consigliato per te

  • in

    Juve Next Gen, Brambilla: “Con il Padova gara da non fallire”

    La Juve Next Gen in cerca di riscatto. I bianconeri vengono da quattro sconfitte consecutive, un trend da invertire assolutamente. A partire dal prossimo impegno, quello contro il Padova in trasferta. A suonare la carica il tecnico Massimo Brambilla, che ai canali ufficiali della Juventus ha parlato sia della sconfitta contro il Pordenone che della gara contro i biancoscudati.
    Juve Next Gen, le parole di mister Brambilla
    Imparare dagli errori fatti, continuare a giocare con convinzione all’insegna dell’attacco: questo il monito da parte del tecnico bianconero Brambilla: “Come detto dopo nell’ultimo post partita, secondo me abbia fatto una buona prestazione, contro una squadra forte. Nel secondo tempo abbiamo preso noi in mano il gioco perché loro si sono abbassati e noi abbiamo avuto occasioni per andare in vantaggio. Il gol annullato è molto dubbio, ma secondo me la partita è stata fatta bene, poi sui due episodi dei gol sicuramente potevamo far meglio. Hanno realizzato due reti molto belle e hanno vinto la gara, però ripeto: io sono convinto che sia stata fatta una buona partita ed è quella la cosa importante. Chiaramente alla prestazione deve far seguito anche il risultato. Negli ultimi tempi stiamo attraversando un periodo non buono per quanto riguarda i risultati, con i ragazzi abbiamo analizzato le cose che sono andate meno bene, ma ci sono state tante cose che invece abbiamo fatto nella maniera giusta e bisogna farle anche contro il Padova. Servirà fare una prestazione vera, una prestazione importante perché sarà una gara sicuramente difficile: vengono da alcuni risultati positivi, c’è stato un cambiamento da parte loro. È una squadra esperta, non ci si spiega come mai sia così in basso in classifica. Dal canto nostro non dovremo pensare soltanto a difenderci, ma anche a giocare e a creare occasioni da gol, perché è questa la nostra mentalità. Penso che i ragazzi da questo punto di vista abbiano lavoro bene e l’affronteremo nel migliore dei modi”.
    Guarda la galleryJuve Next Gen-Pordenone 1-2, quarta sconfitta di fila per i bianconeri. Le immagini della gara LEGGI TUTTO

  • in

    Napoli-Juventus, l'incredibile statistica: ecco cosa non accade da quasi 33 anni!

    “Cosa temo da qui allo Scudetto? Da tifoso: che non ce lo facciano vincere. Che si metta in moto la grande macchina che spinge le squadre del Nord”. Con largo anticipo, Roberto Saviano aveva acceso il big match tra Napoli e Juventus in programma questa sera allo stadio Diego Armando Maradona, con i ragazzi di Spalletti avanti di sette lunghezze sui bianconeri di Max Allegri. Una filosofia largamente condivisa da tifosi ed addetti ai lavori di fede azzurra, che trova però scarso sostegno dalle statistiche. Un esempio? Basti pensare che – in una super sfida disputata nel capoluogo campano – la Juve non beneficia di un calcio di rigore a favore addirittura dal 25 marzo 1990 (per fallo di Baroni su Rui Barros), per giunta ininfluente ai fini del risultato: De Agostini accorciò le distanze dopo la doppietta del Pibe de Oro, quindi Francini fissò il risultato sul definitivo 3-1. LEGGI TUTTO

  • in

    Torino, Ciammaglichella diamante azzurro

    TORINO – Quella in corso è la settimana dei giovani granata: la prima di copertina se la sono presa Bayeye e Adopo a San Siro. L’esterno ha centrato il cross per la deviazione vincente del centrocampista: Milan eliminato e Toro ai quarti di finale di Coppa Italia (prossima avversaria la Fiorentina: si giocherà al Franchi mercoledì 1° febbraio).

    E’ già il capitano dell’Italia

    C’è però un’altra notizia, che esalta la linea verde granata: Aaron Ciammaglichella, fiore all’occhiello del settore giovanile guidato da Ruggero Ludergnani, è stato nuovamente convocato con l’Under 18. Il ct Daniele Franceschini lo ha infatti chiamato in vista della gara amichevole che l’Italia disputerà contro la Spagna mercoledì alle 14.30 presso il Centro Tecnico di Coverciano. Una conferma, per il centrocampista che in azzurro ha pure maturato presenze con l’Under 15 (2 con un gol) e l’Under 17 (9 con 2 reti). Con la selezione di Franceschini il mediano ha invece disputato due gare contro la Francia a novembre: nella seconda è anche stato il capitano dell’Italia. LEGGI TUTTO

