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    Juve Next Gen, Pecorino e la difesa: Brambilla ritrova le sue certezze. Ora l'esame Pro Sesto

    Cinque risultati utiliz consecutivi di cui tre vittori nelle ultime tre uscite. La Juventus Next Gen si prepara così alla prossima sfida di campionato. Seil trittico Padova, Renate e Vicenza (oltre agli scontri con Pergolettese e Piacenza) è stato superato a pieni voti, quella contro la Pro Sesto rappresenta l’esame di maturità per i bianconeri. La partita arriva nel momento giusto per la squadra di Brambilla visto il morale alto dopo i recenti risultati e di sicuro non vuole interrompere la corsa che ha visto la Juve rientrare in corsa con forza per i playoff.  LEGGI TUTTO

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    Juve Primavera, i numeri che preoccupano Montero e la Youth League per ripartire

    Nel calcio come nella vita si ha sempre l’opportunità di riscatto. La Juventus Primavera dopo la debacle interna contro la Fiorentina ha subito l’occasione di dimenticare e superare il momento difficile. La vittoria contro il Milan aveva riportato un po’ di entusiasmo dopo un inizio di 2023 non proprio positivo. Entusiasmo poi subito calato con la sconfitta contro la squadra di Aquilani. Un risultato pesante che ha visto anche la strigliata di Montero ai suoi ragazzi. Un momento difficile capita a tutti, figuriamoci ai giovani. I bianconeri devono ritrovare le certezze della prima parte di stagione e contro il Genk in Youth League l’occasione per ripartire è importante. Guarda la galleryJuve-Fiorentina Primavera 1-5, i bianconeri cadono a Vinovo: le immagini della partita
    Juve Primavera, il Genk occasione di riscatto
    Occasione di riscatto. La trasferta in terra belga non sarà sicuramente una passeggiata, ma sicuramente deve essere un punto di ripartenza per i giovani bianconeri. I cinque gol subiti contro la Fiorentina (terza volta in stagione) destano preoccupazione per una difesa non proprio ermetica, a questo aggiungiamo la fatica dell’attacco a segnare (Milan a parte). Numeri che preoccupano ma non devono essere un blocco per i ragazzi.
    La Youth League è una competizione importante da portare avanti anche per la crescita del gruppo e dopo la semifinal della scorsa stagione la voglia di migliorarsi c’è eccome. La Juve ha superato un girone di ferro con Psg e Benfica (finalista dell’ultima edizione), ora il Genk agli spareggi per centrare il passaggio agli ottavi di finale della competizione. Resettare e ripartire, la Youth League come occasione di rinascita per la Juve Primavera e Montero crede nei suoi ragazzi. Intanto Yildiz ha già suonato la carica sui social in vista della trasferta europea, la Juve dei aggrapparsi anche alle giocate dei suoi uomini di qualità per uscire dalla crisi di risultati.  LEGGI TUTTO

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    Boninsegna: “La Juve deve stare attenta alla classifica”

    TORINO – Roberto Boninsegna, ex centravanti, tra le altre, dell’Inter e della Juventus, ha parlato a Radio Anch’io lo sport su RadioRai del difficile momento della squadra bianconera: “È anno difficile per la Juventus ed è incredibile che le sia successa una cosa del genere: c’è un ricorso in essere e bisogna vedere come andrà a finire. Certamente la Juventus ha accusato il colpo e deve stare attenta, perché non è abituata a navigare in queste posizioni di classifica. Deve cercare di uscirne immediatemente”.Guarda la galleryJuventus, quanti punti deve fare Allegri per raggiungere gli obiettivi: tutte le possibilità

    Boninsegna su Lukaku e Osimhen

    Boninsegna ha anche parlato dell’Inter e dell’incredibile involuzione di Romelu Lukaku: “Il belga è un mistero: è tornato rotto dall’Inghilterra e non riesce più a inserirsi, giusto dunque che giochi il duo Lautaro-Dzeko. Il gol di Osimhen di ieri? È anche colpa del portiere avversario: buono lo stacco, ma il portiere doveva arrivarci”. LEGGI TUTTO

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    Juventus-Salernitana, all’andata la gara che cambiò il regolamento in corsa

