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    Milan bello, in crescita e secondo… senza i centravanti

    I rossoneri sono dietro al Napoli con già tre scontri diretti alle spalle (Lazio, Juve e Atalanta) e rispetto alle altre big hanno giocato senza i loro numeri 9. Dove potranno arrivare con Ibra e Giroud? È stato presentato, giustamente, come il campionato degli allenatori. Grandi novità e grandi ritorni. È diventato, dopo le prime giornate, anche il campionato degli attaccanti. Dzeko si è subito inserito nell’Inter di Inzaghi e 6 gol rappresentano un bottino davvero invidiabile. Il Napoli è legittimamente in testa con la ritrovata vena di Koulibaly, l’apporto fondamentale di una diga come Anguissa e soprattutto con la forza travolgente di Osimhen. Vlahovic si sta confermando nella “nuova” Fiorentina e Immobile, con le sue 6 reti, sta cercando faticosamente di tenere in quota la Lazio e si è visto a Bologna quanto sia pesante la sua assenza. LEGGI TUTTO

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    Rimpianti, certezze e flop: undici spagnoli che hanno lasciato il segno in A

    Italia-Spagna di mercoledì sera, match valevole per le semifinali di Nations League, è l’occasione per ripensare a chi in passato – e chi invece oggi – è venuto dalla Spagna nel Bel Paese con la speranza di dare una svolta alla propria carrieraQuando sbarcano gli spagnoli in Serie A non sappiamo mai come prenderli, perché di fuoriclasse assoluti ne sono arrivati pochissimi (anzi uno: Luisito Suarez), di ottimi giocatori un paio (Luis Del Sol, Raul Albiol), con la pattuglia dei buoni interpreti più nutrita (Luis Alberto, Borja Valero, Alvaro Morata, Pepe Reina, Fabian Ruiz). Sul resto – al netto dei bidoni rimasti impressi nella memoria (Mendieta, De La Peña, Cesar Gomez) – meglio sorvolare. LEGGI TUTTO

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    Pioli risolve problemi: dal “falso nueve” alla gestione del caso Kessie

    Nonostante i dubbi legati al rinnovo del contratto ha dato fiducia all’ivoriano, che adesso è un giocatore ritrovato. E non c’è più la dipendenza dalla puntaÈ difficile trovare difetti a Stefano Pioli, ma è ancora più difficile scoprire nuovi motivi per spiegare la crescita del suo Milan, che ha appena strapazzato l’Atalanta al di là del punteggio. Eppure, proprio la lezione di gioco alla squadra di Gian Piero Gasperini ha evidenziato altri due meriti del tecnico, a livello generale e particolare, che vale la pena sottolineare. Il primo ci riporta alle tante discussioni sul “falso nueve” del grande Barcellona di Pep Guardiola. LEGGI TUTTO

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    Napoli, Milan, Inter e Juve: perché possono vincere lo scudetto (e perché no)

    Al momento la lotta per il titolo sembra una questione tra la squadra di Spalletti e quella di Pioli, ma non dimentichiamoci di Inter e JuveSeconda sosta per le nazionali, ridisegniamo la mappa del campionato. Un mese fa, nei giorni della prima pausa, faceva rumore l’ingolfamento della Juve. Un mese dopo la Juve è in riemersione, ancora lontana dal primo posto, ma risalente, con tutto il suo carico di giocatori forti e di gioco utilitaristico. È il motivo per cui non la escludiamo dalla corsa scudetto e anzi la consideriamo più candidabile al titolo di Roma e Fiorentina, che le stanno davanti. Oggi come oggi la Serie A sembra una questione privata tra Napoli e Milan, le prime due. LEGGI TUTTO

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    Kessie, il gelo fuori dal campo. Ma a Pioli questo Franck serve ora

