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    Il mito si racconta: “Zoff? No, sono Dino, e sono entrato tra i big del 900. Volevo ritirarmi, poi…”

    Oggi compie gli anni il portiere di Spagna ‘82, l’icona azzurra per eccellenza. Nato a Mariano del Friuli, da tempo vive a Roma, ma ha conservato i tratti della sua terra: serietà, senso del dovere, responsabilità. Qui si racconta, con qualche pudore, ma senza reticenze, come sempreEstate 1967, il 25enne Dino sta finendo il servizio di leva a Bologna e deve raggiungere Napoli, il club cui il Mantova lo ha ceduto a sorpresa dopo che Zoff sembrava destinato al Milan. LEGGI TUTTO

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    Pioli, un altro derby col problema del 10. Diaz non gira, le possibili alternative

    Nel Milan che fatica spicca soprattutto la crisi del trequartista. Brahim non riesce a riprendersi, Kessie sarà “obbligato” in mediana, Messias è visto come un esterno. Il tecnico potrebbe optare per Krunic come anti-BrozovicLa foto è emblematica. C’è Diaz, ovvero il trequartista titolare. Kessie, quello d’emergenza. E Krunic, il tuttofare buono per tutte le occasioni (e posizioni). L’immagine racconta un disagio: quello del trequartista centrale, ruolo che a Milanello fatica a trovare pace. LEGGI TUTTO

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    Juve, sogno scudetto? Con l’effetto Vlahovic si può. Ecco come

    I bianconeri non possono più sbagliare, devono sfruttare aiuti dalle tre di testa, ritrovare molti degli infortunati e crescere ancoraUna grande S è tornata a comparire nel cielo juventino. L’uomo al comando, che negli anni ha lanciato una serie di missioni di successo per approdare su astri simili, non la guarda proprio, tenendo gli occhi ben piantati su tabelle che dicono che no, non può essere lì. La truppa ai suoi ordini segue le direttive, controlla la rotta, la velocità di crociera, ma non si interroga sulla destinazione finale. Non ufficialmente, almeno: ogni tanto, però, una sbirciatina verso quella S scintillante la butta. LEGGI TUTTO

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    Il Napoli “ciapasì” deve pensare in grande. E intanto l'astuto Allegri…

    Lo scudetto con meno punti l’hanno vinto Inter e Milan, con 82 punti. Quest’anno nuovo primato negativo?Il Napoli si sfila dal “ciapanò”, il tressette al contrario, il gioco in cui vince chi prende di meno. Napoli “ciapasì” all’Olimpico: ha battuto la Lazio del grande ex Sarri e ha acciuffato il Milan in cima alla classifica. Domenica a Fuorigrotta lo scontro diretto che più diretto non si può, Napoli-Milan, e già si sente nell’aria il revival degli anni Ottanta, Maradona e Careca contro Gullit e Van Basten, Arrigo Sacchi e Ottavio Bianchi, colonna sonora a cura di Raf e dei fratelli Righeira. LEGGI TUTTO

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    Blessin ha chiuso la porta del Genoa. Come? Modulo nuovo e gioventù al potere

    Solo due gol subiti negli ultimi 450 minuti, prima erano oltre due a partita. Viaggio nella metamorfosi del GrifoneNulla è per caso, e pure la metamorfosi di un Genoa capace di blindare la difesa sotto la gestione di Alexander Blessin ha una spiegazione che parte dall’aspetto tattico (il nuovo 4-2-3-1), ma riguarda pure il mutato atteggiamento generale della squadra. LEGGI TUTTO

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    Il calcio italiano e l’Europa: cosa serve alle nostre big per stare con le più grandi

    La Serie A patisce un gap tecnico, agonistico, di mentalità ed economico che non riesce e non riuscirà a colmare affidandosi alla sola tatticaSe dal 2010 non vinciamo la Champions (Inter), e negli ultimi undici anni abbiamo perso per inferiorità manifesta le altre due finali (Juve), è perché siamo meno forti di inglesi, spagnole, Psg e Bayern. Punto. Un gap tecnico, agonistico, di mentalità ed economico che non riusciamo a colmare con le conoscenze tattiche, sempre meno esclusive nel sistema globalizzato. In attesa di capire perché francesi e tedeschi possano imparare disposizioni in campo, ma noi non sappiamo replicare la loro preparazione atletica, visto che corriamo decisamente di meno, meglio non dimenticare che la molecola base restano i giocatori.E l’ultima Juve spiega come un fuori categoria quale Vlahovic esalti (anche) il rendimento collettivo. LEGGI TUTTO

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    Inzaghi, il ruolo e i cambi di Perisic: ecco perché Gosens sarà preziosissimo

    L’Inter ha acquistato un dodicesimo uomo, in grado di mantenere alte le frequenze di gioco fino al 90′. Esattamente quello che mancava al tecnicoTesta e gambe, difficile scindere se si parla di Inter, di questa Inter. Kopf und Beine, se preferite il tedesco. Perché tedesca è la cura e la scossa che cerca Simone Inzaghi: Robin Gosens. E sì che il calo è psicofisico, la diagnosi l’hanno fatta per bene ad Appiano: non c’è solo un solo allarme da curare, ma tante piccole spie che si sono accese. È un po’ come se l’Inter stia aspettando una nuova scintilla per ripartire: può darla un risultato, e in questo senso il derby arriva al momento giusto. Può darla però pure un giocatore, e allora ecco Gosens. Il tedesco entrerà per la prima volta tra i convocati proprio per la sfida con il Milan. Inzaghi lo aspetta, per l’oggi e il domani. È il rinforzo a lungo invocato dall’allenatore e c’è una ragione tecnica a supporto: probabilmente nessuna squadra in Italia fonda il proprio gioco sugli esterni come fa Inzaghi. E va gestito ogni singolo minuto, ogni piccolo calo di condizione. LEGGI TUTTO