  • in

    Gunnarsdottir, solo Juventus Women: addio alla nazionale, è ufficiale

    Sara Gunnarsdottir ha deciso di concentrarsi soltanto sulla maglia della Juventus Women. La centrocampista islandese, attraverso il suo profilo Twitter, ha detto addio alla Nazionale all’età di 32 anni. Uno dei punti di forza della formazione allenata da mister Montemurro, la Gunnarsdottir è arrivata in estate dopo aver salutato il Lione. Un colpo importante della dirigenza bianconera visti anche i titoli vinti tra Germania e Francia, soprattutto l’ultima edizione della Champions League femminile. Dopo il saluto al Lione in estate, dopo sei mesi è arrivato anche quello alla Nazionale. 
    Juventus Women, Gunnarsdottir e il messaggio d’addio alla Nazionale 
    Un saluto lungo, emozionato e di ringraziamenti verso chi in questi anni con l’Islanda gli ha dato continua fiducia facendola crescere e migliorare sotto tutti i punti di vista. Una decisione sicuramente non semplice per la Gunnarsdottir, ma ecco il suo messaggio d’addio alla Nazionale: “Dopo 16 anni giocando per il mio paese ho deciso di smettere. Per me è stato un piacere e un onore assoluto, ma so che a questo punto della mia carriera è arrivato il momento di salutarci. È stato un viaggio fantastico! Sono sempre stata molto orgogliosa di aver indossato la maglia azzurra fin dal primo giorno. Essere parte della squadra che si è qualificata per la prima volta nella storia per gli euro femminili nel 2009 e prendere parte a quattro tornei di euro femminili è qualcosa di cui sono molto orgogliosa! Voglio ringraziare KSÍ, tutti gli allenatori, i membri dello staff, i giocatori e i volontari che hanno condiviso questo viaggio con me, insieme a tutti quei bei ricordi durante il mio tempo! Auguro alla federazione e alla squadra tutto il meglio e un futuro luminoso”.  LEGGI TUTTO

  • in

    Vialli, l’arrivo alla Juve e le idee chiarissime: “Qui per diventare bandiera”

    Fu, senza dubbio, il trasferimento dell’anno. Anzi, del decennio visto che gli Anni 90 erano appena iniziati e che la Juventus versò alla Sampdoria la cifra record di 40 miliardi di lire per portare Gianluca Vialli a Torino. I soldi, certo, ma a far rumore furono l’impatto mediatico e le implicazioni che quella trattativa si portò appresso: la delusione della tifoseria blucerchiata, l’orgoglio di quella bianconera e, in prospettiva, il salto di qualità professionale e caratteriale che avrebbe compiuto lo stesso Vialli. A Torino sognavano, a Genova, sponda blucerchiata, vivevano un vero e proprio psicodramma sportivo di fronte alla perdita di uno dei loro idoli. In città ci furono fiaccolate, proteste (pacifiche, va ricordato) l’11 maggio prima e durante la partita di campionato contro la Fiorentina.

    Il nostro Vialli: lo speciale in edicola con Tuttosport

    La contestazione

    Una domenica che Tuttosport raccontò nel dettaglio, a cominciare dalla marcia fin sotto la casa (una villa definita “la reggia del capitano”) con un partecipante d’eccezione: capitan Mancini, il gemello blucerchiato: «Oltre seimila tifosi blucerchiati, ai quali si è aggiunto anche capitan Mancini, per quasi due ore hanno bloccato pacificamente il traffico in via Murcarolo a Quinto. Slogan, cori, canti, con decine di ragazzi aggrappati alla cancellata, mentre altri si preoccupavano di spiegare ad automobilisti e passanti il motivo della manifestazione. Per riportare la situazione alla normalità è dovuta intervenire la polizia. Non ci sono stati incidenti. I tifosi hanno poi organizzato una fiaccolata che si è conclusa a Sant’Ilario davanti alla villa del presidente Mantovani».

