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Milinkovic-Savic, per talismano la barba nera

Cerco una immagine di maestosità permanente per avere una idea su un portiere imponente, cuccurucucu paloma. Canto di gloria, ammirazione e delirio per Vanja Milinkovic-Savic. In porta, con le braccia aperte è un nuovo uomo vitruviano. Sempre con le braccia spalancate, è il portiere sul Corcovado. Nella figura enorme, Atlante che regge il mondo. Voglio esagerare. Lo vedo sull’acropoli di Atene che sostiene le sei colonne frontali del Partenone. Vanja Milinkovic-Savic è un albatro urlatore, l’uccello marino con la più grande apertura alare.
Milinkovic-Savic, Vanja, cioè Giovanni, Giuvann in napoletano, nasce a Ourense, in Galizia, ma è serbo, il padre serbo calciatore, la madre bosniaca cestista, più giovane di due anni del fratello Sergej centrocampista, una polisportiva, e lui svetta ai due metri e due centimetri, il campanile di famiglia.

Milinkovic-Savic, la barba come talismano

Nato sotto il segno dei pesci (più giusto e libero se vuoi, da Antonello Venditti), segno d’Acqua governato da Giove e Nettuno, Vanja dovrebbe essere un sognatore, un romantico, un empatico. Si stenta a crederlo. Vanja Milinkovic-Savic è un monumento, il monumento di se stesso. Sta come torre ferma che non crolla (sarebbe piaciuto a Dante).
Non è un portiere spettacolare. Troppo smisurato, non è giaguaro, neanche kamikaze e nemmeno gatto volante, pantera e ragno nero. È un portiere severo, austero, solenne, inflessibile. Non festeggia clamorosamente. Gode nell’intimo.
Con quella barba, nero di Serbia, incute rispetto. È un profeta, un monaco eremita, un rabbino ebreo, un imam musulmano. Vanja è Temistocle che restringe la porta e non lascerà passare nessun persiano, la porta è il suo stretto passo delle Termopili. Davide Moscardelli, attaccante di Chievo, Bologna, Lecce, Pisa aveva una barba più ampia e nera come la notte. Benzema ne aveva una più compatta e raccolta, Olivier Giroud una meno lunga. Vanja è il lupo di Cappuccetto rosso, che barba lunga che hai, che mani grandi che hai.

Il serbo incubo dei rigoristi

Vanja Milinkovic-Savic è un operaio delle parate. Tra i pali, il suo è un lavoro, non è un divertimento. Ben piantato sui piedi grandi, piedi senza fine, che reggono 96 chili di carne e ossa.
Se ne parla perché ha parato due rigori di fila, al giovane Camarda e al vecchio Morata. Aveva già parato i rigori di Pulisic, Retegui, Castro, Pasalic, Insigne e Dzeko. La semplicità con cui intercetta il pallone assegna la definizione di pirla ai battitori dal dischetto (Cabrini: un rigore tirato bene non lo para nessun portiere).
Vanja a chi batte i rigori deve sembrare Rasputin. Confonde i tiratori come il cupo monaco siberiano disorientava lo zar Nicola. Dal dischetto non è facile vedere la porta: il battitore vede l’immensa barba di Vanja, minaccioso messaggio nero per le sue sorti di tiratore scelto. È la barba che traccia il solco dei rigoristi e sono le braccia di Vanja che difendono il destino del tiro. Vanja non ha la pazzia dei portieri pazzi per il ruolo estremo di difensore, ma neanche la tristezza dei portieri in croce fra tre pali. Vanja è un portiere impassibile.

Gli altri portieri para-rigori

Ho visto centinaia di portieri, da Valerio Bacigalupo, sempre nel mio cuore, a Carnesecchi, e non vorrei dimenticare Pinuccio Taglialatela, il mio Batman di Ischia, che di rigori ne parò tredici: a Roberto Baggio, ad Abel Balbo, a Savicevic, la parata più sensazionale, a Chiesa, a Platt.
Ricordo i portieri del dopoguerra, Angelo Franzosi dell’Inter, Ivano Corghi del Modena e Bepi Moro, genio e sregolatezza. Il “Calcio illustrato” lo mise in copertina mentre era in volo da un palo all’altro vestito di tutto punto e col cappotto. Dino Zoff è il mio idolo.b
Vanja Milinkovic-Savic ha la freddezza, il senso della posizione, la parata “semplice” di Zoff? È possibile. Dino ha la grazia maestosa dei friulani, è di questa Terra, adorabile brontolone. Vanja sembra giunto dal pianeta più lontano dell’universo, un alieno planato sui campi di calcio senza rumore, in pace, la lunga barba nera trasmette segnali e ha il lancio spaziale del pallone. Vanja è una delle due colonne d’Ercole. È Ercole che fa il portiere. La barba, il suo talismano.



Fonte: http://www.corrieredellosport.it/rss/calcio/serie-a


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