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    Milik e Vlahovic insieme? Per la Juve è più di un piano B

    TORINO – Prima ancora che lo facesse ieri Arkadiusz Milik, era stato Massimiliano Allegri alla vigilia di Juventus-Roma a spiegare che il polacco, oltre a essere un perfetto vice per Dusan Vlahovic, potrebbe giocare anche accanto al serbo. Parere ancora più importante di quello dello stesso attaccante ex Marsiglia, dal momento che, come ha ricordato proprio Milik, «sarà l’allenatore a decidere se giocare con una o due punte». L’allenatore ha già deciso per l’assetto a una punta, quando ha programmato assieme ai dirigenti la costruzione della squadra: Di Maria a destra, Chiesa a sinistra e Vlahovic in mezzo, questo è l’attacco ideale della Juventus 2022-23. Allegri, però, è quanto di più lontano possa esserci dall’integralismo tattico: se l’assetto tipo della squadra bianconera è il 4-3-3, nessun altro modulo è da escludere a priori, compresi quelli che prevedono due punte centrali contemporaneamente in campo. In corsa, come è successo nel finale contro la Roma, o anche dall’inizio.
    La soluzione Milik è preziosa
    Proprio in questo periodo, viste le assenze di Chiesa, destinata a durare ancora un bel po’, e Di Maria, che invece rientrerà a brevissimo ma non potrà certo giocare tutte le partite, la soluzione Milik potrebbe rivelarsi preziosa. Perché Kostic è un ottimo esterno, bravissimo ad andare sul fondo e crossare, ma è ben lontano dall’avere nelle gambe i gol di Chiesa e la capacità di accentrarsi e andare al tiro dell’azzurro. Lo stesso Cuadrado da quando è in bianconero (2015-16) non ha mai segnato più di 5 gol a stagione, cifra che per Di Maria al Paris Saint-Germain ha rappresentato il bottino minimo, pur essendo anche il Fideo un uomo assist più che un finalizzatore. Considerando che anche tra i centrocampisti manca, e mancherà ancora per un po’, quello con più gol nelle gambe, Paul Pogba, il rischio di dominare le partite ma non chiuderle, come successo con la Roma, non è legato solo a sfortuna (il tocco di braccio di Vlahovic che ha portato all’annullamento del gol di Locatelli), prestazioni eccezionali di qualche avversario (Smalling), e imprecisioni al tiro o al momento dell’ultimo passaggio che possono essere migliorate.
    Le due strade principali
    Con due esterni più portati al cross che al tiro come Cuadrado e Kostic, raddoppiare i centimetri in area aggiungendo i 186 di Milik ai 190 di Vlahovic sarebbe una buona soluzione (non l’unica), per aumentare l’incisività in fase di finalizzazione. Due le strade principali per schierare le due torri: 4-4-2 e 3-5-2. La prima imporrebbe il sacrificio di un centrocampista, non indolore visto quanto bene ha funzionato il terzetto Rabiot – Locatelli – Miretti contro la Roma e visto che il reparto dovrebbe a breve arricchirsi con Paredes. La seconda è una soluzione non molto amata da Allegri (che però la ha comunque usata in due stagioni del suo primo ciclo bianconero), ma che consentirebbe di schierare tre centrocampisti: la Juventus potrebbe comunque passare al 4-4-2 in fase difensiva arretrando uno degli esterni e allargando una mezzala e un difensore. C’è anche una terza via, il 4-3-1-2, ma con le fasce affidate solo ai due terzini alla fine a Vlahovic e Milik rischierebbero di mancare proprio i cross. Al di là del modulo, come combinerebbero tra loro Milik e Vlahovic? Lo ha spiegato proprio Allegri sabato: «A Milik per caratteristiche piace più venire incontro che attaccare la profondità, dunque può giocare anche con Vlahovic». E’ quello che il neobianconero ha fatto nelle 29 partite in cui ha giocato da titolare assieme a Lewandowski nella Polonia, o nelle tre in cui ha fatto coppia dal primo minuto con Piatek. Situazioni in cui Milik va spesso a ricevere il passaggio dei centrocampisti o dei difensori sulla trequarti mentre il compagno attacca lo spazio alle sue spalle (movimenti che a volte i due ovviamente invertono anche) e che possono funzionare anche con Vlahovic. 
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    La Serbia posta i “mondiali”: un derby Juventus-Torino

