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    Juventus Next Gen, Huijsen è la prova che il progetto funziona

    La Juventus Next Gen prosegue nel suo ambizioso obiettivo di rappresentare la tappa intermedia tra la Primavera bianconera e il lancio in prima squadra. Diversi i talenti che negli ultimi mesi hanno compiuto questo passo, diventando adesso addirittura pedine importanti nello scacchiere di Massimiliano Allegri. Una delle stelline tenute in grande considerazione nell’ambiente bianconero è sicuramente Dean Huijsen.Guarda la galleryJuventus Next Gen, è 1-1 nella partita infinita con il Renate
    Juventus Next Gen, Huijsen sempre in campo
    Il difensore classe 2005 ha debuttato con la compagine Under 23 lo scorso 8 gennaio, nella sconfitta per 2-1 col Pordenone dove, nonostante il k.o., fu protagonista di una prova più che sufficiente, anche a detta di mister Massimo Brambilla. Da lì in poi il roccioso centrale non è più uscito dal campo: 3 partite in campionato e 1 in Coppa Italia, giocate praticamente tutte per intero. Un percorso, quello di Huijsen, che testimonia una volta di più come la tappa professionistica tra l’Under 19 e la squadra maggiore sia funzionale nella crescita dei giovani calciatori. E qualche errore, che pure è stato commesso (vedi il gol concesso a Ogunseye nella semifinale di andata di coppa con il Foggia), è sicuramente messo in preventivo da squadra e società. Huijsen resta però una delle giovani promesse tenute in maggiore considerazione dalla Juventus, e il fatto che da quando è approdato in Next Gen le abbia giocate tutte, certifica le sue indubbie qualità nonostante gli ampi margini di crescita. LEGGI TUTTO

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    Gianni Agnelli, vent’anni in cui non è mai andato via

    Manca da vent’anni, ma non se n’è mai realmente andato. Troppo ricorrente nei discorsi, troppo influente il suo esempio, troppo presente la sua eredità per considerare Gianni Agnelli definitivamente un pezzo di storia, nonostante – appunto – siano passati vent’anni. «Chissà cosa avrebbe detto l’Avvocato» è una domanda che rimbalza spesso nel dibattito (calcistico e non), spesso ci si inventa delle risposte, ma è un giochino difficile quello di copiare stile e intelligenza di certe battute, efficacia di certe metafore.

    Qualche giorno fa ne abbiamo, purtroppo, dovuto rinfrescare una, per ricordare Gianluca Vialli che Gianni Agnelli aveva definito «il Michelangelo della Sistina, ovvero lo scultore che diventa pittore». Una perla di conoscenza calcistica e di storia dell’arte, perché tutto corrisponde perfettamente in quell’accostamento fra due mondi apparentemente distanti anni luce, ma che la profonda passione per il bello dell’Avvocato aveva avvicinato con una manciata di parole. È stato lui a insegnarci che il calcio e lo sport in generale erano cultura, abbattendo uno steccato la cui altezza oggi non cogliamo proprio perché è stato smontato nell’ultimo mezzo secolo, ma negli Anni 70 era un muro solido e quasi invalicabile. Gli intellettuali e gli sportivi erano due insiemi con rare e minime intersezioni. Quando nasce Repubblica, nel 1976, non ha le pagine sportive, per fare un esempio. E la figura dell’intellettuale orgogliosamente tifoso, pronto a ostentare la fede calcistica, era quasi inesistente, al punto che faceva scalpore Pier Paolo Pasolini, uno dei primi a spiegare il valore culturale e sociale del pallone.

    In quel periodo, l’Avvocato parlava di calcio senza sminuirlo, con lo stesso approccio che dedicava alle “cose serie”, non mancando mai di spendere un pensiero alla sua Juventus nelle interviste più importanti, alcune delle quali passate alla storia perché fra una riflessione sulla Fiat e una sulla situazione internazionale, veniva infilata una chicca sulla Juventus o su un giocatore.

