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    Birindelli e la rimonta 2002: “Sembrava tutto finito, poi… Sono imprese nel dna Juve”

    Lo storico difensore bianconero ricorda la rinascita che portò al 5 maggio: “Lippi ci diceva di non mollare perché secondo lui poteva succedere l’imponderabile, era importante non avere nessun rammarico. senza l’obbligo del risultato giocavamo con serenità. Oggi vedo che le tre davanti ogni tanto faticano: devono stare attente, nel momento clou della stagione è pericoloso…” In tempi recenti le rimonte in campionato della Juventus non sono state tantissime: i bianconeri sono più abituati a fare gara di testa, oppure a restare nel gruppetto e poi allungare. Per trovare un esempio da proporre a Vlahovic e compagni bisogna risalire al 2015-16, sempre con Allegri in panchina, quando risalirono la china dopo una partenza più che difficile, o tornare indietro al 2001-02, al sorpasso sull’Inter culminato nell’ormai leggendario 5 maggio, a coronare un inseguimento dal -6 a cinque giornate dalla fine. LEGGI TUTTO

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    Prima ti blindo, poi detto il gioco: dietro i rinnovi di Frattesi e Scamacca

    La strategia del Sassuolo dietro ai nuovi contratti dei due uomini mercato. Anche perché l’estate si avvicina… Il calciomercato ha una regola che spesso fa la differenza. Funziona così: quando hai gioielli di un certo valore con il contratto da adeguare o prolungare, fai entrambe le cose in modo da metterti al riparo. L’Atalanta è la regina di queste trame: raramente si lascia sorprendere da situazioni in scadenza, il rinnovo è spesso l’anticamera di una cessione o di una plusvalenza. L’Udinese è più o meno sulla stessa strada. Ma la tendenza fresca di nomina si chiama Sassuolo, il club è reduce da anni di straordinaria semina e ora prepara il raccolto. LEGGI TUTTO

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    Glenn Stromberg vende l’Italia in Svezia: “Tutto iniziò con l’aceto balsamico…”

    Lo storico capitano della Dea si è lanciato nel commercio e nell’attività di intermediazione, dal cibo alle scarpe: “Ma Bergamo resta casa mia. Sonetti, Mondonico, Frosio, che belli quegli anni con gli Stones…” Le due ore e mezza di aereo tra Bergamo e Stoccolma sono per Glenn Strömberg uno scrigno di pensieri. Il filo conduttore tra passato e presente, tra vita di campo e sfera del commercio. All’Atalanta dal 1984 al 1992, lo storico capitano della Dea oggi si destreggia con successo tra telecronache per la tv pubblica svedese seguendo le grandi sfide a livello internazionale e attività di intermediazione. Con un piede nel settore alimentare e uno nella moda. LEGGI TUTTO

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    Quando Diego incontrò Zico. E provò la Mano de Dios

    In Udinese-Napoli del maggio 1985 Zico e Maradona si sfidano per la prima e unica volta in Serie A. E il Pibe tirò fuori il coniglio dal cilindro Prima della Mano de Dios venne la Mano di Diego. Ma El Pibe – all’epoca – non ebbe l’ardire di sostenere che le due cose coincidevano. Segnò con la sua manina santa, appositamente chiusa a pugno davanti alla fronte. Non disse niente, la sfangò. L’arbitro non se ne accorse, Diego non si pentì. Accadde in un pomeriggio primaverile di metà Anni 80 a Udine: prove generali per la grande furbata che El Pibe mise in scena al Mondiale messicano, un anno dopo contro l’Inghilterra. Era Udinese-Napoli 2-2, 12 maggio 1985, partita già di per sé carica di significati postumi: è quella la prima e ultima volta in cui si sfidano in Serie A Arthur Antunes Coimbra noto ai più come Zico e Diego Armando Maradona. LEGGI TUTTO