    TORINO – Il post della federazione serba scatena il derby di Torino tra granata e Juventus. Su Instagram ecco i giocatori della nazionale e il calendario del Mondiale in Qatar. I ragazzi si divertono e ripubblicano con commenti. Così, sotto la Mole gli schieramenti sono fatti: Vanja Milinkovic Savic, Sasa Lukic, Nemanja Radonjic nel Toro, Dusan Vlahovic e Filip Kostic nella Juve. Il ct Dragan Stojkovic può stare tranquillo: l’intesa in città si fortifica… scontrandosi. LEGGI TUTTO

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    Juventus, si chiude Milik. Il risparmio va a… Paredes

    TORINO – La scelta è stata fatta. Eccoci a parlare del vice Dusan Vlahovic con Fabio Riva e Stefano Lanzo dalla redazione: «Troppo pesante l’ingaggio chiesto da Memphis Depay, 7 milioni più bonus. Così alla Juventus preferiscono chiudere con Arkadiusz Milik, visti i buoni rapporti con i dirigenti del Marsiglia che facilitano l’operazione: 2 milioni di prestito oneroso e 8 per il riscatto. A Torino restano gli agenti del polacco per definire l’ingaggio che si aggirerà intorno ai 3,5 milioni più bonus, fino al 2026». Un bel risparmio per il club bianconero. Che porterà a… «Leandro Paredes del Psg. Il tavolo apparecchiato da tempo. Ma serve l’offerta giusta oppure l’apertura al prestito. La Juve poi lavora alle uscite di Arthur e Zakaria per far posto all’argentino». I tifosi comunque si chiedono se Milik sia l’attaccante giusto: «Dipenderà molto dalle condizioni fisiche, visti i guai al ginocchio che ha avuto in questi ultimi anni». E allora si tocca ferro… Ma sulle sue qualità nessun dubbio: lui al Mondiale con la Polonia ci sarà. LEGGI TUTTO

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    Juve, Vlahovic suona la carica e avvisa la Roma: “Bisognerà fare di più”

    TORINO – “Bisognava e bisognerà fare di più”. Un Dusan Vlahovic lapidario non nasconde la sua grande delusione il giorno dopo il pareggio a reti bianche in casa della Sampdoria. L’attaccante della Juventus ha affidato al proprio profilo Instagram il commento su una partita che non lo ha mai visto coinvolto e durante la quale ha giocato pochi palloni (9 in 96′ di gioco), rendendosi pericoloso dalle parti di Audero in rarissime occasioni. Le parole del serbo suonano come un monito alla Continassa: la Juve non può più sbagliare e sabato, all’Allianz Stadium, arriva la Roma di Mourinho e dell’ex Paulo Dybala. La sfida con i giallorossi dirà molto sul potenziale della rosa a disposizione di Max Allegri e sulle reali ambizioni bianconere. LEGGI TUTTO

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    Juve, Vlahovic al buio: la solitudine del numero 9

    INVIATO A GENOVA – No Di Maria, no party. È passata soltanto una settimana dalla doppietta al Sassuolo e dalle combinazioni con il Fideo, ma a Dusan Vlahovic ieri sera sarà sembrato di tornare indietro nel tempo, ai mesi finali dello scorso campionato. Non tanto per il caldo di Marassi, quanto piuttosto per la solitudine vissuta in campo senza il 34enne campione argentino, assente contro la Sampdoria per l’infortunio procuratosi al debutto in Serie A. Il bomber serbo ha chiuso il primo tempo con tanti scatti in profondità, quasi sempre a vuoto, e con appena 3 palloni toccati (almeno 5 in meno di qualsiasi altro giocatore, dati Opta). E soprattutto con zero tiri in porta e nessun pericolo procurato ad Audero. La prima conclusione di DV9 è arrivata a inizio ripresa e da posizione defilata. Non il massimo per l’ex Fiorentina che, infatti, proprio come nel finale dello scorso campionato non è riuscito a trattenere quel pizzico di nervosismo e frustrazione che lo avvolge ogni volta che non riesce a segnare o comunque a procurarsi occasioni da gol. È uno stato d’animo comune a tutti i nove. Dusan ha tutto per diventare il numero uno del ruolo, a partire da una fame pazzesca, ma ha soltanto 22 anni e, come ripete spesso Massimiliano Allegri, deve ancora trovare il giusto equilibrio.  Dopo la doppietta al Sassuolo, una serata a secco. Di quelle che Vlahovic non vorrebbe vivere nemmeno negli incubi notturni. C’è da scommettere che Dusan, come la Juventus tutta e forse pure di più, si auguri un rientro anticipato di Di Maria e magari anche di Paul Pogba. Il serbo ha segnato tanto anche prima di incrociare sulla propria strada ADM, ma i primi allenamenti insieme e la prima partita vissuta a braccetto con l’argentino di certo hanno fatto capire a DV9 come sia diverso, più facile e anche più divertente avere accanto un campione come l’ex Psg e Real Madrid. Guarda la galleryJuve spuntata, non basta Kostic: 0-0 in casa Sampdoria

