi nella ripresa. Diego Lopez piange per il suo Brescia, troppo molle per poter sperare in una salvezza ormai difficilissima: la Roma resta un ostacolo insormontabile per l’allenatore uruguaiano, che ha ottenuto un solo punto in 6 gare contro i giallorossi. Fonseca respira, facendo seguito al successo sul Parma di mercoledì scorso, dopo tre ko consecutivi.
    BRESCIA-ROMA, TABELLINO E STATISTICHE
    Brescia-Roma, la cronaca 
    All’ingresso in campo nel Brescia c’è il 25enne Andrenacci in porta, alla prima da titolare in questa stagione, Torregrossa in attacco, affiancato da Skrabb, mentre Alfredo Donnarumma si siede inizialmente in panchina. La Roma si affida nuovamente alla difesa a tre, con Ibañez centrale, mentre davanti c’è Kalinic, preferito a Dzeko, non al meglio. Tra i pali giallorossi Fonseca schiera Mirante al posto di Pau Lopez e non ci sono gli squalificati Cristante e Mkhitaryan. In apertura di gara Torregrossa sfiora il vantaggio su un liscio di Ibañez, poi la Roma inizia a macinare gioco, senza però trovare il gol nei primi 45 minuti: ci provano senza esito Veretout dalla distanza (parata di Andrenacci), Kalinic di testa (fuori), Ibañez (fuori), ancora Kalinic di testa (fuori), Perez (fuori) e Diawara (fuori) e Kolarov su punizione (respinta di Andrenacci). I padroni di casa faticano a uscire dalla propria metà campo, facendosi pericolosi soltanto con Bjarnason, dalla distanza, al 25’: Mirante blocca in due tempi.

    Zaniolo torna al gol dopo l’infurtunio
    La Roma sblocca il match al 48’ su calcio d’angolo battuto da Pellegrini: Fazio calcia di sinistro, rasoterra, e Andrenacci pasticcia, facendosi sfuggire il pallone oltre la linea di porta. Per il difensore argentino è il primo gol stagionale in Serie A, decimo in carriera. I giallorossi raddoppiano al 62’ con Kalinic, pescato da un cross morbido e al bacio di Perez, e così giocano sul velluto. Al 74’ calano il tris con Zaniolo, che fulmina in corsa Andrenacci con un sinistro da posizione leggermente decentrata. Per il 21enne talento della Roma è il primo gol dopo il grave infortunio al ginocchio del 12 gennaio scorso, nella gara contro la Juve. All’84’ Dzeko, entrato in campo al posto di Kalinic, colpisce la traversa e poi il palo, non riuscendo a interrompere un digiuno che dura da cinque partite. Il match si chiude 3-0 per la Roma, che si gode il quinto posto con tre punti di vantaggio sul Napoli e cinque sul Milan: lo scontro diretto di domani sera tra partenopei e rossoneri potrebbe dare ulteriore serenità alla squadra di Fonseca.
    SERIE A, RISULTATI E CLASSIFICA LEGGI TUTTO

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    Lazio-Sassuolo 1-2: Raspadori e Caputo spietati, assist a Juve e Atalanta

    ROMA – La crisi della Lazio non si ferma. Dopo il Milan e il Lecce, anche il Sassuolo mette ko i biancocelesti: finisce 2-1 con il gol di Caputo al 92′ che regala a De Zerbi la prima vittoria contro Inzaghi. Il vantaggio di Luis Alberto nel primo tempo è rimontato da Raspadori prima (gol al debutto da titolare per il classe 2000) e da Caputo poi. Ora il secondo posto della Lazio è a forte rischio: l’Atalanta può prenderselo e l’Inter può agganciare Immobile e compagni a 68. Anche la Juve ne può approfittare allungando a +10.
    Il tabellino di Lazio-Sassuolo
    La classifica di Serie A