    Era uno degli uomini più potenti del Paese, uno dei più ascoltati nel mondo, aveva una cultura raffinata e sapeva indiscutibilmente godersi la vita, ci ha insegnato proprio in quegli Anni che uno dei modi per farlo è andare a vedere le partite, amando e soffrendo per una squadra di calcio, anche per uno come lui, élite delle élite. Se oggi nessuno mette in discussione il fatto che certi gol di Sivori, Platini o Baggio (per citare tre suoi pupilli) sono opere d’arte, lo si deve ai suoi soprannomi e alle sue similitudini. Ha tolto a milioni e milioni di appassionati di calcio quel senso di colpa che un certo intellettualismo insinuava, riducendo uno dei più entusiasmanti e drammatici spettacoli del mondo a una sfida fra trogloditi in calzoncini. Non è una rivoluzione da poco ed è uno dei pezzi di eredità di Gianni Agnelli di cui godiamo ancora adesso e che rende la sua figura attuale e non storica. A vent’anni dalla sua scomparsa, comporre un giornale dedicato a lui è una questione di scelte dolorose, perché vorresti mettere mille altre foto, vorresti riproporre mille altri articoli, vorresti scriverne mille di nuovi sentendo persone che l’hanno conosciuto e consentono la scoperta di una battuta nuova o un punto di vista nuovo per osservarlo. Una cosa, però, dà soddisfazione: a distanza di vent’anni, Gianni Agnelli è ancora una miniera ricchissima di contenuti, di pensiero, di storie e di Storia. Sì, è vero, ci manca, ma in fondo non se n’è mai andato del tutto. LEGGI TUTTO

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    Juve Women, Beerensteyn che impatto: i numeri dell'ala olandese

    La Juve Women si gode Lineth Beerensteyn. Impatto straordinario oltre che straripante, dell’ala olandese arrivata in estate dal Bayern Monaco. Un talento fuori dal comune. Lo dice il suo modo di stare in campo e, soprattutto, il suo palmares. Campionati vinti tra Olanda e Germania mentre con la Nazionale un oro agli Europei e un argento ai Mondiali. La Juventus non si è fatta scappare l’opportunità di portarla in Italia. Nuova avventura e un ambientamento naturale con la squadra di Montemurro. Otto gol in stagione e decisiva nella sfida in rimonta contro Pomigliano.Guarda la galleryJuventus Women, ribaltato il Pomigliano: decidono Cantore e Beerensteyn
    Impatto devastante di Beerensteyn con la maglia della Juve
    Arrivata in bianconero senza bisogno di troppe presentazioni, la Beerensteyn si è sin da subito calata nel Dna Juve. Una mentalità vincente per alzare ancor di più il livello, non solo in Italia ma anche in Europa. Acquisire blasone sul mercato per arrivare ai vari talenti in giro per il Mondo. Lasciare la Germania per una nuova sfida. Questione di stimoli. Stimoli messi subito in campo dalla calciatrice olandese.
    Una stagione davvero impressionante la sua con 7 reti in dieci presenze in Serie A e un gol in Champions League. Numeri importanti che certificano, qualora ce ne fosse bisogno, la qualità della Beerensteyn. Un colpo da 90 per il mercato delle Women e Montemurro non ha perso tempo nel sistemarla a suo agio nello scacchiere bianconero. LEGGI TUTTO

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    Juve, De Winter e la notte magica contro l'Inter: i bianconeri osservano

    Voglia di rivalsa. Potrebbe racchiudersi in queste parole la prestazione di De Winter contro l’Inter. Il difensore belga è stato uno dei migliori in campo nella notte magica dei toscani a San Siro. La vittoria per 0-1 è la ciliegina su una prestazione importante da parte dei ragazzi allenati da mister Zanetti. Il centrale, in prestito dalla Juventus, ha avuto la sua occasione per l’assenza di Ismajli e l’ha sfruttata alla grande. Annullare Lautaro, Dzeko e in parte anche Lukaku vuol dire aver messo in campo una prestazione di livello. Concentrazione e, appunto, la voglia di rivalsa di De Winter. Guarda la galleryJuventus Next Gen, è 1-1 nella partita infinita con il Renate
    De Winter, dall’amara Supercoppa con la Juve alla rivincita con l’Empoli
    La vita ti regala sempre la possibilità di rifarti poi sta a te provarci cambiando le sorti un pronostico alla vigilia già scritto. La squadra di Inzaghi avrebbe dovuto trovare tre punti facili, specialmente dopo l’ottimo periodo che sta vivendo e la spinta della vittoria contro il Milan in Supercoppa, ma non ha fatto i conti dell’Empoli. ‘Giovani Wannabe’ canterebbero i Pinguini Tattici Nucleari, e nella notte di San Siro proprio i giovani azzurri sono stati decisivi contro l’Inter. 
    De Winter dicevamo. Un anno fa in panchina nell’amara notte di Supercoppa, dove Sanchez in pieno recupero decise la partita a favore dei nerazzurri, e ora in campo per trovare la sua personale rivincita. Non c’è Ismajli. Un segno del destino? Forse sì. Zanetti sceglie il belga per comporre la coppia con Luperto e dare battaglia contro gli attaccanti dell’Inter. Sfruttare l’occasione, viste le poche presenze raccolte in stagione del centrale. Risultato? 0 tiri in porta di Lautaro&Co e lo zampino è anche quello del classe 2002. Notti magiche a San Siro per una rivincita in salsa belga.  LEGGI TUTTO