    TORINO – La rivoluzione tecnologica sarebbe forse arrivata lo stesso, ma alcuni episodi ne hanno accelerato l’urgenza: è il caso del pasticcio tra l’arbitro Marcenaro e il Var Banti in Juventus-Salernitana, una partita che, nel suo sconcertante finale, ha suo malgrado fatto giurisprudenza al contrario. I fatti, in sintesi, ché non serve dilungarsi dato che i tifosi bianconeri hanno ben stampata la scena nella memoria. Era l’undici settembre dell’anno scorso, Salernitana avanti 2-0, poi riacciuffata dai bianconeri: nel recupero Milik segna il gol del 3-2, si toglie la maglia per esultare, lo Stadium esplode. Tutto a posto, se non fosse che il Var richiama il direttore di gara: posizione di fuorigioco di Bonucci, rete annullata e giallo da regolamento all’attaccante polacco che, già ammonito, viene espulso per un gol che alla fine non vale nemmeno. La serata diventa un incubo, con tanto di rissa finale. E il giorno dopo, come titolato da Tuttosport, è anche peggio perché quella rete, che pesava due punti, era buona: Candreva, dalle parti del calcio d’angolo teneva in gioco serenamente Bonucci. E la sua posizione ha reso sciaguratamente oggettivo l’errore di Banti e Marcenaro. Il giorno dopo era arrivata la nota dell’Aia, con la quale gli arbitri avevano cercato di chiarire la situazione, a creare ancora più imbarazzo intorno alla situazione e a spingere nella direzione di un cambiamento reso necessario dalla disarmante affermazione dei vertici arbitrali: «Il Var non aveva le immagini».Guarda la galleryJuve-Salernitana, caos nel finale e rissa in campo LEGGI TUTTO

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    Diretta Monza-Sampdoria ore 20:45: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    Dove vedere Monza-Sampdoria streaming e diretta tv
    La partita tra Monza e Sampdoria si disputerà allo U-Power Stadium di Monza e sarà trasmessa su Sky Sport Calcio 202. Sky Sport 251 e DAZN ed in streaming sempre sull’app SkyGo e Dazn.
    Tutta la Serie A TIM su Dazn. Attiva ora
    Monza-Sampdoria, le probabili formazioni
    MONZA (3-4-2-1): Di Gregorio; Izzo, Pablo Marì, Caldirola; Ciurria, Rovella, Machin, Carlos Augusto; Pessina, Caprari; Mota Carvalho. Allenatore: Palladino. A disposizione: Cragno, Sorrentino, Donati, Marlon, Carboni, Antov, Birindelli, Barberis, Valoti, Ranocchia, Colpani, D’Alessandro, Gytkjaer, Petagna. Indisponibili: Vignato. Squalificati: Sensi. Diffidati: Rovella.
    SAMPDORIA (3-4-1-2): Audero; Gunter, Nuytinck, Amione; Zanoli, Cuisance, Winks, Augello; Djuricic; Gabbiadini, Quagliarella. Allenatore: Stankovic. A disposizione: Turk, Ravaglia, Murillo, Colley, Paoletti, Ilkhan, Rincon, Malagrida, Leris, Lammers, Yepes. Indisponibili: Conti, De Luca, Trimboli, Sabiri, Pussetto. Squalificati: nessuno. Diffidati: Sabiri. LEGGI TUTTO

