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    Coro dei tifosi della Juve: “Noi Lukaku non lo vogliamo!”. Per Vlahovic solo applausi

    Gli ultras bianconeri hanno manifestato il loro dissenso per l’eventuale acquisto del belga durante il test in famiglia allo Stadium

    Dal nostro inviato Marco Guidi
    9 agosto

    – Torino

    È il giorno della festa del popolo bianconero, che accoglie per la prima volta in stagione la Juventus 2023-24 nella “casa” dell’Allianz Stadium. Ma è anche l’occasione giusta per mandare alla società un chiaro messaggio: lo scambio Vlahovic-Lukaku con il Chelsea non s’ha da fare, per dirlo manzonianamente. A ribadirlo, il coro più in voga in curva Sud: “Noi Lukaku non lo vogliamo”. Un grido forte, partito dopo appena 1′ dal fischio d’inizio della gara tra Juventus Black e Juventus White, una sorta di prima squadra vs Next Gen, e replicato più volte nel corso della partitella in famiglia, primo appuntamento di una serie di eventi per il centenario della proprietà Agnelli.

    I vertici—  In tribuna, l’avrà sentito non solo Cristiano Giuntoli, il nuovo volto mercato della Signora, ma tutti i piani alti bianconeri, a cominciare dal numero uno di Exor, John Elkann, il presidente del club, Gianluca Ferrero, e l’a.d. Maurizio Scanavino. Dopo lo striscione di ieri notte (“Lukaku resta a Milano, noi il secondo portiere già lo abbiamo”), un altro invito alla società a non perseguire nella trattativa con il Chelsea. Mentre Vlahovic viene applaudito a ogni tocco di palla, soprattutto dopo il rigore realizzato dopo un quarto d’ora e il secondo gol arrivato poco dopo. I tifosi hanno già fatto la loro scelta. LEGGI TUTTO

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    Inter, un quiz per i tifosi: chi le indovina tutte può vincere una “palla gol” della scorsa stagione

    Ogni utente della piattaforma di fan token con almeno tre gettoni digitali nerazzurri può provare a sfidare la raffica di domande a tema per prendere parte all’estrazione del cimelio

    Finalmente sembra essersi sbloccata la seconda metà di calciomercato dell’Inter, con l’arrivo di Yann Sommer – esordiente a Salisburgo nella penultima amichevole estiva dei nerazzurri – e quello imminente di Lazar Samardzic a integrare la rosa di Simone Inzaghi. Così pian piano se ne vanno anche i mugugni dei tifosi che, mentre scorrono i dieci giorni che mancano all’inizio della Serie A, possono provare a vincere un cimelio del club. Per farlo devono dimostrare di essere infallibili sul tema a loro più caro: i colori nerazzurri per cui cantano e soffrono ogni stagione.

    Come funziona—  La piattaforma di fan token ha infatti preparato un quiz sull’Inter a cui può partecipare chiunque abbia almeno 3 gettoni digitali nerazzurri nel proprio wallet, il portafoglio virtuale. In palio c’è, estratto a sorte, il pallone di uno dei gol di Inter-Sassuolo 4-2 dello scorso maggio al Giuseppe Meazza: ancora però non è noto quale sarà dei quattro, tra l’autorete di Ruan Tressoldi, la doppietta di Romelu Lukaku e il gol di Lautaro Martinez. Soltanto chi risponderà in modo corretto a tutte le domande potrà inserire il proprio nome nell’urna da cui verrà sorteggiato il vincitore. LEGGI TUTTO

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    Tacconi al ristorante con la famiglia: prima uscita pubblica per l’ex portiere

    Un anno e mezzo fa l’emorragia cerebrale, poi la lunga ripresa. Domenica sera la cena in un locale a San Giovanni Rotondo

    Prima uscita pubblica per Stefano Tacconi, l’ex portiere della Juventus che un anno e mezzo fa era finito in rianimazione a causa di un’emorragia cerebrale. Accompagnato dalla famiglia, si è recato in un ristorante pugliese, lo Chalet dei gourmet di San Giovanni Rotondo.

    le parole—  È stato lo stesso locale, sui suoi canali social, a diffondere la notizia e a pubblicare le relative foto. “Siamo orgogliosi – riferisce Giuseppe, titolare del ristorante – di aver ospitato un grande uomo del calcio italiano che ci ha regalato tante emozioni durante la sua lunga carriera calcistica. Noi lo abbiamo visto sereno e felice con la sua famiglia e amici nel gustarsi una piacevole serata tra tante eccellenze gastronomiche…”. Subito dopo la cena Tacconi è rientrato nella sua stanza dell’Ospedale di Padre Pio per proseguire il suo percorso riabilitativo. LEGGI TUTTO

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    Atalanta, Scamacca show al debutto in amichevole: un gol e una traversa

    La Dea batte 3-0 la Pergolettese. In rete, oltre l’ex West Ham, anche Muriel e Zapata. Non convocati Palomino, Soppy, Demiral e Maehle