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    Diretta Lazio-Milan ore 20.45: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    ROMA – Si chiude all’Olimpico con il big match tra Lazio e Milan il 19° turno della Serie A, ultimo del girone di andata. Gara che mette in palio tre punti pesanti con la formazione di Pioli chiamata a riscattarsi in questo momento no, sopattutto dopo il netto 3-0 subito dai cugini dell’Inter nella finale di Supercoppa Italiana a Riyad. Ad attenderli c’è però una Lazio vogliosa di continuare la sua corsa per un posto nell’Europa che conta ed è tanta l’attesa per questa delicata sfida che lo stesso Sarri ha definito come una partita delle opportunità. Il tecnico biancoceleste dovrà fare a meno del suo bomber, Ciro Immobile, ancora fermo ai box; sulla sponda rossonera pesa invece l’assenza dell’ultimo minuto di Theo Hernandez.
    Dove vedere Lazio-Milan: streaming e diretta tv
    La partita Lazio-Milan si gioca questa sera allo Stadio Olimpico di Roma alle 20.45 e sarà trasmessa in tv e streaming da DAZN.
    Lazio-Milan: probabili formazioni
    LAZIO (4-3-3): Provedel, Lazzari, Casale, Romagnoli, Marusic; Milinkovic-Savic, Cataldi, Luis Alberto; Pedro, Felipe Anderson, Zaccagni. Allenatore: Sarri. A disposizione: Maximiano, Adamonis, Gila, Patric, Radu, Hysaj, Marcos Antonio, Vecino, Basic, Cancellieri, Romero. Indisponibili: Immobile. Squalificati: -. Diffidati: Marusic.
    MILAN (4-2-3-1): Tatarusanu, Calabria, Kalulu, Tomori, Dest; Tonali, Bennacer; Saelemaekers, Diaz, Leao, Giroud. Allenatore: Pioli. A disposizione: Mirante, Vasquez, Kjaer, Gabbia, Thiaw, Pobega, Vranckx, Krunic, Adli, De Ketelaere, Messias, Origi, Rebic. Indisponibili: Maignan, Ballo-Touré, Florenzi, Theo Hernandez, Ibrahimovic. Squalificati: -. Diffidati: Bennacer.
    ARBITRO: Di Bello di Brindisi. Assistenti: Tolfo e Galetto. Quarto uomo: Abisso. Var: Aureliano. Avar: Paganessi.
    Guarda la Serie A TIM su DAZN. Attiva ora LEGGI TUTTO

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    Torino-Marsiglia: braccio di ferro per Ilic

    TORINO – Il Toro fa pressing. Dopo che il Marsiglia ha virtualmente raggiunto l’accordo con il Verona per Ilic, il club granata è partito al contrattacco con il giocatore che, a quanto sembra, preferisce l’immediato trasferimento in granata piuttosto che raggiungere la Francia a giugno: aspetto da tenere in grande considerazione, perché in situazioni come queste la volontà del giocatore è decisiva.

