Ci penso io, la mia risposta. «Ti prego – aggiunge il tifoso gaudente – diamo giustizia a questi ragazzi. Devi scrivere “un mio amico molto intelligente, bello, dotato e lucido mi ha fatto notare. E bla bla…”».
Non è tutto, in pieno delirio inzaghiano il Nostro mi invia anche un audiomessaggio (sul bello e dotato lascio che eventualmente confermi la madre dei suoi figli). «Potresti sottolineare, so che magari è tuo amico, ma mi sta molto sui coglioni alla fine… potresti sottolineare che sì, sta perdendo dei punti per gli scudetti, ma Inzaghi in quattro anni con una squadra che non doveva neanche arrivare in Champions League ha vinto uno scudetto, coppe e supercoppe a cascata e conquistato due finali Champions con una squadra che non si doveva neanche… dài, per favore, sottolinea anche ’sta cosa».
Firma in terza persona: «L’ha detto Pierpaolo Spollon», l’attore padovano di Doc, Blanca, Che Dio ci aiuti e derivati, interista fracico.
Mi sono fidato: trovo molto divertenti manifestazioni come questa e dovevo premiare la primogenitura del particolare sfuggito ai più.
Le due partite sono state bellissime, libere, folli, di strategia e non di tattica, di nervi e cuore e qualità individuali. E di scelte. All’andata molto meglio il Barcellona: l’Inter ha segnato tre gol difendendosi. Mentre a San Siro Flick ha dato il peggio di sé quando sul 3-2, a risultato ripreso, ha messo Lewandowski, che rientrava da un infortunio, invece di un centrocampista, per sfruttare le palle inattive. E l’ha pagata di brutto. Sulla difesa ultrazemaniana non c’è bisogno che infierisca.
Simone è stato superiore nei primi 45’ quando ha tenuto “alti” i centrocampisti lavorando sul recupero palla e sfruttando i vuoti difensivi del Barça. Nella ripresa è stato messo sotto e salvato da Sommer in almeno due occasioni: ha però perso Lautaro, Dimarco e Micki, sfiniti, ed è riuscito a risolverla con i “sassolesi” Acerbi e Frattesi.
Inter-Barcellona si può considerare la versione 3.0 di Italia-Germania 4-3, anche se riguarda un popolo e non un Paese. Per una sera abbiamo sostituito le applicazioni con le emozioni.