consigliato per te

  • in

    Stadi riaperti e lotta al razzismo: serve una rivoluzione culturale

    Dall’ultimo episodio occorso a Koulibaly a Firenze fino a quello di Zoro, che abbandonò il campo 16 anni fa. Il ritorno del pubblico allo stadio non dev’essere una scusa, ma l’incentivo a cambiareIl rischio, davvero, è di tornare esattamente indietro di trent’anni. Già, perché trent’anni fa in Italia ci fu, per la prima volta, un’interrogazione parlamentare su un tema preciso: il razzismo nel calcio. Ma anche perché sedici anni fa, era il 2005 – con un coraggio pari all’esasperazione che stava provando – il terzino Zoro si fermò, prese il pallone, lo consegnò all’arbitro e si diresse verso lo spogliatoio. Non ne poteva più di “buu” e ululati: per lui lo spettacolo finiva lì. LEGGI TUTTO

  • in

    Nunziatini, parla l'ex allenatore: “Lo vedo come interno di centrocampo. Mi ricorda…”

    Grosseto-Livorno andata e ritorno, in tutto tre ore di viaggio e poi l’allenamento, fatica e sudore. Così ogni giorno, con tanto sacrificio, ma senza pesi nel cuore, perché in quel tragitto, Francesco Nunziatini, rincorreva un sogno. Tre ore che andavano riempite anche e soprattutto studiando, in virtù di quel patto, chiarissimo, con la su famiglia: sì al calcio, ma senza trascurare la scuola. “Nel compilare la sua scheda da consegnare alla società, scrissi che aveva un solo difetto: quello di essere l’unico con certi valori nelle mia rosa di calciatori”.Di Francesco Nunziatini, parla così il suo ex allenatore ai tempi dell’Under 15 del Livorno, Stefano Brondi.“Ho cercato di inselvatichirlo, perché nel calcio e in generale nella competizione, serve anche questo. Era troppo educato anche in campo e quando commetteva un fallo un po’ più duro passava i successivi cinque minuti a chiedere scusa. Non serve, gli dicevo. Basta una volta, non devi rincorrerlo per scusarti. In campo si incontrano ragazzi scaltri, che arrivano da realtà complesse”.IL RUOLO – Un insegnamento che Nunziatini ha fatto suo, perché adesso scende in campo con tutt’altra sicurezza nei propri mezzi. Lo ha dimostrato anche contro il Real Madrid, quando ha  sistemato le sorti del match con un gol in rovesciata. Un colpo che neanche provi se non ti senti a tuo agio. Giocate pulite, ottima struttura e inserimenti, queste le migliori doti di Nunziatini, che durante il ritiro in prima squadra, con Inzaghi, non ha sbagliato niente. “Io credo sia un interno di centrocampo – spiega Brondi – perché ha tempi di inserimento perfetti e può contare su un grande stacco. Ha fatto tanti gol così. Poi è talmente umile che può ricoprire bene tutta la catena di sinistra, ma il meglio lo dà da interno. Qualche allenatore lo ha impostato anche da difensore centrale, ma più per camuffare delle falle della squadra, rischiando l’involuzione del ragazzo. Io invece non ho alcun merito, ho solo cercato di rispettare le sue caratteristiche, l’unico vero obiettivo che dovrebbero avere gli allenatori dei settori giovanili”. Un merito che in molti sottovalutano ma che invece i calciatori sanno riconoscere, considerando che lo stesso Nunziatini vede Brondi come l’allenatore che più lo ha migliorato. LEGGI TUTTO

  • in

    Dietro lo sfogo social: così Alexis Sanchez e l’Inter si stanno allontanando

    Il post polemico del Nino, poi cancellato, dopo il mancato impiego contro il Sassuolo non è passato inosservato: il mal di pancia può essere il preludio a un addio anticipato Un improvviso sfogo social a turbare la serena navigazione della barca nerazzurra. Il polemico post di Alexis Sanchez sul proprio profilo Instagram, sganciato poche ore prima d’imbarcarsi verso il Cile per unirsi al ritiro della Roja, è piombato come un fulmine in casa Inter dopo la rimonta vincente (la terza consecutiva) contro il Sassuolo. Lo sfogo del Nino, evidentemente causato dal mancato impiego a Reggio Emilia, rivela un’insofferenza latente già manifestatasi qualche mese fa. LEGGI TUTTO

