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    Toro, in Coppa d'Africa Ola Aina deve fare il salto di qualità

    TORINO – Ivan Juric si è messo il cuore in pace da tempo. Già sapeva che a gennaio avrebbe perso Ola Aina: lo immaginava sin dai mesi estivi. Perché l’esterno sinistro cresciuto nelle giovanili del Chelsea è un punto fermo della Nigeria: elemento molto importante per il ct Augustine Eguavoen, che lo ha chiamato per disputare la Coppa d’Africa in Camerun. Con credenziali notevoli: anche grazie al ritorno di Victor Osimhen le Super Aquile puntano al bersaglio grosso in una manifestazione il cui l’ultimo successo risale al 2013 (finalissima vinta 1-0 contro il Burkina Faso). Ola Aina sarà dunque uno dei protagonisti della Coppa d’Africa che inizierà il 9 gennaio, con buona pace del Toro, che sta valutando anche la possibilità di intervenire sul mercato per assicurarsi un esterno sinistro che faccia al caso di Juric.Sullo stesso argomentoToro, è ufficiale: la Nigeria convoca Ola Aina per la Coppa d’AfricaCalcio

    Solo in tre occasioni non è sceso in campo

    Già, perché la stagione di Aina non è stata esaltante fino a questo momento: anche nel nuovo corso del tecnico croato le prestazioni sono caratterizzate da una profonda discontinuità. I passi in avanti, dopo il positivo prestito al Fulham, non sono così evidenti come avrebbero sperato in casa granata. Eppure il minutaggio non gli è mancato: 16 presenze in campionato non sono poche. Solo in tre partite il nigeriano classe ’96 non ha avuto la possibilità di dare il proprio contributo: contro Venezia (per via di un permesso speciale per motivi familiari accordato dalla società), Roma e Bologna. Per il resto Aina è stato uno dei più utilizzati, anche per via delle tante assenze di Cristian Ansaldi, indispensabile quando è al top della condizione ma troppo spesso vittima di infortuni muscolari che ne diminuiscono l’impiego […]

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    Torino, Verdi positivo al Covid: nessun contatto con la squadra

    BOLOGNA – Simone Verdi è positivo al Covid. Come annunciato in una storia Instagram dalla compagna del giocatore, Laura Della Villa, l’attaccante del Torino, immortalato a letto con la febbre mentre legge un libro, ha cominciato il suo isolamento. Non ha avuto alcun contatto con i compagni, anche perché già da diversi giorni era a Bologna dopo un infortunio. LEGGI TUTTO

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    Torino, Ansaldi: “Starò qui fino a 40 anni, ho tanti stimoli”

