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    La Juve vara un progetto più sostenibile: può essere un esempio per le altre big

    L’intento è allestire un telaio affidabile, con diversi giovani da portare a maturazione. Agnelli lo fa capire: sarà un’annata di transizioneSignora, che numeri: -13 dalle capolista in campionato, 210 milioni di perdite. Andrea Agnelli non può fare l’imbonitore: dopo la grande illusione, la Juve cambia registro. Un primo spartiacque è stato l’addio di Ronaldo, il simbolo di un disegno ambizioso che aveva come punto d’arrivo la conquista della Champions. LEGGI TUTTO

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    Juve, l'aumento di capitale coprirà i danni Covid. Spazio per investimenti “intelligenti”

    L’esercizio in corso è previsto in perdita sullo stesso livello del -210 milioni del 2020-21. È una nuova fase per il club: equilibrio tra razionalizzazione dei costi e competitività Nel 2019 la Juventus dava l’assalto all’élite del calcio globale. Vinceva scudetti a ripetizione, aveva in squadra il calciatore-icona per eccellenza (quel Cristiano Ronaldo capace, per esempio, di propiziare il raddoppio dei corrispettivi degli sponsor di maglia), tra il 2014 e il 2018 si era posizionata stabilmente sopra i 400 milioni di ricavi e aveva accumulato un Ebitda di 450 milioni. LEGGI TUTTO

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    Normal? Proprio no. Ecco perché Pioli è uno Special One come Mou

    Il portoghese ha riacceso i sogni di Roma, il tecnico rossonero può conquistare la decima vittoria in undici partite: entrambi arrivano all’anima dei giocatori”Ma che cos’è speciale? E che cos’è normale?”, avrebbe cantato il grande Giorgio Gaber. Josè Mourinho è lo Special One perché esulta scivolando sulle ginocchia o correndo sotto la curva, mentre Stefano Pioli, il Norma One, resta a bordo campo con le braccia conserte e il maglione nero a collo alto da canonica. Mourinho è speciale perché ha vinto 8 scudetti in 4 Paesi diversi, 2 Champions e 2 Europa League. Pioli è normale perché ha vinto solo un campionato Allievi, a Bologna. Risposta sbagliata. Lettura primitiva e superficiale. Un aneddoto vi aiuterà a inquadrare meglio la questione. Roma americana del 2011, presidente Dibenedetto. La piazza sogna Guardiola. LEGGI TUTTO

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    Matthäus: “Barella leader totale. Il mio 10 sta bene a Lautaro”

    Uno ha il 10 di Lothar, ma gioca più su. L’altro ha i polmoni di Lothar ed è pure un centrocampista, anche se è meglio evitare paragoni avventati. L’Inter ha, comunque, seminato per il futuro e ha appena trovato l’intesa per i rinnovi della coppia d’oro Lautaro-Barella. Sono proprio i due giocatori preferiti da Lothar Matthäus, ascoltatissima leggenda del club: quando parla lui, ogni nerazzurro prende appunti. LEGGI TUTTO

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    Inter, obiettivo Adeyemi per l'attacco: incontro con gli agenti

    L’Inter guarda al futuro e anche nella giornata più calda che ha visto sia il rinnovo di Lautaro Martinez che la chiusura del bilancio al 30 giugno 2021 con l’Assemblea dei soci, c’è stato spazio per un piccolo inframezzo dedicato al mercato presente, ma soprattutto futuro. Non è un segreto, infatti, che il club nerazzurro stia seguendo da vicino l’attaccante classe 2002 del Salisburgo, Karim Adeyemi, ma nella giornata di ieri è andato in scena anche un incontro ufficiale.  AGENTE A MILANO – L’agente Solomon Thomas, ceo dell’agenzia che rappresenta Adeyemi, è stato infatti in visita a Milano negli uffici dei dirigenti nerazzurri. Una visita testimoniata attraverso i social network. Un incontro conoscitivo per sondare il terreno, per una strada che comunque rimane fortemente in salita. La punta tedesca infatti piace moltissimo, ma i costi dell’operazione, con tanti rivali fra cui Bayern Monaco e Psg, potrebbero essere proibitivi.Guarda la Serie A TIM su DAZN. Attiva ora  LEGGI TUTTO

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    L'ex presidente su Dionisi: “Allenava l'Imolese, guardava la Juve. Ma oggi…”