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    Diretta Verona-Lazio ore 18.30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    VERONA – Al Bentegodi il Verona contro la Lazio prova a fare un passo decisivo per la salvezza. La vittoria del Napoli con lo Spezia consegna ai gialloblù un’occasione fondamentale per dare sostanza all’impresa, come spiegato da Zaffaroni in conferenza stampa: “Giochiamo contro una delle squadre top di questo campionato hanno delle qualità tecniche elevatissime, in tutti i ruoli, e hanno un’organizzazione di gioco tra le migliori, sia difensivamente che offensivamente”. D’altra parte la Lazio ha urgente bisogno di migliorare il rendimento in trasferta: una sola vittoria nelle ultime quattro uscite lontano dall’Olimpico per Sarri, che al Bentegodi spera di rivedere un passo diverso nei suoi rispetto a una settimana senza vittorire tra campionato e Coppa Italia.
    Segui la diretta di Verona-Lazio su Tuttosport.com
    Dove vedere Verona-Lazio: streaming e diretta tv
    La partita tra Verona e Lazio si giocherà alle 18.30 al Bentegodi. Sarà trasmessa in tv e streaming da DAZN.
    Verona-Lazio: probabili formazioni
    VERONA (3-4-2-1): Montipò; Magnani, Hien, Ceccherini; Depaoli, Tameze, Duda, Doig; Lasagna, Lazovic; Djuric. Allenatore: Zaffaroni. A disposizione: Berardi, Perilli, Zeeflik, Dawidowicz, Cabal, Coppola, Terracciano, Abidgaard, Braaf, Sulemana, Kallon, Ngonge, Gaich. Indisponibili: Faraoni, Henry, Hrustic, Veloso. Squalificati: nessuno. Diffidati: Djuric, Henry, Veloso.
    LAZIO (4-3-3): Provedel; Lazzari, Casale, Patric, Hysaj; Milinkovic, Marcos Antonio, Vecino; Felipe Anderson, Immobile, Zaccagni. Allenatore: Sarri. A disposizione: Maximiano, Adamonis, Romagnoli, Gila, Marusic, Pellegrini, Cataldi, Luis Alberto, Bertini, Basic, Romero, Cancellieri, Pedro. Indisponibili: Radu. Squalificati: nessuno. Diffidati: Casale, Cataldi, Marusic.
    ARBITRO: Ayroldi di Molfetta. Assistenti: Costanzo e Passeri. Quarto uomo: Giua. Var: Banti. Avar: S. Longo.
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    Zanetti: “I miei tre no per l’Inter. Volevo vincere qui, ce l’ho fatta”. E su Messi…

    Da Zanetti quando è diventato Pupi?«Chiamavano così già mio fratello Sergio: in squadra c’erano tanti Javier e così sono diventato pure io Pupi, “pupazzo”. E quel soprannome mi è piaciuto subito».

    Con l’Inter è stato amore a prima vista?«Sono arrivato a Cavalese, in mezzo ai giornalisti, con un sacchetto che conteneva i miei scarpini. Mi hanno preso dal Banfield, una squadra sconosciuta, mentre Rambert arrivava dall’Independiente dove aveva vinto il campionato da capocannoniere. In più quell’anno arrivarono pure Roberto Carlos e Paul Ince. Io ero il quarto straniero e all’epoca potevano andare in campo solo in tre ma il destino ha voluto che giocassi subito ed è nato un legame molto forte. Qui mi hanno fatto sentire subito a casa».

    Quella con il Real, nel 2001, è stata una scappatella?«Avevo parlato con Valdano, il loro allenatore: mi voleva a Madrid. Era quasi tutto fatto ma ho deciso di restare e l’ho detto a Moratti».

    Quanto le avevano offerto?«Un contratto molto più importante di quello che avevo all’Inter. Io però, oltre ai soldi, consideravo la famiglia, il rapporto con i tifosi e il fatto che volessi lasciare il segno a Milano. E ho pensato: “Se vado al Real, sono uno dei tanti”. Avrei vinto sicuramente qualcosa, ma io volevo farlo qui. È stata una scelta forte, ma c’è dell’altro…».

    Racconti.«Mi hanno “tentato” pure il Manchester United e il Barcellona. Non ricordo se era il 2001 o il 2002: ero con Paula, mia moglie, e trovai Ferguson in un aeroporto: mi salutò, mi chiese quando scadeva il contratto ma io ero felice a Milano, nonostante fossero anni molto complicati per l’Inter. Altrove avrei fatto una carriera importante, ma non mi sarei trovato come all’Inter».

    Con il Barcellona invece com’è finita?«Che ho “lanciato” Puyol… Lui me lo dice sempre. Era nelle giovanili e aveva iniziato a fare qualche presenza pure in prima squadra. Un giorno Van Gaal lo chiamò e gli disse: “Voglio prendere il terzino destro più forte al mondo che è Zanetti: se non lo prendiamo, io ti tengo con me”. E Carles mi ringrazia ogni volta che mi vede…».

    Cosa c’era in quell’abbraccio con Messi a Lusail? «Tanto: l’ho visto iniziare in nazionale e meritava questa soddisfazione. L’ho ringraziato perché ha coronato il sogno di tutti gli argentini. A Doha in quei giorni si respirava un’aria speciale: tutti volevano che Lio alzasse la Coppa».

    Ha un amico del cuore nel calcio?«Con Zamorano che è il padrino di Sol e Cordoba che è padrino di “Nacho”, nonché il mio compagno di stanza all’Inter, il legame va al di là di quello che sono state le nostre carriere».