    Il Var annulla il gol a Raspadori
    A differenza di Inzaghi, obbligato nelle scelte considerati i tanti infortunati, De Zerbi ha la possibilità di cambiare quasi tutta la squadra rispetto all’ultima gara con il Bologna. Titolare Raspadori in attacco, è l’esordio dal 1′ col Sassuolo (32’ finora in campionato), fuori Berardi e difesa stravolta. A centrocampo è confermato solo Locatelli. Al 4′ un lancio bellissimo di esterno di Milinkovic asseconda la corsa di Lazzari che guarda in mezzo e serve Immobile, ma il destro a incrociare di Ciro sfiora il palo. Non mancano le emozioni: quattro minuti più tardi Raspadori va in gol, ma il Var vede il tocco di Bourabia, e non di Parolo, che innesca in fuorigioco la punta davanti a Strakosha.
    Lazzari è Bolt, sblocca Luis Alberto
    Se per il Sassuolo il gioco corale è la soluzione per aprire la difesa biancoceleste, per la Lazio Lazzari è l’uomo in più: spinge senza sosta e al 34′ dà l’assist a Luis Alberto. L’ex Spal sembra Bolt, si mangia mezzo campo e mezza squadra avversaria come nei 100 metri e conserva la lucidità per dosare il traversone. Il ‘Mago’ spagnolo, grazie ad una carambola su tentativo di tiro, riesce a beffare Consigli e a segnare l’1-0. Prima dell’intervallo, l’ultimo brivido lo confeziona Boga: solito show, punta, sposta e tira e per poco non centra il sette.
    Gioia Raspadori, Caputo al 92′
    Cambi in apertura di secondo tempo: Jony per Lukaku la mossa di Inzaghi, Muldur e Caputo per Toljan e Traoré nel Sassuolo. E Caputo entra subito nel pareggio dei suoi al 52′: Luis Alberto perde palla, taglio in profondità di ‘Ciccio’ che passa a Raspadori, è facile per il classe 2000 spingere dentro l’1-1 a porta vuota. Miglior debutto non poteva immaginare. È un pari meritato, i neroverdi giocano meglio, la Lazio è schiacciata e non costruisce nulla. Strakosha salva su Muldur e Djuricic si divora il gol sulla ribattuta. Inzaghi legge la sofferenza e inserisce Cataldi per Caicedo, con Luis Alberto alzato vicino ad Immobile. Proprio Ciro prova a suonare la carica, gran destro a giro che esce di un soffio. Altri cambi: dentro Leiva, Adekanye e Vavro (fuori Milinkovic, Luis Alberto e Radu), De Zerbi mette Haraslin per Djuricic. L’occasione per il 2-1 la Lazio la produce su punizione, ma Bastos non centra lo specchio di testa. Al 92′, nel recupero, Caputo punisce Inzaghi raccogliendo la sponda di un compagno nell’area piccola. LEGGI TUTTO

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    Lazio-Sassuolo 1-2, il tabellino

    ROMA – Il Sassuolo batte in rimonta la Lazio all’Olimpico di Roma. Nella prima frazione i biancocelesti trovano il vantaggio con Luis Alberto, mentre ad inizio ripresa i neroverdi pareggiano con Raspadori. In pieno recupero, match point di Caputo.
    LAZIO-SASSUOLO: NUMERI E STATISTICHE
    CLASSIFICA SERIE A
    LAZIO (3-5-2): Strakosha; Bastos, Acerbi, Radu (38′ st Vavro); Lazzari, Milinkovic (22′ st Leiva), Parolo, Luis Alberto (38′ st Adekanye), Lukaku (1′ st Jony); Caicedo (16′ st Cataldi), Immobile. A disp.: Proto, Guerrieri, Luiz Felipe, Armini, D. Anderson, Falbo, A. Anderson. Allenatore: S. Inzaghi
    SASSUOLO (4-2-3-1): Consigli; Toljan (1′ st Muldur), Marlon, G. Ferrari, Kyriakopoulos; Bourabia, Locatelli; Traoré (1′ st Caputo), Djuricic (23′ st Haraslin), Boga (34′ st Rogerio); Raspadori (44′ st Magnani). A disp.: Pegolo, Chiriches, Peluso, Ghion, Magnanelli, Berardi, Manzari. Allenatore: De Zerbi
    ARBITRO: Di Bello di Brindisi
    MARCATORI: 33′ pt Luis Alberto (L), 7′ st Raspadori (S), 46′ st Caputo (S).
    NOTE: Ammoniti: Parolo, Immobile, Bastos, Leiva (L); Muldur, Ferrari (S). Recupero: 4′ pt, 5′ st. LEGGI TUTTO

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    Borriello: “Nicchi? E' ora che lasci. Mi minacciò di chiudermi in un pollaio”

