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    Milano e Torino, animi opposti. Dagli sfottò di Prisco allo scippo del salone del libro

    Una rivalità oltre il calcio: dalla cultura all’economia, le due capitali del Nord parlano lingue diverse. Lo spirito milanese estroverso contro l’operosità piemontese, ma dopo la pandemia le città sono più vicineIn 140 chilometri appena un oceano di sentimenti e umori, di modi di essere e sentire la vita. A separare Torino e Milano c’è ormai un tiro di schioppo, meno di un’ora di treno, eppure prospera ancora la letteratura sul loro animo inconciliabile. È una diversità economica, produttiva, culturale e, ci mancherebbe, pure sportiva: Inter-Juve è lo specchio migliore per mondi (in apparenza) inconciliabili. Di qua lo spirito meneghino creativo e un po’ naïf, di là l’instancabile operosità piemontese: l’Inter condannata alla follia opposta alla Juve da sempre operaia. LEGGI TUTTO

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    Eroi per caso: da Kovacevic al blitz di Toldo. A San Siro vince l’imprevisto

    Non solo grandi firme,a decidere Inter-Juve spesso è stato un protagonista sorpresa. Gori trovò a Milano una delle poche gioie in bianconero. E l’unico acuto del De Boer nerazzurro fu contro AllegriIn testa alla classifica dei marcatori dei derby d’Italia trovi giganti come Meazza, Sivori e Boninsegna. Normale, Inter-Juve è partita da grandi firme e San Siro esalta i campioni. Sempre, o quasi sempre: l’eroe inatteso è, infatti, una curiosa costante in questi luoghi. Perché a volte ti aspetti la stella e spunta l’umile Galia, altre sei pronto ad esultare per Vieri e invece irrompe Adani o il portiere. Questa sfida infinita regala gloria anche a chi è meno abituato e i panchinari di oggi sono avvisati: c’è solo da farsi avanti. LEGGI TUTTO

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    Insigne, il rinnovo non c'è e l'Inter ha già un piano per portarlo via da Napoli

    I segnali dalla trattativa tra l’attaccante e il club continuano a essere negativi. L’agente avvistato nella sede dei nerazzurri. E, al di là delle smentite, al calciatore la destinazione non dispiacerebbe Metti una visita in viale della Liberazione, sede del club nerazzurro. Metti che a trovarsi in zona sia Vincenzo Pisacane, agente di Danilo D’Ambrosio, per restare nel mondo Inter. Ma rappresentante anche di Lorenzo Insigne, capitano del Napoli, contratto in scadenza a giugno, da mesi ormai accostato all’Inter. LEGGI TUTTO

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    Milan, perché quello zero in Champions può anche dare una spinta

    I rossoneri non hanno fatto un punto nelle prime tre gare europee. E se facesse venire la tentazione di concentrarsi sull’Italia?Milan, che fare? Le chiacchiere stanno a zero, come i punti raccolti nelle tre gare di Champions, a metà strada del girone. E poi tre gol fatti e sei presi, numeri da squadra materasso che stridono con i dati della seconda in Serie A, imbattuta in otto turni, con la seconda miglior difesa e con il terzo attacco. LEGGI TUTTO

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    Walter Sabatini: “Il Napoli sta facendo in due mesi il lavoro di due anni”

    REGGIO NELL’EMILIA, ITALY – FEBRUARY 20: Walter Sabatini of Bologna looks on during the Serie A match between US Sassuolo and Bologna FC at Mapei Stadium – Città del Tricolore on February 20, 2021 in Reggio nell’Emilia, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images) LEGGI TUTTO

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    La lattina di Boninsegna: Borussia-Inter compie 50 anni

    Il 20 ottobre 1971 la celebre partita, poi annullata per il lancio dagli spalti di una Coca Cola che colpì l’attaccante nerazzurro. La storia di un mistero evaporato in tante bollicine L’uomo che quella sera di cinquant’anni fa lanciò la lattina di Coca Cola sulla testa di Roberto Boninsegna, dando il “ciak si gira” a una delle partite epocali degli anni 70, non sapeva di essere l’ultimo anello di una catena partita da molto lontano. Si chiamava Manfred Kirstein, aveva 29 anni, era figlio di olandesi ma nato e cresciuto in Germania, lavorava come operaio-autista in una fabbrica della zona di Mönchengladbach e quella sera risultò essere – a detta degli amici che erano con lui – piuttosto alterato dall’alcol. La domanda è: perché stava bevendo Coca Cola dopo aver ingurgitato litri di birra? Questo è il vero mistero, altro che. LEGGI TUTTO