    Mentre l’agente liquida l’argomento (“Il rinnovo? Chiedete al Milan…”), il giocatore a Bergamo è tornato – quasi – quello di sempre. E al tecnico può bastare cosìGelido lui, gelo fuori. Franck Kessie a Bergamo ha risposto nel modo migliore a chi accostava – praticamente tutti, a parte il suo allenatore – il suo nome alle turbolenze contrattuali. Anzi, le turbolenze in realtà sono finite da un pezzo e non è una bella notizia: in questi casi litigare e sbattere i pugni sul tavolo, ma proseguendo il dialogo, è cento volte meglio del blackout nelle comunicazioni. LEGGI TUTTO

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    Onana sarà il nuovo portiere dell'Inter. C'è l'accordo, ma Handanovic…

    La ripresa di Handa fa slittare l’arrivo del portiere dell’Ajax, che firmerà a febbraio a parametro zeroMai sottovalutare l’orgoglio di un campione. D’accordo, lo slogan è spesso abusato, ma qui siamo davanti a uno degli esempi più lampanti degli ultimi mesi. Samir Handanovic è tornato e si tiene strettissimi l’Inter, la fascia al braccio e lo scudetto sul petto. Il capitano è stato fondamentale sia a Firenze sia a Reggio Emilia ed è rientrato di prepotenza nel gruppo dei portieri “porta punti”, scacciando i cattivi pensieri e i malumori di una parte della tifoseria, aumentati dopo le prime uscite di stagione non certo brillanti. LEGGI TUTTO

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    Inter, alla scoperta del baby talento Nunziatini: “Testa da professionista. Ecco a chi somiglia”

    Grosseto-Livorno andata e ritorno, in tutto tre ore di viaggio e poi l’allenamento, fatica e sudore. Così ogni giorno, con tanto sacrificio, ma senza pesi nel cuore, perché in quel tragitto, Francesco Nunziatini, rincorreva un sogno. Tre ore che andavano riempite anche e soprattutto studiando, in virtù di quel patto, chiarissimo, con la su famiglia: sì al calcio, ma senza trascurare la scuola. “Nel compilare la sua scheda da consegnare alla società, scrissi che aveva un solo difetto: quello di essere l’unico con certi valori nelle mia rosa di calciatori”.Di Francesco Nunziatini, parla così il suo ex allenatore ai tempi dell’Under 15 del Livorno, Stefano Brondi.“Ho cercato di inselvatichirlo, perché nel calcio e in generale nella competizione, serve anche questo. Era troppo educato anche in campo e quando commetteva un fallo un po’ più duro passava i successivi cinque minuti a chiedere scusa. Non serve, gli dicevo. Basta una volta, non devi rincorrerlo per scusarti. In campo si incontrano ragazzi scaltri, che arrivano da realtà complesse”.IL RUOLO – Un insegnamento che Nunziatini ha fatto suo, perché adesso scende in campo con tutt’altra sicurezza nei propri mezzi. Lo ha dimostrato anche contro il Real Madrid, quando ha  sistemato le sorti del match con un gol in rovesciata. Un colpo che neanche provi se non ti senti a tuo agio. Giocate pulite, ottima struttura e inserimenti, queste le migliori doti di Nunziatini, che durante il ritiro in prima squadra, con Inzaghi, non ha sbagliato niente. “Io credo sia un interno di centrocampo – spiega Brondi – perché ha tempi di inserimento perfetti e può contare su un grande stacco. Ha fatto tanti gol così. Poi è talmente umile che può ricoprire bene tutta la catena di sinistra, ma il meglio lo dà da interno. Qualche allenatore lo ha impostato anche da difensore centrale, ma più per camuffare delle falle della squadra, rischiando l’involuzione del ragazzo. Io invece non ho alcun merito, ho solo cercato di rispettare le sue caratteristiche, l’unico vero obiettivo che dovrebbero avere gli allenatori dei settori giovanili”. Un merito che in molti sottovalutano ma che invece i calciatori sanno riconoscere, considerando che lo stesso Nunziatini vede Brondi come l’allenatore che più lo ha migliorato. LEGGI TUTTO