    TORINO – “Incredibile, sono già cinque anni in granata”. Esordisce così Cristian Ansaldi, esterno argentino del Torino nell’intervista rilasciata a Torino Channel. Il 36enne ha spaziato parlando del suo passato, del suo futuro e della sua sfera privata da marito e papà. “La mia carriera? Il sogno di un ragazzo che diventa realtà, tutto parte dall’amore per il pallone. Ho iniziato con papà e mio fratello, papà è un grande appassionato di calcio come tutti noi argentini. E’ una passione diversa quella argentina, non come quella tedesca o inglese: siamo più “pazzi”. 
    Torino, Singo non parte ma si cerca un terzino
    “Io calciatore? Volevo fare il veterinario. Sul futuro..”
    “Io ho iniziato in una squadra piccola, del quartiere della mia città, poi a 9 anni sono andato al Newell’s. Obiettivo professionismo? Non da sempre, volevo fare il veterinario, amo gli animali: a casa ho serpenti, draghi barbuti, tre cani, pappagalli…Tanti mi chiedono che voglio fare dopo il calcio: penso sempre alla famiglia, a dedicarmi maggiormente a loro. E’ bello essere calciatori ma soprattutto per noi che lavoriamo fuori dal nostro paese natìo c’è bisogno di recuperare tempo per stare con i figli, con i fratelli e con tutti i parenti. Anche gli amici sono importanti, io ormai li vedo solo poche volte l’anno. Voglio tornare a Madrid dopo la fine della mia carriera, e andrò spesso anche in Argentina.
    Gli anni in Russia e in Spagna e la famiglia
    “Anni all’Atletico stupendi: di Madrid amo tutto, la lingua, l’ambiente. La Russia? Paese differente in tutto, mia moglie e io però siamo stati molto bene in quei sei anni a S.Pietroburgo. Con mia miglie ci conosciamo da bambini ed eravamo amici, poi a 15 anni ci siamo fidanzati e a 21 ci siamo sposati. Io papà? Ho tre bimbi, due gemelli. Abbiamo iniziato a migliorare come persone anche attraverso loro, un figlio ti cambia la vita. Il loro rapporto col calcio? Da quando hanno 6-7 anni sono più tristi quando parto per i ritiri, per le trasferte. Però mi seguono, mi incoraggiano e vengono allo stadio. Vogliono fare gli influencer (ride). In famiglia anche qualche momento buio: la separazione dei suoi genitori ha ferito profondamente Cristian: “Separazione dei miei genitori molto difficile, ero lontano dall’Argentina. Avevo rabbia, perchè ero cresciuto coi principi della famiglia e mi è caduto tutto. Ero già grande, ero già sposato, ma è stato comunque davvero duro. Una parte di me non è ancora guarita bene. Consiglio a tutta la gente: tutti i matrimoni avranno momenti difficili, cercate di superarli stando vicini”. 
    Torino, Aina convocato dalla Nigeria per la Coppa d’Africa
    “Starò a Torino fino a 40 anni”
    “Torino: si sente l’amore della gente, come a Rosario, a differenza dei grandi club qui ci si sente più in famiglia. Anche mia moglie e i miei figli stanno bene qui, mi dà tanta serenità. Starò qui fino ai 40 anni.  Carriera: tanti momenti belli, ho conosciuto grandi squadre e giocatori di grande livello. Anche la Nazionale mi ha dato tanto, ti identifica con la tua gente, col tuo paese. Stimoli a 36 anni? Certo, si deve cercare sempre lo stimolo, altrimenti si perde allegria, felicità. Io ho sempre detto: voglio giocare fino a 40 anni”. Tanti infortuni in carriera, bisogna stare attenti a cosa mangio, quanto dormo. Ora so gestirmi meglio, sento addirittura meno fatica di quando ero giovane”.
    La fede, i valori, le canzoni
    “Fede? Fondamentale. La gente pensa che noi calciatori non abbiamo problemi: non è vero, abbiamo gli stessi problemi di tutti, i soldi non tolgono i problemi. A che servono i soldi ad esempio se sei solo o se sei triste? I soldi ti danno tranquillità economica, la felicità è una cosa diversa. Trasmettere ai giovani questi valori? Si, bisogna fargli vedere queste cose più coi fatti che con le parole, quindi tendo sempre a dimostrarmi disponibile visto che sono fra i più esperti in squadra. Divertirsi negli spogliatoi è importante: bisogna sempre essere positivi, rialzare la testa dopo una sconfitta. Ricordiamoci che è un gioco, si cresce anche con la disciplina e con la mentalità vincente. Non ci si deve abituare a perdere.Mi piace cantare: oggi siamo vivi, domani non sappiamo. Amo la musica romantica, i lenti…”, conclude Ansaldi. LEGGI TUTTO

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    Toro, la sorpresa è Warming

    Ieri la seconda presenza in A. In precedenza solo un minuto nella massima Serie, oltre all’altro unico gettone col Torino in Coppa Italia. Magnus Warming, nella mezz’ora abbondante in cui è sceso in campo contro l’Inter, ha sicuramente ben figurato. Volitivo, vivace e arrembante, il danese si è messo in mostra, risultando tra i migliori dei granata nella gara disputata a San Siro. Uno, insomma, che potrebbe anche tornare utile a Juric nel 2022, sempre che a gennaio non venga mandato in prestito per giocare di più e crescere meglio. Speranze, ma anche consapevolezze.Guarda la galleryInter-Torino, la decide Dumfries: Juric ko

