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    Milan, non disperare per Botman: il colpo può andare a segno in estate

    Il Lilla ha respinto anche l’assalto del Newcastle per il difensore in cima alla lista dei rossoneri, che ci riproveranno nella prossima sessione Un vecchia legge di calciomercato non passerà di moda: inutile forzare un investimento quando non sei convinto. Prendiamo il Milan: ha un chiodo fisso in testa, si chiama Sven Botman, lo ritiene per distacco il difensore centrale in grado di consentire un’inversione totale. Il tentativo di prenderlo a gennaio c’è stato, in modo particolare tra fine dicembre e i primi giorni del nuovo anno. Ma il Lilla, che da sempre ha una coerenza quando deve fare qualche cessione, ha resistito. LEGGI TUTTO

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    Umiltà e gol pesanti, spesso all'ultimo respiro: chi è Caicedo, pupillo di Inzaghi

    L’attaccante ecuadoriano è rimasto nel cuore dei tifosi laziali per un gol nel derby ma non solo. Infanzia difficile, ottenne uno stage nella cantera del Boca grazie a un programma tv. L’Italia è la sua seconda casa, l’Inter il suo futuro? Premio oscar come attore non protagonista. E, di conseguenza, ha molte più soddisfazioni di personaggi più quotati di lui. Felipe Caicedo è così. Parte in sordina, ma alla fine conquista tutti. Come ha fatto alla Lazio. Una prima stagione per nulla soddisfacente (pesanti gli errori nella penultima giornata di campionato che la Lazio pareggiò a Crotone, fallendo così la qualificazione in Champions League), poi però è sbocciato. I tifosi biancocelesti, inizialmente molto severi nei suoi confronti, lo hanno perfino idolatrato proprio per l’umiltà con la quale si è sempre posto. “Spero che i tifosi mi ricordino per questo gol e non per l’errore a Crotone”, disse al termine di un derby vinto proprio con una sua rete. In realtà i tifosi lo ricordano per i tanti gol pesanti arrivati nei minuti finali. Cagliari, Torino, Juventus, Zenit: sono tante le squadre che sono crollate, nei minuti finali, in seguito alla zampata del Panterone. LEGGI TUTTO

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    Totti, Maradona, Moratti… Quando sulle schede compare il pallone

    Calciatori, allenatori, presidenti: è lunga la lista degli sportivi (anche stranieri…) finiti nell’urna delle elezioni del presidente della Repubblica Salvatore Malfitano
    @malfitoto
    24 gennaio
    – Milano Insulti scritti in rima, del tipo “Nano maledetto, non sarai mai eletto”. Lanci di monetine da 500 lire e appellativi offensivi, mentre una voce risuona per cercare di riportare la calma. Un bicchiere di Cynar, nel tentativo ironico di far accettare un risultato indigesto. Tutte immagini che a ragione potrebbero rievocare il clima di uno stadio, un luogo che vanta un proprio codice di comportamento, dove alcuni valori della vita quotidiana sono travalicati in nome della rivalità tra fazioni opposte. Eppure, sono tutti episodi accaduti a Montecitorio, durante la procedura più solenne della Repubblica: l’elezione del Presidente. Fanfani, uno dei papabili nel 1971, fu il destinatario dei versi di scherno su una scheda. Scalfaro, che poi sarà eletto in quella stessa seduta, nel suo ruolo di Presidente della Camera richiamava all’ordine in modo pungente i parlamentari indisciplinati. All’allora premier Scelba fu servito un po’ di amaro per mandare giù l’elezione di Gronchi, evento che anticiperà la caduta del suo governo. Ma i punti di contatto, tra il calcio e la scelta del Capo dello Stato, non si fermano qui. George Weah è l’esempio più limpido: lui ce l’ha fatta per davvero in Liberia. In Italia, invece, da oltre vent’anni i protagonisti del pallone si limitano ad apparire sulle schede ad ogni votazione. Preferenze spesso provocatorie, sempre isolate, pareri dispersi che entrano nella storia del nostro Paese conferendogli sfumature uniche. LEGGI TUTTO

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    De Siervo attacca: “Delusi dal governo, gli stadi tornino subito a riempirsi”

    L’a.d. della Lega Serie A ne ha per tutti, dai provvedimenti del governo (“Una vera delusione”) ai protagonisti del gioco come calciatori, allenatori e procuratori (“Tutti devono fare la loro parte”) La montagna partorì un topolino: nel decreto “sostegni ter” del governo, quello sui ristori attesi come acqua nel deserto da tutte le attività produttive, il mondo del calcio è il grande deluso. Arriveranno 20 milioni per i tamponi (probabile una cifra intorno ai 5 per la A) e altri 20 milioni di credito di imposta per le sponsorizzazioni che, però, non riguarderanno il campionato maggiore: “Una vera delusione”, tuona Luigi De Siervo, a.d. della Lega Serie A. LEGGI TUTTO

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    Eclissi Ilicic: di nuovo in crisi. Fuori dalla lista per l’Atalanta?

    Sta male come nel 2020, c’è incertezza sul suo recupero. E Miranchuk deve restareRubiamo l’immagine a Gian Piero Gasperini, perché è molto efficace: “La nostra testa è una giungla”. E quella di Josip Ilicic è di nuovo intricata, da qualche giorno quasi inaccessibile. E in una giungla di riflessioni ora è costretta ad addentrarsi anche l’Atalanta, divisa fra il dovere della riconoscenza e il diritto del senso pratico. LEGGI TUTTO

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    Se il Milan e la Juve non hanno coraggio per l'Inter è più facile

    I rossoneri sembrano non crederci fino in fondo. Dov’è finita la mentalità dei bianconeri? Alla fine la montagna ha partorito il topolino. Ci si aspettava tanto da questo Milan-Juve: spettacolo, gol, squadre all’attacco del risultato e dei propri obiettivi. Il Milan a caccia di una vittoria che lo tenesse in corsa scudetto in vista del derby del 6 febbraio. La Juve con la voglia di accorciare sulle avversarie che in questo momento occupano i posti di una zona Champions essenziale a fine stagione per i bianconeri. È finita 0-0, con poche emozioni: il Milan ci ha provato un po’ di più, la Juve ha giocato ancora una volta una gara attendista contro una big. I bianconeri confermano la solidità della propria difesa, ma dalla Juve ci si aspetterebbe più coraggio. LEGGI TUTTO

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    Corsa all'altra Europa: Roma favorita, ma attenzione a Torino e Verona

    Non solo Champions, con il 5° posto si va in Europa League, col 6° in Conference, ma la Coppa Italia potrebbe rimettere in gioco anche il 7°Le prime quattro in Champions, la quinta in Europa League e la sesta in Conference. La Coppa Italia assegna l’altro biglietto per l’Europa League, ma se la coppa nazionale è vinta da una squadra qualificata alla Champions, il pass per la EL viene attribuito alla sesta in campionato e la settima entra in Conference. Insomma, fino al settimo posto ci può essere spazio per un’euro-qualificazione. LEGGI TUTTO