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Juve, l’ora dei tiri mancini: tocca a Kulusevski e a Bernardeschi

TORINO – E ora? E ora – direbbe Massimiliano Allegri, e magari lo dirà davvero oggi presentando la sfida di Supercoppa contro l’Inter – giochiamo con quelli che abbiamo. E quelli che ha sono peraltro l’unico, piccolo, parziale motivo di consolazione che la Juventus può trovare nel durissimo colpo inflittole dall’infortunio di Federico Chiesa, che terrà l’azzurro lontano dal campo per il resto della stagione. Perché se la squadra bianconera perde uno dei suoi uomini migliori, se non altro lo perde in un ruolo in cui le alternative non mancano. Chiariamo: l’infortunio di Chiesa è pesante come lo sarebbe stato quello di pochi altri calciatori dell’organico bianconero. Nessuno ha i suoi strappi in velocità, sul lungo come sul breve, nessuno la sua capacità di spostare la palla e calciare in spazio e tempo minimi con entrambi i piedi. Però, mentre se avesse perso per il resto della stagione Morata la Juventus avrebbe dovuto obbligatoriamente muoversi sul mercato per un centravanti (e potrebbe farlo comunque), di esterni offensivi ne ha e di livello: valuterà comunque la possibilità di intervenire, ma senza affanno.

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Tiri mancini a San Siro

A Roma a prendere il posto del figlio d’arte è stato Dejan Kulusevski e il fatto che abbia firmato il 3-3, secondo stagionale e primo in campionato, potrebbe dargli la spinta per far svoltare una stagione fin qui abbastanza anonima. Proprio i gol saranno il principale problema nella sostituzione di Chiesa, terzo marcatore bianconero assieme a Kean alle spalle di Dybala e Morata, terzo anche nella passata stagione con 14 reti dietro a Ronaldo (36) e allo spagnolo (20).

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