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    Johnsen: “Talenti e bel gioco. Il mio Venezia è un piccolo Ajax”

    “Atmosfera, mentalità e tanti giovani: qui mi ricorda Amsterdam. Tra un mese batterci sarà dura per tutti. Dove mi vedo tra 5 anni? In Champions con una grande”Dal nostro inviato Fabio Bianchi15 ottobre
    – VENEZIAQuando si dice fare la cosa giusta. Dennis Johnsen sembra uno di quei dj che scendono dal Nord per farti scatenare con la electronic dance music, ma in testa pensa solo a far ballare i difensori. È appena tornato della nazionale norvegese, dove ha esordito nella sfida vinta 2-0 contro il Montenegro. Dennis ha scommesso su se stesso, e per il momento ha avuto ragione. Giocava nell’Ajax rivelazione di Ten Hag, quello che ha battuto la Juve in Champions per intenderci, ma più dietro le quinte che sul palcoscenico. Aveva la strada sbarrata da baby fenomeni e dopo una bella stagione in prestito al Pec Zwolle (10 gol in 33 partite) ha deciso: cambio aria. LEGGI TUTTO

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    Mai così tanti gol dai subentrati. Toro, i cambi sono super. Dzeko il re

    I cinque cambi aiutano gli allenatori a modificare la formazione in corso d’opera. E l’impatto dalle panchine è diventato evidente: ecco comeIl Covid ha cambiato il calcio. E se pensate agli stadi vuoti della scorsa stagione, siete fuori strada. Per fortuna gli impianti stanno pian piano tornando a riempirsi (in Italia siamo al 75%, con la speranza di arrivare al 100% tra poco), ma c’è un effetto della pandemia molto più legato al campo e a un cambio di regolamento resosi necessario alla ripresa dopo il lockdown. LEGGI TUTTO

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    Barella, il calciatore nato che piace a tutti. L’Inter lo vuole trasformare in bandiera

    è la sintesi perfetta del tuttocampista, capace di mettere insieme la disponibilità al sacrificio al desiderio di essere artista “È nato per fare il calciatore”. Quante volte lo abbiamo sentito dire? Una frase che abbiamo applicato – spesso sbagliando – a tutti quelli che ci hanno meravigliato, con le loro giocate di classe. Molte volte, semplicemente, d’istinto. Doti naturali, spesso annaffiate da una dose discreta di sregolatezza. Perché la letteratura impone al Grande Giocatore – con le due G maiuscole, quasi intrecciate in un marchio ideale – di essere inafferrabile in campo e spesso imprevedibile, eccentrico fuori. È quello il prototipo dell’uomo destinato a fare la storia. LEGGI TUTTO

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    Barella-Inter 2026: rinnovo con la fascia e l'aumento tra due anni

    Passi in avanti per l’accordo: Nicolò è pronto a venire incontro al club che lo vede come leader del futuro. Il contratto varrà 25 milioni Filippo Conticello e Carlo Laudisa15 ottobre
    – Milano Una fascia ben stretta al braccio, una firma ben leggibile in calce: una cosa non è la conseguenza dell’altra, ma tutto si fonda nei sogni di Nicolò che stanno per diventare realtà. Nicolò Barella è pronto a prendersi definitivamente l’Inter sulle spalle, larghe più di quanto farebbero pensare quei 172 centimetri. E, in uguale misura, l’Inter è pronta a dargli il riconoscimento che merita dopo più di due anni di onorato servizio. Rinnovo lauto più attesa fascia da capitano: il destino di Nicolò è ormai scritto, anzi si procede a grandi passi verso questo orizzonte. L’orizzonte fa felici un po’ tutti, anche se servirà ancora tempo per dare sostanza alla forma. Di certo, l’avanzamento dei lavori è evidente perché i nerazzurri considerano prioritario blindare il loro gioiello forse più ammirato nel Continente, e perché Barella, interista di cuore sin da quando a memoria, è pronto a fare passi concreti verso il club. LEGGI TUTTO

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    Marchisio: “Chiesa il compagno perfetto con cui giocare. E per Gigio…”

    Il Principino: “Donnarumma è un rimpianto, vorrei il rinnovo di Dybala”. E sui casi recenti di razzismo: “Combattiamolo nelle scuole”C’è stato un tempo in cui i giornali scrivevano di un possibile scambio tra Claudio Marchisio e Daniele De Rossi che – visto oggi – più che una trattativa di mercato sembra un falò di bandiere. Il Principino è rimasto alla Juve e a nessuno viene in mente di dubitare sul suo tifo nella partita di domenica sera. LEGGI TUTTO

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    Perdere Theo è un guaio: in Europa solo due terzini sinistri portano più gol

    Nella classifica dei “gol più assist” da quando è al Milan, Hernandez è al terzo posto tra i pari ruolo. Tanto che Deschamps in nazionale ha dovuto ritagliargli uno spazioÈ il primo stop stagionale, ma sa tremendamente di beffa: prendere il Covid una seconda volta, risultando positivo da vaccinato, costringerà Theo Hernandez a perdersi alcune partite d’importanza cruciale, pur avendo fatto tutto il possibile per tutelare se stesso e il Milan. C’è poco da piangersi addosso, però: è successo, tocca solo sperare che la bassa carica virale si esaurisca in brevissimo tempo, consentendo il rientro non appena conclusi i dieci giorni di isolamento (il minimo, in questi casi). LEGGI TUTTO

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    Milan, l'obiettivo per il futuro viene dalla Croazia: ecco Roko Simic per l'attacco

    Un nome da tempo sul taccuino del Milan. Giovane, di talento, a basso costo. Almeno fino a qualche settimana fa. ​Roko Simic è l’ultima novità del calcio croato, una speranza per una nazionale che da tempo cerca l’erede di Mandzukic. Ci vorrà del tempo per arrivare al traguardo, ma il 18enne attaccante ha già iniziato a bruciare le tappe. Con l’under 21 allenata da Igor Biscan sta facendo cose straordinarie, la conferma è arrivata martedì sera con la tripletta segnata all’Azerbaigian in un match di qualificazione all’Europeo di categoria. MILAN, UN SOGNO – Prima punta di 190 centimetri, è l’antitesi di papà Dario, che in Italia ha giocato con Inter e soprattutto Milan, con il quale ha vinto tutto, comprese due Champions League. Milan e Milano, dove Roko è nato, dove gli piacerebbe tornare per difendere i colori rossoneri a San Siro, come confessato in estate alla stampa croata: “Il Milan con la Dinamo Zagabria è il mio più grande amore. Sogno di indossare la maglia rossonera”. LEGGI TUTTO

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    Joe Jordan: “Milan-Verona è la sfida dei ricordi. E il Diavolo è da scudetto”

    Il doppio ex: “Tanti talenti e un gran gioco L’Hellas si è rialzato: se sta bene, sa colpire”Spirito profondo della Scozia, simbolo dell’ultimo Milan casciavit, icona dell’Hellas che presto sarebbe entrato nella storia. Lo chiamavano lo Squalo (aveva perso quattro denti in uno scontro di gioco, a inizio carriera), il suo nome è Joe Jordan: “Sabato guarderò la partita in televisione. Non me la posso perdere. In campo ci sono i miei ricordi e vedere San Siro è sempre un’emozione”. LEGGI TUTTO