in

Juve, quando di più non si può

La Juve ha difeso tanto e bene, ma ha anche creato numerose opportunità (eccellente il finale) sbagliando al momento di chiudere (in almeno tre occasioni l’ha risolta Courtois). Non ha meritato di perdere, anche se il pallone, com’era prevedibile, l’hanno dominato gli spagnoli. 

Ha lavorato di squadra e questo è già un ottimo segno, qualche individualità s’è comunque distinta: Di Gregorio, il migliore, e Gatti, Kalulu, Vlahovic e McKennie, al momento imprescindibile; in ombra Cambiaso, Thuram e Yildiz che nell’occasione ha perso il confronto col compagno di nazionale Güler, molto più attivo e presente. 

Dalla Juve, specie in questo periodo, non potevamo aspettarci di più a Madrid dove da tempo le distanze si sono quadruplicate. 

Non mi va di riparlare dell’arretramento del calcio italiano. Mi limito a ricordare cosa è successo al nostro movimento e alla Juve negli ultimi sette anni. Sette, non venti. In che modo? Il più banale, ma al tempo stesso efficace, portando dei nomi, quelli dei partecipanti alla sfida di Champions dell’aprile 2018 al Bernabeu vinta 3-1 dalla squadra di Allegri. Non mi soffermo sul rigore realizzato da Ronaldo al 97’ che consentì ai madridisti di passare il turno, ne trascuro la legittimità e vado direttamente agli interpreti. 

Nel Real, quella sera, giocarono Navas (al meglio), Carvajal, Varane, Marcelo, Modric, Casemiro, Kroos, Ronaldo, Bale; entrarono inoltre Lucas Vazquez, Asensio e Kovacic. Benzema sedette in panchina, vicino all’allenatore, che era Zidane. 

La Juve allineò gente come Buffon, Benatia, Chiellini, Khedira, Pjanic, Matuidi, Douglas Costa, Higuain, Mandzukic. Oltre a Szczesny, Cuadrado e Marchisio. 

Pochi mesi dopo Cristiano Ronaldo fece il salto della quaglia e arrivò a Torino per cento e passa milioni, più una ricca commissione e uno stipendione corretto dalla tassazione agevolata. 

Da allora ad oggi il Real ha stravinto e investito l’impossibile (il nuovo Bernabeu è costato oltre un miliardo), ha registrato un fatturato mostruoso e acquistato Vinicius, Bellingham, Mbappé, Rodrygo, Güler, Mastantuono. La Juve, ovvero la squadra più popolare d’Italia, ha invece conosciuto la discesa, specie negli ultimi quattro anni, portandosi dietro il resto della compagnia. 

Sette anni, ripeto, non venti. 


Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/champions-league


Tagcloud:

Torino, Tameze in scadenza. Ma ora è essenziale

Pagelle Juve: Yildiz in riserva, McKennie commuove, Kelly fatale, Di Gregorio ir-Real-e, Openda chi?