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    Juve, De Ligt: “Allegri pensa solo a vincere. Eriksen il mio idolo”

    Matthijs De Ligt, tra i migliori difensori al mondo nonostante la carta d’identità dica 22 anni, ha rilasciato una lunga intervista a DAZN. Tanti i temi trattati dall’olandese della Juve. L’ex Ajax ha parlato di Massimiliano Allegri e a proposito del tecnico bianconero dice: “È un allenatore con grande esperienza che sa di calcio, che ha vinto tanto con Juventus e Milan. Sono contento che lui sia il mio allenatore adesso, questo è molto importante per migliorare. Tatticamente mi aiuta tantissimo, lui ha quest’idea di giocare per tutti i novanta minuti con la giusta mentalità, per vincere la partita. Non è importante se giochiamo un calcio bello o brutto, l’unica cosa che conta è vincere”.
    De Ligt su Bonucci, Chiellini e le critiche ricevute
    De Ligt in questi anni in bianconero ha avuto la possibilità di allenarsi e giocare con due grandi del ruolo, Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci: “Ho parlato tantissimo con loro – ammette -, sono un riferimento molto grande per le vittorie che hanno ottenuto con la Juventus e l’Italia. Io ho tanta forza fisica e ho un buon feeling con la palla, ma mi hanno consigliato di stare concentrato e tranquillo per tutta la partita: questo lo sente anche la squadra, con la tranquillità tutte le squadre giocano meglio”. A chi lo critica risponde: “Secondo me nel calcio la critica è normale, io sono colui che critica di più la mia persona. È importante avere questa idea su cosa bisogna fare per migliorare, poi è normale che ognuno preferisca ricevere dei complimenti. La critica però è normale, tutti dobbiamo imparare e a volte può essere anche costruttiva”.
    De Ligt: ecco cosa avrei fatto se non fossi diventato calciatore
    Il difensore olandese ha poi svelato cosa avrebbe fatto se non fosse diventato un calciatore: “Se non avessi fatto il calciatore sarei diventato un pallavolista. Tutti sottolineavano, soprattutto il primo anno, i miei interventi con la mano. A dire la verità non lo so, ho sempre pensato di fare il calciatore, ho fatto tutto per diventarlo e sono contento di com’è andata. I miei genitori tennisti? Sì, ho giocato a tennis per sei-sette anni: mi piaceva ma non come il calcio, il mio amore. Mi è sempre piaciuto giocare con gli amici. Il tennis è uno sport troppo individuale, mi piace di più giocare con la squadra”. Nella famiglia di De Ligt c’è anche un ex calciatore: suo suocero ha militato nell’Ajax. “Con il padre della mia fidanzata parliamo tanto di calcio, lui ha giocato e sa come funziona questo mondo. E’ sempre bello parlare con lui che ha più esperienza di me nella vita e nel calcio, questo mi fa sentire più tranquillo. Poi naturalmente discutiamo anche di altre cose”.
    De Ligt senza veli
    Si passa poi alle fatidiche sette domande. A proposito dell’avversario che vorrebbe sfidare in carriera, De Ligt risponde: “Lewandowski è difficile perché lui ha tanta esperienza e non ha bisogno di giocare sempre bene con il senso del goal che si ritrova: questo è molto complicato per un difensore”. Poi rivela il suo idolo da bambino: “Era Christian Eriksen, perché lui ha giocato all’Ajax da centrocampista e io lo sono stato in passato. Partita migliore? Quella contro il Real Madrid. Lo stadio più bello? L’Amsterdam Arena”. L’olandese parla poi dello spogliatoio: “McKennie ci mette un sacco a rispondere su Whatsapp, mentre Cuadrado ascolta troppa musica colombiana, non mi piace”. Infine un consiglio ai turisti di Torino: “I posti più belli sono: Parco del Valentino o Piazza San Carlo”.

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    Juve, i convocati di Allegri per il Chelsea

    TORINO – Diramata la lista dei convocati di Massimiliano Allegri per la sfida di questa sera contro il Chelsea, valida per la seconda giornata della fase a gironi della Champions League. Con gli infortuni di Dybala e Morata, l’allenatore bianconero potrà contare di fatto su un solo attaccante di ruolo, Moise Kean.

    Juve, i convocati per il Chelsea

    Questa la lista dei convocati per Juve-Chelsea:

    Portieri: Szcezsny, Pinsoglio, Perin.

    Difensori: De Sciglio, Chiellini, De Ligt, Danilo, Cuadrado, Alex Sandro, Bonucci, Rugani.

    Centrocampisti: McKennie, Bernardeschi, Chiesa, Rabiot, Locatelli, Bentancur, Kulusevski.

