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    Da Dinelli ad Albertosi: la dura vita dei vice del “monumento” Zoff

    I tanti portieri che si sono alternati in panchina, aspettando il momento propizio per prendere il posto di Dino, sono irrimediabilmente invecchiatiEra uno sporco lavoro, ma qualcuno lo fece. Nella categoria dei mestieri usuranti ci andrebbe sicuramente quello di vice-Zoff. Dal 1961 – anno dell’esordio in Serie A con la maglia dell’Udinese – al 1983 – stagione del congedo – Dino Zoff che oggi celebriamo per i suoi 80 anni è stato il padre-padrone della porta da calcio. LEGGI TUTTO

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    Nilsen: “Punizione all’incrocio e menisco k.o. con Ronaldo. Il mio pazzo derby di Coppa”

    Lo chiamavano “Baywatch”, segnò all’Inter l’ultimo dei 5 gol rossoneri nel 1998: “Durante la settimana provai i piazzati insieme ad Albertini e Boban e poi mi dissero ‘dai, nel derby ti facciamo calciare’”. Ora dirige una compagnia di taxi in Norvegia Sopra il Circolo Polare Articolo c’è uno che chiamavano “Baywatch”. “Era il mio soprannome a Napoli”. Capelli biondi lisci, viso pulito, norvegese doc. “Ormai è passata una vita”. Steinar Nilsen lo dice in italiano, ma preferisce chiacchierare in inglese: “Non vorrei fare brutte figure”. In realtà se lo ricorda più di quanto creda. LEGGI TUTTO

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    Vinicio, il rivoluzionario che iniziò la lotta al catenaccio. Molto prima di Sacchi

    Portò in Italia i primi esperimenti di calcio “olandese”, ma diventò il bersaglio di Gianni Brera. Arrigo arrivò soltanto una dozzina di anni dopo Quando il calcio italiano era egemonizzato dalla cultura del catenaccio, Luis Vinicio fu il primo ad aprire le finestre e far cambiare l’aria. Aveva 41 anni, l’età di Dionisi oggi, più giovane di De Zerbi. Aveva portato il Brindisi dalla C alla B imitando principi e concetti sbirciati e origliati dall’Ajax di Cruyff, in quelle rare volte che era possibile all’epoca guardarlo alla televisione. LEGGI TUTTO

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    Dal tifo al “pizzino”, cosa lega Zaniolo alla Juve: la strategia per conquistarlo

    Contatti dopo la sessione di gennaio per dire che la Signora ha un piano per portarlo a Torino: dalle cifre del contratto con la Roma alla tempistica giallorossa per il rinnovo fino a valore di mercato e a come i bianconeri potrebbero permetterselo, tutte le variabili in campo Se Agatha Christie insegna che tre indizi fanno una prova, il triplice “like” di Nicolò Zaniolo ai post di Vlahovic, Bonucci e Locatelli – in cui non condividevano chissà quale storia personale, ma si felicitavano per una vittoria della Juve – è inevitabile che assuma la lettura di un gradimento alla Signora. Perché c’è un pregresso, ci sono indicazioni di reciprocità, c’è di mezzo un terreno che qualcuno si è premurato nel frattempo di coltivare e ci sono delle valutazioni già consolidate, da cui tutto può accendersi all’istante. LEGGI TUTTO

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    Elliott-Suning, ecco quanto hanno investito nel Milan e nell'Inter

    Apporti simili da oltre un miliardo complessivo, ma negli ultimi tempi prospettive e strategie sono state differenti Da quando è tornata la Milano da bere, la Serie A ha ripreso le sembianze di una volta, ma in un contesto del tutto nuovo. Milan e Inter, orfane da tempo dei mecenati Berlusconi e Moratti, si sono aperte ai capitali esteri e, con tempistiche differenti, hanno avviato un processo di crescita e di conversione in media company. LEGGI TUTTO

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    Juve al lavoro per Morata: le cifre sul piatto per l’Atletico. E le prospettive di trattenerlo

    La Signora proverà a trattenere lo spagnolo abbassando la quota del riscatto rispetto ai 35 milioni dell’accordo in essere. La scadenza al 2023 del contratto di Alvaro coi madrileni è un assist alla trattativa A gennaio sembrava con le valigie in mano, sul piede di partenza, pronto al trasloco. Ora non solo è tornato a essere un punto fermo della Juve, ma potrebbe rimanerci a lungo: forse a vita. Per Alvaro Morata è certamente uno dei momenti più importanti della carriera, da qui alla prossima estate si deciderà il suo futuro. E se gli imprevisti – o le sorprese – possono sempre cambiare le carte in tavola (anche perché non c’è, per adesso, uno scenario predominante che tende ad escludere gli altri) non si può dire che la Signora non stia facendo il possibile per trattenerlo. Tutt’altro. LEGGI TUTTO