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    Juve, Bernardeschi cambia numero di maglia: l'annuncio social

    TORINO – La stagione 2021/2022 della Juventus è ormai alle porte. Tante le novità, il ritorno di Allegri, nuovi giocatori (oggi l’arrivo di Kaio Jorge) e per Bernardsechi anche un nuovo numero di maglia. L’esterno bianconero, fresco campione d’Europa con la Nazionale di Roberto Mancini a Wembley, è da poco tornato a lavoro con il suo club, ma sembra avere già le idee chiare sul futuro. Dopo le notti magiche con la maglia azzurra, Bernardeschi è pronto a rilanciarsi anche a Torino e per questo ha deciso di dare un taglio netto al passato: via il 33 dalle spalle, arriva il 20. Questo l’annuncio sui social per l’inizio della nuova avventura: “Il numero 20 è stato sudore, sacrificio, amicizia, passione, riscatto, gioia in azzurro! È stato quelle “notti magiche” di Wembley. Il 20 mi ricorderà per sempre la festa nelle piazze, la gioia nei sorrisi dei bambini, un abbraccio di 60 milioni di persone. Ora voglio portare con me in bianconero queste stesse emozioni. Continuiamo a vincere! Forza Azzurri, Forza Juve!”. LEGGI TUTTO

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    Tra Italia e Juve, Bernardeschi spacca

    Questione di Fede, in un certo senso. C’è chi ci crede, in Federico Bernardeschi, e chi proprio no. O comunque meno. Tra agnosticismo e pentimenti vari. Roberto Mancini, ad esempio, pare crederci convintamente. E lo dice chiaro e tondo: «Bernardeschi è una certezza». Farà parte dell’Euro-Gruppo. La maggior parte dei tecnici che hanno guidato la Juventus dal 2017 in poi, invece, qualche dubbio in merito alla funzionalità dell’ex viola al progetto bianconero l’ha maturato. E l’ha tradotto, con i fatti, in un utilizzo a singhiozzo del giocatore. Il quale, da parte sua, non è mai riuscito a fare pienamente breccia nemmanco nella piazza. I tifosi, anzi, sono parsi fin troppo severi nell’individuarlo quale capro espiatorio in talune situazioni difficili.Guarda la galleryBelotti e Bernardeschi gol! L’Italia ne fa sette a San Marino

    La costante, paradossale, è che – andando a ritroso – sia Andrea Pirlo, sia Maurizio Sarri, sia Massimiliano Allegri erano partiti con aspettative e buoni propositi in quantità, salvo poi rivedere i piani strada facendo. In maniera più o meno radicale. Tutti convinti che la chiave risiedesse nel ridefinire, correggere, aggiustare la collocazione tattica di Bernardeschi rispetto alla “precedente annata” per vederlo finalmente sbocciare al pari del l’effettivo potenziale. Epperò quella posizione ottimale pare non essere ancora stata individuata. E il paradosso per il quale Bernardeschi ha coltivato la sua carriera azzurra a dispetto degli alti e bassi bianconeri è andato via via crescendo.

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