    Guarda la galleryDa Lippi a Bonucci, tutti i presenti alla messa in ricordo di Vialli LEGGI TUTTO

  • in

    Milan-Inter, la Supercoppa per salvarsi

    TORINO – Due debolezze non fanno una forza. Se ne sono accorte Milan e Inter alla ripresa delle operazioni dopo la lunga sosta imposta dal Mondiale. Partenza convinta (rossoneri in casa Salernitana, nerazzurri nel big match con il Napoli), poi due risultati poco soddisfacenti, con un 2-2 subito in rimonta da Roma e Monza. Quindi la Coppa Italia: prima l’Inter a faticare più del previsto con il Parma, a seguire il Milan fuori agli ottavi, sconfitto al Meazza da un Torino in inferiorità numerica dopo poco più di un’ora. Un torneo che le squadre (big e non big) disprezzano, fino a quando non si rendono conto che l’Europa è un miraggio, il campionato è andato e serve un piano B. Come capitato proprio all’Inter la passata stagione, con la doppietta Coppa Italia-Supercoppa a lenire le ferite per lo scudetto mancato.Guarda la galleryInter beffata dal Monza: Allegri che gongola e Galliani scatenato, le reazioni social

    Un tifo a doppio taglio

    Oggi le due milanesi non vivono un momento felice in campionato, costrette stasera a tifare la Juventus perché rallenti la corsa del Napoli. Un tifo a doppio taglio, visto come sta viaggiando la squadra di Massimiliano Allegri, decisamente più in palla con le otto vittorie consecutive. Ma i bianconeri sono maggiormente vicini della capolista, oggi a +7 sul Milan e a +10 sull’Inter, rappresentano il male minore. Anche perché i rossoneri si sono tirati fuori dalla prima corsa stagionale, con l’eliminazione in Coppa Italia, e mercoledì 18 dovranno affrontare la seconda, nel derby di Supercoppa a Riad. Una nuova delusione appesantirebbe gambe e testa in campionato e Champions (andata degli ottavi contro il Tottenham il 14 febbraio), ultimi obiettivi aperti, rendendo inutile quanto sottolineato da mesi da Stefano Pioli e Paolo Maldini, che hanno ribadito come le vittorie siano necessarie per dare continuità ai progetti.

    Guarda la galleryLe pagelle di Milan-Torino: Milinkovic sembra Garella, Leao-Giroud flop

    Il vantaggio dell’Inter

    Stesso discorso per l’Inter, che almeno ha il vantaggio di essere ancora in corsa in Coppa Italia dopo l’affannosa vittoria sul Parma. In campionato il cammino è greve, mentre in Europa è sempre meglio non fidarsi del Porto (chiedere alla Juventus). Una nuova doppietta di Coppa darebbe un senso alla stagione e una vittoria in Supercoppa sarebbe benzina ulteriore per non mollare in Italia e per azzannare l’Europa. Molto, se non tutto, passa dunque dallo stadio dell’Università re Sa’ud a Riad, dove le due milanesi si incroceranno mercoledì per una finale nuovamente da esportazione dopo due edizioni in Italia causa pandemia. Il Milan ha scelto di raggiungere subito Milanello dopo il match di Coppa Italia. Non un ritiro punitivo, ma una decisione presa in precedenza, per stare insieme, analizzare immediatamente la gara, allenarsi, pranzare e poi salutarsi. Squadra libera fino a questa mattina, quindi mente concentrata sulla trasferta di domani alle 18 a Lecce. Dopo la partita il rossoneri voleranno alla volta di Riad, decollando da Brindisi. L’Inter giocherà sempre domani, alle 20.45 in casa con il Verona (attesi 70.000 spettatori). Ritrovo domenica mattina, seduta di scarico e partenza da Malpensa alle 15. Una trasferta diventata chiave di volta per entrambe. LEGGI TUTTO

  • in

    Torino, Bayeye in 9 minuti ha convinto tutti. Non andrà alla Reggina

    TORINO – Brian Bayeye conosce i sacrifici e il sudore. Le rincorse, per guadagnarsi il calcio che conta, e la felicità racchiusa nel momento in cui l’esterno ha servito il pallone al compagno Adopo nel secondo tempo supplementare degli ottavi di Coppa Italia contro il Milan. «Ce lo siamo meritati – ha detto il francese nel post partita -. Con Adopo siamo contenti di essere qua, io sono contento dell’assist. Speriamo di arrivare fino alla fine in Coppa Italia. Ho imparato tanto da quando sono qui, arrivo dalla Serie C quindi mi ci vuole un po’ di tempo per abituarmi e inserirmi, ma siamo un bel gruppo». A San Siro ha corso più forte che poteva, il ventiduenne francese, come del resto ha fatto per tutta la sua (ancora giovane) carriera. Partenze, stop e ritorni, fino alla prestazione di Milano che gli varrà la permanenza al Torino. Dopo la vittoria di mercoledì, infatti, nel summit post partita con la dirigenza Ivan Juric ha ribadito la volontà di trattenerlo, chiudendo al prestito alla Reggina che lo aveva richiesto nei giorni scorsi e con cui c’era un’intesa di massima. E così Bayeye, che finora ha disputato solo 16 minuti in Coppa Italia, potrà giocarsi le sue carte anche in Serie A.Guarda la galleryLe pagelle di Milan-Torino: Milinkovic sembra Garella, Leao-Giroud flop

