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    Dimarco sorprende l'Inter: tutto sulla questione rinnovo

    È tornato la scorsa estate e ora non vuole più andarsene. Federico Dimarco ha cominciato la stagione 2021/22 deciso a conquistarsi un posto nella sua Inter, la società in cui era cresciuto senza però mai avere un’occasione in prima squadra. Gli anni in prestito, soprattutto al Verona di Juric, gli hanno fatto bene, lo hanno completato e le prime partite con Simone Inzaghi in panchina stanno dimostrando tutte le qualità dell’esterno sinistro. Uno che con quel piede mancino potrebbe fare qualunque cosa.I ‘NO’ SUL MERCATO – Durante i mesi scorsi, a mercato aperto e con i noti problemi economici che ha avuto l’Inter, il club ha pensato anche alla possibilità di cedere il classe ’97. Diversi gli interessamenti, senza però offerte concrete da almeno 10 milioni di euro, il prezzo fissato per Dimarco: il Torino del solito Juric e il Napoli di Spalletti hanno riflettuto a lungo sulla possibilità di investire sull’ex Hellas, ma alla fine non se la sono sentita di spendere quella cifra. LEGGI TUTTO

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    La Juve e la difesa che non va: perché non è solo colpa di Bonucci & co.

    I bianconeri hanno già incassato 8 gol nelle 5 gare di campionato: una media da zona salvezza, per citare Allegri. Alla radice tecnica del problema, che non riguarda solo il pacchetto difensivoNon c’è più partita in cui la Juve non prenda gol. Due a Udine, uno con l’Empoli, due con il Napoli, uno dal Milan, altri due dallo Spezia. Totale: otto in cinque giornate. S’è salvata soltanto con il Malmoe. Media da zona salvezza, per citare Allegri. Media che mette paura, se consideriamo che nella sfilata dei nove scudetti consecutivi – cinque dei quali copyright Allegri – è stata la difesa il reparto portante. LEGGI TUTTO

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    Due fasce, quattro uomini d’oro: così Inzaghi fa correre l’Inter. Senza scontentare nessuno

    Darmian, Perisic, Dumfries, Dimarco: il gioco delle coppie di Inzaghi sulle corsie laterali funziona, tutti quando chiamati in causa sanno spaccare le partite. Come funzionano gli equilibri nerazzurri Darmian-Perisic o Dumfries-Dimarco. È gioco delle coppie sulle fasce per l’Inter di Inzaghi. Da una parte un esterno più di spinta (il croato o l’olandese), dall’altra maggiore protezione (“L’Italia che lavora”, citando De Gregori). In questo inizio di stagione, è sempre stato così: in quattro occasioni il tecnico ha optato per la prima coppia dal 1’, solamente contro il Bologna è toccato a Dumfries e Dimarco (quest’ultimo titolare anche in casa della Samp, ma al posto di Bastoni nei tre dietro). Qualunque sia stata la scelta dell’allenatore, gli esterni hanno risposto presente: Dimarco, Darmian e Perisic hanno già segnato, Dumfries ha mostrato lampi di talento. LEGGI TUTTO

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    Pioli e un rinnovo atteso da tutti: è solo questione di tempo

    Il tecnico del Milan ha iniziato la stagione in scadenza e al momento non sono previsti incontri. Da Elliott massima stima e un prolungamento che il Fondo considera scontato. Anche in virtù di un’opzione unilateraleL’avventura si è trasformata in certezza, e la certezza in progetto. Negli ultimi anni nessuno è stato più trasversale di Stefano Pioli nel mettere d’accordo l’intero universo rossonero. Dai tifosi, che ieri a San Siro hanno cantato “Pioli is on fire” sulle note di “Freed from desire”, ai giocatori che amano il suo modo di rapportarsi con loro (e ovviamente anche di fare calcio) e alla proprietà che lo apprezza sotto tutti i punti di vista. Eppure, nonostante una crescita pressoché totale del Milan – intesa sotto qualsiasi forma, perché poi alla fine la parte sportiva traina tutto il resto –, la gente rossonera periodicamente si pone una domanda legittima: perché Pioli non ha ancora rinnovato? LEGGI TUTTO

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    Allegri, quali sono le partite per De Ligt? L’uomo più pagato fuori dai big match

