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    Sampdoria-Torino, le pagelle: Singo il migliore, male Milinkovic

    TORINO – Ecco le pagelle del Torino dopo la bella vittoria di ieri sul campo della Sampdoria per 1-2 con gol di Singo e Praet.

    La difesa

    MILINKOVIC-SAVIC 5 Regala l’imbucata del gol blucerchiato inciuccando il rinvio, smanaccia rischiosamente una punizione di Gabbiadini, poi nella ripresa non blocca un cross di Candreva e a momenti Thorsby segna: lo salva Rodriguez su linea. Appena guarito dal Covid: non era il Vanja che conosciamo da 4 mesi.

    ZIMA 6.5 Alcune incertezze iniziali, inoltre, con la difesa tutta sbilanciata, tiene in gioco Caputo sul gol. Ma poi cresce, si disimpegna sempre meglio in marcatura, spinge persino e serve anche una palla d’oro a Brekalo, sprecata.

    BREMER 7 Imperioso: un dominatore. Semplicemente perfetto. Un monumento: blocca da solo la metà delle azioni offensive doriane. Un periodo magico, per lui.

    RODRIGUEZ 6.5 Lucido, puntuale, preciso. Sostanza: difende e porta su palloni. E salva anche un gol sulla linea. 

    Guarda la galleryIl Torino vince ancora. Le incornate di Singo e Praet stendono la Samp LEGGI TUTTO

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    Il Toro non va oltre il 2-2 con l'Empoli. E anche Juric… stecca

    TORINO – I granata di Juric pareggiano 2-2 contro l’Empoli, ma restano tanti interrogativi. Il Toro domina e va sul 2-0 con Pobega e Pjaca. Poi, un’ingenuità di Singo rovina tutto: il laterale si fa espellere e da lì comincia un altro match. Il Toro decide di difendersi in inferiorità numerica ma così lascia strada ai toscani che prima accorciano con Romagnoli e poi nella ripresa fanno 2-2 con La Mantia. Punto guadagnato per il Toro? Per certi versi sì, ha rischiato anche di farsi ribaltare dal gruppo di Andreazzoli. Ma sono anche due punti persi, perché davvero non sono piaciuti i cambi e l’atteggiamento rinunciatario. Il tecnico granata ha tolto subito Pjaca, e non Praet: un azzardo. E alla fine era chiaro che il Toro mirasse soltanto a non soccombere. Questo nonostante un eroico Pobega ci abbia provato anche dopo il novantesimo: lui sì è cuore Toro, fino alla fine.

    SCELTE OBBLIGATE – Tra infortuni e turnover, Juric ha scelte forzate. Così, davanti ecco Sanabria per Belotti e dietro Zima per Djidji. Pjaca e Ola Aina dall’inizio. Andreazzoli confida nella buona forma di Zurkowski e Pinamonti.

    TOMMY-GOL – Due squadre votate al gioco ed è subito buon calcio. All’8’ bella azione di Pjaca, Sanabria di testa sbaglia un gol fatto. Al 10’ segna comunque Pobega: Vicario costruisce dal basso, gran casino Empoli, Sanabria viene deviato e Tommaso la butta dentro. Terzo sigillo in A per lui, uomo immagine dei granata. Al 15’ raddoppia Pjaca, dopo dai e vai con Buongiorno: gol di destro a giro e grande esultanza del croato dalla carriera sfortunata. Ha fisico e tecnica da top, purtroppo i legamenti del ginocchio hanno condizionato gli ultimi anni. Comunque, Marko e Ola a sinistra hanno una marcia in più. Al 24’ tiro empolese di un certa pericolosità: angolo e nulla di fatto. La squadra di Andreazzoli è comunque viva e costringe il Toro indietro. Giallo per Singo al 29’: ferma Di Francesco lanciato in malo modo. Al var il cartellino diventa rosso e i granata restano in dieci dal 33’. E sull’angolo Romagnoli di testa fa 1-2. Adesso la gara è decisamente riaperta. Juric corre ai ripari e mette dentro Voivoda per Pjaca, non certo felice per la scelta. Il Toro è in difficoltà, l’Empoli cerca il pari. Reattivo Vanja su Pinamonti e su Luperto subito dopo. Dopo due minuti di recupero, si va negli spogliatoi con la squadra di Juric avanti 2-1.