    Estate in salita per Vlahovic

    Aspettando il rientro di Di Maria, Vlahovic dovrà sfruttare i prossimi allenamenti per affinare l’intesa con il connazionale Filip Kostic, che ieri alla prima da titolare ha mostrato buoni spunti, ma anche per migliorare la propria condizione fisica. Già, perché i due gol al Sassuolo hanno un po’ nascosto quello che lo stesso attaccante non ha faticato a sottolineare: «Sto lavorando per tornare al top», ha raccontato una settimana fa. Ed è normale che non lo sia ancora vista la sua struttura fisica e l’estate vissuta. Prima le vacanze posticipate, al termine del campionato, con tanto di blitz a Monaco di Baviera per risolvere il problema agli addominali che lo ha tormentato e limitato in primavera. E poi, proprio per non lasciare nulla al caso, durante le ferie ha lavorato con il preparatore personale. Quell’Andreja Minutinovic ribattezzato da molti campioni il Messi dei prof. Una ripartenza in salita culminata con gli zero gol segnati durante il precampionato. La doppietta al Sassuolo ha ridato fiducia a Dusan, ma non ancora il top della condizione. Anche per questo Allegri, ben consapevole che DV9 ogni tanto dovrà rifiatare, vorrebbe in regalo un vice Vlahovic simile almeno nelle caratteristiche.
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    Juve, c’è Vlahovic per tutti, tutti per Vlahovic

    TORINO –  Quelli che la maschera non sanno manco da che parte si mette. Ecco, Dusan Vlahovic, fa parte di questa cerchia di persone. Gente che ciò che pensa se lo porta scritto in volto. Troppo grandi le emozioni dentro il suo cuore per riuscire a “gestirle” a livello anche di mimica facciale. Lui, il bomber che trova la pace solo se segna un gol, si trasforma tra il prima e il dopo la rete segnata. Del resto la sua, più che una professione è una missione: meglio per la Juventus, perché chi entra in campo con questa dose di grinta rende sempre al massimo del proprio potenziale. Proprio così e con il serbo non si corre mai il rischio che non avverta la tensione-partita. Appena sente il profumo dell’erba si accende una chimica capace di entrare in modalità squalo affamato ed eccitato dall’odore del sangue. Guardatelo bene in faccia, Dusan Vlahovic, magari grazie a certi primi piani durante le riprese televisive e capirete che tutto ciò che prova esce dal suo sguardo: pronto a virare dal bianco al nero a seconda di quante occasioni da gol gli capitano tra i piedi e di quante, tra queste, riesce a spedire in rete alle spalle del portiere. Per sua fortuna, poiché la serenità aiuta a essere lucidi e quindi più efficaci, il centravanti della Juventus è riuscito a partire benissimo: una doppietta contro il Sassuolo che ha permesso al bomber e alla squadra di non fallire il primo passo. Anzi, un 3-0 che seppur non impreziosito da un dominio del match e da un gioco effervescente, ha comunque offerto una prova di sostanza e tre punti che se raddoppiati questa sera con una vittoria a Marassi sulla Sampdoria permetterebbero ad Allegri di continuare a guardare alla stessa altezza Inter e avversarie dirette per lo scudetto. Certo, siamo soltanto all’inizio, però perdere terreno è sempre una condizione antipatica, a prescindere dal momento in cui la si vive: inizio, metà o fine campionato.  Guarda la galleryVlahovic, Di Maria e le 7 cose che abbiamo capito da Juventus-Sassuolo