    Giornata convulsa

    Ieri è stata una giornata convulsa, con i granata impegati a recuperare terreno nei confronti dei marsigliesi, entrati prepotentemente nella trattativa grazie al consiglio di Tudor che, come Juric, ha avuto Ilic a Verona. E tutti e due lo hanno apprezzato sotto ogni aspetto. Il serbo, infatti, ha i colpi del grande giocatore e, soprattutto, un ampio margine di miglioramento che con il passare del tempo lo può portare lontano. La partita, dunque, è ancora aperta anche se fino a sabato l’affare sembrava già confezionato a favore dei granata. Si parlava, addirittura, di imminenti visite mediche a Torino finché non è spuntato l’incubo Marsiglia. Ma entriamo nei dettagli. Il ds dei francesi, Javier Ribalta (ricordate? Si tratta di una vecchia conoscenza di Cairo perché nel 2009 con Pederzoli ds era diventato il capo degli osservatori del club granata) ha praticamente trovato l’intesa con il Verona ma – lo ripetiamo perché questo è importante – non ancora con Ilic, che ha rifiutato la prima proposta. Il Marsiglia, che è terzo in campionato e ha l’obiettivo di disputare la prossima Champions League, ha proposto 18 milioni e mezzo (15 e mezzo+3 di bonus) con la garanzia di lasciare il serbo a Verona fino al termine della stagione. Qualcosa in più della stessa cifra che i granata hanno proposto per due giocatori, visto che nel pacchetto è stato inserito il difensore Isak Hien. Davide Vagnati aveva addirittura alzato la propria offerta portandola a 18 milioni più 2 di bonus pressoché sicuri. Praticamente20 milioni per due giocatori: Ilic subito e Hien a luglio. Da parte sua, il Marsiglia inizialmente ha proposto un ingaggio maggiore al giocatore rispetto a quello del Toro: 1,7 milioni netti più bonus legati alla qualificazione in Champions League, ma Ilic non ne fa solo una questione economica e proprio su questo punto sta battendo forte il Toro. In granata, lo ricordiamo, guadagnerebbe 1,5 milioni più bonus. La differenza è minima e Cairo e Vagnati potrebbero anche colmarla pur di non farlo andare in Francia.

    Partita aperta

    La partita è più che mai aperta. Al momento ciascuna società ha il 50% di possibilità di arrivare al centrocampista. Tutto questo grazie alla reazione dei granata che ieri, sulla questione, sono stati attivissimi, cercando di recuperare il terreno perduto nelle ore precedenti. Di sicuro, dopo aver parlato con gli agenti del giocatore, adesso bisognerà aumentare la proposta al Verona. Un altro aspetto importante è che nel Toro in questo momento giocano tre serbi, compagni di Ilic in Nazionale. Ci sono il portiere Milinkovic-Savic, il centrocampista Lukic e il trequartista Radonjic. E tutti e tre hanno telefonato al connazionale, anche se la chiamata più importante l’ha fatta Juric. Il tecnico croato ha spiegato al giocatore che intende metterlo al centro del progetto sia per il presente sia per il futuro e che le ambizioni dei granata sono quelle di puntare all’Europa. Un discorso molto convincente. Sarà importantissima la giornata di oggi perché Vagnati incontrerà Sogliano e Marroccu, i due responsabili del mercato Verona: e nell’occasione il dt granata, con il nullaosta di Cairo, potrebbe alzare un po’ la proposta sempre coinvolgendo i due giocatori. Perché è vero che Ilic serve subito ma diventa importante, per il futuro granata, anche il difensore centrale Hien, visto che quest’estate, continuando di questo passo, Schuurs diventerà uomo mercato. Su di lui i grandi club italiani (Inter e Napoli su tutti), ma anche importantissime società della Premier. Con l’olandese il Toro potrà incassare almeno 25 milioni: niente male, specie considerando che è stato pagato poco più di 9 milioni più 3 di bonus. LEGGI TUTTO

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    Barcellona su Amrabat, Fiorentina in ansia

    Solo gita di piacere o “toccata e fuga” per gettare qualche seme? Sofyan Amrabat ha approfittato dei due giorni di riposo concessi da Italiano dopo il ko con il Torino per volare a Barcellona dove è stato avvistato al Camp Nou ad assistere alla partita fra i blaugrana e il Getafe. Secondo il portale spagnolo Revelo il viaggio del centrocampista della Fiorentina, tra i protagonisti del Mondiale col Marocco, sarebbe stato di natura personale ma ciò non ha frenato voci e illazioni. Anche perché il media iberico evidenzia l’interesse del Barcellona che su consiglio del tecnico Xavi ritiene Amrabat fra i profili più adatti per sostituire Sergio Busquets. Il giocatore viola, finito nel mirino anche di Liverpool, Tottenham e Atletico Madrid, è sotto contratto fino al 2024 con opzione al 2025 che la Fiorentina intende esercitare per poi affrontare la delicata questione-rinnovo. Oggi, intanto è atteso a Firenze Salvatore Sirigu che firmerà fino a giugno con opzione: il portiere lascia Napoli dove approderà Gollini dopo 6 mesi non esaltanti a Firenze. In standby l’affare-Brekalo per le commissioni (circa 2 milioni) ritenute eccessive dal club viola, così sul croato sta accelerando la Dinamo Zagabria. Si conferma forte la stima per Domenica Berardi, già corteggiato un anno fa (era il primo nome indicato da Italiano), ma è obiettivo difficile come i vari Beto e Petagna. L’Aris Limassol punta ad acquistare Alexander Kokorin in prestito dalla Fiorentina cui è legato fino al 2024: il centravanti russo ha segnato 7 gol in 15 gare.