  • in

    Tutto intorno a Dybala: i piani di Allegri per metterlo al centro della Juve

    La Joya rientrerà dopo la sosta, e Max è già al lavoro per renderlo la colonna portante del progetto bianconero. Seconda punta, falso nove o rifinitore, ecco come ha in mente di schierarloLe idee non gli mancano mai e quelle “strane” a volte fanno la differenza. Massimiliano Allegri ha battuto Chelsea e Torino senza l’attacco titolare (la coppia Dybala-Morata), inventandosi Chiesa centravanti e piazzando Bernardeschi nel delicato ruolo di rifinitore. LEGGI TUTTO

  • in

    Tira di più, passa meglio, cresce in zona gol: è un nuovo Tonali anche nei numeri

    Lo studio di Soccerment certifica i progressi di Sandro rispetto alla scorsa stagione. E avendo “ereditato” i calci piazzati da Calhanoglu è diventato più pericoloso in fase realizzativaMilanello, 17 luglio 2021, amichevole Milan-Pro Sesto. Tutti gli sguardi cercano Paolo, Daniel e Christian Maldini, riuniti in pochi metri – con vestiti e colori diversi – per la prima uscita stagionale dei rossoneri. La prestazione di Sandro Tonali, nel 6-0 finale, passa abbastanza inosservata: la scena, in campo, se la prendono Leao, Bennacer, perfino il giovane terzino Kerkez con una doppietta nel finale. LEGGI TUTTO

  • in

    Cabrini spinge i bianconeri: “Solo al 30% del potenziale, bisogna alzare l’asticella”

    L’ex difensore: “Allegri ha ragione: la squadra deve crescere ancora molto. A livello di singoli, Chiesa sta facendo la differenza”Tredici stagioni alla Juve, di cui è stato anche capitano. In maglia bianconera ha totalizzato 440 partite e 52 reti – niente male per un difensore! -, vincendo anche 6 scudetti. Campione del Mondo con l’Italia di Bearzot nel 1982, ha fatto parte di quello “zoccolo duro” che la Juve prestava all’azzurro e sul quale anche l’Italia ha costruito tante vittorie. LEGGI TUTTO

  • in

    Il consiglio di Bergomi: “Inzaghi, insisti con Calha. Arma letale anche part time”

    “Il turco incide anche con i piazzati, ma non riesce a lavorare sui 70-80 metri. Con 5 cambi, staffetta ideale. Così Inzaghi svolta. E non dimentichiamo il precedente Luis Alberto”Le due facce di Calhanoglu iniziano ad accendere dibattiti anche sull’altra sponda del Naviglio. Dopo le 4 stagioni milaniste tra qualche gemma e molte pause, ora è il mondo interista a interrogarsi sull’Hakan intermittente come un faro. Regalare assist e gol come all’esordio contro il Genoa era impossibile, ma le ultime uscite hanno certificato poco lavoro in fase di non possesso, senza incidere anche davanti. LEGGI TUTTO

  • in

    Bagni, orizzonti di gloria: “Squadra e Spalletti sono forti, forse è l'anno buono”

    Protagonista del Napoli anni 80 con Maradona: “Vincere aiuta a crederci, la squadra ha trovato un equilibrio. Gli ingredienti per tornare a festeggiare ci sono tutti” Lui sa bene come si vince uno scudetto. Anzi, lo scudetto, perché per la prima volta del Napoli, Salvatore Bagni è stato uno splendido protagonista insieme a Diego Maradona. Il suo carattere, la sua determinazione e anche quel pizzico di qualità nel trattare il pallone, hanno esaltato le stagioni del Napoli a metà degli anni ‘80. LEGGI TUTTO