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    Juve, ritorno all’antico: 4 gol in 4 gare, così l’attacco stenta (anche con Vlahovic)

    Solo tre degli ultimi dieci gol bianconeri sono arrivati dal reparto offensivo. Col Toro la prestazione più opaca del serbo, rimasto isolato davanti come succedeva a Morata: l’antico vizio che ritorna della squadra di Allegri L’effetto Vlahovic è durato solo due partite? Il quesito, figlio dell’inguaribile necessità di cercare sentenze definitive dopo ogni singola prestazione, le stesse sentenze definitive di segno opposto registrate dopo la prima settimana in bianconero del capocannoniere, non può esaurirsi alla reazione di pancia dopo quella che è stata fin qui la più opaca prestazione del serbo in maglia Juve (doveva capitare prima o poi), ma trae comunque un legittimo fondamento dall’evidenza dei numeri: quattro gol nelle ultime quattro giornate, adesso anche avendo a bordo il bomber del campionato, sono un bottino che si racconta da solo. Parlare di Vlahovic significa cioè fare il punto su una nota ricorrente della stagione: l’attacco. LEGGI TUTTO

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    Messias, perché tenerlo e perché no: è una risorsa per il Milan, ma…

    Il brasiliano ha retto la pressione di un grande club e Pioli è soddisfatto dei suoi progressi. Il riscatto però richiederebbe un investimento di ulteriori 5,5 milioni e in estate Junior avrà 31 anniL’impatto è stato assorbito bene e non era scontato, perché il salto di Junior Messias era di quelli importanti: passare dalla lotta salvezza alla corsa scudetto in pochi mesi non è uno scherzetto per nessuno. Lui, il brasiliano che ha conosciuto il calcio dilettantistico e anche le fatiche dei “normali” lavori extra-pallone prima di arrivare al top, non ha tremato neppure sui palcoscenici più prestigiosi. E ha dimostrato in breve tempo di essere da Milan, ripagando la fiducia del d.t. Maldini e del d.s. Massara. LEGGI TUTTO

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    Inzaghi “misura” l'Inter: i titolari sono una certezza, ma scarseggiano le alternative

    I nerazzurri hanno costruito il loro vantaggio con un blocco di giocatori ben definito, ma in Europa non basta. Cambi e varietà in attacco i punti ancora deboli Certe partite servono a misurarsi, a capire – metro alla mano – quanta distanza separa dai migliori. Possono illudere o ingannare, ma lasciano indizi che se sommati e usati bene restituiscono un valore reale di se stessi e non c’è niente di meglio della verità per pensare al futuro, quando lo si voglia migliore. La partita con il Liverpool (e già prima la copia sfida al Real nel girone) e l’andazzo degli scontri con le migliori della Serie A raccontano come l’Inter sia una squadra sana ma non profonda. Ha costruito il suo vantaggio nell’immaginario (impressione di distanza dalle altre, più che un distacco stesso, che in classifica non c’è) con la forza dei titolari, quasi sempre presenti. LEGGI TUTTO

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    Inter, dietro il rilancio c'è la mano di Zhang. E ora Steven è più… italiano

    Il rinnovo della dirigenza è soltanto l’ultima mossa del presidente dell’Inter per riportare il club ai fasti del passato, dal brand al mercatoL’ultimo passo è stato un atto formale più che rivoluzionario. Con la decisione di rinnovare per intero tutto lo staff sportivo, Steven Zhang ha messo in sicurezza il progetto tecnico per i prossimi anni, confermando la fiducia agli uomini che lui stesso aveva scelto non appena diventato ufficialmente presidente del club, per riportare l’Inter ai vertici del calcio italiano. LEGGI TUTTO

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    Okaka: “Ho perso tanti treni, ma non per colpa mia. Il mio angelo custode si chiama Cassano”

    Il centravanti ex Udinese fa gol al Basaksehir e si racconta alla Gazzetta: “Era quasi fatta col Milan, poi presero Destro. Anche con l’Inter uguale, ma nessun rimpianto. E se Mancini ha chiamato Balotelli vuol dire che alla Turchia guarda…” Tanti treni persi, zero rimpianti. Soprattutto in questo momento, dopo aver realizzato che, la scorsa estate, è salito sull’aereo giusto. Stefano Okaka sorride, orgoglioso della sua nuova vita a Istanbul: “La città è bellissima, si sta davvero bene. Immaginavo di dovermi confrontare con una cultura tutta da scoprire. Alla fine, però, è stato facile ambientarmi”. Lo scorso 8 settembre ha salutato Udine e la nostra Serie A, oggi Stefano è quarto in classifica nella Super Lig turca. Il suo Basaksehir è in piena corsa per qualificarsi alle coppe europee, il classe 1989 è il leader della squadra con 21 presenze (tutte da titolare), 9 gol e 2 assist. LEGGI TUTTO

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    Milan-diesel, Inter a strappi: è un derby infinito. Ma il Napoli è in agguato

    La corsa scudetto viaggia su velocità diverse, intanto in corsa restano soltanto in treMilan, Inter o Napoli, chi scatta? C’è un referendum anche in campionato su chi saprà approfittare al meglio della 26a giornata. Dopo il ritorno delle Coppe europee – siamo a due terzi del cammino – il massimo esperto di scudetti in Italia si è chiamato fuori: Allegri ha ammesso che lavora per la prossima stagione. Il solco che la separa dal podio non autorizza né Max né la Juve a considerarsi in corsa. LEGGI TUTTO

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    Rampulla, 30 anni fa il gol miracoloso: “Mi emoziono ancora”

    Il 23 febbraio 1992, in Atalanta-Cremonese, il portiere firmò una rete storica. Ricorda ora: “Non fu un raptus improvviso, avevo giocato da attaccante in qualche torneo” Un’inzuccata storica, un gol da ridere, un inedito e un unicum durato 9 anni: questo e altro è stata la rete firmata da Michelangelo Rampulla, un piccolo grande capolavoro con cui il portiere della Cremonese pareggiò i conti con l’Atalanta, con un colpo di testa a tempo scaduto, il 23 febbraio del 1992. Trent’anni fa. LEGGI TUTTO