    Attaccanti: Kean. LEGGI TUTTO

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    Juve, Adani punge Allegri: “Sento solo urla e richiami”

    MILANO – Lele Adani è tornato nuovamente, durante l’ultima puntata della “Bobo Tv”, a pungere Massimiliano Allegri e la sua Juventus. I bianconeri hanno trovato il primo successo stagionale nell’ultima giornata ma le critiche e i dubbi sulla squadra di Allegri continuano ad aleggiare, questa l’analisi di Adani: “Sono d’accordo con Bobo ed Antonio, bisogna aspettare e valutare, ma è come analizzi le cose e valuti i problemi. Sento parlare di foga, di fame, di intensità, di attenzione, di grinta, di cattiveria, di classifica…ma mai di trame di gioco – aggiunge – Non sento mai parlare di richiesta di movimenti, solo di chi può o non può giocare, urla, richiami, non c’è un percorso”.
    Bobo Tv, Cassano sulla Juve
    Adani: “Tutti vedono”
    Infine Adani ha concluso la sua analisi commentando alcune scene di gioco della Juventus: “Perché poi tutti le vedono, guardano le partite e vedono cosa succede. Giocatori nazionali che calciano la palla in tribuna e non lo vogliono fare e le cose sono due: o nessuno si muove o non stai bene tu dentro, perché sennò non calci in tribuna”

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    Juve, la squadra reagisce: l’orgoglio ferito di giovani e senatori

    Sapete cosa ha detto Massimiliano Allegri alla squadra? Le stesse cose che ha detto in conferenza stampa. Non ci sono filtri, massima trasparenza. Con la medesima durezza, il tecnico si è rivolto ai suoi per richiamarli a una maggiore attenzione e concentrazione, a una più stabile applicazione durante la partita, a una maggiore cattiveria agonistica. E la squadra? Ha incassato e si ripromette di reagire. Non è stato piacevole per i giocatori essere richiamati in quel modo e vedere tanto nervosismo nel tecnico, ma nessuno ha fiatato: la classifica è quella e le parole di Allegri hanno toccato l’orgoglio dei singoli e il gruppo ha voglia di reagire. C’è grande consapevolezza della situazione e anche una certa autocritica all’interno della squadra.

    Juve, il gruppo è compatto

    Insomma, se qualcuno può pensare che le veementi reazioni di Allegri (comprese quelle “rubate” alla fine di Juventus-Milan, quando lasciando il campo ha imprecato dicendo: «E questi vogliono giocare nella Juventus!») potesse offendere qualcuno o che potesse aprire una crepa nel rapporto con lo spogliatoio, per il momento è fuori strada. Anche i diretti interessati delle critiche più acuminate (Chiesa, Kean e Kulusevski, subentrati contro il Milan) sono decisi a far cambiare idea all’allenatore. La situazione psicologica, insomma, è ancora quella di un gruppo compatto, nonostante i confronti di domenica sera, quando la squadra ha sfogato la frustrazione per il pareggio subito dopo una buona, a tratti ottima, partita. C’è la convinzione che solo rimanendo uniti e sacrificandosi gli uni per gli altri possono uscire dalla crisi in cui li hanno fatti precipitare i due pareggi e le due sconfitte dei primi quattro turni. Ovvio, serve un cambio di rotta per trovare fiducia oltre che la voglia di riemergere, per cui la sfida contro lo Spezia di oggi pomeriggio e contro la Sampdoria di domenica a pranzo saranno determinanti per l’umore del gruppo, che spesso può fare la differenza quando si iniziano le grandi rimonte.

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    Juve, Allegri studia la formazione anti-Milan: ballottaggio De Ligt-Chiellini

    TORINO – La Juventus va di corsa. Così il primo allenamento  post Malmoe, dopo il mercoledì di riposo, si trasforma in una sorta di prima prova in vista del big match  di domenica sera contro il  Milan. Non è ancora tempo di scelte definitive – ci  sono ancora l’allenamento di oggi e la rifinitura di domani per nuovi cambiamenti o intuizioni dell’ultima ora – ma  intanto nella seduta di ieri mattina Massimiliano Allegri qualche test lo ha effettuato. E, siccome in questo momenTo cambiare poco può aiutare nella ricerca di equilibrio e solidità, non stupirebbe più di tanto che la  formazione di domenica  fosse molto simile a quella proposta con insistenza in mattinata. Un 4-3- 3 trasformabile in 4-2-3- 1 grazie all’avanzamento  di Adrien Rabiot, sempre più prezioso come arma tattica grazie al suo mix di  fisicità e dinamismo. Un  po’ come in passato, in  zone anologhe, lo erano stati Paul Pogba e Mario Mandzukic.

    Allegri: due formazioni per battere il Milan

    Allegri ha alternato due formazioni:  prima  ha schierato gli undici iniziali di Malmo e poi quelli che in Champions League sono entrati a partita in  corso o non sono stati protagonisti. La sensazione è  che la squadra anti Milan sarà molto simile a quella  che ha battuto gli svedesi  e che ieri il Conte Max ha  proposto inizialmente. Ossia Szczesny in porta, linea a quattro con Danilo e Alex Sandro sulle fasce,  Bonucci e De Ligt in mez- zo; centrocampo “storto” –  come lo ha ribattezzato Allegri – con Bentancur, Locatelli e Rabiot pronto a  sdoppiarsi: un po’ mezzala da 4-3-3 e un po’ più alto  nel 4-2-3-1. In attaco Cuadrado, Morata e Dybala,  prima “falso 9” (nel 4-3- 3) e poi a rimorchio dello  spagnolo quando il  tecnico ha rispolverato un telaio simile a quello della ca- valcata Champions  2016-17. Una formazione che potrebbe essere replicata  contro i rossoneri al  netto di quache variante, come l’impiego di Giorgio Chiellini (al posto di De  Ligt) accanto a Bonucci. Ieri si sono allenati in gruppo anche Federico Chiesa e Federico Bernardeschi, entrambi assenti in  Svezia perché reduci da acciacchi, però l’impressione  è che domenica i due campioni d’Europa ex Fiorentina torneranno utili più per  spaccare la partita in corso d’opera.

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