    CHE BOTTI – Si ricomincia e l’Empoli prende subito la traversa con Di Francesco. Per i granata è dura, devono cercare di non stare troppo indietro. Sale il nervosismo e anche Juric prende il giallo. I toscani attaccano, il Toro si difende. Anche troppo, tanto che Vanja Milinkovic-Savic urla ai compagni di salire. Incredibile al 65’: Bremer parte da solo e arriva da Vicario, tiro a lato. Al 69’ fuorigioco di La Mantia che segna. E’ una partita da batticuore per i tifosi sugli spalti, con un palleggio asfissiante degli ospiti. Che al 72’ pareggiano: sempre La Mantia a colpire di testa su cross di Luperto. E ora per Juric è tutto da rifare. Dentro Rincon per Praet e Zaza per Sanabria. Il copione è chiaro: Empoli avanti, Toro in trincea con Vanja in palla. Solo che l’atteggiamento dei granata è sbagliato, non si può fare una gara tutta così. I toscani la vogliono vincere e ci provano sino in fondo, contro avversari troppo rinunciatari. Entra anche Izzo per Aina. Grande Pobega in uscita allo scadere: guadagna un punizione. E il match finisce lì. Un pari sudato per il Toro ma chissà quanto soddisfacente. E anche Juric questa volta non ha… incantato. LEGGI TUTTO

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    Toro, Under 23 è pure meglio. Nessun titolare ha 30 o più anni

    La voglia di mantenere bassa la carta d’identita? dei granata si esprime anche nel piu? “anziano” del gruppo. Non ha 30 anni, ma 29 compiuti il 25 agosto, e se come sembra Juric gli dara? fiducia si piazzera? nel centrosinistra della difesa: gia?, il piu? “anziano” e? Rodriguez. Seguito da Linetty che avendone 26 e? comunque nel pieno della carriera, forse nemmeno ancora nella sua massima espressione. A 25 ci sono Sanabria e Lukic, favorito su Mandragora che invece ne ha 24. La stessa eta? di Bremer, giovane ma gia? leader del reparto, nonche? di Ola Aina. Altro ragazzo che a Torino ha portato quel «London Style», per dirla alla Juric, e che sulla fascia puo? sprigionare la potenza dei suoi 24 anni. Tanti quanti ne ha pure Vanja Milinkovic-Savic. Se la media della squadra favorita per giocare dall’inizio nel derby e? di 23,8 anni, quella dell’intera rosa e? intanto di 25,5. Comunque bassa.

    Una scelta che va nella direzione di investimenti a crescere, ma anche dettata dalla visione di gioco proposta da Juric. Dispendiosa, tra il pressing immediato, l’aggressione nel mezzo del campo anche attraverso il raddoppio sull’uomo, il sacrificio degli esterni e via discorrendo. Un calcio per cui servono giocatori di passo, e nel pieno del vigore che consente di arrivare un decimo di secondo prima dell’avversario, sul pallone. Di suo, il tecnico croato non ha poi remora alcuna a dare fiducia a ragazzi che, ancora, non hanno mostrato tutto il proprio potenziale, ma che hanno la cattiveria agonistica per volersi migliorare. E di gente di questo tipo, giovane ma tosta, il Toro di oggi ne avrà tanti. LEGGI TUTTO

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    Torino, con il Napoli ha perso ancora prima di giocare

    TORINO – La verità è che il Toro ha perso ancora prima di scendere in campo. Non già perché il Napoli fosse più forte (lo è: e di gran lunga) e almeno altrettanto motivato, a differenza di quanto – giusto per fare un raffronto con l’unica big battuta in questo campionato dai granata – si era dimostrata e si sta dimostrando la Roma. Ha perso in anticipo, il Toro, perché ha per l’ennesima volta trasmesso, anche se in via indiretta, un senso di debolezza congenito nell’attuale società e diffuso in ogni sua componente: da quelle interne – dirigenti e giocatori – a tutto il mondo che inevitabilmente gli gravita attorno.

    I danni del pre-partita

    Ha cominciato Luca De Simone, agente di Rolando Mandragora: conversando amabilmente con una radio partenopea in vigilia di match, il rappresentante del centrocampista ha di fatto ammiccato al Napoli – squadra per la quale tutta la famiglia del ragazzo simpatizza – spiegando che sì, Rolando in granata si è scoperto importante e si trova bene, che il Torino ha l’obbligo di riscatto a prezzo già fissato, ma che nel calcio tutte le cose «possono cambiare velocemente», e che in ogni caso il suo telefono «è sempre acceso», in attesa di proposte. Ha continuato poi, in collegamento tv, il direttore dell’area tecnica Vagnati e il terzino Singo. Al primo cosa chiedono? Ovviamente di Belotti, lasciato dalla società avvicinare pericolosamente alla scadenza del contratto senza proposte né argomenti per un rinnovo. E il dt cosa fa? Traccheggia parlando di colloqui «amicali e civili» con il capitano e definisce «un vanto» l’interesse dei grandi club per il Gallo. Mancava solo che lanciasse in qualche modo un’asta.

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