    Le parole di Warming

    Col 21 enne, presentatosi nella zona delle interviste con un cartone della pizza in mano, che al termine del match del Meazza commenta così la sua prestazione e la sconfitta contro i nerazzurri. «Sono stato abbastanza sorpreso che il mister mi abbia fatto entrare, ma sono molto felice che abbia creduto in me. Anche i compagni di squadra mi hanno fatto sentire a mio agio una volta entrato in campo. Ho solo pensato a come avrei potuto aiutare la squadra, speravo di poter sfruttare al meglio la mia velocità – spiega il classe 2000 -. Il ruolo che preferisco? L’ala, più che altro perché ho giocato tanti anni in questa posizione. Fare l’attaccante per me è un ruolo completamente nuovo, ma non ho problemi a ricoprirlo, anzi mi piace (è quello che ha fatto ieri entrando al posto di Sanabria; ndr). Sinora ho imparato tanto, sto migliorando. Mi sento bene nel calcio italiano, anche se ammetto come non sia stato facile all’inizio»

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    Toro, Filadelfia aperto: Juric favorevole ma la società frena

    TORINO – Chi ricorda quando è stata l’ultima volta di un allenamento a porte aperte al Filadelfia? Bravi, risposta giusta: c’erano ancora i carrarmati tedeschi per le strade. Non proprio, ma rende l’idea. E l’esplosione della pandemia ha persino dilatato le già ben sedimentate remore dentro al Torino, concedendo alla società persino alibi in più. Diciamo meglio: nessun lassismo, nessuna sottovalutazione del pericolo, nessuna voglia di minimizzare il rispetto delle normative anti-Covid. Ci mancherebbe, non è questo il punto. Il punto è che proprio la paura dei contagi, la necessità di evitare assembramenti e le complicazioni che comportano le disposizioni governative sono state “usate” dal Torino Fc anche per confezionare un no (all’apertura del Fila) infiocchettato, quasi inattaccabile, inoppugnabile.Guarda la galleryTorino, Juric batte il “suo” Verona 1-0: decide Pobega

    Il Filadelfia quando tornerà granata?

    Per la serie: potremmo anche accogliere qualche volta i tifosi, l’avremmo già fatto volentieri, ma col Covid è impossibile, troppo complesso e rischioso. E poi, le leggi… Certo, le leggi. Destinate a inasprirsi, ora. Lo deciderà il governo, lo impone la nuova ondata della variante Omicron: il peggioramento quotidiano della situazione. Da qualche giorno si parla di un’Italia tendente a diventare tutta arancione. Ma quand’è che il Fila diventerà granata? Anche qui dobbiamo aspettare Draghi? La questione non va ricondotta al caso specifico di questi giorni, di queste settimane […]

    Sullo stesso argomentoToro, il calo degli spettatori continua: meno di 7000 con il VeronaTorino LEGGI TUTTO

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    Diretta Inter-Torino ore 18.30: dove vederla in tv e streaming, probabili formazioni