    Cosa ha detto l’agente

    «Sono molto contento per Brian – ha detto il suo agente Vincenzo Pisacane -. Ero sicuro che quando gli si fosse presentata l’occasione avrebbe dato il suo contributo. Non è stato facile stare seduto così tanto tempo a guardare gli altri giocare, ma sono sicuro che questa cosa l’abbia migliorato sotto l’aspetto caratteriale. La cosa di bella di Brian è che, anche se ha vinto alla Scala del calcio, per lui è stato come se stesse giocando al campetto sotto casa». E a proposito di campi di periferia, Bayeye ne ha calcati tanti a Parigi, dove è nato e cresciuto prima di approdare nel settore giovanile del Troyes. Nel 2019 è arrivato in Italia, in Serie C al Catanzaro: le difficoltà incontrate dal calciatore hanno convinto la società giallorossa a prestarlo al Carpi, ma il ritorno in Calabria, e il conseguente incontro con il tecnico Vincenzo Vivarini, gli hanno cambiato la vita e la carriera. «Quando sono arrivato a Catanzaro – ha detto Vivarini – veniva da un periodo in cui aveva giocato poco. Nonostante questo ho intravisto in lui le qualità tecniche, fisiche e mentali che poi ha dimostrato di avere. La prestazione contro il Milan, al cospetto di giocatori come Theo Hernandez e Leao, è un altro tassello nella sua carriera. Ha dimostrato che a quei livelli ci può stare. Mi aspettavo che potesse giocare prima, perchè è un giocatore pulito e dalla grande personalità».

    Aspetta l’esordio in campionato

    Da dicembre 2021 a giugno 2022, in 6 mesi al Catanzaro l’allenatore ha plasmato l’esterno, permettendogli di diventare tra i migliori della categoria, con tanto di soprannome “Frecciarossa”. «Bayeye è bravissimo negli spazi e lo ha fatto vedere a San Siro, ma se la cava bene anche nello stretto. Quello che mi ha sorpreso contro il Milan è stata la qualità nell’assist ad Adopo: si vede che è migliorato rispetto alla scorsa stagione. Lo sento spesso al telefono, ci confrontiamo e io gli dico sempre che si trova in una grande società, con un grande allenatore come Juric, e che deve avere pazienza. Gli manderò un messaggio per complimentarmi». Bayeye, dunque, aspetta ancora di esordire in campionato, ma la permanenza blindata al Torino e il recente infortunio di Lazaro potrebbero spalancargli presto le porte della Serie A. «Ogni allenatore ha le sue prerogative nel ruolo – ha concluso Vivarini. Se fossi il tecnico del Torino il mio vice Singo sarebbe Bayeye. Ma se Juric non lo ha mai schierato in campionato magari lo vede ancora un po’ acerbo. Sono valutazioni personali. Conosco bene il ragazzo e so che merita quello che sta facendo. Mercoledì ha dimostrato anche a Juric che quel ruolo lo può fare anche in campionato». LEGGI TUTTO

  • in

    Ronaldo, la Juve e il ricordo di un gol speciale: “Un nuovo capitolo della mia vita”

    Cristiano Ronaldo è tornato a parlare della sua lunga carriera e lo ha fatto in un’intervista per la piattaforma LiveScore. Durante la chiacchierata a CR7 sono stati posti dei quiz su alcune partite che lo videro protagonista e dove lui, nello specifico, doveva indovinare il marcatore o l’avversario in questione. Durante i quiz è arrivato un cartello che ritrae il risultato finale di 1-0 in favore della Juventus con l’avversario nascosto, un match deciso proprio dall’ex Manchester United. Ronaldo non ha avuto dubbi dichiarando: “Ricordo benissimo quel momento, fu un nuovo capitolo della mia vita. Firmai con la Juventus, campione d’Italia in carica, quando avevo 33 anni dopo aver trascorso 9 anni al Real Madrid – aggiunge – e questa partita fu il mio primo titolo! L’avversario se non sbaglio fu il Milan e segnai di testa a Donnarumma”. Risposta corretta, la partita infatti fu Juventus-Milan finale di Supercoppa nella stagione 2018-19 che si giocò a Gedda (Arabia Saudita) presso il King Abdullah Sports City, i bianconeri trionfarono grazie alla rete di testa di CR7 su assist di Pjanic al 61′.Guarda la galleryCristiano Ronaldo, svelata la residenza extralusso in Arabia Saudita: i dettagli LEGGI TUTTO