    Uomo partita con lo Spezia, ma escluso dal turnover di Max sia col Napoli che col Milan, dopo aver perso il posto fisso anche in nazionale: già atteso a un salto di qualità di leadership, col cambio tecnico l’olandese sembra dover di nuovo dimostrare il suo valore. Ma dall’ingaggio più pesante in organico ci si aspetta altro “Non è una questione di esperienza, De Ligt ha giocato tantissime partite: tre delle prime quattro – aveva detto Max Allegri dopo il Milan per spiegare l’olandese in panchina – . Mercoledì siamo ancora in campo e giocheranno altri giocatori”. Mercoledì Matthijs ha giocato, e ha segnato il gol della vittoria. Vederlo (e vederlo decidere) con lo Spezia però non elude il tema, e non serviva il gol per amplificarlo: è vero che tra De Ligt, Bonucci e Chiellini uno deve restare fuori, ma le due partite in cui l’ex Ajax non è stato titolare non erano due appuntamenti qualsiasi: Napoli e Milan, i due big match di inizio stagione, in cui Allegri è andato deciso sulla vecchia guardia. Senza che questo si sia rivelato sinonimo di vittoria, anzi (non per colpa dei centrali). Sommato alla perdita del posto fisso con l’Olanda, per De Ligt non è stato un inizio di stagione qualsiasi. LEGGI TUTTO

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    I 65 anni che avrebbe compiuto Paolo Rossi. Cerilli: “Io, lui e quel Vicenza che pareva il Real…”

    Oggi Pablito avrebbe compiuto 65 anni, ce lo racconta il suo partner d’attacco: “Fabbri ci diceva ‘andate in campo e fate la musica’, noi ci divertivamo e divertivamo la gente. E quella sera a Sanremo…” In narrativa si chiamano prolessi, anticipazioni di fatti che avverranno in futuro. Per Paolo Rossi, la domenica del 12 marzo 1978 suonò più o meno così. Allo stadio Olimpico il Vicenza vinse 3-1 contro la Lazio, grazie alla sua tripletta. Ad aprire i giochi fu un tocco di testa che beffò il portiere biancoceleste Garella, in una modalità tanto simile alla prima rete del leggendario tris al Brasile nel secondo girone del Mundial ’82. Quella palla non fu però crossata da Antonio Cabrini – come in Nazionale – ma da Franco Cerilli, tra gli artefici del biennio d’oro del Lanerossi, la squadra dei miracoli capace di conquistare la Serie B nel 1977 e di chiudere al secondo posto in A nell’annata successiva. “Cambiò soltanto l’angolazione. In azzurro la palla gli arrivò dalla sinistra, io calciai dalla destra. Fu il mio assist più bello”. Esterno offensivo tutto classe e fantasia, Franco in quel periodo fu la spalla in campo di Pablito e oggi, nel giorno in cui l’eroe azzurro avrebbe compiuto 65 anni, ha ripercorso la sua storia nei primi anni in provincia. Alle origini del mito. Per ricordare Paolo Rossi, al Festival dello Sport di Trento ci sarà una mostra dedicata a tutta la sua carriera (Palazzo delle Albere, 7-10 ottobre), mentre al Teatro Sociale di Trento (8 ottobre, ore 18), ci sarà un talk su di lui con la moglie Federica Cappelletti e gli ex compagni di squadra Cabrini, Antognoni e Causio. LEGGI TUTTO

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    A tutto Caputo: “Io e Quaglia contro Osimhen? Lui una potenza, ma ce la giochiamo”

    La punta lo scorso anno gelò gli azzurri col Sassuolo: “L’intesa con Fabio può solo migliorare e l’età aiuta. D’Aversa punta sull’equilibrio: ce la giochiamo”Dal nostro inviato Filippo Grimaldi23 settembre
    – Bogliasco (GE)Come non ricordare un giorno così? “Una partita pazzesca”, ricorda oggi Francesco Caputo parlando di quel Sassuolo-Napoli del 3 marzo scorso, dove lui segnò la rete decisiva per il pareggio emiliano su rigore al 95′. LEGGI TUTTO

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    Dentro la fabbrica del gol di Inzaghi: 11 marcatori diversi, ecco come fa male l’Inter

    Palle inattive, libertà e la “varietà” dei nuovi: ecco come i nerazzurri marcano lo scudetto, a un ritmo di 3,6 reti a partita Il laboratorio è stato aggiornato, lucidato a nuovo. Rievoca il passato, strizza l’occhio a quel che è stato ma fino a un certo punto. Oltre, c’è l’innovazione, ci sono caratteristiche e hardware diversi, il software di Simone Inzaghi in fondo è giusto una logica conseguenza, un vestito che si adatta alla perfezione. L’Inter che segna alla media di 3,6 gol a partita – 18 totali in cinque gare di Serie A – è una velocità di crociera che nei cinque maggiori campionati europei solo il Bayern riesce a mantenere. LEGGI TUTTO