    MILANO – Senza paura il Torino di Ivan Juric si presenta in casa dell’Inter già campione d’inverno e reduce da sei vittorie di fila: “Mentalmente stiamo bene, vogliamo fare una grande partita, stupire e provare a vincere”. Simone Inzaghi sa bene di non dover sottovalutare i granata, imbattuti nelle ultime 4 gare di campionato (2 vittorie e 2 pareggi): “Essere primi alla fine del girone d’andata non significa nulla, ma ci servirà da stimolo. La strada è ancora lunga e occhio al Torino”.
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    Dove vederla in tv e streaming
    Inter-Torino si gioca alle 18.30 a San Siro. La partita sarà trasmessa in televisione e streaming da DAZN.
    Guarda Inter-Torino su DAZN. Attiva ora
    Inter-Torino, probabili formazioni
    INTER (3-5-2): Handanovic; Skriniar, De Vrij, A. Bastoni; Dumfries, Vidal, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, L. Martinez. ALL.: S. Inzaghi. A disposizione: I. Radu, Cordaz, Ranocchia, D’Ambrosio, Kolarov, Darmian, Dimarco, Gagliardini, Vecino, Sensi, Sanchez, Satriano. Indisponibili: Brazao, Correa. Squalificati: Barella. 
    TORINO (3-4-2-1): V. Milinkovic; Djidji, Bremer, Rodriguez; Singo, Lukic, Pobega, Vojvoda; Linetty, Pjaca; Sanabria. ALL.: Juric. A disp.: Gemello, Izzo, Zima, Buongiorno, Aina, Ansaldi, Rincon, Mandragora, Kone, Praet, Brekalo, Warming. Indisponibili: Berisha, Belotti, Edera, Verdi. Squalificati: -.
    ARBITRO: Guida di Torre Annunziata. Guardalinee: Baccini e Saccenti. Quarto uomo: Zufferli. Var: Banti. Avar: Peretti. LEGGI TUTTO

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    Inter-Torino, piace l'accoppiata 1X più Under 3,5

    L’Inter di Simone Inzaghi non vuole fermarsi e dopo aver vinto contro la Salernitana proverà a conquistare i tre punti anche contro il Torino, imbattuto da quattro giornate ma vittorioso fuori casa soltanto una volta, contro il Sassuolo.
    Fai ora i tuoi pronostici!
    Statistiche a confronto
    C’è un dato curioso che merita risalto. i nerazzurri in 18 turni di campionato hanno sempre collezionato l’Over 1,5, cioè almeno due reti in partita. Niente somma gol finale 1, di conseguenza, esito che invece i granata hanno già centrato in 7 occasioni. Senza contare che sette delle otto trasferte giocate dagli uomini di Juric sono state caratterizzate dall’Under 2,5. Un’opzione “buona” per Inter-Toro magari può tenere conto dei dati appena citati. La combo “1X+Under 3,5” sembra essere un adeguato compromesso. Difficile, infatti, ipotizzare il primo ko interno dell’Inter (6 vittorie e 2 pareggi al Meazza). I granata lontano da Torino hanno segnato appena 4 gol in 8 partite… LEGGI TUTTO

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    Inter-Torino, Juric: “Mercato? Le cose sono chiare. La società poi deciderà”

