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    Pistole in faccia, minacce, aggressioni e… Quando i calciatori vengono rapinati

    Rapiti, legati e infine picchiati. La scorsa notte, intorno alle 3.20, Gigio Donnarumma e la sua compagna sono stati sequestrati da un gruppo di malviventi, che sono riusciti a portarsi a casa un bottino dal valore di circa mezzo milione di euro. Il portiere della Nazionale si trovava nel suo appartamento nel VIII arrondisment di Parigi e, dopo essere stato aggredito, è fuggito in un vicino hotel per chiedere aiuto. Si tratta dell’ennesima disavventura vissuta da un calciatore del Paris Saint-Germain, considerando le simili esperienze vissute in passato da Icardi, Sergio Rico, Thiago Silva e Di Maria. LEGGI TUTTO

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    Juve, chi è più a rischio uscita? Decidono (soprattutto) gli stipendi: ecco i più pagati

    Vlahovic, Chiesa e Bremer possono portare anche un tesoretto per la cessione. Ma per l’abbattimento del costo del lavoro la Signora guarda anche ad altri profili, da Alex Sandro a Pogba

    Leonardo Bonucci ha una riduzione dell’ingaggio per questo ultimo anno di contratto con la Juve. Ma resta una mossa che racconta anche la forza con cui la Juventus vuole alleggerire un costo del lavoro fuori controllo (400 milioni l’anno scorso). Ed è su questa linea che si è entrati nell’ordine della rinuncia a giocatori della caratura di Vlahovic e Pogba, su cui non più di un anno-un anno e mezzo fa si era deciso di fondare un nuovo ciclo. Perché il mirino è sui giocatori con gli ingaggi più alti.  LEGGI TUTTO

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    Thuram alla Lukaku: sboccia la Thu-La con Lautaro, così l’Inter cerca un nuovo totem

    Marcus garantisce più dribbling e presenza in area. Ora deve fare dimenticare Romelu

    Era un giovanotto con un fisico che sembrava già scolpito da Fidia e un cognome pesante lì dietro la schiena. Andato a bottega in Renania pensava (giustamente) di sbocciare più in fretta che nel placido campionato francese. Marcus Thuram, figlio del grande Lilian, iniziava a far gol nel Borussia Mönchengladbach quando entrava a San Siro per la prima volta all’inizio della stagione 2020-21, quella poi conclusa con lo scudetto contiano: anno comunque assai strano, stadi ancora tristemente vuoti per colpa del Covid e controlli triplicati all’ingresso. Per convincere un addetto del Meazza a farlo entrare servì che Marcus mostrasse sul cellulare la sua pagina Wikipedia: ai tempi era molto meno ricca di adesso, ma fu comunque convincente. A ripensarci, quella partita nel girone di Champions, datata 21 ottobre 2020 e finita 2-2 con doppietta (guarda caso) di Romelu, era davvero una finestra sul futuro. Lo stesso francese, intervistato qualche giorno prima della sfida dalla Gazzetta, aveva dato prova di preveggenza: «Ho sempre avuto una grande ammirazione per Lukaku. Lo seguivo quando era giovanissimo, per me è sempre stato una fonte di ispirazione. Spero di diventare più forte di lui, lavoro tutti i giorni per questo», diceva sicuro. Insomma, pareva tutto già scritto tre anni fa: quei due giganti avrebbero dovuto militare nello stesso reparto. Il più giovane francese sarebbe dovuto stare un passo indietro rispetto al più esperto belga per apprenderne le arti magiche, ma sapeva pure che il futuro prima o poi sarebbe stato suo. LEGGI TUTTO

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    Napoli-Anaune 6-1, gol e highlights

    RCS MediaGroup S.p.A.Via Angelo Rizzoli, 8 – 20132 Milano.Copyright 2023 © Tutti i diritti riservati. CF, Partita I.V.A. e Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano n.12086540155. R.E.A. di Milano: 1524326 Capitale sociale € 270.000.000,00 ISSN 2499-3093 LEGGI TUTTO

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    Weah e David come Pogba e Dybala: quel gesto da… connessione Juve

