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    Napoli-Milan test della verità: Pioli deve stare attento al fattore Osimhen

    Il nigeriano riesce a dare profondità a tutta la squadra. Ma deve rivelarsi decisivo con le bigC’è un fattore Osimhen che pesa sulla resa dei conti di domani tra Napoli e Milan. Da quando il centravanti nigeriano è tornato a giocare a tempo pieno, un mese fa al Sant’Elena contro il Venezia, la squadra di Spalletti ha cambiato marcia. Nelle ultime cinque partite di campionato nessuno ha fatto altrettanti punti: 11, con tre vittorie e due pareggi. Il Milan, la Juve e l’Inter restano indietro, precedute anche dal Verona e accompagnate da altre insospettabili tipo Cagliari e Roma. Non è la quantità dei gol di Osimhen che ha acceso il turbo nel motore del Napoli: certo, sono soltanto due, niente di straordinario. LEGGI TUTTO

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    Evani: “La carica di Sacchi, i tifosi sotto l’hotel, la gabbia per Diego. Vi racconto il mio Napoli-Milan”

    L’ex rossonero e attuale vice di Mancini ricorda la sfida scudetto vinta al San Paolo nell’88: “Le parole di Maradona in vigilia ci stimolarono. Vinse il titolo chi lo meritò. Ora è bello rivedere le due squadre lassù, Spalletti e Pioli le fanno giocare bene” Lo scorrere del tempo, e soprattutto la specificità del suo incarico, gli hanno ormai consegnato un punto d’osservazione diverso. Quando Alberico “Chicco” Evani ripensa al Milan, e in particolare a Napoli-Milan, non può prescindere dal ruolo di vice Mancini in azzurro, ma allo stesso tempo è bello permettere che il flusso dei ricordi sgorghi. Non bello: doveroso. LEGGI TUTTO

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    Aldo Serena: “Juve, ecco come Vlahovic può essere sfruttato meglio”

    L’ex attaccante: “Dusan ha forza, tecnica e non avverte la differenza col calcio internazionale. Ma per renderlo ancora più efficace serve che i bianconeri…” Dusan Vlahovic ha cambiato il volto della Juventus. Il suo impatto supera l’immediatezza dei numeri, comunque molto positivi: in bianconero infatti ha segnato quattro gol e servito un assist in sette gare. L’operazione per l’acquisto del serbo, inoltre, ha rafforzato lo status del club e da un punto di vista tattico può rivelarsi l’elemento fondamentale per esprimere un calcio più offensivo ed efficace. “Ma può essere sfruttato ancora meglio”, sostiene Aldo Serena, 86 gol in A con le maglie di Inter, Torino e Juventus. LEGGI TUTTO

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    Bakayoko, che fine hai fatto? Il Milan e un prestito che non funziona

    Il mediano francese non gioca da un mese e pare ai margini del progetto Pioli. L’obbligo di riscatto dal Chelsea scatterà nella prossima stagione, lui vuole il Milan a tutti i costi: ecco cosa può succedere Qualche tifoso se lo sta chiedendo da qualche partita: che fine ha fatto Bakayoko? Titolare contro Venezia e Spezia a gennaio, 90 minuti in campo e poi? Sparito dai radar. Sette panchine di fila tra campionato e Coppa Italia, mai entrato. Non gioca da più di un mese. LEGGI TUTTO

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    Leao campione? Gli manca un gradino. E a Napoli può salirlo

