in

Comolli, prima conferenza Juve: “Tudor allenatore 25/26. Cerchiamo un ds e un dt”. Sul Moneyball…


12:29

Il mercato Juve e lo Scudetto

Vedrete la mia faccia abbastanza spesso nel corso della stagione. Sono molto aperto, vi dico la verità, ma c’è una cosa in cui non sono aperto ed è sulla finestra del mercato. Ne abbiamo discusso con allenatore, Giorgio e Maurizio: abbiamo un’idea del cambiamento della rosa, considerando l’approccio di Igor che ha una media di 2 punti che lo ha portato al quarto posto. Vediamo le percentuali raggiunte negli ultimi anni, ma se la squadra non fosse stata buona non avrebbe raggiunto quei punti. Non sono preciso nel rispondere, posso dire che sicuramente ci sono aggiustamenti ma non cambiamenti radicali e profondi”.


12:27

L’opinione sul calcio italiano

Quando sono entrato nel club mi sono posto due obiettivi: vincere e soddisfare il 100% del potenzionale, migliorando. Ma in tutti i paesi in cui sono stato mi son sempre detto che dovevo aiutare il calcio a svilupparsi nel paese in cui mi trovato. In Francia ad esempio a livello di Lega ho preso parte a diversi comitati. Cercavo di dare una mano nel prendere decisioni. Non so quanto conoscete il calcio inglese, ma per il settore giovanile c’è il programma IPPP che abbiamo creato nel 2012 e io facevo parte del comitato che lo ha creato, dando il mio contributo per migliorare il calcio inglese. Riguardava anche giocatori come Bellingham. Voglio che la Juve abbia successo, ma il secondo obiettivo è dare un contributo al calcio italiano a crescere: se la Juventus ha successo, potrà dare molto al calcio italiano. Basta vedere quanto accaduto nella storia, nel 1982 e nel 2006 coi Mondiali. La Juve ha sempre dato un contributo fondamentale al successo del calcio italiano, poter riportare questo è ciò che voglio fare. Non voglio dire cosa va bene o no, sono qui da 6-7 giorni. Se venite in Francia possiamo parlare, ma non sono qui per insegnare nulla, non ho la risposta, sarebbe un peccato se l’Italia non riuscisse a qualificarsi ai Mondiali. Però mi voglio prendere più tempo per rispondere a questa domanda: se posso dare un contributo voglio farlo, attraverso la Juventus“.


12:22

Identità fin dal settore giovanile e il Moneyball

Volevo creare una cultura, una metodologia e una filosofia. Penso che nel settore sportivo attuale l’identità sia importante, ovviamente ci occupiamo di intrattenimento, creiamo emozioni ma nelle emozioni ci sono identità, sensazioni per un club. Credo che creare identità che la comunità del club può riconoscere sia importante, e arriva attraverso vittorie, stile di gioco e metodologia. Serve tempo, ma non è impossibile. Il modello dell’Ajax non è tra i miei preferiti: possiamo trovare influenze in altre aree, culture o sport. Ma l’identità è qualcosa che voglio mettere in pratica. Io ho provato a portare nel calcio metodologie di altri sport e il Moneyball? Non so se è stato romanzato o creazione della stampa, sappiamo che si possono creare storie. Ma ho parlato prima, proviamo a rendere razionale un’industria irrazionale come il calcio. La mia frustrazione, lavorando come scout, era vedere tante cattive decisioni nel reclutamento, mi domandavo come avere un approccio più scentifico e preciso. Il principio Moneyball, che si fonda sui dati, può essere utile: comprare asset che possono essere sottovalutati al mercato, facendo valutazione dove anche il mercato viene sopravvalutato. Questa è teoria ovviamente, non vendiamo e compriamo azioni: il mercato riguarda esseri umani che hanno emozioni, e proviamo ad inserire questa metodologia che in tanti sport e in tanti casi ha funzionato. Dati e calcio stanno beni assieme, c’è chi usa dati e non lo dice perché non vuole domande. Io ne parlo perché li ho sempre usato. La mia ossessione è vincere, ma anche utilizzare al meglio i dati, migliorando ogni singolo giorno. Un modo per avere un vantaggio competitivo sugli altri club è quello dei dati, credo sia il modo migliore per avere grandi performance a livello finanziario e vincere sul campo“.


12:14

I dati di Comolli

Io lavoro con i dati da 25 anni, ho sempre pensato che proprietà, aziende e tifosi quando si rivolgono a me è perché io porti questo bagaglio di conoscenze. Se sono stato reclutato dal club che rappresento qui è per questo background di dati, e sono nelle condizioni di usare e implementare questa metodologia. Siamo pagati per regalare emozioni, dovrò garantire che i tifosi raggiungano il più alto livello di emozione, è il mio pensiero fisso tutte le mattine. Ma in quest’industria, dove servono emozioni in campo e sguli spalti, dobbiamo adottare approccio razionale. L’1 agosto del 2025 sarà il mio 33° anno nel calcio con diversi ruoli, e non mi sono mai imbattuto in un approccio più razionale rispetto a quello dei dati. Che si parli di moda, prodotti al consumo o vendere razzi per andare sulla luna, o Formula 1 o NFL: tutti analizzano dati. Useremo i dati in diverse aree, ci assisteranno nella selezione dei calciatori e ci guideranno anche nel valutare la forza della nostra squadra in A o in Europa. Ci aiuteranno a definire strategie e gestire penalità, i dati ci possono aituare a prevenire infortuni dei giocatori o conduzione del business, a stabilire connessioni migliori coi tifosi quasi su base individuale, e l’intelligenza artificiale potrà essere di aiuto. I dati fanno parte della mia vita, li ho usati con altri club: funzionano, perché i campioni inglesi sono basati sui dati, ma non solo loro. E’ qualcosa che metteremo in pratica“.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


Tagcloud:

Empoli: c’è Pagliuca. E il Bari sogna Nesta  

Scamacca-Roma, l’amore può tornare: i primi gol a Fidene, un’infanzia difficile e il rapporto con Gasp