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    Zeman: “Lorenzo via? Sarebbe un peccato. Sognava di vincere a casa sua”

    Parla un allenatore che conosce molto bene Insigne: “Il calcio ormai è business… La Serie A perderebbe un talento unico”Con Zdenek Zeman la svolta nella carriera di Lorenzo Insigne. Il boemo ha allenato l’attaccante prima a Foggia (Serie C, 2010-11) e poi a Pescara (2011-12) con la promozione in Serie A. Col tecnico, ora tornato alla guida del Foggia, il capitano del Napoli si scoprì bomber: 37 gol in 2 campionati. LEGGI TUTTO

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    Le auto, il tennis e l'amicizia nel nome del padre: chi è Antun, l'uomo della trattativa-Dybala

    Se non c’è ancora la firma sul rinnovo è (anche) per i problemi burocratici del procuratore di Paulo, suo unico assistito ma non il primo sportivo di cui si occupa, tra l’attività di concessionario alle spalle e il legame di lunga data con la famiglia della Joya Il rinnovo di Paulo Dybala ruota intorno alla figura di Jorge Antun, l’uomo che cura gli interessi del numero dieci bianconero e che a ottobre scorso ha lasciato Torino con una stretta di mano a sancire l’accordo con la Juve sulle condizioni del prolungamento. Perché non è stato messo nero su bianco? Anche perché il sessantenne di Cordoba è solo un amico di famiglia, non ha nulla a che fare con il mondo dei procuratori di calcio e, per poter apporre la sua firma su un accordo approvato in autunno da entrambe le parti, ora è in attesa della domiciliazione in Italia necessaria per l’iscrizione all’albo. È solo uno degli aggiustamenti necessari per un personaggio nuovo per questo sistema, il cui unico assistito è Paulo Dybala. LEGGI TUTTO

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    Botman, l'esperto: “Ricorda De Vrij. Con Tomori coppia super. Ma ha un difetto…”

    L’ex scout e match analyst dell’Ajax, Santoni, è sicuro: “Sven è un vincente, il Milan farebbe un affare. I duelli aerei sono tutti suoi e ha un gran senso tattico” Michele Santoni lo fotografa così: “Botman è un vincente”. In tre parole, “giocatore da Milan”. Sven è il primo nome dell’agenda rossonera, centrale del Lilla campione di Francia. Costa trenta milioni, non pochi, ma per chi lo conosce bene “li vale tutti”. Santoni l’ha visto da vicino ai tempi dell’Ajax, factotum dal 2009 al 2014. Match analyst, scout, esperto di dati e non solo. “Quando c’era Martin Jol curavo la parte tattica”. Oggi allena il Dordrecht in seconda divisione. Papà italiano, mamma olandese, dice che Amsterdam è il suo posto nel mondo. Dopo aver girato l’Italia tra Lazio, Livorno, Inter e Cesena è tornato a casa. LEGGI TUTTO

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    Inter, se parte Kolarov può arrivare subito Kostic. Marotta ha anche un piano B

    L’Inter di Simone Inzaghi viaggia a vele spiegate, ma il tecnico nerazzurro ha lasciato intendere alla dirigenza che a gennaio sarebbero graditi rinforzi. Per questo motivo Ausilio e Marotta hanno iniziato a muoversi per capire come accontentare l’allenatore, che al giro di boa ha già dimostrato di meritare sostegno e fiducia. Il ruolo in cui intervenire è già stato individuato ed è quello dell’esterno sinistro, ma solo se – come sembra possibile – dovesse partire Kolarov. PIANO A E B – A quel punto, il Piano A dell’Inter, ambizioso e complesso, sarebbe quello di provare ad anticipare di sei mesi l’arrivo di Kostic a Milano. Non sarà semplice convincere l’Eintracht, ma Ausilio e Marotta proveranno ad avviare i dialoghi. Non dovessero scardinare le resistenze tedesche, i dirigenti nerazzurri andrebbero su un profilo più alla portata e che già conosce il campionato italiano, quel Lucas Digne che potrebbe arrivare a Milano in prestito. Ma la condizione principale è sempre la stessa: prima di ogni operazione in entrata, occorre necessariamente cedere e il motore del calciomercato è pronto ad accendersi se Kolarov chiederà di andare via.   LEGGI TUTTO

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    Calciatore in Spagna e Giappone, poi la scuola calcio: la Napoli di Hugo, l'altro Maradona

    Le voci di chi l’ha conosciuto, tra i campi della periferia partenopea. Prima direttore tecnico in una scuola calcio: “Per noi era solo Hugo”, poi allenatore in Terza Categoria: “Uno stadio pieno soltanto per vederlo”Piove, il fango è ovunque. In mezzo al campo un uomo col pizzetto grigio e i capelli brizzolati palleggia. Uno, dieci, cento tocchi. “Questa è la prima immagine che ho di Hugo. Eravamo a Parete, vicino Napoli. Ma lui sembrava ancora il bambino di Villa Fiorito”. LEGGI TUTTO

