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    L’eliminazione agli ottavi di Champions League è stata decisiva nelle separazioni dai predecessori del livornese. Che è blindato da un accordo da otto milioni più bonus fino al 2025, dalla centralità nel progetto e da un rapporto diretto coi vertici. Ma resta lo scostamento con le ambizioni: la chiave è il finale di stagione L’uscita agli ottavi con il Lione scrisse la parola fine sull’esperienza di Maurizio Sarri sulla panchina della Juventus, nonostante lo scudetto vinto. L’uscita con il Porto ha innescato definitivamente quel piano inclinato che ha portato alla separazione con Andrea Pirlo, nonostante il colpo di coda della coppa Italia e della qualificazione in Champions last minute. I cinque scudetti e le due finali europee nella sua precedente vita juventina delineano per Max Allegri un vissuto juventino evidentemente diverso dai predecessori, che significa anche un credito diverso dai predecessori. Ma è la storia degli ultimi anni più di ogni altra cosa a dare legittimità a ogni riflessione sul futuro del tecnico livornese, che col Villarreal ha vissuto anche l’esperienza di uscire fischiato da quello Stadium in cui ha condiviso tanti successi. LEGGI TUTTO

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    Dopo l’eliminazione dalla Champions: “Stessi risultati di Pirlo, che aveva una squadra sicuramente meno forte. Col Villarreal finale da dilettanti allo sbaraglio. Mentalità europea da ricostruire? No, squadra da ricostruire” Massimo Mauro, due scudetti in carriera nelle otto stagioni da centrocampista di Juventus e Napoli, oggi commentatore. Un giorno dopo, che effetto fa l’eliminazione della Signora dalla Champions League? “Il giorno dopo è peggio. È peggio perché oltre all’aspetto sportivo c’è anche l’aspetto economico che è drammatico e si aggiunge alla delusione per com’è andata la partita”. LEGGI TUTTO

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