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    Walter Sabatini: “Il Napoli sta facendo in due mesi il lavoro di due anni”

    REGGIO NELL’EMILIA, ITALY – FEBRUARY 20: Walter Sabatini of Bologna looks on during the Serie A match between US Sassuolo and Bologna FC at Mapei Stadium – Città del Tricolore on February 20, 2021 in Reggio nell’Emilia, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images) LEGGI TUTTO

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    La lattina di Boninsegna: Borussia-Inter compie 50 anni

    Il 20 ottobre 1971 la celebre partita, poi annullata per il lancio dagli spalti di una Coca Cola che colpì l’attaccante nerazzurro. La storia di un mistero evaporato in tante bollicine L’uomo che quella sera di cinquant’anni fa lanciò la lattina di Coca Cola sulla testa di Roberto Boninsegna, dando il “ciak si gira” a una delle partite epocali degli anni 70, non sapeva di essere l’ultimo anello di una catena partita da molto lontano. Si chiamava Manfred Kirstein, aveva 29 anni, era figlio di olandesi ma nato e cresciuto in Germania, lavorava come operaio-autista in una fabbrica della zona di Mönchengladbach e quella sera risultò essere – a detta degli amici che erano con lui – piuttosto alterato dall’alcol. La domanda è: perché stava bevendo Coca Cola dopo aver ingurgitato litri di birra? Questo è il vero mistero, altro che. LEGGI TUTTO

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    La storia di Giuliani, primo italiano morto di Aids. Nell'omertà del mondo del calcio

    Campione d’Italia con il Napoli nel ’90, il portiere-Superman contrasse il virus e diventò un “fantasma”. Morì a Bologna a 38 anni nel silenzio del mondo del palloneSi moriva nel silenzio strisciante dei pregiudizi, tra maldicenze e cattiverie, stroncati da una malattia indicibile, che nessuno in quegli anni nominava, per paura e per vergogna. Si moriva di Aids, la forma conclamata del virus Hiv. Si moriva confinati nella solitudine con il peso di una colpa che non era tale, come avvenne per Giuliano Giuliani. Aveva trentotto anni, era stato un ottimo portiere con più di 200 presenze in A nella seconda metà degli anni 80 e al petto le stelle al merito dello scudetto e della Coppa Uefa, competizioni vinte con il Napoli di Maradona. LEGGI TUTTO

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    Danny, l'ex mancato che ha fatto la storia dello Zenit: “La Juve mi voleva, poi prese Diego”

    Parla il fantasista portoghese cresciuto a Madeira e amico di Ronaldo: “Sì, ha fatto bene ad andarsene”. Era in campo nei precedenti 2008-09, subito dopo il mancato approdo a Torino: “Con Luciano facevo l’interprete, che anni con Rosina e Criscito” Il suo italiano è da dieci lode e spiega perché: “Ero l’interprete di Spalletti!”. Lui, Daniel Alves Gomes detto Danny, fantasista girovago: nato in Venezuela, cresciuto a Madeira insieme a Ronaldo, bandiera a San Pietroburgo. Dopo dopo un centinaio di reti tra i professionisti si è ritirato nel 2018 e oggi fa il papà: “E il marito, sennò mia moglie chi la sente?”. Sorride. LEGGI TUTTO

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    Dzeko alfiere di un'Inter che diverte. Ibra impalpabile, altro stop per il Milan

    In Champions League i nerazzurri conquistano con forza ed esperienza un successo che vale oro. Ai rossoneri, dall’altro lato di Milano, non resta che fare i conti coi propri limiti per l’Europa che conta È stata una fantastica serata di Champions, con lo spettacolare inseguimento tra Liverpool e Atletico, la doppietta di Messi, la grande prova dell’Ajax e lo strepitoso gol – ne scegliamo uno solo – del giovane Vinicius. LEGGI TUTTO

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    Orsato e Juve-Roma, quando certe parole preoccupano più dei fatti

    Le decisioni corrette si possono spiegare, gli errori no. Servirebbe più chiarezza sulle linee di comportamento degli arbitri e un Var trasparenteMeglio non scambiare fiaschi (verbali) per fischi (sbagliati). Della discussa domenica arbitrale restano più preoccupazioni per le parole dette che per gli errori commessi. Sbagliare si è sempre sbagliato, e si sbaglierà sempre, e purtroppo ci sono situazioni per le quali il Var non potrà venire in soccorso, neppure quando il suo utilizzo sarà meno casuale di adesso. Meno normale è che il migliore arbitro italiano, fino a prova contraria, dimostri sconcertanti lacune nella conoscenza dei regolamenti. Sempre che sia così. Difficile crederlo. LEGGI TUTTO