consigliato per te

  • in

    Inter, nuovo “capitale” rivalutando il marchio. Suning versa solo 75 milioni dal prestito di Oaktree

    L’analisi dei conti nerazzurri dopo l’approvazione del bilancio 2020-21 che ha registrato la perdita di 246 milioni. E gli sponsor cinesi non pagano… “L’azionista di riferimento ha confermato il proprio impegno a supportare il gruppo per il prevedibile futuro di 12 mesi”, si legge nella relazione che accompagna il bilancio peggiore della storia del calcio italiano: 246 milioni di perdite nel 2020-21. Ma la continuità aziendale dell’Inter si regge su altro, in primis sul prestito concesso a Suning dal fondo Oaktree, i cui manager sono stati in visita nei giorni scorsi a Milano, e sulle cessioni dei gioielli dello scudetto. LEGGI TUTTO

  • in

    Juve, bella incompiuta: a gennaio serve un simil Icardi. E a centrocampo…

    I bianconeri devono riparare gli errori del mercato estivo: non è arrivato un vero sostituto di Ronaldo, partito all’ultimo. Gli acquisti di Kean e Locatelli non bastano…Se fosse possibile, il calciomercato dovrebbe riaprire oggi soltanto per la Juve. E sarebbe un supplemento quasi espiatorio delle colpe, gravi, maturate nell’ultima sessione. Un modo per dire: hai sbagliato, anche tanto, e quindi ti diamo subito la possibilità di riparare. Sullo sfondo quella grave situazione denunciata anche da Giorgio Chiellini, senza ovviamente aprire un processo da parte sua ma che evidenzia le principali regole – si chiama tempistica – da seguire alla lettera durante una campagna acquisti. Cosa ha detto Chiellini? “Sapevamo già durante l’Europeo che il desiderio di Ronaldo era quello di andar via”. Perfetta sintesi, senza utilizzare il bisturi. Aggiungiamo noi: quando decidi soltanto il 27 agosto, a quattro giorni dalla chiusura delle trattative, di cedere il tuo pezzo da novanta per volontà sua e tua, non hai materialmente il tempo di sostituirlo in modo adeguato. Errore grave. Allegri aveva chiesto due attaccanti, è arrivato soltanto Kean. E siccome anche i bambini che non si occupano di calcio sanno che Kean non era stato scelto per sostituire CR7, il buco è rimasto. Parole di Allegri pochi minuti dopo il tonfo casalingo contro l’Empoli: “Il mercato chiude tra qualche giorno, vediamo chi arriverà”. Lui aveva grandi aspettative, non ha detto “siamo completi così”, eppure è arrivato il Signor Nessuno. E la ricerca dovrebbe ripartire da oggi per non farsi trovare impreparati a gennaio: ecco perché paradossalmente e provocatoriamente ripetiamo che alla Juve servirebbe quasi che le operazioni fossero lecite da oggi, in modo da riparare dopo aver lasciato colpevolmente qualcosa di incompiuto. LEGGI TUTTO

  • in

    Droga, falce e martello: Montesi, il calciatore scomodo negli anni di piombo

    Scoperchiò il pentolone del calcioscommesse, frequentava ambienti vicini alle BR, denunciò collusioni tra dirigenti e camorra, fu arrestato per spaccio di droga. E poi non se ne seppe più nullaPrima che scoppiasse il finimondo due magistrati della Procura di Roma presero un taxi, raggiunsero la clinica Paideia e interrogarono il calciatore della Lazio Maurizio Montesi, che lì si trovava, perché infortunato, gli erano saltati tibia e perone in uno scontro di gioco. La deposizione durò un paio d’ore. L’avvocato di Montesi, Silvio Sutter, ai giornalisti disse che il suo assistito aveva “finalmente sputato il rospo” e si sentiva “più sereno”. Erano i primi giorni di marzo del 1980. LEGGI TUTTO

  • in

    Di Livio e la crisi della Juve: “Chi fa gol? Allegri, vedo un po' di confusione…”

    La storica bandiera bianconera: “Pensare di poter vincere lo scudetto diventa molto difficile, e saperlo già a dieci giornate dall’inizio del campionato è dura. E sul mercato ho un grande rammarico” “Squadra in confusione, non ha giocato neanche una brutta partita però secondo me non riesce a concretizzare: manca un attaccante e l’ho sempre detto, manca chi fa gol. E poi senza Chiellini vedo sempre una squadra smarrita, non c’è un’identità precisa e un’idea giusta di gioco e questo appunto manda tutti in confusione”. Angelo Di Livio, padre della patria juventino che in sei anni in bianconero ha vinto tre scudetti, due coppe Italia, una Champions League e una Coppa Intercontinentale, commenta con dispiacere la scena della Signora che al terzo k.o. nelle prime dieci giornate si allontana dal treno scudetto. LEGGI TUTTO