    Da Hodgson e Lippi si è sentito tradito? «Con Hodgson ho sbagliato io perché non ho capito che mi ha sostituito nella finale con lo Schalke perché voleva che Berti battesse il rigore: lalite è finita lì e anche adesso, quando ci incontriamo, ci ridiamo su. L’atteggiamento di Lippi invece non mi era piaciuto: quando le cose vanno male non bisogna cercare colpevoli, ma soluzioni. Magari, col senno di poi, l’ha fatto per andare via…».

    Come ha conquistato Paula?«Era una bambina: io avevo 18-19 anni, lei 14. Eravamo a Talleres e, quando finivo di allenarmi, andavo a vederla giocare a basket: un amico ci ha fatto conoscere e poi…».

    Insieme avete creato la Fondazione Pupi. È il suo gol più bello? «La Pupi è amore vero, è il modo per dare ai bambini del nostro paese un futuro migliore. Attraverso lo sport, cerchiamo di portare i bambini a scuola e far sì che imparino un mestiere».

    Lei ha girato il mondo con gli Inter Campus: qual è il ricordo più forte? «Quando siamo andati all’Onu: veder riconosciuto dalle Nazioni Unite il nostro lavoro è stata una cosa incredibile. E non so se qui si rendono conto che valore ha questo progetto». LEGGI TUTTO

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    Torino, ecco Ilic: dovrebbe tornare con il Milan

    Dopo aver esordito nel Toro in Coppa Italia a Firenze, evidenziando un comprensibile ritardo di condizione figlio di un lungo infortunio muscolare patito all’inizio di ottobre e dal quale è guarito i primi di novembre, Ivan Ilic alla vigilia della prova contro l’Udinese ha dovuto fermarsi a causa di una botta ricevuta alla caviglia. E così contro i friulani è toccato a Linetty completare la coppia di centrocampisti centrali assieme a Ricci. Se l’azzurro ha svolto un preziosissimo lavoro a tutto campo, confermandosi un profilo meritevole di entrare in pianta stabile nel gruppo allenato da Roberto Mancini, il polacco ha incontrato qualche difficoltà – soprattutto nel secondo tempo quando è affiorata la stanchezza – pur non mollando mai. Chiaro, però, che la prospettiva di Juric sia quella di dare vita il prima possibile a una coppia di fini palleggiatori quale sarà quella composta da Ricci e Ilic. «Recuperemo meno palle rispetto alla passata stagione, ma avremo più estro e saremo più in controllo del pallone», ha spiegato il tecnico alla vigilia. Quindi, dopo la vittoria sull’Udinese che proietta il Toro al 7° posto – che a fine stagione potrebbe portare in dote la qualificazione ai preliminari di Conference League – Juric è tornato a parlare del serbo (arrivato a Torino dal Verona per una cifra in definitiva superiore ai “famosi” 16 milioni: «È costato un po’ più di 17 per commissioni varie», ha specificato ieri Cairo).

    Ilic e Lukic

    «Ripeto quanto ho detto già sabato: in questo momento Lukic è più forte, più pronto rispetto a Ilic, ma dopo un certo percorso Ivan potrà diventare un giocatore più importante di Sasa. Garantisco io, metto la mano sul fuoco, sulle potenzialità di Ilic. Purtroppo prima della partita contro l’Udinese ha preso una botta che gli ha impedito di giocare. Spero possa recuperareper venerdì, per la gara contro il Milan. Dovrebbe farcela, e così fosse vorrei almeno impiegarlo per uno spezzone, nella ripresa». Non vede l’ora, Juric, di poter varare il nuovo Toro affidato al serbo e a Ricci, a centrocampo («Faremo calcio champagne», allargava il sorriso sempre sabato, immaginando ciò che i due potranno dare ai granata in termini di qualità). Intanto oggi la squadra, dopo le fatiche tra campionato e Coppa Italia e nonostante il prossimo appuntamento cada già venerdì, avrà un giorno di riposo. Le condizioni di Ilic saranno comunque monitorate, ma la marcia di avvicinamento dell’ex gialloblù verso San Siro inizierà con l’allenamento di domani. Da verificare, però non sembrano preoccupare, le condizioni di Karamoh, uscito per una gomitata ricevuta al naso. LEGGI TUTTO