in

Gasperini, Conte e Allegri: i tre tenori

La sorpresa (assoluta) del primo terzo di campionato non può che essere la Roma, la Roma senza centravanti, la Roma fin troppo consapevole dei propri limiti ma anche capace di ricavare straordinarie risorse da una guida esperta e geniale quale è Gasperini, il teorico del poliruolo.

Meno sorprendente è il percorso del Milan di Allegri che, vincendo (anche) il derby, ha raggiunto il Napoli di Conte, quello che avrebbe dovuto dimettersi o tirare schiaffi all’aria nello spogliatoio (fantasie non solo social di novembre).

Sto parlando dei tre allenatori che hanno segnato gli ultimi quindici anni del calcio italiano, prototipi di altrettanti, differenti modi di fare calcio vincente.

Ieri Max ha portato a casa il derby investendo sul contropiede e chiudendo così una positivissima serie di confronti diretti: ha battuto Bologna, Napoli, Fiorentina (un’ipotesi di grande), Roma e appunto Inter, pareggiato con Juve e Atalanta e insomma ha messo insieme 17 punti su 21 con una media di 2,42. È altrettanto vero che le maggiori difficoltà le ha incontrate con le piccole e le medie, lasciando sorrisi a Cremonese, Pisa e Parma.

Inter-Milan mi ha divertito parecchio perché l’intensità è stata alta, insistito il gioco verticale e rispettato il copione: l’Inter ha mosso con più convinzione il pallone scontrandosi con una difesa attenta e un Maignan in gran serata; il Milan ha sfruttato tutto lo sfruttabile, mostrando una notevole solidità mentale alla quale hanno contribuito in particolare Rabiot e Modric.

Due pali e un rigore sbagliato da Calhanoglu hanno condizionato la prestazione dell’Inter, alla quarta sconfitta stagionale: quattro su 12 sono tante, resto tuttavia convinto che questo campionato dai valori ancora indefiniti o non del tutto espressi sia in grado di premiare anche chi accumula un numero insolito di battute d’arresto.

Nell’occasione Leão ha fatto l’accessorio, mentre mi ha entusiasmato il finale di Sucic: ha tecnica, misure e coraggio, nei venti minuti conclusivi è risultato addirittura protagonista e sfrontato.

Sabato il Milan affronterà la Lazio: chiuderà pertanto il primo ciclo di scontri di livello proprio nel weekend di Roma-Napoli e Pisa-Inter. Evito perciò di trarre conclusioni: non escludo infatti che lunedì sera la corsa allo scudetto e agli altri tre posti d’oro possa offrirci nuove accelerazioni e arretramenti.

PS. In tutta sincerità non riesco ad attribuire responsabilità particolari a Chivu: la partita l’ha fatta, le occasioni le ha create, le sostituzioni le ha centrate e la squadra ha chiuso in crescendo.

Lo facciano gli altri.



Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/serie-a

La Sampdoria è spalle al muro: contestazione dei tifosi