    La sua scarsa propensione al sacrificio è un pensiero per Pioli, ma Rafael ha mezzi superiori e l’ha dimostrato. Però nella partita scudetto può mettere la zampata che gli farebbe fare il salto di qualità Napoli-Milan è alle porte e siamo tutti qui a chiederci chi sarà il giocatore decisivo. Gli indiziati, naturalmente, sono tantissimi. Perché, partendo dalla squadra di Spalletti, come fai a scegliere tra Insigne e Osimhen, oppure tra Fabian e Zielinski? Senza contare Elmas, Politano… Il Napoli è un concentrato di qualità, forse la più in alta in assoluto, e i pericoli possono arrivare da ogni zona del campo e in qualsiasi momento. Ha caratteristiche diverse il Milan, con la prorompente vitalità di Theo Hernandez – un attaccante aggiunto – la forza di Tornali e Kessie, le geometrie di Bennacer, i colpi di Diaz o Messias. Ma, tra tanti possibili protagonisti, ce n’è uno che – più di tutti – può dare una svolta, un’impronta alla partita. In positivo oppure, come dicono gli ultimi scettici, in negativo. LEGGI TUTTO

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    Khedira: “Ho conosciuto due Ronaldo: alla Juve era…”

    L’ex centrocampista tedesco di Real e Juventus, Sami Khedira ha concesso un’intervista a ESPN in cui ha parlato di alcuni suoi ex compagni e allenatori raccontado anche un retroscena sulla sua avventura alla Juventus,.RONALDO – “Ho conosciuto due Cristiano Ronaldo. Uno a Madrid, al Real, e uno a Torino, alla Juventus. Nella mia seconda esperienza con CR7, l’ho trovato ancora egoista ma anche più leader, in maniera naturale. Non fraintendetemi, al Real faceva parte della squadra ma, a Torino, era un po’ più maturo”. BOATENG  – “Da giovane era migliore di tutti. Così talentuoso… pensavo che quel ragazzo arrivasse ad essere tra i primi cinque calciatori al mondo. Poteva giocare in tutte le posizioni. Ma doveva lavorare di più”.[MOURINHO – “Dopo la sconfitta contro la Spagna al Mondiale 2010, ero davvero sconvolto e depresso. Poi ho ricevuto un messaggio da mio fratello. Mi ha detto: “Mourinho ti ha chiamato, vuole che tu sia il suo 6”. Non pensavo che Mourinho fosse interessato a me, ero molto giovane e non ci credevo. Ma poi ho chiamato José e lui ha detto: “Sì, sei un giocatore incredibile e un ragazzo incredibile, voglio che tu ti unisca a me al Real Madrid”. Abbiamo avuto i colloqui, ma di uno o due minuti. José ha solo chiesto: “Quali sono le tue aspettative?” Ho detto che volevo vincere. E lui ha risposto “Fantastico, ci vediamo a Los Angeles tra due settimane”… e basta!”. LEGGI TUTTO

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    Juve, difesa in emergenza oggi e da puntellare domani: le strategie per il futuro

    Porta inviolata a Firenze nonostante assetto nuovo e uomini adattati: gli assenti stanno rientrando ma restano le valutazioni di lungo termine sulla successione di Chiellini e Bonucci, De Ligt oscilla tra mercato e caposaldo del futuro. E c’è una soluzione che Allegri sta già percorrendo in casa Usare in una difesa a tre Danilo, autorevole con la Fiorentina, è una soluzione già vissuta dalla Juve. Ma vederlo lì solo in fase di possesso per impostare il gioco è una cosa, trovarcelo in pianta stabile è un adattamento. Trovare nei tre dietro anche Mattia De Sciglio, uno a cui si è abituati a chiedere una copertura a tutta fascia o quasi, rende di più l’idea dell’emergenza. E del valore del clean sheet contro una squadra molto offensiva come la Fiorentina, certo frutto del lavoro di squadra, ma anche della tenuta di una linea difensiva inventata per necessità. L’emergenza rientrerà: Rugani si rivedrà in queste ore in gruppo alla Continassa, Bonucci era rientrato ma ha avuto una ricaduta, Chiellini già guardava almeno alla settimana prossima. Ma la carestia di queste settimane resta una prova generale sul lungo termine, perché la coppia di centrali azzurri andrà gestita ed evidentemente non tornerà giovane. LEGGI TUTTO