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    De Ketelaere, crisi senza fine. Ma il Milan non lo molla e punta tutto sulla prossima stagione

    L’ingresso all’Olimpico è stato per l’ennesima volta fiacco, con l’aggravante dell’errore sul gol della Roma (e un rischio sul pari rossonero). Tifosi stufi, il club però lo terrà a MilanelloC’è chi prova ad annacquare il disagio della situazione con l’ironia: “De Ketelaere riesce a sconfiggere anche le leggi della statistica e delle probabilità, non gliene riesce una nemmeno per sbaglio”. E chi è molto più netto: “A questo punto della stagione basta. Esperimenti finiti”. L’ingresso di Charles all’Olimpico non è decisamente passato inosservato e, ancora una volta, il contesto è negativo. Anche perché effettivamente, arrivati a un mese dalla fine della stagione, quando i punti pesano come blocchi di granito, un atteggiamento poco consono – diciamo così – può costare carissimo. LEGGI TUTTO

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    Il capitano Di Lorenzo e l’azzurro che tutta Napoli oggi indosserà per la festa

    La città non ha bisogno dell’armocromia: sfoggerà i colori di sempre. Pelé entra nel dizionario, ma con Maradona non vale Da giorni se ne dicono di tutti i colori. Nel senso dell’armocromia, parola che ha fatto irruzione nel dibattito politico e di costume, da quando Elly Schlein, nuova segretaria del Partito Democratico, ha chiesto consiglio a un’amica, esperta di immagine. LEGGI TUTTO

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    Boeri: “Spalletti ha costruito un sogno”. Veronesi: “Napoli, squadra perfetta”

    Dall’archistar nerazzurro allo scrittore tifoso bianconero, sono tutti d’accordo: “Che bravi gli azzurri, hanno davvero meritato questo trionfo”Cieri, Conticello, Piccioni, Stoppini30 aprile
    – MilanoSarà uno scudetto meritato, straordinario, per una città di cui è difficile non innamorarsi. Sono legato da antica amicizia a Luciano Spalletti, che ha casa al Bosco Verticale: è un uomo limpido e trasparente. Con lui si discute di tutto, non solo di calcio: parliamo anche di architettura e di piante, una sua passione. Non mi stupisce questo suo successo, a Milano è arrivato in un momento difficile, ma ha creato le fondamenta per i successori. Ha avuto grandi intuizioni, come quella di Brozovic regista. Napoli, poi, è un luogo eccezionale, di grande attese e di esplosioni di vita: ci voleva proprio uno come lui per trionfare. Il suo è sempre un apporto maieutico, da maestro, da costruttore di sogni. Rispetto ai miei interisti, i suoi ragazzi napoletani hanno avuto in campionato più “cazzimma”, intesa anche come voglia di metterla dentro. Il simbolo è lo strabiliante Kim: non pensavo si potesse trovare un difensore di questo livello, in un circuito secondario e a prezzi “normali”. E, personalmente, sarò sempre legato a questa città: a fine Anni 90 abbattemmo il muro che divideva piazza Municipio dalla Stazione Marittima. Mare e città si riabbracciavano dopo secoli. Da nerazzurro nostalgico e un po’ autolesionista, tiferò sempre anche la Roma di Mourinho, ma sono contento sia finita così. Se non deve essere Inter, allora meglio che sia Napoli. LEGGI TUTTO

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    Lacrime, errori, panchine: Fagioli e l’ora della risalita, c’è la Juve da riprendersi

    La giornata no col Sassuolo e quella col Napoli, la difesa di Allegri e poi i suoi appunti, un ruolo al centro della Juve e poi molto meno campo: viaggio nel complesso momento del centrocampista. Anche se non c’entrano solo le valutazioni individuali Non è banale per Nicolò Fagioli ritrovare la maglia da titolare col Bologna. Nulla di paragonabile alle secche di inizio stagione, cominciata toccando il campo solo in quattro delle prime sedici partite, 59 minuti da metà agosto a quasi tutto ottobre, riuscendo poi a riscrivere la storia della propria stagione con un finale in crescendo prima della pausa del Mondiale, premiato dall’aver tenuto duro e dall’essersi poi fatto trovare pronto. Questa è un’altra fase della crescita, non quella dell’affermazione ma della conferma. Più in particolare del confronto con l’errore. In termini di accettazione, e di reazione. LEGGI TUTTO

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    La rivoluzione di Sarri: così ha plasmato la nuova Lazio, diversa da quella di Inzaghi

    Oggi l’allenatore biancoceleste sfiderà Simone, che all’Olimpico ha vinto e convinto. Ma adesso della sua vecchia squadra, al netto di alcuni giocatori, c’è davvero pocoC’era una volta la Lazio di Simone Inzaghi. Non sono passati neppure due anni da quella calda giornata di fine maggio al termine della quale l’attuale allenatore dell’Inter lasciò il club biancoceleste per accordarsi con quello nerazzurro. LEGGI TUTTO