    A Gianluca Scamacca bastano nove minuti per lasciare il segno sull’esordio con l’Atalanta. L’attaccante romano inizia nel migliore dei modi l’avventura bergamasca. Entrato nella ripresa dell’amichevole contro la Pergolettese, squadra di Serie C, realizza un gol di potenza, centra una traversa e mette in mostra sprazzi del suo repertorio, entusiasmando il pubblico. Al centro sportivo di Zingonia finisce 3-0 per i padroni di casa, grazie anche alle reti dei colombiani Zapata e Muriel, entrambi nel mirino di mercato della Roma.

    la partita—  Assenti Koopmeiners e Toloi, alle prese con dei fastidi fisici, Gasperini non convoca nemmeno Soppy, Demiral, Palomino e Maehle, possibili partenti. In difesa, a protezione di Musso, la linea verde composta dai giovani Okoli, Scalvini e Ruggeri. Sulle fasce Zappacosta e Bakker, al centro Ederson e Pasalic. Davanti parte titolare il nuovo acquisto El Bilal Touré, insieme a Zapata e Latte Lath. Nel primo tempo il più pericoloso è proprio Zapata, che al 18′ sfiora il vantaggio in girata. Poi, al 30′, il colombiano fa la sponda per Latte Lath, il cui tiro è parato da Cattaneo. E al 45′, a pochi secondi dall’intervallo, Zapata firma l’1-0 con un potente diagonale da posizione defilata. La ripresa si apre con una girandola di cambi per l’Atalanta. Gasperini cambia volto all’attacco. Dentro Muriel, Lookman e il nuovo arrivato Scamacca, all’esordio con la Dea. Al centravanti della nazionale, tornato in Italia dopo un anno in Inghilterra con il West Ham, bastano nove minuti per firmare la prima rete nerazzurra, con una percussione di fisico e potenza nel cuore della difesa avversaria (54′). L’ex Sassuolo accende l’entusiasmo dei tifosi presenti a Zingonia a suon di guizzi e giocate, con tanto di traversa colpita di testa al 55′. Nel finale, dopo una serie di tentativi finiti contro il muro difensivo della Pergolettese, l’Atalanta cala il tris grazie allo spunto di Muriel, in gol con un’azione personale (88′). LEGGI TUTTO

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    Avioncito Rambert, l’altro Zanetti. Ma con la maglia dell’Inter fu un flop totale

    Era arrivato per fare la star, forte della “raccomandazione” di Sivori, ma in campionato non giocò mai, collezionò invece uno scampolo di partita in Coppa Uefa, contro il Lugano, e uno in Coppa Italia, contro il Fiorenzuola: con lui fu presentato, un altro ragazzo che ebbe ben altro impatto…

    Sivori disse a Passarella di dire ad Angelillo che dicesse a Suarez di avvisare Bianchi che dicesse a Moratti: prendetelo. Moratti rispose a Bianchi che facesse sapere a Suarez che dicesse ad Angelillo che chiamasse Passarella per dire a Sivori: va bene, lo prendiamo, che problema c’è? Fu così l’Avioncito Rambert divenne un giocatore dell’Inter. Erano tutti pronti a giurare su di lui. Lo era più di tutti Sivori, El Cabezon, che ne decantava l’arte, narrando di dribbling da fuoriclasse e tiri al fulmicotone.  LEGGI TUTTO

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    Come siamo arrivati dalla moviola al Var

    Il 22 ottobre 1967, per la prima volta, venne utilizzato lo strumento tecnologico per analizzare un episodio calcistico: uno dei  momenti che hanno cambiato la storia del gioco 

    Esiste un giorno preciso, una data che segna la perdita d’innocenza del calcio: domenica 22 ottobre 1967. Che cosa accadde quella sera, mentre gli italiani erano comodamente seduti davanti alla televisione a godersi la Domenica Sportiva? Quale invenzione sconvolse l’universo del pallone, e lo fece in modo tale che nulla sarebbe stato più mai uguale prima? Nacque la moviola. Anzi: la Moviola, con «m» maiuscola perchè anche il lessico deve rendere omaggio a quella che, negli anni a venire, è stata la vera e autentica dominatrice di ogni discussione, di ogni lite, di ogni provvedimento (giusto o sbagliato che fosse). Di moviola tutti ci siamo cibati, ci siamo ingozzati fino all’indigestione, l’abbiamo benedetta o maledetta, a seconda del verdetto che essa proponeva e senza mai soffermarci su un dettaglio che contiene, alla fine di ogni ragionamento, il senso di tutta questa storia: la moviola è uno strumento tecnologico, e da quella domenica abbiamo consegnato i nostri sogni, le nostre fantasie e le nostre speranze alla tecnologia. E in questo forse il calcio è stato anticipatore di ciò che sarebbe avvenuto in seguito all’interno dell’intera società, con la gente di ogni angolo del pianeta sempre più schiava di computer, smartphone, internet e altre diavolerie. Probabilmente non era questa l’intenzione di chi ha applicato la moviola al pallone, ma di sicuro questo è il risultato: un’assoluta dipendenza dallo strumento tecnologico in nome di una verità assoluta, che sappiamo non esistere e però ci illudiamo di trovarla in un fotogramma. LEGGI TUTTO