    Tutto su Vlahovic

    Sta di fatto che la Juventus del Conte Max punta moltissimo se non tutto su Vlahovic e questo per una montagna di ragioni, una più valida dell’altra. Del resto la squadra è stata costruita intorno a lui, preso lo scorso gennaio dalla Fiorentina per salvare la stagione e quindi la possibilità di entrare in Champions. Acquistato per 70 milioni più dieci di bonus e scelto perchè attaccante ideale nel tipo di gioco che predilige Allegri, in cui l’attaccante deve soprattutto saper finalizzare e cioè metterla dentro, si è ricavato subito uno spazio importante nella considerazione del gruppo bianconero anche se alla fine della scorsa annata, a quarto posto già blindato, è stato costretto a limitare il contributo per un problema border line con la pubalgia. Del resto anche in un collettivo milionario come può essere lo spogliatoio di calcio di una squadra top come quella torinese, la filosofia delle dinamiche relazionali sono le stesse che in ufficio postale, e che sia chiaro, massimo rispetto per chi lavora alle poste. Chi dà tanto, ottiene tanto. E lui, Dusan, quello che non sa manco da che parte si mette la maschera, si sbatte come un leone: in attacco come in difesa quando si tratta di neutralizzare l’offensiva aerea sui calci d’angolo. La palla la cerca con la stessa cattiveria che lo anima in quella avversaria. Particolari che lo hanno fatto diventare un leader di una rosa che nel frattempo ha perso chi lo era di fatto, Chiellini e chi, seppur con declinazione differente, lo stava diventando, De Ligt. Quando lunedì scorso, con il Sassuolo, ha trasformato il rigore, è stato abbracciato e cercato da tutti i compagni con un affetto non in linea con il picco emotivo che l’1-0 sugli emiliani al 25’ del primo tempo avrebbe potuto giustificare. Tutti i compagni sanno perfettamente quanto Dusan soffra se non trova la via del gol e la sua ultima esultanza era ormai datata: rete alla Lazio il 16 maggio, penultima di campionato, con un colpo di testa su assist di Morata.

    Contro la Samp con un Kostic in più

    Dunque nella partita di questa sera, dove Di Maria a livello di assist per il serbo non potrà concedere il bis per via dello stop muscolare, la Juve giocherà per Dusan e lui cercherà di rispondere alla sua maniera. Senza Di Maria con i suoi assist dalla destra ma con un Kostic in più: titolarissimo e deputato a rifornire dalla sinistra la punta juventina. Se la Juventus, come squadra, avrà stampata sul volto la stessa cattiveria che caratterizzerà l’espressione del numero nove allora le possibilità di tornare a Torino con il massimo della soddisfazione aritmetica – tre punti – saliranno e molto. Dunque, Vlahovic per tutti e tutti per Vlahovic.

    Sullo stesso argomentoJuve: Kostic, quello che serviva. Con lui Vlahovic “vale” di piùJuventusIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Vlahovic, la Juventus sulle sue spalle. E lui ci dà un taglio

    TORINO – (e.e.) Dusan Vlahovic ci dà un taglio. Look rinnovato e gol da ripetere in serie, con la maglia bianconera. D’altronde, è già il serbo con più reti in A, ma certo non si accontenta, affamato come non mai. Dopo l’infortunio di Angel Di Maria, poi, è sempre più centrale nel gioco e deve caricarsi la Juventus sulle spalle. Conta molto sull’aiuto del connazionale Filip Kostic che da sinistra dovrà lanciarlo a ripetizione: cross, assist, dai e vai. Tutto quanto possa servire per il bis anche contro la Sampdoria, lunedì sera. E la pubalgia sembra un ricordo lontano… LEGGI TUTTO

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    Juve, Bergonzi: “Quello su Vlahovic non è mai calcio di rigore”

    TORINO – L’ex arbitro di Serie A, Mauro Bergonzi, è intervenuto su Mediaset nel corso della trasmissione Pressing per parlare del calcio di rigore concesso ieri sera alla Juventus nella sfida contro il Sassuolo: “C’è un contatto tra Vlahovic e Ferrari e l’arbitro fischia il rigore. Vlahovic trattiene i pantaloncini del difensore ed è questo che provoca la perdita di equilibrio da parte di entrambi. Per me questo non è mai calcio di rigore. Rivedendo le immagini non l’avrei mai fischiato”. LEGGI TUTTO