    TORINO – “L’Inter è la squadra che gioca meglio, sfruttano bene il lavoro di Conte e Inzaghi ha dato imprevedibilità. Si sentono più liberi, hanno giocate meno codificate e si vede. Le ultime giornate mi hanno impressionato per come attaccano e come difendono, è una novità per il nostro calcio. Inzaghi è bravissimo: è un top allenatore”. Alla vigilia della trasferta al Meazza contro l’Inter vincitrice dell’ultimo scudetto e matematicamente campione d’inverno con una giornata d’anticipo, il tecnico del Torino Ivan Juric è intervenuto in conferenza stampa: “Partite così ti possono dare tanto: è sbagliato andare là e pensare che quello che viene, viene. Fare risultato potrebbe darci uno slancio per il futuro. Oggi vedo se tutti hanno recuperato, mentalmente stiamo bene e vogliamo stupire provando a vincere. Il nostro atteggiamento non cambierà, sarà quello solito: andremo alti con tutte le conseguenze positive e negative”. Sul fatto che i nerazzurri avranno 48 ore in più di riposo, Juric risponde che “anche a noi è capitato di trovare avversari più stanchi. Oggi faccio l’allenamento e valuto tutti: spero che i risultati positivi ti diano lo slancio per recuperare prima”.
    Juric: “Out Praet, Vojvoda è un esempio”
    “Praet non ci sarà, speriamo sia una cosa piccola. Per il resto, tutti sono convocabili e li valuto in base agli allenamenti. Da dopo Udine, siamo andati alla grande. Sarebbe eccezionale fare risultato domani, ma abbiamo fatto grandi partite e con l’Empoli ci è girata male. Domani è una grande occasione, ma le cose sono andate bene. Vojovda? È un esempio positivo di questa squadra. Per me non ha mai visto il campo, non è facile ma si è sempre allenato al massimo e ora raccoglie i frutti. Sono molto contento di ciò che ci dà, è probabile che giocherà se non lo vedo particolarmente stanco”.
    Juric e la questione tifosi
    “Non è mai stato un problema. Le vele servono per non far vedere agli allenatori ciò che proviamo, magari sui piazzati o sulle cose tattiche. Devi tenerti le cose per te. È dalla prima partita che sento sostegno allo stadio, ma purtroppo viene poca gente. Sento grande positività intorno alla squadra”.
    Juric: “Voglio un Torino affamato”
    “I ragazzi lavorano e si impegnano, hanno percepito che stanno meglio: giochiamo alla pari e a volte anche meglio delle big, sono sfide in cui raramente abbiamo visto il Toro essere messo sotto. Ma ho anche percepito un senso di accontentarsi, non andava bene. Bisogna avere fame e sana rabbia di andare più avanti, cercando di fare cose stupende. Mi sembra che la mia squadra lo abbia fatto abbastanza, ora dobbiamo mantenere la voglia di fare sempre risultato e non accontentarsi della prestazione. Abbiamo fatto sei punti contro chi ci stava davanti, in questo ho visto un cambiamento. Serve lo stesso spirito. Leader? Ci sono tanti ragazzi interessanti, ce l’hanno dentro e ancora non lo esprimono completamente. Devono ancora liberarsi per trasmettere la mentalità che voglio io, non siamo ancora al livello di aver cambiato la mentalità del passato. Spero che succeda il prima possibile. Quale giocatore è il simbolo del mio lavoro? Sono in tanti. Da Vanja, a Bremer, a Djidji, a Buongiorno che ha fatto enormi passi in avanti. Vojvoda gioca con grande calma, Rodriguez ha recuperato, in tanti hanno fatto meglio di quanto si pensasse. Davanti, invece, abbiamo avuto problemi: Praet e Pjaca tanti problemi, Belotti non lo abbiamo mai avuto. Non abbiamo avuto una costante positiva, ma in tanti dei miei ragazzi hanno fatto passi molto importanti. Abbiamo lavorato sul campo e sulla testa, vanno di pari passo. Ci sono momenti positivi, ma non abbiamo mai avuto Belotti che è importante per noi. Sicuramente gli attaccanti non hanno avuto la stessa continuità, ma a periodi ci hanno dato. Speriamo di migliorare quella fase”.
    Juric: “Torino competitivo, nonostante sia in costruzione”
    “In cosa ho cambiato la squadra? Un po’ in tutto: nel modo di giocare, nell’alzare il baricentro, e anche mentalmente stiamo lavorando per cambiare le cose. I miglioramenti si vedono, spero di continuare così mantenendo le cose buone e crescendo sul resto. La classifica? Ci sono ancora tante incognite, possiamo avere grossi problemi se perdiamo qualche giocatore e si è visto nelle partite in cui abbiamo avuto assenze. Siamo in una fase di costruzione, ma sono stra-contento e siamo andati oltre in tante cose. Ora vediamo cosa farà la società e come andremo avanti: possiamo competere, ma non ho la sensazione di dire che siamo da parte sinistra. Non sono in grado di dirlo. Mercato? Le cose sono chiare. La società poi deciderà che segnale dare in tutti i sensi, sia in entrata che in uscita”. LEGGI TUTTO