consigliato per te

  • in

    La trasformazione di José Mourinho: così è diventato romano e romanista

    Nei suoi primi mesi nella Capitale ecco il portoghese che non t’aspetti: non arrogante, non polemico, si fa selfie con i tifosi, si fa fotografare mentre mangia la pizza… È stato potere a Madrid con il Real e contro-potere del Benfica a Oporto. È stato rivoluzione a Milano e restaurazione al Chelsea. È stato esonerato a Manchester ed esonerato pure al Tottenham. Ha vinto in quattro città diverse ed è stato in molti posti temuto, ovunque rispettato e in qualche caso amato. LEGGI TUTTO

  • in

    L'Inter ci spiega l'indice di pericolosità. E stasera saprà se temere ancora la Juve

    Il cinismo che alla squadra di Inzaghi era mancato in Champions è tornato col Bologna. E ora si gode (interessata) il big match L’Inter gioca a tennis col Bologna, superando in modo larghissimo un avversario che si presentava a San Siro forte di 7 punti in classifica e di ritrovate certezze difensive, figlie di due partite senza subire reti. E invece il cinismo che era mancato ai nerazzurri nella gara di Champions contro il Real si è palesato tutto e con gli interessi nella sfida di ieri. LEGGI TUTTO

  • in

    Juve-Milan: così le due “aziende” si sono riavvicinate nel segno della sostenibilità

    Nell’ultimo decennio si era creato un solco dal punto di vista economico tra Juventus e Milan. Ora i piani di gestione sono simili. Vediamo perchéAi tempi della Triade bianconera e dell’epopea berlusconiana, Juventus e Milan erano alleate nei palazzi del potere e si dividevano il dominio sul campo. Calciopoli è stato il primo spartiacque. Poi una coincidenza di fattori ha divaricato definitivamente i percorsi: mentre il club bianconero, sotto la presidenza di Andrea Agnelli, avviava il turnaround e si trasformava in azienda a vocazione globale, il mecenatismo meneghino entrava in crisi e la squadra rossonera si avvitava in una crisi societaria rischiando grosso con il misterioso cinese Li Yonghong. LEGGI TUTTO

