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    Toro, Cairo fa pagare anche Vagnati?

    TORINO – Nel 2025 saranno 20 anni di presidenza Cairo. Il tempo passa e le nostre formazioni stanno per invadere l’Europa con 5 squadre in Champions e a scalare tante altre in Europa e Conference League. E in mezzo a questa “abbuffata” di pass continentali il Toro resta a guardare e si accontenta della parte sinistra della classifica. Anche in questo campionato, a meno di clamorosi colpi di scena, la formazione di Juric starà fuori dai giochi nonostante il club, soprattutto nell’ultimo periodo, abbia investito e soprattutto tenuto tutti i suoi big alla faccia delle numerose offerte che sono pervenute.
    I nomi per il post Juric: Italiano in pole
    La scelta del tecnico, che in un primo momento sembrava quella giusta, non si è rivelata azzeccata. E pensare che per portarlo a Torino (dal Verona) sono stati spesi in tutto (al lordo dei tre anni di contratto) quasi 12 milioni (2 netti, 4 al lordo a stagione). Ecco perché il rapporto tra il tecnico croato (in scadenza) a giugno è arrivato ai titoli di coda con Italiano nel mirino. Si cerca un tecnico di spessore e quello della Fiorentina è in pole. A seguire Palladino e Gilardino. Sullo sfondo Vanoli e Donisi. L’unica certezza è che sulla panchina del Torino del prossimo anno ci sarà un allenatore nuovo. 
    Le scommesse perse di Vagnati 
    Detto questo ci sono stati tante altre situazioni che non tornano. Tanti, troppi giocatori acquistati sono costati tanto e hanno reso poco. Alcuni spariti addirittura dal radar del nostro calcio. E qui entra in scena il direttore Davide Vagnati e i suoi collaboratori. Possibile che tra le tante scommesse non ne sia stata vinta una? Tutto è cominciato con Warming che adesso è finito al Brann in Norvegia. E poi tanti altri: 4,5 milioni spesi per Ilkhan, Gojak (ricordate?), Zima, Gravillon, Bayeye, Radonjic, ultimamente Haveri, Popa, Soppy. E nel mercato invernale, sia pure in prestito, sono approdati giocatori come Lovato e Okereke che facevano le riserve a Salerno e Cremona.
    Elementi che torneranno al mittente ma, comunque, sono stati pagati per il prestito. Il solo Masina, forse, verrà riscattato per un milione. E in questo contesto vanno ricordati anche gli investimenti fatti per Ilic (16 milioni) e i riscatti di Vlasic (9 milioni) e Lazaro (4 milioni), giocatori che non hanno inciso, giocatori che ha espressamente chiesto Juric per portare il Toro in alto. Giusto anche dire che nella gestione Vagnati sono stati presi Schuurs e Ricci, due che sono cresciuti molto e che hanno mercato (l’olandese tornerà ad averlo appena avrà recuperato dal grave infortunio). 
    L’ipotesi di una rivoluzione dirigenziale
    Ecco, allora, che Cairo sta analizzando anche il settore dirigenziale. Davide Vagnati, al suo arrivo a Torino, ha portato con se tutti i suoi uomini di fiducia: dal segretario al responsabile del settore giovanile passando dagli osservatori. Si è circondato di persone con cui ha avuto a che fare in passato e di cui si fida ciecamente ma i risultati non sono stati soddisfacenti. Il direttore dell’area tecnica è sotto contratto sino al 2025 e di conseguenza gli verrà concesso ancora un anno per dimostrare la sua competenza: tuttavia entra anche lui nel mirino del numero uno del club.
    Al termine della stagione, quindi, ci sarà il cambio dell’allenatore e dell’intero staff tecnico a non è escluso, se le cose dovessero andare in futuro in maniera così nefasta, che tra qualche mese cominci anche una rivoluzione dirigenziale. Adesso testa al Bologna. Venerdì sera, allo stadio Grande Torino, la squadra di Juric avrà l’ultimissima possibilità di mantenere una piccola speranza europea, ma proprio piccola a patto che venga battuta la formazione di Thiago Motta lanciatissima verso un posto Champions. Solo la matematica dà un piccolo aiuto al Torino e di questi tempi ci si aggrappa anche a questa.  LEGGI TUTTO

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    Vinicius come Ronaldo: doppietta contro il Bayern all’Allianz in Champions

    Esattamente sette anni fa, stesso stadio, stessa partita, stesso numero di maglia e stesse prodezze personali. A pensarci prima, le affinità tra Cristiano Ronaldo e Vinicius Junior, per certi aspetti, non sembrano così evidenti, eppure nel giorno in cui l’attuale attaccante del Real Madrid regala alla sua squadra un risultato che, forse, sbilancia di un pochino le chance di qualificazione verso le merengues, i dati ci danno una mano ad accomunare un po’ di più il passato e il presente dei blancos. Così come Cristiano Ronaldo, nei quarti di finale di Champions League della stagione 2016-17, Vinicius Junior (il cui idolo era proprio CR7) ha realizzato una doppietta all’Allianz Arena contro il Bayern Monaco in semifinale. Cristiano, in quella stagione, segnò tra il 47′ e il 77′, un gol per tempo, così come Vini che ha realizzato le sue due reti tra il 24′ e l’83’ (su rigore), una per tempo. Di seguito, il Real di Zizou Zidane sconfisse poi in semifinale l’Atletico Madrid e successivamente la Juventus nella finale di Cardiff (12° titolo). Certamente un buon auspicio per Vinicius e per Carlo Ancelotti che al Bernabeu proveranno a centrare la finale dopo aver già eliminato i campioni d’Europa in carica del Manchester Cty.