    Le altre operazioni

    La Salernitana oggi dovrebbe annunciare Domen Crnigoj, centrocampista sloveno che arriva in prestito oneroso dal Venezia. Per l’attacco, la pista più calda è quella che porta alnazionale svizzero Haris Seferovic, 31 anni, ora al Galatasaray ma il cui cartellino è detenuto dal Benfica. Ci sono così da sistemare dettagli sui prestiti e per questo il ds DeSantctis tiene vive altre piste come Tsadjout della Cremonese (scambio con Bohinen che non sarebbe così inserito nello scambio con SalvaFerrer dello Spezia). Più difficile Artem Dovbyk (’97) del Dnipro. Tutto questo perché si è chiusa dolorosamente la pista Henry a causa del grave infortunio occorso al francese: ha riportato la rottura del legamento anteriore del ginocchio destro e dovrà essere operato. Una emergenza che costringe il Verona a correre ai ripari. L’operazione che porterà all’arrivo di Ondrej Duda, (prestito oneroso a 2,5 milioni) centrocampista d’attacco slovacco in forza al Colonia, era precedente alla notizia dell’infortunio e così anche i gialloblu si sono inseriti su Shomurodov (Torino, Spezia e Cremonese le concorrenti) per cui la Roma ha aperto al prestito. Una alternativa è Adolfo Gaich, argentino ex Benevento: c’è già l’ok dell’attaccante e va trovato quello con il CSKA. Un attaccante lo cerca anche lo Spezia a causa dell’infortunio di Nzola (stop ancora di due settimane. Anche i liguri erano su Hernry e ora hanno virato decisi su Botheim della Salernitana sperando di vincere la corsa con la Cremonese. Alternativa Sanabria del Torino. Il granata piace anche al ds della Lazio, Tare, mentre Sarri gli preferirebbe Bonazzoli della Salernitana. La Cremonese, con l’ok dell’Inter proprietario del cartellino, sta per cedere il portiere Ionut Radu all’Auxerre in Francia. L’Udinese è sulle tracce del 18enne attaccante del Genk, Sekou Diawara: per lui pronto un contratto da un contratto di 4 anni e mezzo. La Samp resta in prima fila per Adli del Milan che potrebbe girare l’attaccante Lazetic al Cagliari in B. LEGGI TUTTO

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    John Elkann sulla Juventus: “Un'ingiustizia. Ci difenderemo con fermezza”

    TORINO – Parla John Elkann nel ventennale della scomparsa del nonno Gianni Agnelli. Lo fa con un’intervista ai giornali della sua Gedi. Ecco da Repubblica lo stralcio sulla Juve e l’inchiesta. Ma l’Avvocato oggi sarebbe orgoglioso anche della Juventus? “In questi 100 anni di vita insieme abbiamo attraversato un periodo di grandi soddisfazioni e di grandi difficoltà: negli ultimi 20 anni la Juventus ha vinto 11 scudetti sul campo, 6 supercoppe italiane, 5 coppe Italia, più i successi delle Women. Il titolo mondiale del 2006 e l’europeo del ’21 sono stati vinti da una Nazionale con forte dorsale juventina. E con la vittoria quest’anno dell’Argentina la Juve è la squadra con più giocatori che hanno conquistato un campionato del mondo. Il -15? La Juventus è la squadra italiana più amata e seguita: rappresenta il nostro calcio nazionale. L’ingiustizia di questa sentenza è evidente: in molti l’hanno rilevato, anche non di fede bianconera, e noi ci difenderemo con fermezza per tutelare l’interesse dei tifosi della Juve e di tutti quelli che amano il calcio. Spero che insieme alle altre squadre e al governo possiamo cambiare il calcio nel nostro Paese, per costruire un futuro sostenibile e ambizioso. La Juventus non è il problema, ma è e sarà sempre parte della soluzione. Qui è in gioco il futuro della serie A e del calcio italiano, che sta diventando marginale e irrilevante”. LEGGI TUTTO