  • in

    Salernitana-Atalanta 0-1: graffio di Zapata, la Dea soffre ma vince

    SALERNO – Un ‘graffio’ di Zapata e l’Atalanta sbanca l’Arechi, piegando la Salernitana nella fase finale di una gara sofferta e decisa dal colombiano su assist di Ilicic (il cui ingresso nella ripresa si è rivelato decisivo). La Dea ritrova così il successo dopo il pari con il Bologna e il ko con la Fiorentina, mentre ai granata non bastano Ribery e un’ottima prestazione (due legni colpiti) ad evitare la quarta sconfitta di fila.
    Salernitana-Atalanta 0-1: statistiche e tabellino
    Ribery titolare, ancora panchina per Ilicic
    Stadio Arechi ‘on fire’ per la prima da titolare di Franck Ribery, che Castori schiera dietro le punte Gondo e Djuric (inizio in panchina per Simy) in un 3-4-1-2 che vede Gyomber preferito a Bogdan nella retroguardia completata dal centrale Strandberg e da Gagliolo, con Kechrida e Ranieri ai lati dei due Coulibaly (il senegalese Mamadou e il maliano Lassana) piazzati in mediana. Sull’altro fronte 3-4-2-1 per Gasperini, che si affida a Miranchuk e Malinovskyi a supporto del centravanti Zapata (preferendoli a Ilicic e Pessina) mentre in mezzo al campo (con De Roon ancora squalificato) c’è ancora Pasalic ad affiancare Freuler, con Maehle e Gosens esterni e Demiral spalleggiato da Toloi e Palomino in difesa.
    Serie A, la classifica
    Granata arrembanti, fatica la Dea
    Avvio arrembante della Salernitana, che preme e protesta invano quando Gondo va giù in area su un contatto con Palomino (8′): l’arbitro Valeri lascia proseguire, ‘sostenuto’ via auricolare dal Var. Lo scatenato Castori e i tifosi sugli spalti provano a trascinare i granata, ma l’Atalanta regge l’urto e appena si affaccia in avanti sfiora il gol: numero al limite di Gosens che poi la piazza all’angolino, dove vola però Belec a negargli il gol. A Gasperini questo lampo non basta, rimprovera i suoi e trattiene il fiato quando Mamadou Coulibaly ‘scheggia’ la traversa della distanza (21′). Strandberg intanto controlla bene Zapata, con la Dea che prova ad alzare il baricentro ma non punge e rischia al 35′: tacco di Djuric e tacco di ritorno per lui da Ribery, ma Palomino è bravo a leggere e a intercettare l’ultimo passaggio del bosniaco destinato a Gondo. Molto più convincente la Salernitana, coraggiosa e pimpante ma incapace a sua volta di sbloccare la gara prima dell’intervallo a cui si arriva sullo 0-0 e con un giallo a Djuric per un braccio alto sul volto di Demiral, che torna negli spogliatoi ferito all’arcata sopraccigliare sanguinante.
    Guarda la gallerySalernitana-Atalanta, Demiral viene colpito al volto e esce dal campo insanguinato FOTO
    Obi sbatte sul palo
    Al rientro in campo così non c’è il turco ex Juve, che lascia il posto a Djimsiti (con Tolomino che passa al centro della difesa) come fanno Pasalic e Miranchuk con Koopmeiners e Ilicic. Al triplo cambio di Gasperini ‘risponde’ Castori rinforzando il centrocampo con l’innesto di Obi, dentro al posto di un Ribery stanco ma già nel cuore dell’ambiente granata. Il francese si siede in panchina a seguire una ripresa che vede subito pericolosa la Salernitana: passa appena un minuto e Gondo costringe Musso a volareper togliere la palla dall’incrocio. I campani cavalcano l’entusiasmo e insistono, ma dopo un prepotente allungo di Kechrida è largo di poco il destro di Djuiric (51′). Nell’Atalanta intanto fa il suo ingresso Zappacosta (fuori Malinovsky al 58′ per passare al 3-4-3), mentre sull’altro fronte c’è spazio prima per Bonazzoli e Jaroszynski al posto di Gondo e Ranieri (62′), poi per Bogdan a sostituire Gagliolo (68′). Ed è proprio Bonazzoli con un colpo di tacco a mettere davanti al portiere Obi, che di sinistro calcia però sul palo graziando Musso.
    Serie A, risultati e calendario
    Il ‘graffio’ di Zapata
    L’attaccante prova allora a mettersi in proprio ma spara alto dal limite (72′) e l’ultima mossa di Castori è allora Simy al posto di Djuric, mentre in campo resta ancora l’atalantino Zapata che dopo un grande spunto di Ilicic (andato via col tacco a Bogdan) ‘gela’ l’Arechi: aggancio in area e girata vincente di destro (75′). Una mazzata per la Salernitana, che accusa il colpo e non riesce più a impensierire i nerazzurri, a cui nega invece il raddoppio una grande parata di Belec su Zapata (smarcato con l’ennesimo tacco della serata da Ilic) con il tap-in poi fallito da Zappacosta (85′). I campani non ne hanno più ma c’è ancora il tempo per la traversa colpita di testa da Gosens (decisiva la deviazione di Gyomber) e per l’ingresso di Pezzella al posto di Gosens. Poi arrivano il triplice fischio finale e la festa atalantina, mentre alla Salernitana non basta l’ottima prestazione a consolare dall’amarezza per la quarta sconfitta in quattro gare.
    Guarda la galleryZapata, che abbraccio con Ilicic dopo il gol in Salernitana-AtalantaTuttosport League “Torneo a Gironi”, crea la tua squadra ora LEGGI TUTTO

  • in

    Osimhen è un crac: le vere cifre del suo acquisto e quanto vale ora per il Napoli

    L’investimento più oneroso dell’era De Laurentiis è stato difeso dal club azzurro che ora raccoglie i frutti. La valutazione data nel 2020, attorno ai 50 milioni, non era esagerata Adesso è troppo semplice. Victor Osimhen viene visto come l’attaccante del presente e del futuro, la svolta del Napoli, la fortuna di Spalletti. Ancora: l’investimento più oneroso nella storia di De Laurentiis è catalogato al capitolo “possibilità di plusvalenza”, pur partendo da una cifra alta. Ma non così alta – lo spiegheremo – come vogliono farci credere. LEGGI TUTTO