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    Matteoli: “Inter, ecco perché Brozovic è insostituibile. Un vice? Non Barella…”

    Il regista dello scudetto dei record e maestro di Nicolò: “Il croato detta i tempi, va in aiuto di tutti. Bare è devastante nel suo ruolo. Sensi era l’ideale, potrebbe provarci Calhanoglu. Quella di Inzaghi comunque resta la squadra più forte”Domenica contro il Sassuolo l’Inter è apparsa drammaticamente Brozovic dipendente e al posto del croato Barella è sembrato un pesce fuor d’acqua. Chi meglio di Gianfranco Matteoli allora può inquadrare il problema in mediana dei nerazzurri? Il regista dello scudetto dei record con il Trap conosce alla perfezione i segreti del ruolo e la caratteristiche dell’azzurro, che a Cagliari ha seguito da quando capitan futuro aveva 4 anni. LEGGI TUTTO

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    Impara da Ibra e Giroud, illumina la Primavera: il Milan si gode il talentino Nasti

    Il centravanti della squadra di Giunti ha caratteristiche diverse da tutte le punte a disposizione di Pioli. È presto per il grande salto coi big, ma il futuro è suoPer adesso è il quarto incomodo. Quello che cresce dietro i riflettori, in tranquillità, sperando in una chance. Giroud, Ibra, Lazetic e infine lui, Marco Nasti, l’attaccante della Primavera rossonera che quest’anno segna più di tutti: 11 gol in 12 partite, più un altro paio di guizzi tra Youth League e Coppa Italia. LEGGI TUTTO

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    Casadei: chi è la stellina della Primavera convocata da Inzaghi con il Sassuolo

    Il centrocampista classe 2003 è stato portato per la prima volta in prima squadra: unisce fisico e tecnica ed è il miglior marcatore della Primavera. Inzaghi ci punterà o sarà utilizzato come pedina?Cesare Casadei è uno di quelli da tenere d’occhio per diversi motivi. Primo: i numeri. Il centrocampista della Primavera dell’Inter ha già segnato dieci gol in stagione: due in Youth League e otto in campionato. Secondo: le caratteristiche. Il classe 2003 – 19 anni compiuti lo scorso 10 gennaio – è un giocatore moderno, un centrocampista che unisce fisico (186 centimetri) e tecnica, oltre alla grande capacità di fare gol. Terzo: la situazione in casa Inter per quanto riguarda il centrocampo.I nerazzurri si sono scoperti fragilissimi senza Brozovic contro il Sassuolo. Ma a stagione conclusa ci sarà da capire quale sarà il futuro di Gagliardini, Vecino, Vidal, Sensi: chissà che non possa esserci spazio per il baby. LEGGI TUTTO

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    I gol di Bergwijn ed Ekitike, oltre a Botman e Sanches: 100 milioni per il nuovo Milan

    Pronti investimenti mirati per restare al vertice in Italia e reggere il confronto in Champions. Nel mirino l’attaccante del Reims, l’esterno del Tottenham e i due giocatori del LilleCento milioni per un nuovo Milan. Anzi, non un nuovo Milan, perché il progetto Elliott va avanti ormai da tempo, ma un Milan da rinforzare per essere ancora più competitivo in Italia e affacciarsi la prossima volta in Europa con qualche chance in più. Con Rafael Leao che sta maturando, Theo Hernandez che si conferma, un giovane vecchio come Davide Calabria che ha superato i guai fisici e tanti altri protagonisti assemblati da Stefano Pioli, al Milan dei due super senatori Ibrahimovic e Giroud servono in ogni caso elementi in più per puntare sempre alla vetta, e il club, che sta costruendo per gradi, lo sa bene. LEGGI TUTTO

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    Inter, il muro di Inzaghi ora scricchiola. Christensen o Senesi per rialzarlo

    Skriniar, De Vrij e Bastoni meno brillanti dei mesi scorsi. L’olandese potrebbe partire, nel mirino il danese del Chelsea e l’argentino del Feyenoord. Occhio anche a HintereggerCosa è successo a quel muro tanto alto da causare vertigine? Perché adesso si è fatto così friabile, con buchi sempre più grandi? Nella prima parte della stagione l’Inter di Simone era creativa e libera, ma nello stesso tempo si mostrava pure solida e combattiva: governando il pallone, i nerazzurri tenevano i pericoli lontani da Handanovic e i tre centurioni della difesa facevano il resto. Adesso tira tutt’altra aria, la squadra è molto più stanca per aver spinto a tavoletta nei mesi scorsi, poi questo ciclo terribile tra Italia ed Europa ha dato un ulteriore scossone: i campioni di Italia tirano il fiato, gli avversari arrivano più minacciosi davanti a Skriniar-De Vrij-Bastoni e spesso è inutile chiedere un miracolo al 37enne Handa. LEGGI TUTTO

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    Fenomeno Vlahovic: 2 tiri, un gol e solo 24 palloni toccati. Se venisse coinvolto di più…

    Il serbo contro il Villarreal si è preso la scena, ma l’atteggiamento difensivista della squadra non lo aiuta ad esprimere tutto il suo potenziale Ventiquattro palloni toccati, due tiri – entrambi nello specchio – e un gol. È la sintesi numerica della prestazione di Dusan Vlahovic ieri sera a Vila-real. Ventiquattro palloni giocati, dato Opta: tra gli undici bianconeri della formazione di partenza, il centravanti è il giocatore che ha effettuato il minor numero di tocchi. Dal suo punto di vista è stato un trionfo, il serbo è riuscito a prendersi la scena nonostante sia stato coinvolto poco o niente nel gioco con il pallone. Non gli è arrivato un cross dal fondo, per esempio. Danilo lo ha cercato subito con un lancio da dietro che lui ha trasformato nella rete del vantaggio. Verso la fine ci ha provato dalla distanza con una botta potente, disinnescata con apprensione da Rulli. Sono stati gli unici tiri in porta della Juve allo stadio della Ceramica e li ha effettuati il giocatore meno coinvolto con la palla. Chissà che cosa avrebbe combinato Dusan se alle spalle avesse avuto una squadra in grado di cercarlo e servirlo con continuità. LEGGI TUTTO

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    Mauro: “È stata una Juve ad altezza Champions. Può farcela per un motivo: Dusan”

    Il parere dell’ex centrocampista bianconero: “Il serbo ha fatto un gol ‘ignorante’, anche col piede sbagliato. Calo fisico nella ripresa. E sul gol sbaglia anche De Ligt”Massimo Mauro debuttò in Coppa Campioni con la maglia della Juventus nel settembre del 1985: era una competizione diversa, si partiva subito con l’eliminazione diretta, dai sedicesimi. La Juventus andava in scena allo stadio Josy Barthel, in Lussemburgo, in quello che era un derby fra “Gioventù”: giocava con la non troppo temibile Jeunesse, squadra che veste il bianconero è che è ancora la più titolata del suo (piccolo) paese. Insomma, il debutto fu un po’ meno caldo di quello di Vlahovic. LEGGI TUTTO