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    Non solo Botman: il Milan studia un altro colpo “green” in difesa

    Il Milan ha le idee chiare sul prossimo mercato: una delle priorità è rinforzare la difesa nella sua zona centrale. Complice l’addio a scadenza di Alessio Romagnoli, Maldini e Massara progettano il grande colpo in mezzo e Sven Botman resta il primo nome sulla lista. L’olandese del Lille, però, potrebbe non essere il solo acquisto per la retroguardia. La permanenza di Matteo Gabbia non è certa, il classe ’99 ha pretendenti e i rossoneri non scartano l’ipotesi di lasciar partire il difensore, magari con la formula del prestito, per trovare quella continuità e quello spazio che l’esplosione di Pierre Kalulu da centrale ha chiuso. La partenza di Gabbia libererebbe il posto per un altro innesto e gli osservati speciali non mancano. LEGGI TUTTO

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    Zenga: “Vi racconto il Pioli mio compagno di banco. Ora è diventato un visionario”

    L’ex tecnico del Cagliari ricorda i mesi a Coverciano con Stefano vent’anni fa: “Una figura rilassante e pensante. Lo stesso aplomb in campo ce l’aveva da studente, e ce l’ha anche ora. Ma secondo me qualche volta si arrabbia…”Colleghi, certo. Ma anche compagni di banco a Coverciano. Quando studiare diventa un piacere e ottenere quel patentino significa vedersi potenzialmente spalancare qualsiasi panchina. Stefano Pioli e Walter Zenga hanno condiviso il Master Uefa Pro vent’anni fa. Uno ne aveva 37, l’altro 42. Percorsi diversi, caratteri diversi. E adesso che Pioli è “on fire”, Walter pesca volentieri nella memoria tornando ai mesi trascorsi con lui al centro tecnico federale. LEGGI TUTTO

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    Tra partenze e arrivi eccellenti. Le grandi metamorfosi della Juve

    Dalla cessione di Zidane all’addio di Del Piero, dal saluto di Ronaldo al dopo-Dybala: tutte le volte che la squadra ha cambiato pelleNel 1996 fu la volta di Zinedine Zidane: il talentuoso franco-algerino fu prelevato dal Bordeaux per 7,5 miliardi di lire, e in maglia bianconera, prima con Lippi e poi con Ancelotti, vinse due scudetti e una Supercoppa, nonché un’Intercontinentale, una Supercoppa Europea e una coppa Intertoto (ultimo trofeo, nel ’99). E la Champions? Nel suo palmares c’è, ma con la maglia del Real, dopo che con la Juve per due volte arrivò in finale e per due volte la vide sfilare via, alzata al cielo una volta dal Borussia Dortmund (nel ’97) e l’altra dal Real Madrid (nel ’98). Nel 2001 l’addio, dopo due anni senza scudetti né trofei, con Agnelli che lo definì “un giocatore più divertente che utile”. E sì che con 212 gare e 31 gol il francese, che nel frattempo aveva conquistato anche un campionato del Mondo e un Pallone d’Oro, aveva lasciato certo più di un graffio nel rendimento (e nel palmarès) della squadra. LEGGI TUTTO

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    Milan, avanti tutta su Origi: pronto un quadriennale da 4 milioni

    Per la chiusura mancano pochi dettagli. L’arrivo a parametro zero della punta del Liverpool conferma come il Milan intenda fare gli investimenti veri in altri repartiLa carriera di un calciatore non è lunga, anzi, e deve averlo pensato anche Divock Origi. Il Liverpool gli stava stretto, non per lo spessore del club – ci mancherebbe – ma perché fare anticamera a tre assi non è il massimo della vita. LEGGI TUTTO

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    Cafu: “Milan, prenditi questo scudetto. Theo grande punto di forza”

    L’ex esterno rossonero: “Per il titolo sono ottimista. La squadra ha un’identità precisa e Pioli ha il merito di far rendere al meglio tutti i giocatori. La gestione del club? Come Berlusconi non ci potrà mai essere più nulla”Lui sul carro rossonero c’era montato con convinzione già in tempi non sospetti. Era ottobre quando Marcos Cafu parlando del Milan ci associava la parola scudetto. E non per obblighi affettivi, con lo sguardo languido dell’ex nostalgico. Ma per convinzione reale. Raccontando con piacere in un’intervista alla Gazzetta i grandi meriti di Pioli, il particolare impiego tattico dei terzini, la forza di Ibra. LEGGI TUTTO

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    Juve, le carte segrete della nuova perquisizione: cosa cercano gli inquirenti

    Nel mirino le scritture private degli altri calciatori che come CR7 avevano concordato il congelamento di alcune mensilità nel periodo del CovidLe carte “segrete” ricercate dalla Guardia di finanzia all’interno di alcuni studi legali di Torino, Milano e Roma – su ordine di perquisizione della Procura di Torino – contengono un accordo stipulato tra i calciatori della Juventus e il club nel primo periodo del Covid. Siamo a fine marzo 2020 (il 28) quando la Signora, prima di tutti in Italia e in Europa, riesce a trovare un’intesa con i propri tesserati, evitando un disastro economico a causa del lockdown. Si conviene per “la riduzione dei compensi pari alle mensilità di marzo, aprile, maggio e giugno 2020”, così da rendere “gli effetti economici e finanziari derivanti dall’intesa raggiunta positivi per circa euro 90 milioni sull’esercizio 2019/2020. Qualora le competizioni sportive della stagione in corso riprendessero, la Società e i tesserati negozieranno in buona fede eventuali integrazioni dei compensi sulla base della ripresa e dell’effettivo conclusione delle stesse”. LEGGI TUTTO

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    La vergogna del manichino impiccato: quando a Verona vinse il razzismo

    Il 28 aprile 1996 al Bentegodi i tifosi dell’Hellas si scagliarono contro l’ingaggio dell’olandese Ferrier, assistito da Mino Raiola Lo schifo durò trentotto minuti. Il tempo in cui il fantoccio rimase appeso alla balaustra della curva del Bentegodi. Trentotto lunghissimi minuti. Una vergognosa dimostrazione di impunità, un insulto ad un uomo, uno sfregio al nostro calcio. In campo si continuò a giocare. Era il 28 aprile 1996, andava in scena il derby Hellas Verona-Chievo. LEGGI TUTTO

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    Sosa sprona Dybala: “Non è felice, all'Inter lo vedrei bene”

    L’ex attaccante uruguaiano: “Paulo si svegli e torni fuoriclasse, ma deve sentirsi importante. Quando segna non si capisce nemmeno se è contento”La parola alegría la ritrovi ovunque quando segui le orme di Rubén Sosa Ardaiz, conosciuto da sempre come El Principito. Alegría, alegría è il nome di una scuola calcio che dirige da un decennio e il “Calcio con allegria” compare nella parte finale del titolo della sua autobiografia. Un ingrediente che per l’attaccante da 97 gol in 7 anni tra Lazio e Inter non può mai mancare e che invece Paulo Dybala pare aver perso. E pensare che il suo soprannome è La Joya. “L’allegria è fondamentale. Quando segna non si capisce se nemmeno se è contento”. LEGGI TUTTO