consigliato per te

  • in

    Quel bambino di Acerra: “Ho visto Maradona e mi ha salvato la vita”

    I ricordi di Luca Quarto, il piccolo affetto da labioschisi che Diego nel gennaio ‘85 scelse di aiutare organizzando una partita di beneficenza ad Acerra. Litigando con Ferlaino e pagando di tasca sua l’assicurazione per sé e i compagni Ad Acerra hanno visto Maradona. Tra la pioggia e il fango, in un campetto con più pozzanghere che terra. Fradicio e sporco, lui balla. Gli avversari indossano divise rosse, ma col Bayern Monaco non c’entrano nulla. ‘Live is Life’ degli Opus sarebbe diventata un tormentone qualche anno più tardi. Diego è felice. La sua aurea lo precede. LEGGI TUTTO

  • in

    Crisi Bentancur, Rabiot scomparso. Ma per Allegri sabato è la gara dell’anno

    Il solito centrocampo ancora in difficoltà. Con l’Atalanta serve un cambio di marcia ma anche Max sembra crederci pocoDal nostro inviato Luca Bianchin25 novembre
    – Londra È un pensiero inconfessabile che, rimasto sospeso nel ghiaccio di Stamford Bridge, è salito sull’aereo per Torino, stretto stretto tra i sedili: quella col Chelsea, nella testa della Juve, era una partita non importante. Tutto sommato, sacrificabile per interessi superiori. Il pensiero, rivoluzionario quanto basta per le abitudini della casa, inaccettabile senza mezzi termini per molti tifosi, ha un corollario: Massimiliano Allegri evidentemente ritiene che la squadra ora non sia pronta per giocare al massimo con Lazio, Chelsea e Atalanta in otto giorni. C’era da scegliere e si è scelto, più o meno consciamente: addio primo posto in Champions, benvenute ansie da sorteggio. LEGGI TUTTO

  • in

    Napoli, il rinnovo di Insigne può ridare la scossa giusta

    In un momento di grande difficoltà e una qualificazione al turno successivo di Europa League ancora in bilico, la firma del capitano sul nuovo contratto potrebbe dare un segnale anche di positività all’ambiente Era tutto rosso ieri a Mosca: le maglie degli avversari, le migliaia di seggiolini sulle tribune, il pallone e addirittura le linee del campo, per reggere alla bufera di neve che nel secondo tempo ha reso lo scenario ancora più originale. LEGGI TUTTO

  • in

    Mario l’atomico e quella moglie favolosa. Con Boyé la A scoprì il suo primo vero bad boy

    Elsa, i night, i tradimenti e una fuga da film: ecco la storia dell’argentino che fece impazzire Genova Mario Hemilio Heriberto Boyé ebbe una vita misteriosa, una moglie favolosa e un problema. Il problema era la moglie favolosa. Per quanto riguarda la vita misteriosa, tutti i particolari in cronaca. Era argentino, giocava ala destra nel Boca Juniors, lo chiamavano “El Atòmico”, aveva 27 anni quando – nell’estate del 1949 – sbarcò in Italia. Con il Genoa giocò 18 partite e segnò 12 gol. Tutto sembrava filare liscio. La gente lo amava, lui amava l’Italia. La moglie – però – amava gli italiani. Si chiamava Elsa, aveva un carattere indomabile, la fame di vita che si ha a vent’anni e un fisico da torcicollo, per chi la vedeva apparire. Il 22 gennaio del 1950 Mario Hemilio Heriberto Boyé e la moglie Elsa sparirono. Puff. Da un momento all’altro – dopo una partita del Genoa a Roma – i due si volatilizzarono. Questa sparizione ci porta inevitabilmente a indagare sul mistero della sua vita. LEGGI TUTTO

  • in

    Viaggio nei luoghi di Maradona: oggi Diego vivrà nel ricordo di chi lo ha amato

    Il museo, i ritratti, la cuoca che lo trattò come un figlio, l’investigatore: “Ci ha fatto sentire il profumo della vittoria”dal nostro inviato Valerio Piccioni25 novembre
    – NAPOLIQui non è mai morto. Anzi, Napoli è fatta di milioni di Maradona, ognuno dei 35 milioni di tifosi azzurri nel mondo ha il suo. Diego si è come moltiplicato in un labirinto di passioni che non si scolorisce con gli anni. “Ho visto Maradona” è un mantra trasversale che attraversa strade, condizioni sociali e generazioni diverse. LEGGI TUTTO

  • in

    Il Milan deve credere nell’impossibile. Inzaghi sempre più padrone dell’Inter

    I rossoneri si sono regalati il sogno di una qualificazione seppur difficile, i nerazzurri invece continuano nel loro momento magico Ora serve un miracolo a Milano contro il Liverpool. Potrebbe non bastare, ma avendo in squadra un Messias si deve aver fede anche nell’impossibile: non è finita finché non è finita. Il gol di Messias all’Atletico, debutto europeo in gloria, spalanca scenari incredibili a 90 minuti dalla fine. Il Milan è in piena corsa per l’Europa: aveva un solo punto, ingiustamente, ora può sognare il rientro tra i grandi. E improvvisamente la prospettiva di quattro italiane agli ottavi, mai successo, non è più un’utopia. Chissà che l’onda lunga di questo 2021 non si estenda all’ultima giornata di Champions. LEGGI TUTTO

  • in

    “Vive come uno zombie”. Gli ultimi giorni di Diego fra abbandono e solitudine

    Dal giorno del suo 60° compleanno, quando allarmò il mondo intero apparendo in pubblico zoppicante e con lo sguardo catatonico, fino all’operazione d’urgenza alla testa e al controverso ricovero domiciliare in una villa del Tigre, alle porte di Buenos Aires, dove morì Sono ancora tanti gli interrogativi e i misteri che avvolgono la morte di Diego Armando Maradona a un anno dalla sua scomparsa. A cercare di far luce su quanto accaduto la mattina del 25 novembre di un anno fa in una villa del quartiere residenziale San Andrés, alle porte di Buenos Aires, ci sono ben tre magistrati alle prese con un faldone di oltre otto mila pagine, che finora ha portato all’incriminazione di sette persone accusate di omicidio colposo con dolo eventuale. Il processo si terrà entro un anno e mezzo (secondo le stime della magistratura argentina), ma oggi è già possibile ricostruire la dinamica degli ultimi, tragici giorni di vita del Diez. LEGGI TUTTO

  • in

    La Juve d'Europa è un lontano ricordo: 5 anni fa partiva tra le Top 5, ora…

    Il club bianconero al momento non ha giocatori all’altezza delle migliori. Deve allora crescere dal punto di vista del gioco e trovare un leader Il risveglio è stato brusco, così come l’incubo vissuto in casa del Chelsea. La Juve, fortemente in ritardo in campionato, ha capito che anche in Champions c’è una grande differenza tra avversari di seconda o terza fascia e scogli quasi proibitivi. La Juve, è vero, è ancora in lotta per il primo posto e se anche – realisticamente – dovesse accontentarsi di una qualificazione da seconda, avrebbe comunque rispettato il suo ruolo. Perché questo era l’obiettivo della vigilia. LEGGI TUTTO