  • in

    Juve, Witsel è l'alternativa a Tchouameni. E il budget si sposta su Vlahovic

    Se qualcuno all’interno della tifoseria bianconera volesse trovare dei motivi per aggrapparsi alla rimonta del 2015/2016, li potrebbe individuare solo nelle coincidenze: anche quella volta il punto più basso si toccò dopo una sconfitta col Sassuolo (ma in trasferta), in un turno infrasettimanale, alla decima giornata. Però tra quel -11 e questo -13 ci sono molto più che due soli punti di differenza. C’è che quella Juve reduce dalla finale di Champions di Berlino era ancora Juve e lo sarebbe stato per tanti altri anni. Questa, invece, non lo è. Se lo dicevano Max Allegri e Giorgio Chiellini a bordocampo durante Juventus-Empoli, si può pensare la stessa cosa ora a maggior ragione dopo l’illusorio filotto di sei vittorie consecutive. La Juve non è all’altezza per puntare allo scudetto, almeno oggi è così, domani chissà. Ma per stravolgere questa situazione servirà un mercato di gennaio da protagonista, perché forse solo in difesa Allegri può ritenersi a posto così, anche in virtù di quella ritrovata voglia di difendere. Dalla cintola in su invece manca tanto, troppo.  

    A CENTROCAMPO – La Juve ha un obiettivo dichiarato, è un centrocampista da battaglia. Dovrà prima di tutto liberarsi di Aaron Ramsey, uno che ormai Allegri ha tagliato fuori. Forse non soltanto, nessuno si strapperà i capelli (anzi) in caso di offerte per Weston Mckennie e Adrien Rabiot, se ne stanno pur cercando in realtà. Pure Dejan Kulusevski è tutt’altro che incedibile, se non ci dovessero essere sviluppi sul fronte rinnovo (al ribasso) per Federico Bernardeschi allora bisognerà valutare davvero la cessione. Per fare posto ad almeno un colpo: in cima alla lista dei desideri c’è Aurelien Tchouameni, a ruota seguono usati sicuri e al risparmio come Corentin Tolisso, con l’ipotesi Axel Witsel che sta tornando rapidamente d’attualità nonostante la bocciatura di fine agosto dai piani alti. 

    IN ATTACCO – E forse proprio dietro i nuovi passi avanti sul fronte Witsel potrebbero essercene altri su un obiettivo molto più grande. Perché è in attacco dove la Juve si ritrova ad affrontare una situazione piuttosto controversa. Ci sono tanti giocatori a disposizione di Allegri, forse pure troppi. Ma di centravanti puri, non ce ne sono. La maglia numero 9 è di Alvaro Morata, che presidia in realtà molto poco l’area. Se Paulo Dybala e Federico Chiesa devono essere dei punti fermi, tutti gli altri si portano appresso più dubbi che certezze per differenti motivi, sia tattici che di rendimento. Così si lavora attentamente sul fronte Dusan Vlahovic, per giugno sicuramente, con la volontà di farsi trovare pronti nel caso in cui si aprissero concreti spiragli già a gennaio: tra Witsel e Tchouameni, per esempio, ballano almeno 40 milioni di valutazione, per puntare a Vlahovic serviranno quelli e anche altri da poter trovare con altre cessioni oltre che con il mancato riscatto dello stesso Morata. E Vlahovic, a questa Juve, servirebbe proprio tanto. LEGGI TUTTO

  • in

    Borini: “Io, l'incubo di Mou. Giocare in tutti i ruoli è stata la mia rovina”

    Ex Roma e Milan, l’attaccante ora gioca nel Fatih Karagumruk di Farioli. E guarda al big match di domenica: “Mourinho non sbaglia certe partite, ma i rossoneri da scudetto non mi sorprendono” Ogni tanto esce fuori il British che c’è in lui, qualche parola qui e là, non lo fa di proposito. Normale per uno che a 16 anni si è trasferito a Londra. Fabio Borini è un cittadino del mondo. “Quando smetterò di giocare andrò a vivere in Inghilterra”. Il Paese di sua moglie Erin. Oggi vive a Istanbul e gioca al Fatih Karagumruk di mister Farioli, il “predestinato” che ha solo due anni in più di lui, 30 a 32. “Vedrete, farà strada”. LEGGI TUTTO

  • in

    Savoldi: “Osimhen come Lukaku, Napoli da scudetto. Bologna, difesa allegra”

    Il doppio ex presenta la sfida di stasera, sottolineando le qualità individuali e di gruppo di ambedue le squadre. E sulla corsa al titolo predica calma intorno agli azzurriSul profilo Whatsapp del suo telefonino ha un pallone con impresso il suo volto. C’è scritto ‘Savoldi’ grande così. “Lo fecero a Napoli in mio onore quando andai là dal Bologna”. Anno 1975, estate in cui nacque il soprannome di ‘Mister 2 miliardi’. “Chissà quanti ne hanno venduti, se tanti o pochi. Io da qualche parte in cantina dovrei averne ancora uno…”. LEGGI TUTTO