    Da giocatore Lorenzo Spagnoli non aveva né i tempi d’inserimento di Frattesi, né la corsa di Maxime Lopez. Ma con quel destro la metteva dove voleva. Telecomandato. Nel Cervia di Ciccio Graziani punizioni e calci d’angolo erano roba sua. Ricordate? E’ stato protagonista e vincitore della prima edizione del realty show ‘Campioni – Il Sogno’ andato in onda su Italia 1 nel 2004. Quando si sono spenti i riflettori Spagnoli ha continuato a lavorare nel mondo del calcio, diventando presidente di quell’Imolese dove in panchina, stagione 2018-19, c’era Alessio Dionisi. Sì, lui. L’eroe del Sassuolo che ha sbancato lo Stadium: “La sera prima della partita ho sentito Alessio per fargli l’in bocca al lupo – ci racconta Spagnoli in esclusiva a Calciomercato.com – e gli ho ricordato di quando tre anni fa guardavamo insieme le partite della Juventus in Champions”.Anche Dionisi è tifoso bianconero come lei?”Un po’ meno di me, diciamo simpatizzante. Il vero tifoso sono io”.E dopo la vittoria allo Stadium cosa le ha scritto?”Non l’ho ancora sentito, aspetto qualche giorno perché ora sarà invaso dalle telefonate. Lo voglio lasciare tranquillo, perché so quanto si impegna nel suo lavoro e adesso ha subito un’altra partita da preparare”.Cosa avrà detto ai giocatori nello spogliatoio?”Che tra pochi giorni c’è una gara ancora più difficile. Lo conosco, starà già pensando alla prossima partita cercando di riportare l’attenzione al massimo”.Da quanto vi conoscete?”La prima volta che ci siamo visti avevamo 16 anni: io giocavo nel Verona e lui nella Fiorentina. Ci fu anche la possibilità di diventare compagni di squadra perché i gialloblù stavano per prenderlo, ma dopo 10/15 giorni di allenamenti insieme le società non trovarono l’accordo e tornò a Firenze. Poi ci siamo ritrovati a Imola”.Facciamo un passo indietro, stagione 2018-19: Imolese ripescata in extremis in Serie C, lei presidente e Dionisi allenatore. Come lo scelse?”L’anno prima allenava il Fiorenzuola nel nostro stesso girone di Serie D. A fine stagione lo scegliemmo per fare il campionato di D, senza sapere che saremmo stati ripescati. Quando ci comunicarono che avremmo giocato in C mi chiamarono tanti agenti per propormi altri allenatori più esperti, convinti che non avrei tenuto Dionisi”.E invece…”Invece gli ho dato la massima fiducia, nonostante ancora non avesse neanche il patentino da allenatore e ci fu bisogno di una deroga per mandarlo in panchina. Credevo talmente tanto in lui che dopo qualche mese abbiamo firmato subito un rinnovo di tre anni”.39 anni Spagnoli, 39 anni Dionisi.”E uno in più di noi il ds Ghinassi, che è andato tante volte a vederlo col Fiorenzuola e l’ha scelto insieme a me. L’essere coetanei è stata la nostra forza, ci capivamo con uno sguardo”.Qual è la cosa che l’ha colpita di più di Dionisi?”Ovvio che anche le idee vincenti fanno la differenza, ma la qualità migliore di Alessio è l’intelligenza”.Tra tanti pregi avrà anche un difetto.”Ne ha tanti. Ma in questo momento così felice per lui preferisco tenermeli per me”.Si sarebbe mai aspettato un giorno di vederlo su una panchina di Serie A?”Non così presto, ma sapevo che prima o poi sarebbe arrivato. Ha una luce diversa rispetto agli altri, è un predestinato”. LEGGI TUTTO

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    Panucci: “Milan da scudetto, Mou e Pioli mi piacciono da impazzire. Kessie? Decida col cuore”

    Il doppio ex: “Roma-Milan sarà una partita piena di qualità. Alla difesa rossonera do un 7,5, i giallorossi sono in costruzione. I procuratori comandano e parlano troppo: i giocatori dovrebbero avere più palle” Curioso, affezionato e piacevolmente sorpreso. Christian Panucci seguirà Roma-Milan dalla Spagna, dove vive dividendosi con Roma, in attesa di una chiamata in panchina. Per Christian questa partita racchiude 9 titoli, quasi 450 partite e soprattutto 12 anni della sua vita, trascorsi all’alba e al tramonto della carriera. LEGGI TUTTO

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    Juve, il momento negativo colpisce anche Locatelli

    L’ultima estate Manuel Locatelli se l’è vissuta a mille. E’ stata la più bella della sua vita. Se la porterà dentro per sempre. Prima l’Europeo vinto con l’Italia di Mancini, poi il trasferimento alla Juventus; una big sì, ma soprattutto quella squadra per la quale ha sempre tifato fin da piccolo. “E’ il desiderio che esprimevo al soffio di ogni candelina” ha raccontato lui. Manuel non ha mai smesso di sognare, compleanno dopo compleanno chiudeva gli occhi e si vedeva con la maglia bianconera.IN CALO – Oggi è realtà, e a 23 anni si è preso in mano il centrocampo di Allegri. Hai detto niente… Compito tutt’altro che facile, soprattutto in una Juve dove le cose non stanno andando benissimo. Loca non ci pensa e guarda avanti: 10 presenze, 2 gol – tutti decisivi – e un assist in campionato, aspettando il primo centro in Champions. Titolare in sette partite su dieci, ad Allegri gli sono bastati pochi allenamenti per capire che poteva puntare su di lui. In una Juve in affanno però, anche il centrocampista classe ’98 sta avendo qualche problemino in mezzo al campo: Locatelli ha ridotto del 40% i passaggi totali e i tocchi nella metà campo avversaria. Segno che tutto passa da lui sì, ma un po’ meno. Un po’ per stanchezza – sempre in campo finora, tra campionato e coppa – un po’ perché marcato stretto dagli avversari, Loca tocca meno palloni e la Juve ne risente. LEGGI TUTTO