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    Nuovo San Siro, dopo le elezioni sprint per il sì. Ma Zhang cosa farà?

    Rimandare non è più sostenibile: lo stadio porterà nelle casse dei due club circa 120 milioni a testa a stagione, contro i 40 di oggi. A preoccupare è il futuro dell’Inter La fase di stallo è finita, il nuovo San Siro riaccende i motori, Inter e Milan devono farsi trovare pronti. Il sindaco Beppe Sala l’ha detto subito dopo la vittoria-conferma delle elezioni: “Il nuovo stadio? Ho già sentito Inter e Milan, sarò lieto di incontrarli”. A Palazzo Marino si lavora in queste ore per la composizione della Giunta, l’incontro con i club sarà nelle prossime settimane, il sì per far partire il progetto esecutivo e quindi per la scelta del nuovo stadio, tra la Cattedrale ideata da Populous e gli Anelli di Milano di Manica-Sportium, sono attesi entro la fine del 2021. LEGGI TUTTO

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    Juve, sogno Vlahovic. Ma riecco Icardi. Anche a gennaio?

    In casa bianconera è caccia al 9. La punta viola piace ma costa troppo, l’argentino può uscire a breve dal Psg: da loro dipende il futuro di Morata La caccia al 9 è aperta. Anzi, apertissima. L’oggetto del desiderio è chiaramente Dusan Vlahovic, ma la concorrenza internazionale è spietata e quel prezzo di 90 milioni appare francamente fuori portata. Così nell’agenda di Federico Cherubini torna in rilievo il nome di Mauro Icardi, l’obiettivo ormai storico dei bianconeri, sin da quando Maurito indossava la maglia dell’Inter. LEGGI TUTTO

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    Al cinema in aereo, l’ira del Rais: quando Saadi Gheddafi voleva giocare in Serie A

    Un mese fa il figlio dell’ex dittatore libico è stato scarcerato, il suo ricordo è legato alle esperienze nel calcio italiano tra Perugia, Udine e Genova. Da Galeone a Novellino, parla chi l’ha conosciuto: “Quella volta che il padre lo chiamò…”Dopo 7 anni la luce della libertà. Prima, fino alla scarcerazione di un mese fa, il buio fitto per Saadi Gheddafi, processato per l’omicidio di un calciatore (poi assolto in appello) e per il coinvolgimento nella violenta repressione della rivolta che ha rovesciato il regime di suo padre Mu’ammar. Dal 2014 il figlio dell’ex dittatore libico era imprigionato in una cella della capitale. In Italia, però, di lui ci si ricorda per i trascorsi nel nostro calcio: azionista di Juve, Roma e Triestina oltre che per 4 anni di fatto calciatore in Serie A con tanto di squalifica per positività al nandrolone sul groppone. Su di lui se ne sono dette tante: bidone, figlio di papà, ritardatario, non si allena, corre male, non è un calciatore. Andando a sentire voci da Perugia (2003-05), Udine (2005-06) e Genova sponda Samp (2006-7) lo raccontano in un altro modo: per esempio agli allenamenti c’era. E il resto? LEGGI TUTTO

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    Da mezzala ad attaccante, il nuovo inizio di Bernardeschi. E ora Raiola…

    Con l’arrivo di Allegri l’ex viola è tornato centrale nel progetto Juve. Rientrato dagli Europei con una maggior autostima, si è fatto trovare pronto per ogni ruolo in cui è stato impiegato. Il contratto scade a fine stagione, presto si comincerà a discutere del suo futuroÈ bastato il ritorno di Max Allegri per rivedere Federico Bernardeschi al centro del progetto Juve. Da mezzala a falso nove, alla posizione di sottopunta che gli aveva fatto spiccare il volo ai tempi della Fiorentina: per il numero venti bianconero ora c’è sempre posto. E il suo unico neo, adesso, riguarda solo il contratto in scadenza, data ultima 30 giugno 2022. LEGGI TUTTO

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    Mondiale ogni 2 anni e Superlega: il calcio è da cambiare, ma salviamo i campionati

    Le due proposte penalizzerebbero i tornei nazionali. Nascono però da esigenze urgenti e perciò non possono essere semplicemente liquidate come improponibiliSono scelte “orientate soltanto da interessi commerciali”. Questa l’argomentazione principale alla base della presa di posizione della Fifpro, Associazione mondiale dei giocatori professionisti, contro le proposte di riforma del calendario internazionale presentate dalla Fifa e incentrate sulla disputa del campionato del mondo ogni due anni, anziché quattro. “Interessi commerciali”. LEGGI TUTTO

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    All’Olimpico ci sono tre inni per la Roma: ecco perché

    Gli immortali successi di Venditti, la ballata di Conidi che piace a Mourinho: le note della passione giallorossa aumentano Gli inni, volendo, sarebbero anche di più, perché nel racconto delle canzoni che da sempre accompagnano la storia della Roma non si possono non nominare “Forza Roma Forza lupi”, di Lando Fiorini, o “Campo Testaccio”. E’ innegabile però come le due canzoni di Antonello Venditti, “Roma, Roma, Roma” e “Grazie Roma” siano la colonna sonora della squadra giallorossa e dell’Olimpico: la prima – al netto della querelle in corso in queste settimane con la Lega – suona prima dell’ingresso in campo dei giocatori, la seconda a fine partita quando arrivano i tre punti. Da qualche settimana, però, gli inni sembrano diventati tre. LEGGI TUTTO

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    Il paradosso di Sarri: perché ha conquistato il derby ma non il cuore dei laziali

    Una squadra che vive di alti e bassi: ha battuto la Roma, vinto in Europa, ma è crollata a Bologna. Troppa discontinuità, poca identità: il feeling resta in sospesoTanti alti e bassi, ma scarsa identità. È questa la fotografia della Lazio di Maurizio Sarri, almeno nella sua versione iniziale. Paradossale l’andamento in stagione fin qui: una medaglia che da una faccia racconta di vittorie esaltanti e promettenti, su tutte quella dell’Olimpico contro la Roma di Mourinho, dall’altra che cela la sua versione peggiore, quella del 3-0 al Dall’Ara contro il Bologna. Come si spiega, quindi, un gioco di estremi così pronunciato? LEGGI TUTTO