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    Chiesa: “Alla Juve per vincere…e rinuncio alle vacanze per tornare prima”

    Federico Chiesa è protagonista di una lunga intervista a Repubblica. Questi alcuni estratti:VACANZE – “Mi sto allenando alla Continassa! Devo recuperare da un infortunio, ho deciso di non andare in ferie. Voglio essere al 100% per il 2022. Io ho un grandissimo rapporto, anche di amicizia, con Leo e Giorgio.”NUOVO ANNO – “Dobbiamo pensare partita dopo partita, come ha detto giustamente il mister. Io torno il 30 con la squadra, ho avuto la sfortuna di farmi male, ma ora dobbiamo fare un grande 2022. Perché l’idea della Juve è sempre di vincere ogni partita. Mancata la continuità? Penso sia dovuto a due anni in cui son venuti allenatori diversi, con idee differenti. Ora però stiamo tutti remando dalla stessa parte, e pensiamo partita dopo partita. È l’unico modo”VINCERE – “Sono venuto qui con la mentalità di vincere qualsiasi competizione. Ora puntiamo alla Supercoppa contro l’Inter, poi alla Coppa Italia. Per il campionato, vedremo. E siamo agli ottavi di Champions: lì è tutto da scrivere”INTER – “Stanno facendo qualcosa di grandissimo, stanno bene e hanno continuità. Noi dobbiamo stare lì e aspettare passi falsi di chi ci sta davanti. Ma prima di tutto dobbiamo pensare a noi stessi”IL BILANCIO – “Più che positivo. Ma penso solo al 2022 e alla prossima partita. Voglio vincere con la Juve e riportarla in alto”POSIZIONE IN CAMPO – “Sono un’ala. Io gioco sempre dove vuole il mister, come contro il Chelsea per sfruttare gli spazi. Ma, come ho dimostrato all’Europeo e con la Juve, sono un esterno. Destro o sinistro”GLI IDOLI – “Kakà. Del Piero. Ma poi ho avuto la fortuna di trascorrere un anno con uno dei campioni più grandi della storia del calcio: Cristiano Ronaldo. Vederlo dal vivo, la sua dedizione, la sua forza mentale, l’essere decisivo e presente in ogni situazione… è stato di costante ispirazione per me. Cristiano è su un pianeta a parte. È stato emozionante lavorare con lui e vedere dal vivo cosa fa per essere così forte”NAZIONALE – “Qual è il segreto? Due. L’entusiasmo del mister Mancini e il gruppo: giocare sempre per il compagno, essere squadra fino all’ultimo. Come nella fase ad eliminazione diretta e in finale dopo il goal degli inglesi. C’è sempre grande aspettativa di nuove vittorie. Quello che ci hanno dato gli Europei, magari ce lo ha tolto questa qualificazione ai Mondiali: non abbiamo sfruttato le opportunità. Ma agli spareggi torneremo la squadra che eravamo. Non siamo assolutamente appagati. Dimostreremo che Euro2020 non è stato un episodio ma parte di un percorso vincente” LEGGI TUTTO

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    La vita di Hugo e quell’altro modo di essere Maradona

    Ha sempre saputo di non avere il talento di Diego, che però volle fare di lui ciò che non era: un campione Lui conosceva la verità fin da quando era bambino e la diceva a chiunque gli ponesse la domanda: “Sei più bravo di tuo fratello?”. “Impossibile – rispondeva – Diego è un marziano, io sono un ragazzo normale”. Il problema, dunque, non era lui, ma gli altri che pretendevano di vedere replicato il miracolo, in un assurdo desiderio di eterno ritorno: Hugo, poiché portava il cognome Maradona, doveva essere come Diego, cioè come il più forte giocatore del mondo. LEGGI TUTTO

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    Brozovic, dall'aereo per Siviglia a perno della squadra: così l'Inter lo ha messo al centro

    Nel mercato invernale del 2018 Spalletti ne bloccò la partenza per la Spagna: da quel momento è diventato imprescindibile. Ora i nerazzurri sono al lavoro per prolungare il contratto del centrocampista croatoIl rinnovo di contratto di Marcelo Brozovic sta diventando la priorità in casa Inter. Troppo importante legare il croato ai colori nerazzurri, perché una squadra senza EpicBrozo si fa fatica a ricordare. Più facile rivivere i singoli episodi, come l’applauso polemico verso il pubblico di San Siro: era l’11 febbraio 2018, a Milano c’era il Bologna e l’Inter vinse 2-1 grazie al gol di Karamoh. Brozovic fuori al 58’ al posto di Rafinha, fischi e reazione. Meno di due settimane prima Spalletti aveva bloccato il volo che avrebbe portato il croato a Siviglia: stop, la coperta è corta in mezzo. Per molti, allora, una retromarcia inutile. “Abbiamo già visto tutto, non è da Inter”, il pensiero unanime dei tifosi. LEGGI TUTTO