consigliato per te

  • in

    Giroud è in pole ma Rebic scalpita. E per Pellegri che progressi

    Olivier pronto dall’inizio, Ante al top dopo Liverpool. In corsa anche l’ex talento del Genoa: ha una buona forma, Pioli valuta il suo debuttoStefano Pioli ha vissuto weekend peggiori: un tridente così, a Milanello, non si vedeva da un pezzo. Olivier Giroud, Ante Rebic e Pietro Pellegri sono l’altra faccia della medaglia dell’attacco: mentre Ibra aspetta di capire quando sarà il momento di rimettersi a sudare, i colleghi di reparto si allenano tutti insieme, e tutti affamati di campo. Ogni carta un modo diverso di riempire l’area avversaria, ogni nome un’arma da sfruttare. LEGGI TUTTO

  • in

    Quel gol di Gullit alla Juve che fece nascere il sogno scudetto a Berlusconi

    Era il gennaio 1988, il Milan di Sacchi sbancò il Comunale e nel dopopartita il presidente pronunciò la “parolina proibita”. Cinque mesi dopo a Como arrivò il primo tricolore della nuova era rossonera Fuoriclasse in campo e fuoriclasse in tribuna. Juventus contro Milan, il Gotha del calcio italiano. I bianconeri nella versione “ridotta” del dopo-Platini e i rossoneri di Arrigo Sacchi che, lentamente, sta conquistando posizioni nella gerarchia della critica e da Signor Nessuno che era, quand’è sbarcato dalla Romagna l’estate precedente, è diventato il Vate di Fusignano (definizione che contiene non poco sarcasmo). Sono diciotto anni che il Milan non vince in casa della Juve e questa volta partono favoriti: lo dice il netto successo contro il Napoli, la domenica precedente, un 4-1 che ha schiantato Maradona e soci e ha fatto parlare di scudetto in casa del Diavolo. LEGGI TUTTO

  • in

    Marchisio: “Milan più forte. La Juventus sta ricostruendo, serve tempo”

    L’ex colonna bianconera anticipa il big match dello Stadium: “I bianconeri devono sempre puntare a vincere, ma occorre coesione”Dici Juventus-Milan e al tifoso bianconero subito viene in mente il 2 ottobre 2011, quando Claudio Marchisio festeggiò il primo giocato allo Stadium con una memorabile doppietta. “Rimarrà un ricordo indelebile nel mio cuore. Giocavamo contro i campioni d’Italia, è stata una serata di soddisfazione e orgoglio. Era il primo anno con Conte che lavorò molto fin da subito sul piano fisico e mentale: questo ha fatto la differenza. Forse è stato lì che abbiamo capito per la prima volta di poter vincere lo scudetto”. LEGGI TUTTO

  • in

    Zaccheroni “legge” il big match: “Juve, affidati a Dybala. Milan, la forza del gioco”

    Il tecnico, doppio ex, inquadra il big match di domenica: “Bianconeri in ritardo, e finché non troveranno la quadra a centrocampo sono destinati a soffrire. Pioli ha avuto il coraggio di cambiare una squadra già vincente, complimenti”Primo allenatore italiano a vincere un trofeo internazionale (Coppa d’Asia 2011) alla guida di una nazionale straniera, Alberto Zaccheroni, condivide con Trapattoni e Viola anche un altro traguardo, quello di aver guidato tutte e tre le big italiane, con la perla dello scudetto rossonero nel ’98-99. LEGGI TUTTO

  • in

    Storia d’amore, buste, arte e carezze: quando Paolo Rossi passò dalla Juve al Milan

    Il sì a Farina nell’estate 1985, le gioie della doppietta nel derby, gli acciacchi, la fine finanziaria del presidente e l’addio. Ecco l’epopea del Pablito rossonero Questa è una storia di affetto tra due persone che si volevano bene, si stimavano e insieme avevano vissuto un’esperienza unica, in un periodo felice e luminoso per entrambi. E’ una storia che comincia con uno sguardo d’intesa, senza che nessuno dei due pronunci la parola: riproviamoci. Quello era sottinteso, perché il viaggio andava esattamente nella direzione di un ritorno, certo: un ritorno al futuro. LEGGI TUTTO

  • in

    Napoli, allarme tifosi al Maradona: 50% di capienza mai riempito, il motivo

    L’avvio di stagione per il Napoli è stato assolutamente convincente. Gli azzurri hanno conquistato nove punti su nove riuscendo a vincere tutte e tre le partite di campionato: il valore di questi risultati è ancora maggiore perché l’ultimo successo è arrivato contro la “nemica” di sempre, la Juventus. Se a questo si aggiunge l’entusiasmo portato dall’arrivo del nuovo allenatore Spalletti e finalmente il pubblico ritrovato sugli spalti, viene fuori il giusto mix per affrontare una grande annata e lasciarsi alle spalle gli ultimi anni tutt’altro che eccellenti, quando l’ultimo forte ricordo risale al 2017 con lo scudetto sfiorato. C’è però un aspetto che fa discutere a Napoli e riguarda la partecipazione tutt’altro che massiccia da parte dei supporters allo stadio Maradona.Segui tutte le partite di Serie A TIM del Napoli su DAZN. Attiva oraI TIFOSI – Storicamente, il più grande punto di forza del Napoli è proprio la tifoseria. L’ex San Paolo ha sempre saputo trascinare la squadra, soprattutto nei momenti più difficili o delicati riuscendo a strappare imprese memorabili sul campo. Caratteristica riconosciuta da chiunque, per cui andare a giocare in trasferta a Napoli non è una passeggiata mai per nessuno, specialmente per l’atmosfera importante che si crea nel singolo evento. Nell’ultimo anno e mezzo si è sentita l’assenza dei tifosi, la squadra di Gattuso ha mostrato molte insicurezze che avrebbero potuto essere nascoste da un popolo capace di trascinare l’intera squadra verso risultati e prestazioni differenti. Un ritorno alla normalità si è iniziato a vedere a fine agosto, tra la sfida contro il Venezia e quella contro la Juventus. Anche se non è tutto oro quel che luccica perché, nonostante l’importanza di un match come quello di cinque giorni fa e i posti ridotti al 50%, il Maradona non ha visti riempiti tutti i suoi posti a disposizione. LEGGI TUTTO

  • in

    Gioco, personalità e difesa: Milan, le 5 lezioni della Champions

    La sconfitta di Anfield ha mostrato il divario con l’élite del calcio europeo, ma ha confermato che i rossoneri sanno trovare il gol con manovre ragionate. E il portiere non fa rimpiangere GigioUna partita che farà crescere. Lo ha assicurato Pioli, lo hanno capito i giocatori, lo sperano i tifosi. Forse, da un lato, meglio così: se il Milan, per ipotesi, si fosse ritrovato in un girone un pelo più morbido e magari avesse esordito con una vittoria, opinioni e sensazioni avrebbero rischiato di essere fuorviate. Dopate. Il Liverpool invece ha raccontato al mondo rossonero la nuda realtà, che è poi quella che aiuta a crescere: il Milan che entra di nuovo nell’Europa che conta, non potrà indossare subito il vestito buono. Serviranno pazienza, tempo, investimenti e una riduzione della forbice non soltanto a livello di club, ma di movimenti nazionali. La buona notizia è che finalmente il Diavolo questo processo l’ha iniziato. Con tutte le luci e le ombre del caso. Come tornano i rossoneri a Milanello da Anfield? Vediamolo in cinque punti. LEGGI TUTTO