    Numeri e cabala, tutto porta al titolo?
    I numeri dell’attaccante brasiliano sono impressioanti: in questa stagione è il capocannoniere del Real Madrid in Champions League con cinque gol all’attivo, inoltre grazie alla doppietta contro il Bayern, Vinicius ha raggiunto quota 80 gol con il Real in tutte le competizioni e inoltre per la terza stagione consecutiva ha segnato più di 20 reti coi blancos (22 nel 2021-22, 23 nel 2022-23, 21 nel 2023-24). Tanto per sottolineare l’incidenza di questo attaccante per la sua squadra, dal 2021/22 Vinícius è il giocatore che è stato coinvolto in più gol in Champions League: su un totale di 31, con 16 reti e 15 assist. Infine, tanto per scomodare anche la cabala, prima di Vinícius Júnior, l’ultimo giocatore ad aver segnato una doppietta contro il Bayern Monaco in una semifinale di Champions League era stato Karim Benzema il 1 maggio 2018. E finì che le merengues divennero campioni d’Europa per la 13^ volta battendo in finale il Liverpool 3-1. LEGGI TUTTO

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    Bayern Monaco-Real Madrid, Ancelotti: “Soddisfatti a metà, giocheremo meglio al ritorno”

    Sarà decisivo il ritorno di mercoledì prossimo al Bernabeu, sfida che regalerà la finale di Champions League a una tra Real Madrid e Bayern Monaco. Termina 2-2 il primo round all’Allianz Arena, match aperto e chiuso dai gol di Vinicius dopo il ribaltone dei bavaresi in quattro minuti con Sané e Kane. Un buon pareggio per i Blancos, partita analizzata a Sky da Carlo Ancelotti: “Alla fine avevamo più energia, loro avevano speso molto. Siamo soddisfatti a metà: il Bayern ha giocato al loro miglior livello, noi no. Nel primo tempo eravamo troppo passivi a difendere e lenti. Quando abbiamo iniziato a giocare bene ci hanno fatto due gol. Poi siamo stati bravi a reagire, bene i neoentrati. È un buon pareggio, il discorso resta ancora aperto”. LEGGI TUTTO

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    Bayern Monaco-Real Madrid 2-2, gol e highlights. Pari show nella semifinale d’andata

    Termina in parità la semifinale d’andata di Champions all’Allianz Arena, dove la squadra di Ancelotti impatta 2-2 contro i tedeschi. Bavaresi pericolosi in avvio con Sané e Kane, ma la sblocca Vinicius su assist di Kroos. Proprio il tedesco ci prova in avvio di ripresa, ma i bavaresi la ribaltano in quattro minuti: pareggio di Sané e rigore di Kane. Neuer salva su Vinicius, che però fa 2-2 dal dischetto. Sarà decisivo il ritorno al Bernabeu mercoledì prossimo
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    Borussia Dortmund-Psg, Luis Enrique: “Dobbiamo gestire la pressione”

    L’allenatore del Psg presenta la semifinale d’andata di Champions contro il Dortmund: “Siamo migliorati in tutto, ma a questi livelli la linea che separa la vittoria dalla sconfitta è sottile. Dobbiamo gestire le emozioni e fare una buona partita”
    DORTMUND E PSG, DUE FILOSOFIE PER UNA SEMIFINALE

    Giornata di conferenza stampa in casa Psg, in vista dell’impegno di Champions (semifinale d’andata) di domani contro il Borussia Dortmund. Un appuntamento importante, presentato così da Luis Enrique in conferenza stampa: “Credo che ci saranno gol per le capacità che entrambe le squadre hanno di arrivare alla porta avversaria”. Cosa rappresenterebbe una finale di Champions League con questa squadra? “Credo che da quando son arrivato ho sentito l’appoggio del club e dei giocatori. Credo che continuiamo a migliorare, siamo all’inizio di un progetto. Abbiamo continuato a migliorare il nostro rendimento. Dobbiamo gestire le emozioni, le pressioni e fare una buona partita. Senza sentirci minacciati da questa pressione. Arriviamo in un momento quasi perfetto della stagione”. 

    “Sarà un grande spettacolo, ci saranno gol”
    All’allenatore gli chiedono se il suo PSG è il favorito: “Ecco perché dico da tempo che la stampa non sa nulla di calcio. La cosa bella è godersi una partita speciale in un’atmosfera unica in Europa. Penso che qualsiasi risultato diverso dalla qualificazione per la finale sarebbe una delusione per tutte e quattro le squadre”. Su che tipo di gara aspettarsi: “Sarà una partita come i quarti di finale. Fare speculazioni non fa parte del nostro modo di giocare. Cercheremo di vincere con il nostro calcio. Sarà un grande spettacolo, ci saranno gol”.

    “Squadra migliorata in tutto”
    Su quali aspetti la squadra è migliorata? “In tutto, ci sono solo due giocatori che non possono giocare, gli altri sono a disposizione. Non dobbiamo pensare che abbiamo fatto tutto, ma dobbiamo pensare che abbiamo ancora da migliorare. E’ per questo che siamo una buona squadra. La linea che separa la vittoria dalla sconfitta a questi livelli è molto sottile, sono sicuro che sarà importante curare tutti i dettagli”.

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    Dortmund e Psg, due filosofie opposte per arrivare in semifinale

    Nell’agosto del 2017 il Psg comprava Neymar per 222 milioni di euro e si assicurava il giovane Mbappé (riscattato l’anno dopo per 180). Nel frattempo il Barcellona sostituiva la stella brasiliana versando 135 milioni nelle casse del Dortmund per Dembélé (che oggi è al Psg). In un mese c’è la sintesi di due mentalità opposte che sono arrivate allo stesso punto della Champions League, oggi (dati Transfermarkt)
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