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    Raffaella Fico mantiene la promessa: si spoglia per lo Scudetto del Napoli

    Raffaella Fico e la promessa a Le Iene
    L’ex di Mario Balottelli (che recentemente è apparsa in tv nei panni di ripetente a Back to school) aveva promesso a Le Iene che in caso di vittoria dello scudetto da parte del Napoli, avrebbe fatto il bagno in acque fredde. Nell’ultima puntata del programma di Italia 1 la Fico ha mantenuto “a metà” la sua promessa “deludendo” in parte i tifosi napoletani, che si aspettavano anche un topless da parte della showgirl. La modella infatti si è tuffata in mare con indosso un succinto bikini. Tanti altri volti noti dello spettacolo hanno festeggiato il trionfo della squadra di De Laurentiis, come Serena Autieri, Caterina Balivo e Marisa Laurito.  LEGGI TUTTO

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    “La tensione pre-partita, la parata di Abbiati, la delusione”. Il derby 2003 raccontato da Alberto Fontana

    Il secondo portiere dell’Inter nella semifinale di vent’anni fa racconta il doppio pareggio: “Una vittoria avrebbe cambiato il destino di Cuper e di molti giocatori. Questa sera la deciderà un singolo, per questo temo Maignan”“Non è una giornata normale, direi…”. Esordisce così Alberto Fontana a poche ore dalla semifinale d’andata tra Milan e Inter, lui che vent’anni fa ha vissuto esattamente le stesse emozioni del derby di Champions League all’ombra del Duomo come secondo portiere nerazzurro, tra i convocati in entrambe le sfide che poi spedirono i rossoneri a contendersi la coppa contro la Juventus a Old Trafford, a Manchester. Oggi ha 56 anni e vive nella sua Romagna dividendosi per lavoro tra l’hotel Savio di proprietà della moglie, a Cesena, e la pensione di famiglia a Pinarella di Cervia, il Furga. LEGGI TUTTO

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    Il “10” all’ala: quando il 4-4-2 mise in galera la fantasia

    Il dogmatismo degli Anni 90 limitò il talento di gente come Zola, Baggio o Savicevic. Più che un’invenzione, una grande sciocchezza. Ecco perché… Le invenzioni, a volte, possono rivelarsi autentiche sciocchezze. Uno pensa di aver trovato il tesoro, di aver sistemato ogni problema, di aver scoperto la soluzione per risolvere ogni guaio e invece non ha fatto altro che produrre una specie di oscenità estetica che, purtroppo, ci vorrà tempo per cancellare. Anche il calcio è stato vittima di questo desiderio di progresso portato verso l’assurdo e, inevitabilmente, degenerato in una sequenza di mosse che tutto avevano, come obiettivo, tranne lo spettacolo. Prendiamo ciò che è avvenuto negli anni Novanta, soprattutto in Italia, e analizziamo con attenzione i danni che può produrre (anche in campo calcistico) l’integralismo. LEGGI TUTTO

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    Paolo Jannacci racconta il derby: “Mi manca la Milano che cantava mio padre”

    Il figlio di Enzo in vista di Milan-Inter: “Può essere l’occasione per fare bella figura, anche se ho nostalgia di come eravamo prima. L’Inter? Non la sopporto, ma gioca bene…”“Zero a zero anche ieri ‘sto Milan qui”. Pensi, maestro Jannacci: nel 2003, lo 0-0 bastò ai rossoneri per eliminare l’Inter in semifinale di Champions League e per battere la Juventus in finale. Era il 1974 quando Enzo, milanista puro, fece riferimento al Diavolo in “Vincenzina e la fabbrica”. Erano anni poco gloriosi per il Milan: “Sto Rivera che ormai non mi segna più…”. Una delle numerose esternazioni della fede rossonera – nel 1984 ha anche scritto l’inno del club, “Mi-Mi-La-Lan” – da parte di una personalità che ha saputo raccontare la città come nessuno. Il figlio Paolo ne porta avanti l’eredità artistica e musicale, ma anche di tifo calcistico. LEGGI TUTTO

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    Da Saelemaekers a Mkhitaryan, è un derby per gente che lotta

    Non solo il belga e l’armeno, ma anche Darmian e Krunic. Duttilità, corsa, equilibrio, affidabilità. Ecco le doti che uniscono questi quattro giocatoriI derby assomigliano alle rivoluzioni secondo la definizione di Mao, non sono pranzi di gala. Non bastano le intenzioni, bisogna sporcarsi le mani. Li decidono quasi sempre i grandi nomi, ma li indirizzano quelli che corrono e che sgomitano negli anfratti della partita. Giocatori specializzati, non uomini derby, ma uomini da derby, e la differenza è meno sottile di quel che sembra. LEGGI TUTTO

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    Braida: “Il derby è paura, gioia e pianto. Tonali come Gattuso, è leader del Milan”

    L’ex dirigente rossonero e la sfida di Champions con l’Inter: “Avrò davanti agli occhi il gol di Sheva e il polpaccio di Abbiati nel ritorno del 2003 finché vivrò”Dal nostro inviato Luca Bianchin10 maggio
    – MILANELLO (VARESE)Ariedo Braida un giorno si presentò a casa di Andriy Shevchenko con una maglia del Milan e il suo nome stampato sul retro. Aveva anche una palla di vetro: “Con questa vincerai il Pallone d’oro”. È successo. Il gol di Sheva del 13 maggio 2003, per un 1%, è anche suo. LEGGI TUTTO