    NAPOLI – Gennaro Borriello, un tempo di professione arbitro, intervistato da Radio Punto Nuovo ha mosso delle pesanti accuse a Marcello Nicchi, numero uno dell’Aia: “Io ti chiudo in un pollaio: così mi ha minacciato e me ne sono andato. Ora si stacchi dalla sedia, vive di protagonismo. Io non mi sono candidato, quando c’è stato Boggi ho cercato di dare una mano. Avevo un ruolo di dirigente in varie commissioni ed ero convinto di far parte di un’associazione di persone per bene e serie. Non potevo pensare, 20 anni fa quando ho smesso sul terreno di gioco, di incappare in un personaggio come Nicchi che ama sedersi sulla poltrona”.
    “Mi disse che mi avrebbe chiuso in un pollaio”
    “Lui da lì non se ne vuole più andare – ha dichiarato Borriello – quando comunicai le mie intenzioni mi disse: “Ti chiudo in un pollaio. Io ho le spalle grosse, ma fare certe pressioni a capi sezione inferiori, li uccide. Non ci ho più visto ed ho rinunciato ad incarichi già avendone alcuni. È ora che lasci spazio a qualcun altro. Tutti quelli che non erano sulla sua stessa linea, sono stati deferiti o hanno visto ritirarsi la tessera”. Borriello parla poi delle recenti proteste dopo il gol annullato per mano di Manolas: “Ho avuto la fortuna di preparare il mio lavoro con dvd, il VAR è iniziato lì. Fin quando era un discorso di didattica andava benissimo, ma con la sua introduzione si è modificato il calcio. Ci vuole un arbitro capace, con qualità e che stabilisca se è fallo di mano o meno, altrimenti non si gioca più. I calciatori sono diventati matti, non sanno cosa fare. La colpa non è dell’AIA, ma dell’IFAB”.
    Bertini: “Mia tessera ritirata senza motivo da Nicchi”
    Anche l’ex fischietto Paolo Bertini fischietto lancia accuse verso il numero uno dell’Aia: “Nicchi è resiliente. Non capisco perché ci stiamo avviando verso il quarto mandato, la regola dei due mandati vale per tutto il mondo tranne che per l’AIA. Un altro problema del genere ce l’aveva Damiano Tommasi, ma è stato intelligente e ha fatto un passo indietro. Cambiare la regola già per un terzo mandato è un aggravante”. Bertini racconta poi una sua brutta esperienza vissuta all’interno dell’associazione arbitrale italiana: “Ho avuto un provvedimento di ritiro tessera da cui non mi sono difeso vista la portata dell’accusa, non ne valeva la pena. Avevo fatto una querela per diffamazione inerente a Calciopoli che mi ha visto coinvolto e la prima persona che informai a riguardo fu Nicchi. A processo avviato, mi ha ritirato la tessera perché non potevo agire per vie legali verso altri tesserati”.

    “Dentro l’Aia ci sono persone preparate che non possono emergere”
    Questa non è l’unica volta in cui una cosa simile è accaduta: “Simile al mio è il caso Nicolodi, quella sentenza è arrivata al Tribunale, è evidente che il ritiro della tessera è illegittimo. Ho avuto tante difficoltà durante Calciopoli, mi sono difeso con la tessera AIA in mano contro il parere del mio legale. Nel momento in cui è arrivata la sentenza, non avevo più la tessera perché l’AIA me l’aveva ritirata. Ritengo necessaria una riforma all’interno dell’AIA: ci sono figure molto capaci che non ricoprono ruoli importanti perché non vengono fatti emergere”. Bertini parla poi delle polemiche relative al Var, scaturite recentemente per l’operato di Michael Fabbri: “Sono anni che lancio quest’allarme. Il VAR è sicuramente un elemento di supporto enorme per ridurre errori arbitrali, ma snatura il gioco del calcio. Nessuno si è reso conto che avrebbe portato esattamente a ciò che sta accadendo adesso. C’è un numero di rigori assurdo, gioco forza la prova televisiva fa vedere una realtà diversa. I falli di mano sono diventati qualcosa di allucinante”. LEGGI TUTTO

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    Conte litiga con Juric: volano parole grosse in campo

    VERONA – Il primo tempo della sfida di Serie A tra Hellas e Inter a Verona è stato caratterizzato da tanta tensione. Non solo in campo ma anche sulle panchine. I due allenatori, Juric e Conte, si sono resi protagonisti di un duro battibecco con frasi particolari e offese dopo un fallo chiamato a Lukaku dal direttore di gara con i padroni di casa in vantaggio 1-0. Conte, dopo il fallo fischiato dall’arbitro a favore del Verona per un contatto tra Lukaku e Kumbulla, ha protestato, urlando: “Che fallo è?”. Evidentemente Juric si sarà lamentato ed immediatamente il tecnico nerazzuro ha replicato duramente: “Juric non rompere il ca… e stai muto”. Altra risposta dell’allenatore gialloblù a Conte: “Stai muto te, ma come ti permetti”. E’ servito il duro lavoro del quarto uomo Ros per dividere i due tecnici. LEGGI TUTTO