    E proprio al colombiano si è ispirato Weah per spiegare che tipo di giocatore bisogna aspettarsi, un esterno a tutto campo che può ricoprire sia la fase difensiva che offensiva. Oltre alle proprie caratteristiche, lo statunitense è stato coinvolto anche nel mercato bianconero con la domanda sul futuro del suo amico Jonathan David. L’attaccante canadese è infatti un obiettivo della Juve e con Timothy ha condiviso già lo spogliatoio al Lille dove tra i due è nato un rapporto che va oltre il rettangolo di gioco: “David è uno dei miei migliori amici, mi ha fatto domande e gli ho risposto che deve essere pronto a lavorare se vuole venire qui”. Una risposta che fa sognare i tifosi bianconeri con la coppia Weah-David pronta a riunirsi. LEGGI TUTTO

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    Retegui: le origini, la gavetta, l’azzurro e quel sogno chiamato Serie A

    Il 24enne italo-argentino che ha debuttato in Nazionale il 23 marzo è un passo dall’accordo col Genoa. Dalle lontane origini siciliane all’esplosione con la maglia del Tigre dopo una breve escursione nell’hockey su prato, il bomber di San Fernando si prepara a chiudere il cerchio

    Dal “sogno” confessato alla Gazzetta poco più di tre mesi fa, quello di giocare nel campionato italiano, alla “grande probabilità” anticipata mercoledì sera dopo le voci di un imminente trasferimento al Genoa. Il futuro di Mateo Retegui sembra tracciato e le parole del 24enne bomber di San Fernando al termine dell’ultimo impegno con la maglia del Tigre, meno di 24 ore fa, suonano come l’anticamera di un imminente approdo in Italia, lì dove affondano le sue radici famigliari e dove l’italo-argentino spera di guadagnarsi la conferma di Roberto Mancini in vista del prossimo Europeo. LEGGI TUTTO

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    Manovre stipendi Juve, per i giudici “Agnelli ne è stato parte integrante”

    Diffuse le motivazioni della sentenza del Tribunale federale che ha condannato l’ex presidente della Juve a 16 mesi di inibizione e a 60mila euro di ammenda: “Provata con ragionevole certezza la sua responsabilità”

    Sono dure le motivazioni del Tribunale federale con cui si chiarisce perché il 10 luglio scorso l’ex presidente della Juve Andrea Agnelli sia stato condannato a 16 mesi di inibizione e al pagamento di un’ammenda di 60mila euro. Si trattava del primo grado sulle cosiddette manovre stipendi e i rapporti con gli agenti, su cui tutti gli altri deferiti, a partire dal club stesso, avevano patteggiato. Agnelli era stato infatti l’unico a optare per il compimento dell’intero iter processuale, visto che con ogni probabilità ora farà ricorso alla Corte federale d’Appello.

    il dispositivo —  Motivazioni dure, si diceva. Si legge infatti che “il Collegio ritiene provata con ragionevole certezza la responsabilità del dott. Andrea Agnelli”. I giudici sottolineano pure come “la manovra stipendi 2019-2020 (…) costituisce dato di fatto oggettivo che la stessa abbia avuto quale effetto immediato e concreto di evitare l’appostazione in bilancio di costi e/o debiti per circa 90 milioni di euro, onde non può dubitarsi della contrarietà di siffatto modus operandi al principio contabile di competenza economica e, conseguentemente, anche della violazione del principio di par condicio con le altre società consorelle della Lega Nazionale Professionisti Serie A in punto di equilibrio economico finanziario”. E ancora: “Le risultanze istruttorie consentono di affermare con ragionevole certezza l’apporto causale del dott. Andrea Agnelli nella cd. manovra stipendi 2019/2020. Ed invero, anche a volere escludere che il Presidente Agnelli sia stato l’unico ideatore della manovra, di certo non può verosimilmente escludersi che sia stato parte integrante ed essenziale di questa”. Discorsi analoghi vengono fatti anche per la manovra del 2020/2021 e per entrambi i casi si sottolinea “la piena consapevolezza dello stesso in ordine alla situazione economico-finanziaria della società”. Sui rapporti con gli agenti invece “il Collegio ritiene di non potere addivenire con ragionevole certezza alla declaratoria di responsabilità disciplinare del deferito”, dunque da questo punto di vista Agnelli è da ritenersi assolto. LEGGI TUTTO